venerdì 27 novembre 2009

Ecco la prova!

"Cose da non credere..."!


Oggi mentre eravamo a tavola, verso le 13 ci chiama per telefono il nostro Padre Provinciale da Kisangani e ci chiede se veramente il ponte sul fiume Epulu è già riparato. Il motivo è che abbiamo dei Padri a Kisangani che devono venire verso Mambasa e andare al nostro noviziato di Kiragho. Ci sembra impossibile. Ma per aver la coscienza tranquilla decidiamo di mandare una delegazione a vedere.


Vanno: p. Gauthier, Giuseppe. Enrico e Claudio. Una buona occasione anche per verificare se il lavoro fatto dai nostri meccanici sulla Nissan (problema marce) è affidabile!


Ritornano...a testa bassa e con qualche foto!
Eccone una!

Quanto tempo ci vorrrà per ripararlo?

Ci consoliamo con una buona notizia: i meccanici hanno fatto un buon lavoro!

foto: il camion ( la motrice in primo piano) e il rimorchio con il container nell'acqua! (foto Giuseppe Prosdocimi)

giovedì 26 novembre 2009

Sono arrivati da una settimana...Chi? ACEG

Sono arrivati. Attendevo un’occasione migliore per presentarveli, visto che mi hanno chiesto di non mettere la solita foto dell’Equatore. Al massimo, dicevano, andava bene per Aldo che passava appunto l’Equatore per la prima volta.

Soluzione di riserva: una foto nell’orto che anche quest’anno ha suscitato meraviglie e ha fatto nascere in loro delle nascoste capacità di chef .

Ma non sono qui per questo: a giorni Giuseppe, aiutato da Aldo e Claudio cominciano l’impianto elettrico nell’ospedale, mentre Enrico ha il suo bel da fare i officina, a creare ingranaggi, satellitari, coni e soprattutto ad insegnare al nostro tornitore fresatore Tsongo.

Nel frattempo Giuseppe cambia lampadine, installa macchine in cucina, modernizza l’impianto serale attorno alla casa, che diventa sempre più bella. Claudio e Aldo si dedicano all’orto e aiutano Giuseppe. Il lavoro si sta delineando.

La loro venuta ha dato un colpo di acceleratore ai lavori: i falegnami stanno preparando porte e finestre per l’ospedale e cominciano anche i lavori del soffitto.

Tutto sembrava procedere bene. Pensavamo anche di fare un viaggio di lavoro-escursione a Badengaydo, passando da Epulu e così documentare l’avanzamento dei lavori della scuola finanziata dagli Amici della Scuola Apostolica di Albino (Bg).

Ieri mattina una notizia che ci lascia increduli comincia a circolare a Mambasa: uno dei due ponti sul fiume Epulu è crollato sotto il peso di un camion e rimorchio carico di legname.

La conferma ci è venuta da padre Dino che era dall’altra parte del fiume per una visita ai villaggi.

Era partito con la Feroza, ha dovuto lasciarla dall’altra parte e siamo andati a prenderlo con la Toyota. Ci ha confermato tutto. Brutta, brutta notizia per noi e soprattutto per quanti devono recarsi a Kisangani, o da Kisangani devono andare a Beni, Butembo, Bunia. La natura del fiume (rocce) e le improvvise piene impediranno la costruzione di un ponte provvisorio e a anche il traghetto su piroghe sarà molto pericoloso.


Conseguenze: Kisangani conoscerà una carenza critica di prodotti alimentari, che arriveranno, in quantità minima per via aerea.



( A seguire)

foto i 4 : da sinistra a destra: Enrico, Aldo, Claudio e Giuseppe

sotto: il fiume Epulu visto dal ponte, attualmente crollato

venerdì 20 novembre 2009

La "loro" Africa


I fantastici 11 approdati a Mambasa lo scorso agosto 2009 invitano tutti i lettori, i commentatori e gli sbirciatori di questo blog, alla serata che stanno preparando con impegno e dedizione sull'esperienza alla Mission catholique. Sarà una testimonianza fuori dai canoni...tra il serio e il faceto...tante voci, tanti sguardi per presentarvi tanti scatti della..."LORO" Africa!



Chi sono i fantastici 11: elena, francesco, raffaella, pierpaolo, chiara, diego, cornelia, ilaria, gianluca, alessia e...spiritualmente federica!

AVOMì, per chi non lo sa, è l'associazione AMICI VOLONTARI E MISSIONI che si occupa a Cambiago (MI) di sostenere Padre Silvano ed altre realtà del Sud del Mondo. In dialetto milanese significa "Vado Io" e quindi...beh, siamo andati ;-)

giovedì 12 novembre 2009

Un uomo straordinario e coraggioso!

La scuola e gli insegnanti.


E’ un argomento a cui faccio spesso allusione soprattutto da quando il Vescovo, Mgr Janvier Kataka mi ha dato l’incarico di tutte le scuole del territorio di Mambasa.


Il territorio è vastissimo, oltre 25.000 km quadrati, ma poco popolato. Per cui al di fuori della cittadina di Mambasa e di qualche altro grosso centro (Epulu, Mayuano, Nduye), ci sono tanti piccoli villaggi con qualche centinaio di persone e altri che non oltrepassano o superano di poco il migliaio di persone.


Ma anche in questi villaggi ci sono tanti e tanti bambini che hanno diritto, garantito dalla Costituzione Congolese, all’insegnamento elementare gratuito.

Un miraggio!


Se fosse coerente al suo impegno lo Stato dovrebbe costruire le scuole e inviare e pagare gli insegnanti. Invece purtroppo tutto è lasciato alla buona volontà dei genitori.

Evidentemente tanti genitori, che non hanno avuto la fortuna di andare a scuola, non si sentono motivati a costruire le scuole e a pagare gli insegnanti. Del resto la maggior parte sono poveri! E quindi lo fanno solo se costretti e di mala voglia. E ancora: quale insegnante accetta di andare in un villaggio abbandonato, con pochi ragazzi e dove la scuola è fatta da quattro pali e un tetto di foglie molto permeabile e senza avere la garanzia di una minima retribuzione?

Purtroppo: quanti ragazzi non vanno a scuola!


Che pensare: - di questa situazione di abbandono dei ragazzi nei villaggi della foresta;

- di questa triste abitudine di chiedere ai genitori di pagare gli insegnanti;

- del ritardo dello stato nel riconoscere le scuole che, con fatica, costruiamo;

- della serietà e della credibilità dei risultati degli Esami di stato??



Queste e tante altre domande erano nella mia mente quando sono andato a Kinshasa. Fra i miei obiettivi c’era la visita al Coordinatore Nazionale delle Scuole cattoliche(Il responsabile nazionale di tutte le scuole cattoliche).

Non lo conoscevo.

E’ stata una bella e incoraggiante sorpresa. Ci sono stati anche dei momenti di emozione!

Un uomo calmo, coraggioso, che sa di combattere una battaglia difficile, che non nasconde la sua sofferenza e tristezza di essere lasciato solo e che si domanda se in quanto cristiani siamo dalla parte giusta. Si chiama Abbé (don) Georges Mutshipayi.


Mi sono trovato perfettamente in sintonia con lui. Non ha avuto bisogno di cercare le risposte alle mie domande. Aveva appena finito di scrivere una circolare destinata al Ministero dell’Educazione nazionale, ai Vescovi, agli ispettori (Coordinatori e Consiglieri) delle scuole cattoliche. Credo di di essere stato fra i primi lettori di questa lettera.


* * *

“Iniziato nel marasma delle rivendicazioni degli insegnanti che non ricevevano una risposta soddisfacente da parte del governo, l’anno scolastico 2008-22009 si è concluso, in qualche maniera, grazie al potere dissuasivo della paura ormai inoculato del sangue del Congolese”

Paura dei genitori di vedere i loro figli correre il rischio di un anno invalido!



Ma cosa strana e inverosimile – "paura anche di certi direttori di grandi scuole e di certi ispettori-vampiri (parole sue!) che il sistema della contribuzione dei genitori cessasse!


Mi spiego: per certi direttori e certi ispettori cattolici il sistema della contribuzione dei genitori è diventata una manna. Riempiono le classi di alunni (fino a 130 alunni per una classe!) e chiedono un retta mensile altissima e si spartiscono i soldi. E lo Stato evidentemente non interviene anzi è contento di trovare anche nel mondo cattolico ed ecclesistico, degli alleati!


E’ una cosa vergognosa, e il Coordinatore lo dice chiaro: "queste persone non solo vogliono che il sistema continui ma fanno la guerra a coloro che invece chiedono al governo di rispettare i suoi impegni!"

Critica poi le contraddizioni, le amnesie di certi ispettori cattolici. Cita per esempio, facendo pure il nome, il caso di un ispettore cattolico del Kivu che lo scorso anno, settembre 2008, emanava questo ordine ai direttori delle scuole cattoliche: “voi domanderete ai genitori di pagare i maestri fino al 31 dicembre 2008; a partire dal 1 gennaio 2009, i genitori non pagheranno più nulla”.


E invece lo stesso ispettore quest’anno, settembre 2009, faceva scrivere su un giornale locale: “anche quest’anno i genitori pagheranno il contributo! Ma a partire dal 1 gennaio 2010, i maestri saranno pagati dal governo provinciale”. E il Coordinatore aggiunge: "in maniera evidente i nostri amici del Kivu soffrono di amnesia."


I vescovi: "Nel luglio del 2004, in un memorandum firmato da tutti , i vescovi avevano condannato il sistema della contribuzione dei genitori.

Oggi, ottobre 2010, invece si limitano a dettare delle norme

(quindi accettano il sistema!)
E termina questa parte con queste parole: “Se qualcuno si consola del buon inizio dell’anno scolastico, mentre le rivendicazioni legittime degli insegnanti sono soffocate e messe da parte, noi invece dobbiamo riconoscere che abbiamo optato per la rassegnazione, illudendoci così di salvare il settore dell’insegnamento dal naufragio in seguito alla regolazione del pagamento dei maestri da parte dei genitori, sistema esecrabile, causa dell’abbandono della scuola da parte di tanti alunni e del decadimento della qualità dell’insegnamento!"

E aggiunge queste parole: “L’accettazione del sistema del pagamento dei maestri da parte dei genitori è un tradimento puro e semplice dell’opzione preferenziale per i poveri della nostra Chiesa, sull’esempio del suo fondatore Gesù Cristo …E che ciascuno di voi si interroghi sul ruolo che ha avuto nei dibattiti e sulle sue posizioni su questo soggetto".


Il Ministero dell'Educazione nazionale: "Le valutazioni degli Esami di stato (Esame al termine della scuola elementare e Esame di Maturità) sono tutte viziate dalla mancanza di serietà e di obiettività. Ma a causa dei dividendi che queste prove portano specialmente agli organizzatori, questi criteri di valutazione sono mantenuti, malgrado il discredito che essi portano sul nostro sistema educativo decadente…”

E conclude: “In una società così ingiusta come la nostra...non c’è posto nelle nostre file per i pretesi moderati, generalmente più preoccupati dell’ordine che della giustizia; preferendo una pace negativa frutto di assenza di tensioni, a una pace positiva frutto della vittoria della giustizia. E’ dunque immorale domandare a un insegnante che rinunci a lottare per raggiungere i suoi diritti costituzionale fondamentali…Un discorso che esclude il miglioramento della condizione salariale dell’insegnante e pretende di contribuire a una crescita del livello del nostro insegnamento è assurdo…”

Grazie abbé Georges…
Speriamo che il Ministro, i vescovi e tutti i responsabili delle scuole cattoliche, si mettano al tuo fianco!



foto:bambini che vanno...a scuola
con l'abbé Georges nel suo ufficio
la scuola di Badengaydo - in costruzione - (26 ottobre 2009) - in fondo a destra, la vecchia scuola!

martedì 10 novembre 2009

10 novembre: Ritorniamo alle cose serie!

Ritorniamo alle cose serie!...

1) Angèle!



Su invito di un caro amico racconto oggi la storia di Angèle. Era il mese di marzo. Verso le 17,30, si presenta davanti alla mia porta un ragazzo che teneva un fagotto nelle braccia. Era una vecchia coperta sudicia e stracciata, ma si capiva che conteneva qualche cosa. Gli ho chiesto cosa voleva. “Sono in difficoltà” – E’ stata la sua risposta e dicendo così apriva la coperta. Non sono riuscito a trattenere una esclamazione di sorpresa e di profondo disagio (avrei dovuto dire:orrore!) La coperta conteneva un corpicino pieno di piaghe e con degli aghi in testa che dovevano servire per le flebo. Sembrava un cadavere. Gli ho chiesto di raccontarmi la sua storia. Lui aveva 16 anni, non era di qui,e aveva avuto questa creatura con una ragazza di 14 che subito dopo il parto era scappata in foresta con un altro uomo, lasciandogli questa bambina. Chiedeva dei soldi per avere una dose di flebo.


Non potevo rifiutare. E’ venuto per diversi giorni per chiedere l’ aiuto ma la situazione della bambina peggiorava. Quella visione mi tormentava fino a impedirmi di dormire. Una notte ho avuto questa idea: chiedo a questo ragazzo di darmi la bambina se trovo una mamma disposta a prendersene cura.


Il mattino dopo ho chiesto a Mamma Maria, una signora vedova che fa le pulizie in casa nostra se accettava questa bambina, dicendole che l’avrei aiutata ogni mese. Mi ha chiesto di vederla. E anche lei si è lasciata intenerire fin quasi alle lacrime. Quando ho fatto la proposta al ragazzo mi ha guardato incredulo. Sembrava che lo liberassi da un peso enorme. Mi ha ringraziato, ed è sparito. Non si è più fatto vedere.


Sapevo poco di questa bambina. L’ho chiamata Angèle.


Coloro che l’hanno vista quando l’abbiamo presa alla missione ora scuotono la testa increduli: nessuno avrebbe pensato che potesse sopravvivere e rinascere! Una domenica la responsabile della Caritas parrocchiale ha presentato Angèle in chiesa e ha raccontato la sua storia. Credo che sia stata la più bella predica sul dovere dei genitori di amare e nutrire i loro bambini.


Eccola come è oggi!


Quando la mamma la lascia a casa con gli altri fratelli (Maria ne ha 3 suoi)...mi manca qualche cosa!



2) Il ponte nuovo sul fiume Ituri



Ecco il nuovo ponte sul fiume Ituri. Offerto dal Governo inglese e messo in opera dai soldati nepalesi. Ho scattato questa foto domenica, 8 novembre, verso sera. Non volevo farmi vedere dai poliziotti che sorvegliano il ponte. Anche una foto innocua può essere un’occasione di multe o di discussioni.




Un saluto e un grazie a quanti si sono ricordati del 9 novembre e un grazie particolare a quella persona che si è impegnata, come regalo per i miei 71 anni, a mandare un contributo ogni mese, per 10 mesi, per aiutare gli insegnanti di una scuola della foresta!


foto: in alto: Angèle con Silvie (anche questa assistita dalla missione): portano il loro bambino sulla schiena come le mamme africane.

Angèle che...chiede occhiali !

lunedì 9 novembre 2009

Non importa quanti

Oggi 9 novembre è il compleanno di padre Silvano.
Siamo in tanti a fargli gli auguri, come capita da tempo, anche su questo blog.

Con il passare del tempo, sempre a combattere contro le medesime difficoltà, il nostro pur giovanissimo "padre", sembra sempre un ragazzo.
Quel giovane prete che arrivava in Africa quarant'anni fa, ha vissuto tante prove, molte davvero difficili. Non solo quelle cruente e disperate, quando era in gioco la vita, ma credo anche e soprattutto nei casi in cui ci si deve rapportare ai soliti asfissianti problemi africani, quelli inamovibili, di sempre.
Ad esempio quali relazioni occorre stabilire con le cosiddete autorità civili, interfaccia essenziale per la grande scommessa delle scuole, della formazione dei giovani, di quel poco di vita civile che è basilare per continuare ad operare.


Vengo allo scoop di oggi.
Grazie ad una sofisticatissimo sistema sperimentale di analisi dei file relativi alle fotografie digitali (oramai tutte lo sono) un importante centro di ricerca del settore l'I.A.B (Imaging Analisys of Bukulani) ci ha comunicato da poche ore che almeno una delle più recenti fotografie che ritraggono il nostro Padre Silvano (quella a Kinshasa il maggio scorso durante un difficilissimo contatto con il Governo) avrebbe evidenziato (il condizionale è d'obbligo!) una leggera, ma indubbia presenza di aureola attorno al capo del nostro missionario.
Ovviamente, per la pubblicazione, una nostra collaboratrice ha leggermente rinforzato questa traccia. Ciò in quanto senza i potentissimi sistemi informatici, che appunto si trovano solo nel centro di ricerca di Bukulani, non sarebbe stato agevole per i visitatori del blog percepire questo particolarissimo segno.

Posso aggiungere , come riportato nel post che dava notizia del faticoso incontro a livello governativo, che il nostro Padre Silvano, sempre anima candida e piena di speranza, invece di imprecare e maledire per il pugno di mosche conseguente all'incontro, pare che quel giorno abbia esclamato: ”Parto a mani vuote, ma conservo un po’ di speranza in cuore”.
Una frase di Tagore (un po’ modificata) che spesso ama ripetere.

Nulla scrivo ora, in quanto potrebbe esssere oggetto di un prossimo post, sulla pressochè totale assenza dei Vescovi del Congo da questa vicenda delle scuole. Come sempre anche nel 2009, ignorate del tutto dal Governo, magari solo per quanto attiene lo stipendio dei docenti!

domenica 8 novembre 2009

Oggi 8 novembre a Curtarolo

8 novembre 2009
anniversario della vittoria e concelebrazione in memoria di
P. Bernardo Longo

Con la solenne celebrazione di oggi si sono completate le iniziative realizzate dalla Parrocchia di Pieve per commemorare il 45° anniversario del martirio di P. Bernardo Longo

La cerimonia ha avviato quello che si spera diventi un gemellaggio ideale: l'abbinamento della commemorazione di Padre Longo con la celebrazione dell'anniversario della vittoria e la festa dei combattenti, reduci e simpatizzanti, che tradizionalmente si tiene la prima domenica di novembre.
Non è stato difficile trovare un legame tra l'esperienza di Padre Longo e quella di molti concittadini che per causa della guerra, anzi, delle guerre, hanno perso la vita: lo sforzo di cercare la pace e la determinazione a seguire un ideale, a mettersi in gioco, a dare tutto, anche la vita è un dovere ed una necessità tenere viva la memoria, le radici su cui si sviluppa la pianta, che non si possono tagliare, se non si vuole rischiare che muoia (don Daniele nell'omelia).

Hanno celebrato il parroco Don Daniele, Padre Piero (Dehoniano, della comunità del SS. Crocefisso di Padova), Padre Roberto Ardini (originario di Pieve, comboniano, per molti anni missionario in Congo).
Erano presenti anche suor Giovanna Righi e suor Anna Brunelli, delle Pie Madri della Nigrizia di Verona.

Suor Giovanna, ancora piena di vita, ha ricordato i primi due anni di missione, da lei vissuti assieme a Padre Bernardo Longo, a Nduye, testimoniando con semplicità, ma nella generale commozione dell'assemblea, l'esempio che Padre Bernardo dava quotidianamente ai suoi pigmei, le difficoltà, la capacità di costruire.
In due parole: il sogno dell'infinito.
Suor Anna ricorda con gioia la missione di Nduye, dove ha lavorato per alcuni anni, dopo la morte di Padre Longo.
Al termine della cerimonia ci siamo ritrovati tutti sotto lo stand, al pranzo sociale (breve filmato in calce)


Emanuele Agugiaro - Gruppo Missionario di Pieve di Curtarolo

venerdì 6 novembre 2009

"PREGHEREMO PER VOI''

siamo alla terza puntata degli scritti "tratti" da:

"UNA SOLA FAMIGLIA", n.110, ottobre 2009



È il primo edificio che vediamo svoltando col jeeppone, che ci fa capire che alla
Mission Catholique siamo arrivati davvero.

I mattoni a vista della chiesa risaltano caldi e vivaci tra il verde dell'orgoglioso campo
da calcio e del praticello fresco che circonda gli altri edifici, mentre, di lì a
breve, assisteremo al primo dei tanti fantastici tramonti di Mambasa, dove il sole
sembra proprio volersi riposare dietro l'arco che sorregge la croce, issata sulla facciata.

Non mi aspettavo certo una partecipazione così massiccia alla messa domenicale: nella costruzione che appariva tanto spaziosa non è rimasto neppure un posticino libero, anzi tanti fedeli si ammassano vicino a noi fuori dalle porte, in maniera composta, e senza cessare di prestare attenzione alla cerimonia.
L'unica navata divisa da un corridoio centrale separa con un certo rigore uomini e donne.
Il ragazzino che mi serra la mano anche se ne dimostra 7 ha 11 anni, si sente un ometto, quindi si colloca subito dal lato opposto al mio! Gli innumerevoli bambini presenti sono stranamente calmi, ed ai più piccini le mamme non lasciano il tempo di piangere porgendo loro il seno, così da non recare disturbo alla preghiera collettiva. Intanto dall'ingresso principale entrano danzando chierichetti e vari gruppi di catechesi, ed in seguito, al momento debito, generosi/e con offerte elegantemente poste sul capo (riso, banane, fagioli, manioca...) che la parrocchia destina -incredibile a dirsi - ai più poveri.

Se per la meditazione e le polifonie dei religiosi la cappellina e la casa delle suore consentono riservatezza e raccoglimento, quella della domenica è una vera e propria festa per il Signore: chi ce l'ha, mette il vestito più bello; un coro brioso, nonché ben assortito (da solo occupa quasi un quarto di chiesa) intona svariati canti per ogni momento liturgico; tutta l'assemblea si muove al battito ritmico di mani, e anche dopo le tre ore di messa ci si diletta in balli di gruppo.
Mi lascio subito conquistare da quest'atmosfera gioiosa, e sorrido immaginandomi le nostre suore suonare bongo e maracas come accade qui...

Prima di partire avevo letto un libro sul woodoo e sentito racconti di bambini considerati stregoni e per ciò emarginati o penalizzati pesantemente dalla loro società. Nel nostro breve soggiorno tuttavia, non ho trovato alcun riferimento a ciò. anzi la religiosità che ho visto a Mambasa mi è apparsa sincera e ben radicata.
Credo che la figura dei missionari in questo senso sia stata e continui ad essere di fondamentale importanza. Basti pensare che la missione sia un cuore pulsante apeno a tutti, senza il timore di accogliere problemi e fregature.
Basti pensare alii disponibilità del giovane p. Gauthier (dehoniano congolese) che s'improvvisa al tamburello durante i balli religiosi delle"Figlie di Maria", che rientra tardi per ascoltare le difficoltà delle giovani coppie, o che riappacifica amorevolmente due genitori col loro figlio! prodigo sotto gli scrosci di un temporale.
Basti pensare alla fila di gente che ogni mattina intende parlare con p. Silvano, alla sua pazienza celestiale nel seguire i lavori degli operai, così come ogni attività presente o futura che può aiutare la sua gente (è una mente in eruzione costante), al suo ruolo di padre tra i padri nell'educazione dei figli adottati. In molti ci dicono che non dimenticheranno mai il suo contributo a sfamare la popolazione durante la guerra passata.
Tutto ciò basta di sicuro per capire che anche al di fuori delle cerimonie liturgiche i missionari sono veramente vicini alla gente e s'impegnano in ogni iniziativa a dare un'esemplare testimonianza cristiana di uomini di buona volontà.

È inoltre evidente che i padri sanno come parlare a queste persone: durante le prediche infatti, non mancano risatine in risposta alle domande provocatorie dei sacerdoti, coinvolgenti nell'illustrare la concretezza dell'insegnamento del Vangelo in...parole povere!. Così, mentre una vicina che parla francese spiega che la predica tratta del senso dell'accoglienza, ci rendiamo conto di essere osservati da tanti occhi timidi e sorridenti: il mupe (p. Silvano) ci ha presentati alla comunità che siamo venuti a conoscere, che come benvenuto ci regala questo sguardo caloroso. Sguardo che ci accompagna con sorrisi e saluti solari su ogni strada che percorriamo.
Sguardo che ritroviamo acceso nel canto di ringraziamento e arrivederci dell'ultima domenica. Sguardo da cui ci arriva il messaggio con cui ci separiamo: "Pregheremo per voi".
E ancora mi emoziona il pensiero che queste persone che per la maggioranza faticano tutto il giorno per nutrirsi una volta al giorno, vogliano pregare per me.

Preziosissima lezione di fratellanza, che confido sarà per me e per i miei cari compagni di viaggio una nuova forza di credere che "si può fare" semplicemente se la nostra testimonianza rimarrà viva, se nel proprio orticello ognuno di noi "seminerà la pace", come abbiamo visto e vissuto lì. "Semina la pace e tu vedrai... che la tua speranza rivivrà: Spine tra le mani piangerai ed un mondo nuovo nascerà" (canzone del Gen Rosso, tra le preferite del mupe Silvano).

Ilaria Sala

martedì 3 novembre 2009



Dopo la Messa, ci siamo recati sul posto dove è stato ucciso padre Bernardo...

3 novembre 1964 – 3 novembre 2009

Oggi ricorre il 45° anniversario della morte di padre Bernardo Longo. Ormai è diventata una tradizione: a Mambasa oggi è giorno di preghiera, di ricordo e di festa. E pur allontanandoci sempre più dal primo 3 novembre, aumenta la partecipazione della gente e il ricordo di padre Bernardo si radica sempre di più nel cuore di tutti.

Questa mattina, alle 8,30 c’è stata la celebrazione della Santa Messa all’aperto, davanti alla Chiesa della Beata Maria Clementina Anwarite, poco distante dal luogo dove padre Bernardo è stato ucciso.
Molta gente, soprattutto ragazzi delle scuole. La Messa era ben animata. La corale dell’Istituto Bernardo Longo ha scelto con cura i canti; alcuni erano stati composti per la circostanza. Padre Silvano all’omelia, ha ricordato la vita, l’opera, il carattere di Padre Longo sviluppando due frasi del Signore: “Se il grano caduto in terra non muore, resta solo; ma se muore porta molto frutto” e “ Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per le persone che ama”…
L’opera di padre Longo continua e si è sviluppata. A noi di continuare con lo stesso suo spirito: il coraggio della testimonianza della propria fede, l’amore del lavoro, la tenacia, l’onestà.

Quest’anno, nel programma c’è stata una novità. Dopo la Messa ci siamo recati in processione proprio sul posto dove padre Longo è morto. Si trova all’incrocio delle strade che portano, in direzione Nord a Nduye, in direzione Ovest à Kisangani, in direzione sud a Beni e in direzione Est a Bunia.

Papà Tau (che tutti noi conosciamo con il nome di Montpellier) che era stato alunno di padre Longo ha raccontato con tanti particolari e citando i nomi dei vari personaggi gli ultimi istanti della sua vita, le sue ultime parole:” la morte non è la fine, è un sonno”…e il suo coraggio, la sua fede, le sue parole di perdono verso colui che lo uccideva. Tutti noi ascoltavamo in silenzio. Un silenzio reso ancora più solenne quando tutti sono stati invitati a un minuto di preghiera e di raccoglimento in ricordo di quegli avvenimenti.

A un certo punto il miei occhi si sono incontrati con quelli di Deogratias Syauswa uno dei più fedeli allievi di padre Longo e che da oltre 40 anni è responsabile dell'officina meccanica della scuola e della missione. Il suo sguardo era denso. Ci conosciamo e lavoriamo assieme dal 1970. Probabilmente in quel momento pensavamo la stessa cosa: "Padre Silvano, non aver paura; non è la tua opera; è l'opera di padre Bernardo" . Confesso che non sono riuscito a sostenere il suo sguardo: quanti ricordi, quanta sofferenza e quanta dignità in quello sguardo!

Anche i passanti si erano fermati stupiti! Ci è nata l'idea di un piccolo ricordo proprio in quel posto. Che padre Longo continui a vegliare su di noi e la sua opera!

foto: luogo dove padre Bernardo ha offerto la sua vita!

lunedì 2 novembre 2009

a Pieve di Curtarolo martedì 3 novembre 2009




Programma
- CLAUDIO MONTEVERDI (1567 ‐ 1643)
Confitebor tibi, Domine (a 5 voci e basso continuo) Magnificat II° (a 4 voci e basso continuo) Beatus vir (a 5 voci e basso continuo) Laudate pueri (a 5 voci e basso continuo)
- GIACOMO CARISSIMI (1605 ‐ 1674)
Historia de Jephte (oratorio a 6 voci per soli, coro ed ensemble strumentale)

Nato a Curtarolo (PD) nel 1907, Bernardo Longo partì per l'Argentina appena due
anni dopo la sua ordinazione sacerdotale avvenuta nel 1936. Nello stesso anno,
però, date le circostanze avverse dovute all'imminenza della guerra, egli decise di
prendere la strada dell'Africa. La zona dell'alto Zaire (ex Congo belga) divenne
così il suo campo di missione.
Nel 1939 riuscì a fondare una missione nel piccolo villaggio di Nduye nel cuore della foresta dell'Ituri, dove visse per ventisei anni, fino alla morte.
Questa missione raccoglieva tribù e gruppi etnici piuttosto dissimili: dai Walesi ai Pigmei,
a neri arabizzati e altri protestanti. Quale frutto di duro lavoro, sorsero un po' alla volta una chiesa, una casa per i padri e per lesuore che nel frattempo avevano raggiunto padre Longo, una scuola per ragazzi, una per ragazze e un dispensario e poi anche un'officina e una scuola per fabbrimeccanici.
Ma la situazione politica del Congo era piuttosto instabile: dopo l'indipendenza
raggiunta nel 1960 il paese era caduto nell'anarchia più assoluta e la ribellione
cominciava a serpeggiare. Gruppi di rivoluzionari, tra questi i Simba erano i più
terribili, trascinarono il paese nel terrore. Gli anni che seguirono videro la
trucidazione e il massacro di moltissima gente, tra questi anche parecchi
missionari, incluso Padre Longo.
Il 29 ottobre del 1964 padre Longo e le suore della sua missione furono arrestati
dai rivoluzionari Simba che avevano occupato Mambasa già da qualche mese.
Processato davanti a un cosiddetto tribunale del popolo, in mezzo a gente
ammutolita dal dolore ed esterrefatta per le violenze dei Simba, egli fu
iniquamente condannato a morte e selvaggiamente trucidato con due pallottole
alla testa e più di duecento colpi di lancia. La sua salma fu sepolta nel cimitero di
Mambasa da un pietoso infermiere protestante, suo amico.


Il “Coro Città di Piazzola sul Brenta” si costituisce nel 1993 sotto la direzione di
Paolo Piana. In pochi anni il coro raggiunge i più alti vertici di merito come
dimostrano i numerosi primi premi vinti in concorsi e rassegne nazionali ed
internazionali.
Il repertorio su cui si basa l’attività del coro attinge a tutti i periodi della musica
da quella antica fino alla moderna passando per quella rinascimentale, barocca,
romantica dedicando attenzione e studio anche al Canto Gregoriano.
Si ricordano monografie dedicate a G.P. da Palestrina, C. Monteverdi, G.
Carissimi, A. Scarlatti, J.A. Bruckner, J.G. Rheinberger oltre che alla
rappresentazione di grandi opere sacre di A. Vivaldi, di G.F. Händel, di G. Faurè,
di W.A. Mozart, di J. Haydn, di L.W. Beethoven, J.S. Bach, G. Rossini in
collaborazione con grandi orchestre e solisti affermati.
Con la supervisione del Gran Teatro La Fenice di Venezia è stato rappresentato
l’oratorio “Tutto in Lui”, dedicato alla vita di S. PIO X nelle sue ricorrenze e
l’opera “Passio Domini nostri Jesu Christi” di Mansueto Viezzer, ed è stato scelto
come compagine corale unitamente all’orchestra “I Cameristi del Gran Teatro La
Fenice” e a solisti di fama internazionale per la commemorazione ufficiale in
Bergamo del grande direttore Gianandrea Gavazzeni nel decennale della sua
morte, attraverso le note della Messa da Requiem di Mozart, e la Messa in Do M.
di Beethoven per commemorare, nel primo lustro dalla morte, la figura del
maestro Giuseppe Sinopoli. E’ stato protagonista, in collaborazione con
l’Orchestra dell‘”Accademia di San Giorgio di Venezia”, dell’esecuzione del
Requiem di Mozart, presso il teatro C. Goldoni di Venezia, in occasione della
chiusura delle celebrazioni per il 250° anniversario della nascita del compositore
austriaco.
Numerose le collaborazioni con Fondazioni e Programmazioni artistiche:
Fondazione Cassa di Risparmio PD e RO sotto il tema “Apparizioni Musicali”,
con la Scuola Grande di San Rocco di Venezia – Studium Cattolico Veneziano nel
tema “Musica e Spiritualità, con la città di Busto Arsizio nelle Rassegne di Musica
Organistica e Polifonica e con l’Associazione Musicale “Mons. Paolo Borroni”
nelle varie proposte artistiche, con l’Accademia Organistica Bolognese nel tema
“Un patrimonio da ascoltare”, con la Provincia di Padova nelle proposte musicali
“In Scena” e “Villeggiando”, con il Comune di Padova nella “Giornata
dell’Ascolto”, con la Fondazione G.E. Ghirardi per concerti in Villa Contarini a
Piazzola sul Brenta. Il coro può esibire anche una non trascurabile produzione
discografica.
L“ Orchestra Città di Piazzola sul Brenta” è formata da strumentisti
professionisti provenienti da diverse esperienze musicali, diplomati nei
conservatori musicali del Veneto. Si è esibita in diverse formazioni da camera fino
a raggiungere in questo periodo un organico sinfonico.
Il repertorio spazia principalmente attorno alla musica del periodo barocco e
romantico.
Paolo Piana ha iniziato giovanissimo lo studio del pianoforte dedicandosi
successivamente alla direzione e più tardi al canto con il maestro O. Gallo
con il quale ha conseguito il diploma. Ha frequentato numerosi corsi di
perfezionamento sul canto gregoriano a Cremona con i maestri L.
Agustoni, R. Fisher, A. Turco, N. Albarosa, J. B. Goschl, sulla “Musica
Antica” con i maestri G. Acciai, P. Righele, sulla “Musica Romantica” con
P. Neuman, sulla “Musica Contemporanea” con G. Graden, W. Pfaff, sullo
studio della voce con G. Mazzucato, S. Woodbury, C. Miatello, C. Puorto,
C. Högset, S. Kuret, di direzione corale e d’orchestra.
Ha collaborato con gruppi corali di fama. Direttore fin dalla fondazione del
“Coro Città di Piazzola sul Brenta” (PD), con il quale ha vinto numerosi
premi in concorsi e rassegne nazionali ed internazionali, è chiamato a
tenere seminari e corsi di tecnica vocale, e da alcuni anni tiene corsi per
cantanti presso il Conservatorio C. Pollini di Padova e di Schio in
collaborazione con l’ASAC Veneto. E’ docente di pianoforte presso
l’Istituto musicale “Fancelli-Boschello” di Mirano (VE) nonché organista
presso il Duomo di Piazzola sul Brenta. E’ membro della Commissione
Artistica dell’A.S.A.C. Veneto.
Associazione corale S. Cecilia – Coro Città di Piazzola Sul Brenta
Via Dante, 2 ‐ 35016 Piazzola Sul Brenta (PD) ‐ www.coro‐s‐cecilia.it

domenica 1 novembre 2009

Padre Silvano scrive agli amici di Curtarolo

Cari amici di Curtarolo,
la comunità di Mambasa composta dei padri Dino, Gauthier, Silvano e fratel Seraphin vuol essere presente al vostro incontro di questa sera e portarvi il suo saluto: un saluto che è segno di simpatia, di comunanza di sentimenti, e di ringraziamento.
Ci unisce il ricordo di padre Bernardo Longo di cui fra qualche giorno faremo memoria, ricordando la sua vita di sacerdote, di missionario, le se grandi qualità umane, il suo amore per Dio e la sua passione per la gente.

Anche per noi qui a Mambasa, soprattutto per i professori e gli alunni dell’Istituto Bernardo Longo, sarà un giorno speciale, caratterizzato dalla Messa solenne e da altre manifestazioni e, dal pranzo comunitario che la Scuola offre ai professori, alunni e amici! Oltre 750 persone!

Ma per voi, come per noi, il 3 novembre non è solo invito a guardare al passato. È soprattutto un invito forte a guardare al futuro, un richiamo a un obbligo di far continuare l’opera di padre Bernardo. E’ vero, la sua opera non è mai morta completamente. Ha conosciuto un momento di pausa dal 1964 al 1971. Poi è ripresa soprattutto nel suo aspetto di formazione dei giovani, attraverso le scuole professionali. Tutta la nostra regione è piena meccanici, muratori, falegnami formati nella Scuola iniziata dal Padre. Ma soprattutto il ricordo di padre Longo è vivissimo nella memoria di tutta la gente di Mambasa e di Nduye!

Come ben sapete, nel 1987, per varie ragioni la scuola professionale di Nduye si è trasferita a Mambasa ed è diventata l’Istituto Bernardo Longo che quest’anno avrà oltre 700 alunni. Nel frattempo l’albero si è sviluppato in maniera impressionante e dal suo tronco sono spuntati tanti rami: la scuola oggi ha la sezione Scientifica, Magistrale, Meccanica e forma anche, nelle sezioni professionali, dei meccanici, dei falegnami e dei sarti e nella sua succursale di Mayuano, anche degli agronomi. Da qualche giorno, per rispondere a varie e insistenti domande, abbiamo iniziato, nel pomeriggio e sempre nell’Istituto Bernardo Longo, una scuola artigianale (della durata di 2 anni) di taglio e cucito per ragazze-madri, handicappati, analfabeti. Ne parleremo presto sul blog di Mambasa: http://mambasa.blogspot.com.

Ma sappiamo che il vostro sguardo è rivolto a Nduye. Vi assicuriamo che anche noi abbiamo gli occhi puntati verso quella collina dove padre Bernardo ha vissuto, lavorato, pregato e ideato la sua grande opera E vogliamo che essa continui anche là dove è nata!
Certo non è facile in questo momento fare un programma. Anche noi, come ci ha insegnato padre Bernardo cerchiamo di capire i segni, di scrutare l’orizzonte per trovare la strada. Qualcosa è già stato fatto e continuiamo a fare.

Assicuriamo per quanto è possibile la Celebrazione eucaristica tutte le settimane, (domani sera, quando voi sarete riuniti a Curtarolo, padre Silvano sarà a Nduye). Visitiamo regolarmente le scuole e siamo vicini per trovare soluzioni ai vari problemi. Abbiamo fatto una pulizia radicale attorno alla missione; messo in valore il terreno seminando soja, mais, fagioli, anche per dare così del lavoro ai Pigmei. Adesso la missione è di nuovo viva, animata, pulita.
Nel frattempo, grazie al finanziamento del Credito Bergamasco e con la supervisione del Cesvi di Bergamo sono state ristrutturate, da una impresa di Bunia, le scuole elementari e quella che era la scuola Professionale che è diventata adesso una Scuola Agraria.
Abbiamo preso contatti con la Madre Generale delle Suore Servantes di Bunia che si detta d’accordo di inviare delle suore a Nduye nella casa che ha ospitato per anni le Suore Comboniane, appena saranno riunite due condizioni: la presenza di un sacerdote che assicuri l’assistenza religiosa delle Suore e la possibilità di poter viaggiare facilmente sulla strada che collega Nduye a Mambasa.
Abbiamo iniziato a fare i banchi nuovi per le varie scuole, e appena la strada sarà aperta li porteremo sul posto. Abbiamo sempre l’idea di ristrutturare la casa delle Suore, la casa dei padri e la Chiesa.
Ma finora abbiamo avuto due grossi ostacoli che ci hanno impedito di realizzare i nostri progetti: la strada e la mancanza di personale.
Proprio in questi giorni una Organizzazione non governativa (Handicap International) ha cominciato a riparare la strada. Speriamo di poter andare a Nduye, almeno a Natale, in macchina. Oggi si va solo in moto e se tutto va bene ci vogliono circa 4 ore per arrivarci e di solito ci aspetta al varco la pioggia.

Resterà il problema del personale. Ne parliamo continuamente con i nostri superiori. Noi abbiamo manifestato la nostra disponibilità a stabilirci a Nduye in maniera permanente, ma questo significherebbe sguarnire la missione di Mambasa o altre missioni già carenti in personale. Stiamo pensando di trovare anche provvisoriamente un sacerdote (anche diocesano o di un altro istituto) che accetti di vivere abitualmente sul posto e rendere così possibile alle Suore di andare a loro volta a stabilirsi a Nduye; e, da parte nostra, assicurare delle visite regolari e periodiche, della durata di qualche giorno, soprattutto per orientare le attività della scuola e della promozione umana dei Pigmei.

Non ci sentiamo di chiedere in forma decisa, senza una certa prudenza, degli aiuti, perché oggi non possiamo assicurarvi che, a lavori ultimati ci sarà una presenza stabile, garanzia di un lavoro serio e duraturo. Di comune accordo, qui in comunità, vorremmo però lanciare delle idee, per dare un orientamento e soprattutto una consistenza concreta ai vostri sforzi e al vostro desiderio di veder rinascere e rifiorire questa missione che vi è e ci è così cara.

Ecco quanto vi proponiamo:
-1 ) Dato che gli insegnanti non sono pagati, o lo sono in maniera insufficiente, e non possiamo praticamente chiedere nulla ai Pigmei e agli abitanti di Nduye, chiediamo un aiuto di circa 700 $ al mese.

-2) Proponiamo la costruzione di una cooperativa di allevamento di polli che sarà gestita dai ragazzi della Scuola Agraria appena cominciata. La costruzione costerà circa 4000 $. (Il dr. Giandomenico Drago presente al vostro incontro potrà parlarvi di questo progetto!, che potrebbe entrare nel grande Progetto Mambasa)

-3) Un aiuto per riabilitare la casa delle Suore, che è abbandonata da oltre 12 anni e che nel frattempo è stata “visitata” da soldati, bracconieri e gente che non ha risparmiato assolutamente nulla. E’ necessario rifare il tetto, riparare le stanze, e i locali in genere, riattivare con nuovi impianti l’adduzione e la distribuzione dell’acqua, rifare completamente i servizi sanitari e dotare la casa di un gruppo elettrogeno e della installazione elettrica. Prevediamo anche un alloggio per il sacerdote residente a Nduye . Pensiamo che il costo dei lavori e attrezzature si aggiri attorno ai 30,000 $.

Nonostante i dubbi, le perplessità, le incertezze del futuro, in comunità abbiamo pensato che questo terzo punto potrebbe essere una provocazione o un atto di fiducia cieca nella Provvidenza, una sfida che non può restare senza risposta da parte dell’ALTO! Nel caso che siate d’accordo potremmo iniziare i lavori in febbraio, quando senz’altro la strada sarà aperta e qui ci sarà la stagione secca.
E questo nostro gesto sarà in sintonia con lo spirito di Padre Longo che pensava prima di tutto agli altri, alle Suore e non avere nessun riguardo o pretesa per se stesso. In seguito potremmo pensare alla chiesa e alla casa dei Padri!
Cosa ne dite?

Ci scusiamo con voi di non poter essere più precisi, ma vi assicuriamo che non passa giorno senza che il tema Nduye-padre Longo non risuoni nelle nostre conversazioni. Vi assicuriamo che siamo in agguato per spiare e scoprire ogni possibilità di soluzione stabile, seria e duratura.

Ci resta una cosa; senz’altro la più importante: pregare il Signore di illuminarci e di darci i mezzi per realizzare la sua Opera. La Beata Teresa di Calcutta (Madre Teresa) diceva sempre: “Se Dio vuole un’opera, manderà anche le persone e gli aiuti necessari per realizzarla”!

Mambasa, 30.10.09

Un passo avanti

Come era stato annunciato nel corso della tradizionale mostra delle aziende locali che l'Osservatorio del Territorio di Curtarolo presenta ormai da cinque anni nella prima settimana del mese di ottobre si è tenuto sabato 31 ottobre presso la Sala Forum del Comune di Curtarolo il convegno sul tema "PADRE BERNARDO LONGO E LA SUA OPERA".

Nell'ambito delle varie iniziative messe in programma in preparazione del 45° anniversario del martirio del Ven. Padre Bernardo Longo, nativo di Pieve di Curtarolo e ucciso barbaramente il 3 novembre 1964 a Mambasa.
Organizzata dalla parrocchia di S.Giuliana, in collaborazione con l'amministrazione comunale di Curtarolo, l'Osservatorio del Territorio (associazione nata nel 2004 da un'idea di Don Daniele Hudorovich, Parroco di S. Giuliana, nel corso degli incontri che preparavano la celebrazione del 40° anniversario del martirio di Padre Bernardo Longo. L'iniziativa si prefigge di valorizzare e sfruttare le sinergie che si sono create tra le due Comunità Parrocchiali di Curtarolo - S. Giuliana e S. Maria di Non - creando una serie di iniziative che coinvolgono diverse realtà che sono collegate tra loro: Famiglie e Giovani, Scuole e Aziende, Amministrazioni Locali e Comunità Cristiane), Veterinari Senza Frontiere e Ingegneria Senza Frontiere, associazioni entrambe impegnate nella realizzazione del "PROGETTO MAMBASA".

Al convegno hanno partecipato, oltre al moderatore Sandro Sartori, forte delle sue esperienze televisive e radiofoniche, come relatori: Padre Nerio Broccardo, missionario Dehoniano, tornato da poche settimane da Mambasa, comunità cristiana di cui è stato parroco per 16 anni, e dove ha continuato ad operare assieme a Padre Dino Ruaro, attuale parroco della missione di Mambasa-Nduye e Padre Silvano Ruaro, responsabile dell' Institut Bernard Longo, la dottoressa Anna Di Pasquale capo del progetto seguito da (SIVtro - VSF Italia) finalizzato alla creazione di cooperative pilota formate da donne che vivono nei villaggi della zona di Mambasa, attive nell'allevamento di polli e conigli; attività appositamente studiate per la possibilità di sostenersi ed ampliarsi in modo autonomo, l'ingegner Gianluca Di Pasquale, che ha testimoniato l'attività che da anni Ingegneria Senza Frontiere porta avanti nel territorio della missione di Mambasa in particolare la formazione dei membri comunità locali per la creazione e la manutenzione di fonti di acqua potabile.L'ing. Di Pasquale, in particolare, ha analizzato le differenti forme di cooperazione che attualmente sono impegnate nei paesi del terzo mondo Mariangela Rigato, assessore comunale all'Istruzione ed alle Politiche Sociali che ha confermato l'impegno del Comune di Curtarolo per sostenere la missione di Nduye Emanuele Agugiaro, del Gruppo Missionario della Parrocchia di S. Giuliana. Mariano Marangoni, imprenditore agricolo della vicina Busiago e rappresentante di Coldiretti Giorgio Ferro e Dario Bedin, rappresentanti dell'Associazione Fraternità Missionaria di Cadoneghe (PD) che hanno testimoniato l'attività di collaborazione con i missionari della loro comunità ed in particolare un metodo pratico e facilmente riproducibile per ottenere varechina (ipoclorito di sodio) da un apparecchio funzionante con acqua, sale ed energia elettrica.
Padre Nerio, la veterinaria Anna Di Pasquale e l'ing. Luca Di Pasquale , ciascuno forte della propria esperienza personale, hanno descritto la situazione della missione di Mambasa, i problemi che affliggono la popolazione locale (instabilità politica, assenza di aiuti da parte del governo locale, mancanza di infrastrutture essenziali e di istruzione, cui si associano malattie, denutrizione, difficoltà a percepire la comunità civile come risorsa per risolvere i problemi quotidiani ...).

Padre Nerio, in particolare, ha richiamato la figura di Padre Bernardo Longo che in un periodo in cui era ancora più difficile operare in quelle regioni, in un territorio in gran parte vergine, è riuscito a realizzare con determinazione strutture e legami sociali che sono sopravvissuti non solo alla sua tragica morte, ma anche al successivo succedersi di periodi di instabilità, di apparente calma ed ancora di conflitti armati.
Se possibile, negli scorsi anni, la situazione della regione si è fatta più complicata di quella in cui ha iniziato la sua opera Padre Bernardo. Dalla fine degli anni '80 la missione di Nduye è stata lasciata alla Diocesi ed i padri Dehoniani hanno trasferito le scuole create da Padre Bernardo a Mambasa; nonostante i conflitti sempre latenti, culminati nel 2002 con la razzia ed il saccheggio della missione e dell'Institut Bernard Longo, ora la missione è un esempio di grande vitalità riconosciuto anche dal governo Congolese.
Dal 2005 Veterinari Senza Frontiere e Ingegneria Senza Frontiere collaborano per realizzare iniziative di cooperazione mirate alla realtà del territorio, coinvolgendo le comunità locali, in modo da offrire loro l'indispensabile assistenza iniziale, ma al contempo di creare protagonisti locali in grado di proseguire autonomamente, far funzionare impianti ed allevamenti senza ricorrere all'aiuto esterno e, se possibile, replicare nel territorio circostante le loro esperienze.
Il rappresentante di Coldiretti, che essendo originario della nostra zona aveva già sentito parlare della figura di Padre Bernardo, ha apprezzato le iniziative avviate nella zona di Mambasa, ricordanto i tempi in cui anche nel Veneto era diffusa la penuria di cibo e gli allevamenti di polli e conigli erano un sistema semplice ed efficace per risolvere il problema; non è un caso che proprio nel vicino comune di Campo San Martino sia stata avviata una delle più importanti industrie di avicoltura a livello internazionale.

Nel corso della mattinata una rappresentanza degli alunni della scuola media P.Bernardo Longo, accompagnati dall'insegnante, hanno seguito lo svolgimento del convegno; l'attenzione da essi dimostrata è, probabilmente, il segno tangibile dell'interesse che gli argomenti trattati dal convegno. Pur non essendo potuti intervenire, anche i rappresentanti della scuola professionale ENAIP di Cittadella-Piazzola sul Brenta, hanno comunicato la loro adesione ad un progetto di collaborazione tra codesto istituto e l'IBL di Mambasa, e la costruenda scuola professionale di Nduye.
Particolarmente interessante l'intervento di Monga Kanyangu, cittadino della R.D. del Congo residente a Pieve di Curtarolo, mediatore culturale, il quale ringraziando a nome degli abitanti della sua terra d'origine per le attività di cui si è parlato nel corso del convegno, ha chiesto che la comunità degli immigrati congolesi e di altre nazioni africane sia coinvolta nelle iniziative di cui si è discusso, offrendo la sua collaborazione.
Alla fine Padre Nerio ha letto la lettera che i missionari di Mambasa Padre Silvano, Padre Dino, Padre Gauthier e Fr. Seraphin hanno indirizzato ai presenti [andrà in pubblicazione con il successivo post].
Terminato il convegno alcuni imprenditori locali presenti hanno preso accordi con i relatori per mantenere i contatti e decidere assieme le prossime attività, ad esempio sviluppando progetti di attrezzature utili per agevolare gli allevatori delle cooperative; l'appuntamento per valutare sul piano pratico come può essere realizzata questa collaborazione, o per dare conto dei risultati nel frattempo raggiunti è stato fin d'ora fissato in una tavola rotonda, che si terrà nel mese di gennaio o febbraio 2010.
Hanno presenziato al convegno imprenditori, rappresentanti del consiglio pastorale e parenti di Padre Bernardo Longo, erano presenti anche: Leopoldo Costa, presidente della Banca Padovana di Credito Cooperativo, Giandomenico Drago, presidente della Banca Alto Vicentino (la banca è tra i principali sostenitori del "PROGETTO MAMBASA") don Valentino Sguotti, direttore del Centro Missionario diocesano di Padova, la Prof. Elsa Miozzo, Dirigente Scolastico della direzione didattica di Curtarolo-Campo San Martino, che ha sede presso la Scuola Media Statale "PADRE BERNARDO LONGO" a Curtarolo, l'arch. Renata Michielon, rappresentante dell'Osservatorio del Territorio.
Oltre al doveroso ricordo di Padre Bernardo Longo ed all'attività che è proseguita dopo la sua morte, l'obiettivo del convegno era la creazione di una rete di contatti tra soggetti disponibili a lavorare nella cooperazione e - di fatto - la continuazione del progetto del venerabile missionario.

Pensiamo di aver fatto un passo avanti.