domenica 31 dicembre 2006

Auguri di Buon Anno a tutti

Carissimi,

sono arrivato alla missione di Mambasa pochi minuti fa. Sono le ore 19 del 31 dicembre.
Visto che Gianluigi Mazzufferi ha messo sul blog alcune notizie-lampo che gli avevo comunicato, sapete dove sono stato. Sono partito mercoledì 27 per accompagnare l'etnologa Marta Cometti a Kampala. Ci vogliono due giorni per andare e due giorni per tornare. Un giorno a Kampala per spese varie. Vedete che non ho perso tempo. Il viaggio è andato bene, soprattutto in Uganda dove le strade sono buone. Purtroppo questo ha uno svantaggio: gli autisti, soprattutto dei bus, credono di essere in un autodromo e di essere soli. Abbiamo visto incidenti terribili. Per cui dopo ogni viaggio ringrazio san Cristoforo e il Signore...e il nostro autista.
Vi ho detto che sono a casa: non è previsto nessun cenone. Ma va bene lo stesso: ho comperato a Beni qualche scatola di biscotti e dalla sacristia prenderemo un po' di vino da messa. Con padre Nerio e fratel Antoine festeggeremo così la fine del 2006 e l'inizio del 2007. Ma di certo non aspetteremo mezzanotte. Il nuovo anno arriverà lo stesso.
Cosa dirvi? Un grazie per tutto quello che avete fatto per me e la missione e un augurio di pace (con Dio e con gli uomini) , di serenità e di salute per voi e tutti i vostri cari.
Domani, 1 gennaio celebrerò la sante messa alle ore 8. Affiderò queste intenzioni e tutti i vostri nomi a Lui e a Maria, Madre di Dio.

Auguri e grazie. A presto!

mercoledì 27 dicembre 2006

Come se fossi l'ufficio stampa


Sono diversi giorni che qui non compare uno straccio di notizia. Secondo me il vero problema, quello di fondo è che scrivere anche solo due righe, oppure mettere un commento su questo benedetto BLOG sembra che susciti panico, crei apprensione. Alla fine molti prendono la fuga!
Ecco allora che faccio un riassunto a beneficio di tutti (tranquillo non sono un ufficio stampa che avrebbe steso un comunicato trionfale!). Lo faccio per i pochi o i molti che accenderanno il computer per avere notizie della Missione di Mambasa.

Copio quanto scritto nelle mail personali di P. Silvano appena giunte. Gli omissis servono solo per togliere notizie private.

22 dicembre, venerdì
Carissimo,
di corsa...Natale per tanti è shopping o altro: qui sono sedute di confessioni, file di poveri (veri o falsi, il Signore lo sa) e puntate rapide nei vari villaggi.
Ti ripeto che tengo conto dei tuoi consigli e di quelli di Livia. Ho letto anche il tuo commento...un po' duro. Certo non nello stile di don Enzo...forse più simile a quello di (omissis) a cui, ti prego, porgi i miei saluti e auguri.
A presto...sul Blog!
Silvano

25 dicembre, lunedì, Natale
Caro Gianluigi, sto crollando dal sonno e dalla fatica...per cui credo saggio andare a letto. Spero trovare un po' di tempo domani...
Grazie di tutto...I commenti ai tuoi messaggi te li farò avere in via privata...
Buona notte.
Silvano

27 dicembre, martedì
Carissimo Gianluigi,
domani parto per Kampala con la dott. Marta Cometti (Svizzera) che è venuta a vedere i luoghi dove è passato Nodari. Le ho parlato di te e probabilmente si metterà in contatto (omissis)
Prove di fede. Le ho anch'io ma non tanto per la squadra di calcio. Mi ha invece sorpreso la decisione di negare il funerale religioso a quel poveraccio...Non so per quali motivi. Non lo si nega più neppure ai suicidi e ai dittatori...
Non posso darti della mia fede, perchè resteremmo senza tutti e due.
Ma ti assicuro che ti sono vicino ...e taccio perchè non ho parole capaci di dissipare la nebbia.
Ciao. A presto. Ho tante cose da dire...Ma sono solo in missione: Gustavo è a Kisangani e Nerio in "brousse": Appena torna, parto io...e la vita continua.
Grazie di tutto.
A presto.
Silvano

lunedì 18 dicembre 2006

Nel ricordo di Don Enzo

Già un anno!

Ho quasi avuto una esclamazione di sorpresa leggendo l'invito agli amici di Senigallia di partecipare alla Messa nell'anniversario della morte di don Enzo.
Evidentemente anch'io sarò presente con il pensiero e la preghiera.
Un pensiero sereno, fatto di ricordi belli, pacifici e positivi.Soprattutto negli ultimi anni, in ogni sua lettera, don Enzo mi incoraggiava a continuare il "meraviglioso apostolato della scuola" e sentivo tutta la sua simpatia, la sua stima e anche la sua passione. Le sue parole per me erano molto stimolanti, perchè non erano frasi di cortesia o incoraggiamenti d'obbligo, ma venivano da una persona che aveva vissuto con noi, che aveva visto le nostre difficoltà, i nostri limiti e che sapeva, per esperienza personale, che i buoni risultati non sono scontati: esigono perseveranza, lavoro serio, professionalità, tenacia e fede. Sorprese, delusioni, insuccessi, sono all'ordine del giorno. Mi incoraggiava sempre a continuare perchè questa è la strada giusta."Continua, continua così..."- mi ripeteva spesso nelle sue lettere. E le sue non erano solo parole: la sua generosità non è mai venuta meno, anzi col passare degli anni è cresciuta e ha contagiato le persone che gli stavano vicino.
E se fosse questa l'occasione per iniziare quel progetto di "piccole borse di studio" per studenti universitari che hanno studiato nlla scuola (Istituto Bernardo Longo) in cui lui ha insegnato?
In cosa consistono?
Mi rendo conto che tanti ragazzi che hanno il Diploma di Stato, non possono continuare all'Università per mancanza di mezzi.Finora ne ho aiutato una quindicina.
Come?
Do a loro circa 40 $ al mese per vivere (a Kisangani, Bunia, Bukavu...);
pago le tasse universitarie che variano dai 200 ai 400 $ all'anno;
aggiungo circa 150 $ per cancelleria e dispense, e un contributo, vario, per il viaggio (100-200) $.
Una borsa si aggira quindi sui 1200 $ all'anno.
Personalmente non ho mai accettato il sistema delle "adozioni a distanza". Non saprei chi scegliere come beneficiari, visto che vivo in un luogo e in un momento - siamo appena usciti da una guerra nella quale tutti hanno perso tutto - e non vorrei creare gelosie o favoritismi e una possibile dipendenza crescente fra adottato e adottante.
La borsa di studio è un incoraggiamento per qualcuno che ha già fatto uno sforzo personale - ha superato con successo gli Esami di Stato - ed è un aiuto che ha una scadenza ben precisa, senza rischio di appendici.
Chissà mai che la prima venga alla luce nell'anniversario della"vera nascita"di don Enzo?
Ho letto in questi giorni il comunicato che il presidente francese, Jacques Chirac e il premio Nobel, Muhammad Yunus, hanno diffuso dopo il loro incontro all'Eliseo, la settimana scorsa: "La lotta contro la povertà passa per l'allenza dell'immaginazione, della generosità e dell'audacia economica e sociale in favore e a servizio della dignità dell'uomo, grazie ai nuovi strumenti di finanziamento e di aiuto".
Resteranno solo belle parole?
Ieri, abbiamo sentito Giovanni Battista (!?) dire: "chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha e lo stesso faccia per il cibo."
Cosa direbbe don Enzo?
Agli amici di Senigallia e in particolare a Don Peppe, ai parenti di don Enzo, a Gianluigi, a Vanda..." sarò con voi mercoledì sera!"
Un abbraccio di cuore a tutti...

don Enzo è sempre con noi


Nel primo anniversario della salita alla casa del padre, gli amici ed i parenti si ritroveranno insieme per ricordare Don Enzo Formiconi
alle ore 18,00 di mercoledi’ 20 dicembre presso la chiesa parrocchiale San Giuseppe Lavoratore della Cesanella, Senigallia (An) per una celebrazione eucaristica.

nella foto, che risale al 1985, si vede don Enzo, assieme a Marco Mazzufferi, alla Missione di Nduye (la chiesa è sulla destra), con un gruppo di Pigmei

domenica 17 dicembre 2006

P.Silvano e don Giuseppe


L'ho "ripescata" al volo dall'archivio e risale all'estate di un paio di anni fa questa foto di P. Silvano e Don Giuseppe.
E' l'occasione per mandare un saluto ad entrambi nel momento in cui ho letto un commento al precedente post, appena pubblicato.
La disponibilità alla ricerca di "borse di studio" per i ragazzi della scuola di Mambasa, l'Istituto "Bernardo Longo", potrebbe trovare ora - per la prima volta attraverso questo blog - lo strumento pratico di applicazione.
Attendiamo fiduciosi per verificare se, durante le prossime festività, ci sarà qualche caso concreto.

martedì 12 dicembre 2006

Seguito della...prima puntata

Carissimi,
è il 12 dicembre. Sono le 20,15. Fuori la notte è buia. Qui alla missione tutto è calmo. Gli studenti sono nelle varie sale e approfittano della luce elettrica per studiare. Fra poco spegneremo il motore e la missione sarà immersa in un buio e in un silenzio affascinanti. Uscirò un momento a guardare le stelle. Non c'è la luna per cui il cielo è ancor più profondo e meraviglioso.
Com'è lontana l'Italia! Ma non gli amici che ho incontrato. Con loro il dialogo continua. Mi sembra di essere passato nella stanza accanto e , se tendo l'orecchio, sento ancora le loro parole, i loro bisbigli e attraverso questi, i loro problemi. Il muro non mi impedisce di rivedere il volto di ciascuno e, non osservato, resto in ascolto e rivedo...
Per ciò vorrei, questa sera, continuare il dialogo con voi.
Vi avevo raccontato il mio viaggio fino all'arrivo a Mambasa e le emozioni della prima domenica.
Non c'è stato molto tempo per il riadattamento.
Lunedì, 4 dicembre, incontro con i ragazzi della scuola. Padre Gustavo, il mio confratello congolese che ha diretto la scuola (Istituto Bernardo Longo) durante la mia assenza, mi ha lasciato il posto al momento della "rassegna" (qui la chiamano "parade", il che mi fa proprio pensare ad uno schieramento di truppe). Appena giunto davanti al microfono, un ragazzo della scuola è uscito dai ranghi - resto nel linguaggio militare - e mi ha letto un pensiero di benvenuto. Debbo confessare che mi ha fatto piacere.
Ho ringraziato tutti per l'accoglienza e ho colto l'occasione per invitare gli studenti ad un lavoro serio e ad approfittare della fortuna che hanno di poter studiare nella nostra scuola. Ho ringraziato i professori e soprattutto il padre Gustavo per il lavoro fatto durante l mia assenza.
Sono rimasto felicemente sorpreso nel constatare che la scuola, le aule, il tappeto erboso erano puliti, curati.
E poi la vita ha ripreso.
Ho visitato i cantieri vicino alla missione: l'ospedale, la cappella delle suore, i lavori per un pollaio che sarà gestito da una cooperativa di donne, la chiesa di San Francesco a Manjombo. Ho ringraziato tutti e
e abbiamo già programmato il futuro.
Pensavo di essere un po' libero in questi giorni. Invece la partenza improvvisa di un professore mi obbliga a ritornate alla lavagna come professore di francese in 3 classi: totale, 20 ore di scuola alla settimana.
Inoltre dedico un po' del mio tempo anche a Marta, l'etnologa svizzera, che vorrebbe almeno imparare qualche frase di swahili per non essere proprio sorda e muta fra Pigmei a Nduy quando farà una breve esperienza fra loro.
L'incontro con loro, soprattutto da parte di uno straniero è sempre un po' delicato. Per cui giovedì sono andato a Nduye con lei e l'ho presentata al capo villaggio (Christophe Apuobo) e poi con lui siamo andati in un accampamento dei Pigmei, vicino al fiume Nduye.
L'accoglienza è stata superiore alle aspettative.Il capo Ngomesa Bruxelles mi ha subito riconosciuto: era una ragazzo quando io ero a Nduye (dal 1971 al 1976) e faceva parte della équipe che lavorava alla missione. Con loro avevamo fatto dei campi, ripulito la piantagione di caffé delle suore Comboniane. Abbiamo così ricordato tante persone. Purtroppo quasi tutti sono morti: Mboloko, Angezo, Yuma, Usseni, Médicament, Maromaro, Sau...
Saputo il motivo della nostra visita si è mostrato di una gentilezza estrema nei confronti di Marta. Abbiamo così fatto un programma: Marta andrà da loro e resterà con loro 1o giorni, a partire da domenica 10 dicembre...
La sopresa, la diffidenza erano scomparse quansi per incanto: le donne lasciavano fotografare le loro acconciature, i denti limati, i tatuaggi sul loro volto. Qualche caramella , un po' di sale e qualche foglia di tabacco hanno contribuito creare un clima di festa. Sono subito apparsi anche i piccoli tamburi...e sono cominciate le danze.
Rnfrancati anche noi e liberati da una certa ansia, sopratutto Marta, abbiamo visitato la missione: la casa dei Padri, la chiesa dove è sepolto il padre Longo, la casa delle suore comboniane, vuota...e in attesa di diventare come una volta un centro di accoglienza per i poveri, gli ammalati, i Pigmei. Per me è stato un forte momento di emozione, soprattutto quando incontravo vecchi amici e quando con loro ricordavamo padre Bernardo Longo, padre Luigi Noacco, Suor Luisa, Suor Anna Clara, il professore Gianluigi Mazzufferi di Senigallia, un volontario vulcanico e appassionato che ha lavorato (veramente!) con noi nella scuola, nella officina meccanica durante due anni.
Nel ritorno ci siamo fermati più volte lungo la strada, nei vari villaggi, per salutare la gente che ci aspettava. Qualcuno al mattino ci aveva riconosciuto; la voce si era sparsa e tutti volevano vederci e stringerci la mano.
Domenica, 10 dicembre, alle 8 sono partito sulla strada verso Kisangani per la Santa Messa nel villaggio di Bandisolo, a 25 km da Mambasa. La strada adesso è ottima, grazie al lavoro dei cinesi di Sinohydro. La mia Yamaha 100,(in attesa di qualcosa di più scattante e impegnativo) godeva facendo facilmente i 60 all'ora. A me sembrava di volare.
Nel frattempo, Marta, un po' emozionata, accompagnata da alcuni ragazzi della scuola e da alcuni Pigmei che lavorano qui alla misisone di Mambasa partiva verso Nduye. So che è arrivata bene, che ha piantato la sua tenda vicino alla capanna del capo e che si è lanciata in questa bella avventura.
Lunedì, 11 dicembre, anche padre Nerio Broccardo lasciava Mambasa.
E' andato nel nostro Noviziato di Kiragho vicino a Butembo per un po' di riposo in vista anche del lavoro che ci attende in occasione del Natale.
E adesso vi lascio anch'io...Sono ormai le 22.
Abbiamo accolto poco fa un sacerdote diocesano di Wamba, l'abbé Justin. Abbiamo passato un momento con lui. Adesso ci ritiriamo. Io andrò un po' fuori: il silenzio, il buio ti incantano, ti soggigano. Resteresti ore a guardare il cielo e a pensare.
Ma domani, alle 5,40, suona la sveglia...Quindi continueremo a sognare a letto. Prima però, una visita alla grotta della Madonna, scavata in un tronco d'albero.
Una preghiera, un momento di silenzio, uno sguardo...e ciao!
Buona notte!
A domani!

domenica 10 dicembre 2006

Festa della Madonna di Loreto


Ieri sera, vigilia della festa della Madonna di Loreto, abbiamo rinnnovato una antica tradizione. Per la vigilia della ricorrenza mariana le campagne marchigiane sono sempre state costellate da una miriade di fuochi. I fuochi della "venuta" per accogliere la Santa Casa, poi deposta dagli angeli sul colle di Loreto.
Il gruppo degli "Aviatori Senigalliesi", che da oltre mezzo secolo celebra la ricorrenza della Vergine Lauretana, patrona del volo, si è ritrovato sotto il campanile della Chiesa del Ciarnin, attorno al grande "focarone della venuta".
Ha benedetto l'incontro Don Mario Camborata. Un pensiero particolare è andato, anche in questa ricorrenza, al nostro grande amico Padre Silvano ed a tutti vivono e lavorano per la Missione di Mambasa.

venerdì 8 dicembre 2006

8 dicembre. La vita riprende e continua.

carissimi tutti,
sono di nuovo a Mambasa. Sono giunto qui sabato sera, 2 dicembre. Il viaggio non ha conosciuto particolari difficoltà o imprevisti. Fino ad Entebbe, tutto perfetto. A Kampala siamo stati ospiti di padre John Scalabrini. Siamo, perchè in questo viaggio sono accompagnato dalla dottoressa Marta Cometti, Etnologa, conservatrice nel Museo delle Culture Extaeruopee di Lugano.
Giovedì, 30 novembre abbiamo fatto il viaggio daKampala a Beni.
Fino alla frontiera sembrava di essere in Europa, almeno per quanto riguarda le strade e la velocità. Alla frontiera fra Uganda e Congo, tutto cambia. In Uganda un solo ufficiale di frontiera controlla il passaporto e
mette sul medesimo il timbro di Uscita.
A Kasindi, posto di frontiera congolese, l'ufficio brulica di gente, uomini e donne che ti accolgono con un bel sorriso, ma che ti dicono subito che hanno fame...
Ci sono volute quasi due ore per avere il timbro sul mio passaporto e un Visa de séjour per Marta.
Da Kasindi a Beni ci sono 80 km di pista sassosa e continuamente ferita in senso trasversale da canali di scolo che si formano ad ogni pioggia.
Abbiamo incontrato 5 barriere di poliziotti. Si deve dare l'offerta per passare.
A Beni siamo giunti alle 18.
Metà della mattina dopo l'abbiamo persa all'ufficio di Immigrazione per stranieri. Il visto per Marta, rilasciato alla frontiera, dura solo 8 giorni.
Approfittiamo del passaggio a Beni per prolungarlo per un mese.
Discussione sul prezzo, sul tragitto...Altre due ore.
Però siamo contenti. Non abbiamo perso troppo la pazienza e ci siamo lasciati come buoni amici, non senza lasciare una "offerta" supplementare agli impiegati "sempre affamati".
Sabato, 2 dicembre. Partenza su un camion prestatomi da un carissimo amico, il sig. Robert Ducarme, direttore generale de l'Enra, una società che produce papaina, caffe, legname e ce gestisce l'aeroporto di Beni.
Ci siamo conosciuti in occasione della guerra del 2002 e da allora nutriamo reciprocamente dei sentimenti di profonda amicizia.
Quando può mi aiuta in maniera straordinaria e signorile.
In questi giorni, la strada diretta fra Beni e Mambasa (via Mangina) è chiusa a causa delle abbondanti piogge, per cui siamo obbligati a fare un tragitto più lungo: Beni-Komanda-Mambasa.
La strada è ottima, frutto del lavoro di una compagnia cinese "SinoHydro" che, dopo aver già terminato il tragitto Beni-Komanda-Mambasa, sta avanzando verso Niania.
Purtroppo c'è un piccolo problema: il ponte sul fiume Ituri, a 12 km da Komanda, è pericolante per cui non è permesso il passaggio di mezzi pesanti. Siamo quini obbligati a ricorrere a un espediente che è brigoso e
costoso. Arriviamo con il camion (in questo caso quello prestatoci dal sig. Ducarme) fino al fiume, sulla sponda sinistra. Trasportiamo la merce sulla sponda destra dove ci attendono i due camion Fiat (dono del geometra Domenico Guigli di Bocassuolo - Mo) della missione.
I nostri autisti sono accompagnati dagli allievi di due classi della scuola di meccanica. Per loro, fare 180 km sul camion...e con la strada buona è
una guduria. Cantano, scherzano e...dove possono, mangiano.
Per noi è tutto e solo Provvidenza.
Il trasbordo è presto fatto, anche perchè i poliziotti a guardia del ponte hanno pietà di noi e dopo un po' autorizzano il camion del sig. Ducarme a traversare il ponte con una parte della merce. Probabilmente la mancia ha reso transitabile e sicuro il ponte...
Arrivo alla missione. Sono a casa.
Trovo p. Nerio e il fratel Antoine, scolastico in stage. Siamo contenti tutti.
P. Gustavo è a Isiro per il pellegrinaggio nazionale alla tomba della beata Clmentina Anwarite Nengapeta. Arriverà domenica, 3 dicembre, alla sera.
Domenica devo necessariamente celebrare la santa Messa qui nella Parrocchia. Tutto avviene con simplicità e calore. Presento all'assemblea la dott. Marta. Anche lei ha la sua buona dose di battimani.Tutta la giornata di domenica passa in saluti, in strette di mani, in programmi per il futuro.
(continua...fra poco)

giovedì 7 dicembre 2006

Questo invece...un esempio da seguire!

Chiesa Virtuale
L'iniziativa dei gesuiti australiani
Vocazioni pescate in Rete
di Monica Vignale

L'età media dei sacerdoti della Compagnia di Gesù è troppo alta. Così a Melbourne hanno avuto un'idea: reclutare nuove leve attraverso internet. E funziona
Folgorati sulla via di internet, hanno deciso di entrare in seminario e tra non molto prenderanno i voti. Succede a Melbourne, dove la vocazione arriva online.Il sito www.jesuit.org.au, il portale austrialiano della Compagnia di Gesù fondata 500 anni fa da Ignazio di Loyola, ha lanciato in rete una insolita campagna di «reclutamento religioso» per fronteggiare il calo di vocazioni che investe uno dei più grandi ordini della Chiesa, dove l'età media dei sacerdoti è fra le più elevate e urge promuovere l'interesse dei giovani per la vita ecclesiale.Da qui lo slogan ideato e proposto sul web: «A calling, a life, the Jesuits, not just a career» (Una chiamata, una vita, i gesuiti, non solo una carriera).Una campagna acquisti in piena regola, dove però in palio non c'è un contratto di lavoro ma un contratto con il Padre celeste e, verosimilmente, la garanzia di un posto in paradiso.L'insolita iniziativa sta cominciando a dare i frutti sperati. Il rettore del collegio teologico di Melbourne, padre Micheal Smith, ha dichiarato che l'annuncio online ha portato già cinque aspiranti gesuiti a rispondere all'appello: «Ci hanno detto che la maggior parte delle persone che potrebbero essere interessate non usa i giornali ma internet per cercare un'occupazione, e noi ci siamo adeguati» ha dichiarato il religioso al quotidiano The Sydney Morning Herald.In quanto a difficoltà, la trafila per diventare gesuiti non è da meno delle abituali selezioni di lavoro.I requisiti sono tanti e specifici: occorre essere «fortemente motivati», ovviamente cattolici, con uno «spiccato amore per Cristo», un livello di istruzione universitario, il desiderio di «lavorare per la Chiesa», una personalità «aperta», la disponibilità a «crescere nell'amore per Dio», la capacità di «lavorare duramente».I fortunati in possesso di tutti i requisiti fissati nero su bianco dal portale possono presentare domanda allegando i certificati di battesimo e cresima.Severa la selezione, che prevede quattro incontri con altrettanti sacerdoti per verificare l'effettiva vocazione dei candidati e accertare che la chiamata ricevuta tramite internet non sia un fuoco di paglia (o un modo per ovviare alla disoccupazione). E poi prova psicologica ed esame medico.Quelli che vengono accettati cominciano l'addestramento: due anni di noviziato, rigorosi studi di teologia e i famosi esercizi spirituali che caratterizzano la Compagnia religiosa. Alla fine arrivano i voti temporanei, e solo dopo quelli perpetui.«Non è una provocazione» spiegano sul sito «ma un metodo contemporaneo per suscitare attenzione nei confronti della vita religiosa».E intanto qualcuno già definisce le vocazioni online un «miracolo del web».

(articolo tratto da PANORAMA n° 49, 7/12/2006, pag. 91)
(copiato tal quale per facilitare la lettura agli utenti del blog che si trovano in Congo)

martedì 5 dicembre 2006

una iniziativa da non copiare





Almeno io la penso così.
M'aspetto qualche critica, magari severa, così avrò la soddisfazione di leggere dei commenti su questo benedetto blog.
Ragazzi fatevi sotto...è facilissimo, provate!

L'iniziativa di Amnesty Piemonte, severamente criticata da Antonio Tombolini su http://blogs.san-lorenzo.com/sl/2006/12/abbasso_il_vinoamnesty.html non mi sembra possa essere un modello accettabile per noi, se mai a qualcuno venisse voglia di aiutare la Missione di Mambasa.

Questa nota però è l'occasione buona per ricordare a qualcuno che visiti questo blog di realizzare qualche gesto di solidarietà per le iniziative di Padre Silvano. Il "nostro uomo" oggi 5 dicembre dovrebbe essere arrivato alla Missione di Mambasa. Se tutto è filato liscio - come ci ha comunicato il cugino Giuseppe - sabato scorso1° dicembre - era a Beni. A causa delle pessime condizioni della strada sarebbe transitato per Bunia (dove comunque manca un ponte ed il camion della missione lo avrebbe atteso sull'altra riva per trasbordare materiali vari e passeggeri).
Per concretizzare gli aiuti destinati alle opere in corso usate le istruzioni che trovate scritte qui a fianco su: "Come aiutarci"

NELLA FOTO:
La costruzione dell'ospedale come si presentava diversi mesi fa (presto gli aggiornamenti in diretta dal Congo, non appena sarà riattivato il collegamento satellitare ad Internet interrotto a seguito di un fulmine)