venerdì 6 luglio 2012

PADRE RENZO TRAVAGLIA E' IN CIELO

Molti lettori del nostro blog hanno conosciuto personalmente p. Renzo Travaglia, dehoniano. Molti altri ne hanno sentito parlare. E' stato 36 anni missionario in Congo: dal 1973 al 2009 anno nel quale fu costreto la lasciare la missione a causa della grave malattia che lo ha portato in Cielo. E' deceduto oggi, 6 Luglio alle 6,15 del mattino.
Iniziò il suo apostolato a Basoko appunto nel 1973 assieme  a P. Dino Ruaro e Duilio Cadei. Dal 1982 al 1991 fu parroco a Mambasa.
Ereditai da lui la parrocchia di Mambasa nel 1991. Ho potuto vedere  lo zelo e l'amore per la gente con i quali annunciava il Vangelo sia nei villaggi di "brousse" (foresta)  che a Mambasa - Centro.  Era amato da tutti. Parlava correttamente il kishwahili e  sapeva trasmettere tra i suoi cristiani la fede in Cristo e l'amore per la Chiesa. Per 16 anni ho svolto il mio apostolato dove aveva lavorato P. Renzo: fino all'ultimo non è mancata mai la domanda della gente "Habari ya mpe Renzo"( Hai notizie di P: Renzo)? Ha lasciato un segno profondo e edificante tra i cristiani che aveva ereditato d P. Longo e Don Giacinto Toneatto.
Dopo Mambasa continuò ad annunciare il Vangelo ai cristiani di altre missioni di foresta: Lubutu e Babonde. , Dal 1997 fu trasferito alla capitale Kinshasa e divenne parroco della parrocchia San Clemente nel popoloso quartiere di Makala. Lavorò con tenacia e coraggio per 12 anni, dando un decisivo impulso a questa comunità cristiana, ravvivando le C:E:V (Comunità Cristiane Vivanti) e interessandosi dell'educazione dei numerosissimi giovani della parrocchia. La sua ultima fatica, molto difficile, fu la costruzione di una scuola e la ricerca di aiuti per alunni poveri. Arrivato alla fine della costruzione del bel edificio scolastico una malattia incurabile lo costrinse a rientrare in Italia nel dicembre 2009. Non riusci a vederne l'inaugurazione.
I medici tentarono di arrestare il male, ma non fu possibile, nonostante due difficili interventi chirurgici
Prorpio 10 giorni fa a Bolognano fu possibile festeggiare il 40° anniversario di ordinazione sacerdotale di P. renzo assieme ai confratelli della comunità, parenti, amici e  parrocchiani del suo paese d'origine (Cavedine, borgo che si trova a una decina di chilometri da Bolognano). Miracolosamente il male gli diede qualche ora di tregua e la festa riuscì benissimo: fu un arriderci che diede gioia a P. Renzo e speranza a tutti coloro che gli volevano bene..
E da Bolognano, nella comunità di anziani e ammalati dei dehoniani,  è partito per il Cielo da dove continuerà ad accompagnare tutti noi che abbiamo condiviso con lui l'opera missionaria e in particolare i suoi fratelli congolesi che amava molto e dai quali è amato. neriobroc@yahoo.it

venerdì 22 giugno 2012

PENTECOSTE MISSIONARIA 2012

Possiamo illustrare brevemente come si è svolta la Pentecoste Missionaria del 2012. Ci siamo ritrovati in una sessantina di persone. Il programma previsto è stato rispettato.
1. P. Luca Zottoli ci ha mostrato, in sintesi, quanto hanno fatto i Padri Dehoniani in cento anni di presenza nella diocesi di Bologna. Un lavoro apostolico che ha avuto un influsso vasto e profondo per la vita della chiesa non solo di Bologna, ma anche italiana, specie  grazie al Centro Dehoniano e del mondo, per i tanti missionari che si sono formati nella casa che ci ospitava, lo Studentato delle Missioni.

2. Il tema era: Laici in Missione: Perche? Per chi? I laici volontari che si impegnano in prima persona sono sempre più numerosi. La loro opera è fruttosa. La giovane copia di sposi fiorentini Ester e Simone, volontari assieme in Mozambico  e Silvia,  ingegnere elettronico, volontaria prima in Mozambico ed ora in Finlandia, dove, mentre svolge la sua professione si sente chiamata ad annunciare il Vangelo là dove vive, ci hanno lasciato intuire che sono laici missionari perché hanno avuto una chiamata dall'alto. Hanno annunciato e stanno annunciando la Parola di Dio in contesti totalmente diversi, (Africa gli uni  e Scandinavia l'altra). ma il Vangelo è sorgente di giustizia, di pace e di speranza ovunque. Gli uomini di tutte le latitudini hanno bisogno di conoscere che Dio ama e che noi uomini dobbiamo volerci bene. Queste tesimonianze hanno fatto vedere con chiarezza, come è impegnativa  la vocazione dei missionari, ma bella e attuale.
3. Dopo l'Eucarestia presieduta da Monsignor Tomé, ex alunno dello studentato e arcivesco di Nampula, in Mozambico  e il pranzo ci siamo ritorvati per ascoltare altre testimonianze. Quelle dei medici volontari Pierluigi Piantoni e Zobbi Manzio. E dei missionari dehoniani  i Padri Antonio Panteghini dal Camerun, Mario Gritti e  Gabriele Bedosti dal Mozambico. Ha chiuso il giro di tetimonianze la professoressa Cornelia Mangiagalli, ben nota ai frequentatori di questo blog.

Al momento di lasciarci abbiamo capito che  si deve rendere grazie a Dio perché, in modo non rumoroso, ma l'opera svolta è molta e, soprattutto, bella e viva e  in favore dei più poveri. Ma c'è bisogno di più forze e forze giovani. Speriamo che il Signore ce le trovi.

domenica 10 giugno 2012

Salutation de la forêt



Ciao a tutti,
spero che la salute ed il morale siano buoni, soprattutto in vista dell’estate che ormai è alle porte,
in questo periodo, qui nella foresta pluviale congolese piove parecchio e stanno arrivando i mesi
che tradizionalmente sono"più freschi" ,a queste latitudini perlomeno… 
Anche questa volta per rispondere alle numerose richieste che ricevo di spiegare o dir qualcosa sulle attività
che svolgo qui alla Mission Catholique de Mambasa, scrivo alcune note scherzose e soprattutto approfitto della presenza della Super fotografa Cornelia M. che con grande creatività ha immortalato alcune immagini che rendono evidente la "grande versatilità" dell’atelier mécanique della missione, oltre ad altre immagini che mi sono giunte solo ultimamente.

Il territoire de Mambasa è famoso per l’oro, il coltan ed il legname...
Potevamo non essere coinvolti nel settore minerario d’avanguardia ??? Impossibile rimanerne fuori !!!
Ecco quindi la discesa in campo dell’atelier mécanique, soprattutto con riparazioni al limite dell’immaginabile (io ormai ho fatto l’abitudine a certe situazioni) su turbine che aspirano la sabbia aurifera, pompe per l’acqua con giranti semi distrutti e ancora supporti vari sgangherati per macchinari che vibrano setacciano e trasportano la sabbia dal prezioso contenuto. Quel che è sorprendente è constatare la tecnologia veramente rudimentale dei macchinari impiegati. Si tenga comunque presente che in queste lande l’estrazione dell’oro e non solo è svolta in larghissima misura a mano ed in condizioni molto precarie (eufemismo).
 Naturalmente una grande riconferma viene dal settore automotive, grazie agli amici di Schio che ci hanno inviato la materia prima (80Kg di acciaio bonificato C.45) siamo riusciti a recuperare un camion 3 assi di proprietà della missione fermo da ben 2 anni per problemi legati all’adattamento di un nuovo gruppo frizione, diverso da quello originale, un lavoro delicato ed impegnativo ma il risultato è stato stupefacente, (qualcuno fra i capi dubitava…) veramente un grande lavoro d’équipe tra meccanici motoristi ed attrezzisti.
 Sempre per il settore materie prime ci è giunta una commessa di lavoro da una azienda del Nord Kivu
operante nel settore d’estrazione e lavorazione del legname, trattasi della costruzione di un castello di supporto per grandi ruote dentate che trasmettono il movimento ad una lunga cremagliera solidale con il carro porta tronchi di una grande sega tronchi. Un lavoro impegnativo e difficoltoso per le condizioni a disposizione dell’atelier ma…con enorme pazienza e dedizione si è superata anche questa prova, naturalmente alcuni aggiustamenti saranno effettuati al momento della messa in opera e poi la fattura ben salata !!! farà contenti i nostri capi !!!

 L’entrata in funzione a metà gennaio dell’ Hôpital Mama wa Yezu qui annesso alla missione ci ha spalancato le porte del settore : Tecnologia della salute…immediatamente l’atelier è stato coinvolto nell’arredamento della sala operatoria con la richiesta di  costruzione del supporto metallico a muro per la lampada scialitica giunta a Mambasa da chissà dove ma evidentemente incompleta, un mistero, mah !!!
Anche in questo caso e per l’ennesima volta è stato ancora "san rottame l’amico"che ha reso possibile
il ritrovamento-recupero della materia prima…per realizzare il manufatto.
 Insomma ci siamo sbizzarriti con le macchine utensili ed i metalli con la speranza che il tutto possa
diventare occasione d’esperienza per i numerosi giovani locali, frequentatori della missione.

Per concludere, il capitolo Scuola, un impegno molto iteressante e doveroso, l’esperienza accumulata
negli anni in Moçambique è una base-tesoro notevole…ma nella foresta gli sforzi vanno du-tri-qudruplicati !!!
Adesso siamo in piena epoca di esami di fine anno scolastico, un qualche interesse è stato suscitato negli alunni, ho potuto constatare qualche risultato interessante soprattutto a livello di Dessin Industriel,
attività teorico-pratica tradizionalmente molto ostica per questo tipo di contesti…
Il bisogno di un cambiamento generale-radicale nell’approccio alla scuola è evidentissimo…
in primis, l’auspicio è che le legittime richieste economiche dei professori siano esaudite al più presto,
dopodichè per gradi , si dovrà pensare a migliorare l’interazione fra tutte le realtà umane che ruotano attorno
all’ambiente scuola.

Concludendo, un grazie speciale a tutti gli amici che dall’Italia che provvedono a recuperare ed inviare i preziosi materiali.
Auguri a tutti di buon lavoro e di una serena estate.

 Andres Congo RDC

Inizio modulo
Fine modulo

domenica 27 maggio 2012

En avant Mambasa!



E’ il mio primo anno scolastico da insegnante in pensione e quando a gennaio p. Silvano mi invitò a passare un po’ di tempo all’IBL di Mambasa per dare un aiuto agli insegnanti, l’idea mi entusiasmò immediatamente.
Purtroppo alcuni problemi familiari hanno ritardato questo viaggio fino al 26 aprile , giorno della mia partenza. Ho già trascorso alcune settimane a Mambasa e resterò fino alla conclusione dell’anno scolastico.
Durante la mia permanenza sto seguendo le classi del prof.ssa Sr. Jeannette Kamala – III e V Pedagogia e le classi IV Scientifico e IV Pedagogia del prof. Emanuel Tondana.
Mi rendo conto che gli studenti sono gli stessi a qualsiasi latitudine, quando c’è la novità, l’estraneo che entra in classe, l’interesse aumenta e la partecipazione è molto vivace, il tempo della lezione vola con soddisfazione di tutti. Molti studenti mi fermano durante l’intervallo o prima delle lezioni per mostrare ciò che hanno imparato.
Domenica scorsa dopo la Messa sono stata avvicinata da alcuni ex-studenti dell’IBL che avevo incontrato nel 2009. Mi hanno espresso la loro gratitudine e il bel ricordo delle settimane che avevamo trascorso insieme. Questo mi ha fatto molto piacere, una delle soddisfazioni di un insegnante è proprio quella di essere ricordato.
Oltre alle lezioni quotidiane ci sono altri “lavori in corso” che riguardano la conduzione della Missione ai quali dedico alcune ore del mio tempo libero. In particolare, la novità di quest’anno, è la gestione amministrativa presso il nuovo ospedale. Con Ezechiel, responsabile dell’ufficio amministrativo, stiamo lavorando per rendere le registrazioni delle prestazioni giornaliere ai pazienti più semplici, la procedura più efficace mediante l’uso di programmi adeguati.
La vita a Mambasa è, come al solito, sempre in fermento: la scuola, l’officina, la falegnameria, la scuola di taglio e cucito, luoghi di lavoro e occasioni di riscatto sociale. Nel pomeriggio il prato antistante alla missione diventa un enorme campo di calcio, centinaia di bambini si danno appuntamento in questo luogo che considerano naturalmente la loro casa poi, improvvisamente, al calar della sera tutto si ferma e ritorna il silenzio. Questa dimensione, quasi magica, richiama fortemente il Mistero.
Nonostante questa realtà sia vivace ed attiva, rimane ancora tanto lavoro da fare affinché le persone possano avere una vita veramente dignitosa. 
 
Un augurio: questa gente si renda conto, al più presto, che con la laboriosità, la disponibilità e la gratuità una parte della loro foresta è stata trasformata, in poco più di vent’anni, in un luogo eccezionale e seguano questi esempi, che hanno già tracciato la strada per il loro futuro, con volontà e coraggio.

Cornelia Mangiagalli

giovedì 24 maggio 2012

AGNADELLO SCOPRE UN CONCITTADINO VOLONTARIO

Una sera con Francesco Cazzola siamo andati nella sua parrocchia nel comune di Agnadello. Dal 1981, FRANCESCO,  questo bravissimo artigiano, spende quasi annualmente un mese o anche più per recarsi nelle missioni dei Padri Dehoniani per dare una mano. Lui è idraulico, ma se la cava anche con l'elettricità. La prima volta si recò Nduye,poi a Kisangani, poi, diverse volte, in Camerun. Da qualche anno va a Mambasa. I suoi concittadini e comparrocchiani non ne erano al corrente. E' una persona schiva, ma generosissima e gran lavoratore. Ha contribuito con le sue mani a migliorare gli impianti idraulici delle misioni nelle quali si è recato.

Ultimamente l'incaricato della Caritas della sua parrocchia è venuto a sapere dell'esistenza del filmato del signor Modina e ha voluto mostrarlo ai parrocchiani. Appunto, io padre Nerio e lui Francesco,  siamo stati un mercoledì sera alla Parrocchia di Agnadello, come detto sopra. Ci siamo trovati davanti ad una cinquantina di persone. Il parroco e il suo coadiutore erano presenti. Il filmato ha davvero parlato al cuore e alla mente dei presenti. C'è stato dopo la visione del filmato una spiegazione di quelle realtà presentate che non erano chiare. Insomma è stato un momento di gioia e di fierezza per gli abitanti di Agnadello presenti: sono rimasti impressionati dall'arditezza dell'opera e dalla sua bellezza. Fieri appunto che un loro concittadino vi avesse contribuito. Si spera che qualche altro volontario di Agnadello si affianchi a Francesco. Da questo blog ringraziamo tutti i presenti nella sala parrocchiale quel mercoledì sera per come ci hanno accolti, incominciando dal Parroco, dal giovane tecnico che ha provveduto a far funzionare gli strumenti: grazie di cuore.
Francesco e P. Nerio

mercoledì 16 maggio 2012

Note di vita quotidiana

E’ finito il mese di aprile, abbiamo cominciato il mese di maggio.
La vita continua con i soliti cicli,  meno evidenti che in Europa, dato che l’unico cambiamento è caratterizzato dalla pioggia.  Questo periodo dovrebbe essere quello delle piogge intense e frequenti. Quest’anno, però, piove molto poco. Per fortuna, stanotte le precipitazioni sono state molto abbondanti e subito il tappeto erboso davanti alla missione è diventato verde lucido.

Ospedale Mama wa Yesu
In attesa del container con il materiale per l’ospedale stiamo sistemando  il terreno attorno al medesimo: copriamo le fondamenta con della terra riportata e la rivestiamo subito di zolle per guadagnare tempo. La pioggia di stanotte darà nuovo vigore a quest’erba che sembrava  morta.
Il mese di maggio acquista un particolare significato per noi e ogni sera recitiamo il rosario davanti alla Madonnina del tronco. Un’occasione per ricordare amici, parenti e benefattori.
Purtroppo questo tronco, esposto al sole e alle intemperie mostra segni evidenti di vecchiaia. Forse è giunto il tempo di sostituirlo con qualcosa di più moderno  e sofisticato. Certo, il risultato non sarà così simbolico e suggestivo, ma  dobbiamo accettare le leggi della caducità.
Stiamo anche sistemando la facciata della chiesa  parrocchiale che in seguito a delle infiltrazioni di acqua accusava diverse crepe soprattutto verso le colonne esterne.
Andrea Sala ha fatto un lavoro eccezionale. Ha costruito 4 tiranti  e li abbiamo inseriti nel muro. I nostri muratori li hanno bene nascosti coprendoli con nuovi mattoni.

padre Dino, Mgr. Janvier Kataka, padre Silvano
Questa volta vi mando la foto della facciata, prima del restauro. Spero presto di mandarvi la foto a lavori ultimati!
Da ultimo vi segnalo una messe abbondante.
Domenica scorsa, 13 maggio, abbiamo avuto le Cresime qui a Mambasa: 241 ragazzi e adulti. Il nostro  Vescovo, Mgr Janvier Kataka, ha chiesto a padre Dino e a me di aiutarlo nell’amministrazione di questo sacramento. Evidentemente abbiamo accettato con gioia, ma, come vedete, non abbiamo né  mitra né  pastorale.
Ma credo che lo Spirito Santo è sceso ugualmente sui ragazzi che abbiamo cresimato.  E speriamo che un po’  di questo SPIRITO sia rimasto anche in noi!
Chiesa parrocchiale di Mambasa
Sto preparandomi ad andare a Kinshasa, ma vi confesso che non sono molto ottimista. Le promesse dello scorso anno sono rimaste belle parole. Non vi nascondo che per quanto riguarda la scuola e soprattutto il salario degli insegnanti sta crescendo un senso di stanchezza, di frustrazione, di sfiducia.
Dopo sei mesi dalle elezioni, il  Presidente ha formato proprio in questi giorni il governo. Il Ministro della Educazione è stato riconfermato. I Vescovi hanno fatto presente le difficoltà e il disagio degli insegnanti.
La risposta:”Non ci sono soldi”!
Ma continuiamo a sperare.
A presto!

martedì 17 aprile 2012

Notizia buona e notizia...

Sembra l'inizio  di una barzelletta di cattivo gusto, ma purtroppo è così!
Ho una notizia buona e una...meno buona!
Cominciamo dalla...
Notizia buona: il container di 40 piedi con tutto il materiale per il nuovo Ospadale "Mama wa Yesu" è pronto dall'inizio del mese!
Notizia meno buona: il container  partirà da Genova solo il 26 maggio!
Speravo  fosse qui  alla metà di maggio per poter fare l'inaugurazione ufficiale dell'ospedale  il 31 maggio!
Aspetteremo. Speriamo almeno  che tutto sia qui...il 15 agosto!
Questa "amarezza" non deve farci dimenticare  di dire un: GRAZIE! sincero  e caloroso   a tutti quelli (benefattori, amici, volontari) che ci hanno permesso di raggiungere questo primo traguardo!:
Il container è pronto per la partenza!

Un grazie sincero alla COOPISI che ha fornito il materiale, ai vari benefattori (Fondazioni e privati) che ci hanno permesso di pagarlo,  a coloro che ci hanno offerto (gratis!)  35 letti d'ospedale,  a Giorgio Raumer,  e ai suoi tre figli: Luca, Roberto e Vania  che hanno  accettato di fare da recapito del materiale proveniente da varie parti dell'Italia, di stoccarlo   nel capannone della loro fabbrica, a Graziano, Claudio, Enrico e Giuseppe che sono riusciti - miracolosamente! - a mettere dentro tutto.
Qualcuno, che ha assistito all'operazione di riempimento del container si è domandato come faremo a svuotarlo...
Non preoccupatevi! Qualcuno ci aiuterà.
Sappiamo già che possiamo contare sul signor Ducarme Robert di Beni, sui suoi depositi e le sue conoscenze.
A tutti: Grazie!
E...auguri di un buon viaggio a questo container!
Mama wa Yesu...veglierà su di lui meglio della sorveglianza satellitare!
A presto!
Dimenticavo! (sotto voce per non guastare il clima di gioia e di entusiasmo): non abbiamo ancora pagato il trasporto e...lo sdoganamento!

foto: una pausa distensiva: (da sinistra): Graziano, Claudio, Enrico, Giorgio, Giuseppe

martedì 10 aprile 2012

PASQUA ... esplosione .di vita!

Aspettavo con ansia questo lunedì dell'Angelo!
Lo sognavo come un momento di riposo, di distensione, di calma. Purtroppo la gente non era dello stesso parere. Mi  ero chiuso nella mia  stanza sperando che la gente pensasse che io fossi assente, ma invece ogni dieci minuti sentivo bussare alla porta e la solita voce: "hodi?! - permesso?!"
Fingere di non sentire non serviva a nulla. I nostri amici in questo caso sono molto insistenti e non si scoraggiano facilmente! Era meglio andare subito a vedere di che si trattava e sperare che la processione finisse.
Verso le 11 squilla anche il telefono. E' sr. Véronique, la suora medico che mi dice:"Padre Silvano, vieni subito all'ospedale per fare una foto. In 24 ore sono nati dieci bambini!"
Mi sembrava impossibile. Ma la suora insiste e vado!
Ho visto...e ho dovuto credere. La stanzetta che dovrebbe accogliere le partorienti era strapiena: sembrava una tenda di profughi. I dieci bambini erano là: sei su un lettino e quattro in braccio alle loro mamme e tutte erano felicissime di mostrarmeli.

Visto il clima di euforia e di festa mi sono permesso di suggerire alle mamma di rallentare il ritmo, altrimenti non sapremo più dove mettere i bambini. Hanno accolto la mia proposta con delle risate sonore. Di rallentare il ritmo non se ne parla. Chiedono in coro di aumentare il numero dei letti e delle  stanze!!!! ( E la suora Véronique è dalla loro parte!)
Dato che ero sul posto ho fatto anche una foto significativa . Qualche giorno fa, all'entrata dell'ospedale abbiamo collocato un quadro d'argento che rappresenta la Sacra Famiglia. E' il dono di una persona amica che si è privata di questo quadro di valore per offrirlo al nostro ospedale. Spero che qualcuno le faccia giungere il mio grazie e il grazie degli ammalati e  delle mamme di Mambasa.
Sono sempre più convinto  che l'ospedale "Mama wa Yesu" è sotto buona protezione.
E la gente lo sente ed ha fiducia. Il volto sereno degli ammalati e dei visitatori ne è la prova.
Grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato a realizzarlo e che ci aiuteranno a farlo funzionare!
Un amico si è impegnato a dare regolarmente un contributo per coprire una  parte delle fatture dgli ammalati poveri che non possono pagare.
Grazie ...N.N!
Con la tua generosità ci  aiuti a realizzare un nostro sogno: curare e possibilnente guarire tutti: anche e soprattutto i più poveri!
 * * *
Una notizia di altro genere, ma  anche questa bella. P. Dino è ritornato a Mambasa.
Bentornato!

Buona Pasqua...di vita, di pace e  di gioia, anche a voi!


foto. i sei bambini nel lettino
         il quadro d'argento
         sr. Veronique, all'entrata dell'ospedale,  sotto la ...protezione della Sacra Famiglia!

sabato 7 aprile 2012

Ex voto!

La Settimana Santa nel più completo silenzio.
Cosa succede a Mambasa?
Avevamo fatto un programma "feroce" per poter visitare tutti gli ammalati di Mambasa e celebrare il Triduo Pasquale in diversi villaggi. Ma...

Lunedì mattina, 2 aprile,  padre Dino, in sella alla sua bici, scende dalla collina che degrada verso il torrente Binase, tutto concentrato nell'evitare le buche. Non si accorge di una moto che sale in direzione opposta e all'improvviso gli taglia la strada. Scontro e caduta. Stoicamente si rialza e viene alla missione. Il danno è evidente, non solo sui pantaloni, sulle gambe  e  sulle braccia...Ha una clavicola rotta!
Nel frattempo p. Richard è partito a Wamba per la Messa crismale.
Siamo senza macchina.  Ne troviamo una in città e padre Dino parte a Beni.
Ritorna il giorno dopo, martedì, dopo con una abbondante ingessatura. Pensa al programma che lui stesso ha elaborato e non vuole lasciarmi  solo.  Ma la notte fra martedì e mercoledì è una notte insonne.
Il mercoledì mattina si fa togliere il gesso...e si riparte per Beni, ma con destinazione Kampala.
Tempo fa, avevo  conosciuto un dottore italiano che ha aperto un ospedale di Ortopedia a Kampala. Riesco a contattarlo.
Giovedì pomeriggio p. Dino è a Kampala, ospite dei padri Comboniani, nella casa di Mbuya  e sotto la cura  del dr. Fulvio Franceschi.
Mi sento più sereno. Il dr. Fulvio mi rassicura: guarirà presto e bene.
Evidentemente padre Dino freme al pensiero che a Mambasa è rimasto un solo prete. Cerco di tranquillizzarlo: farò tutto il possibile per assicurare almeno l'essenziale: visita agli ammalati e celebrazioni  del Triduo!
P. Richard è a Nduye e resterà fino a domani, domenica di Pasqua.
Padre Dino sta  già pensando al ritorno. Spero segua il consiglio del medico.
Intanto tutto si è svolto bene a Mambasa. Tanta gente alle confessioni e tanta nelle varie celebrazioni e...credo, abbiamo visitato tutti gli ammalati che volevano vederci!
I cristiani sapevano dell'incidente di padre Dino. Si è creato quindi  attorno alla missione un clima di solidarietà e e di comprensione per cui abbiamo potuto far fronte ai diversi impegni senza agitazione e senza  angoscia. E' il primo frutto della Pasqua!
Al resto ci ha pensato LUI!
Buona Pasqua a tutti!



foto. Padre Dino, prima della partenza per Kampala con sr. Véronique e fr. Jean che l'hanno accompagnato fino alla frontiera.




venerdì 6 aprile 2012

ECCO LA CONFERMA

Qualche settimana fa p. Renzo Busana ci scriveva: ""Erano oramai tre anni che non percorrevamo più la strada che da Babonde ci porta fino a Kisangani. Ora finalmente, dopo più di un anno di lavori la strada è stata riparata e in due giorni soltanto siamo riusciti a percorrere i 550 chilometri che ci separano". Ma aggiungeva: " Come risaputo in Congo le cose non sono mai semplici, così che l'apertura della strada che permette ai grossi camion di passare con i loro enormi carichi, talvolta eccessivi, ha come conseguenza di mettere a repentaglio la sicurezza dei ponti progettati e costruiti per pesi limitati. In questi ultimi tempi già due ponti hanno dovuto essere rifatti dopo essere stati"abbattuti" dall'imperizia e dalla trasgressione dei limiti. Le guardie e i militari preposti alla vigilanza sono facilmente corrompibili. Noi stessi ne abbiamo fatto l'esperienza a nostre spese dovendo attendere più di stte ore sotto il sole la riparazione del ponte sul fiume LINDI
E' questo il ponte "riparato" qualche mese fa ed ora crollato. I nostri missionari debbono avere pazienza, tanta pazienza. I tempi di Dio non sono i nostri.

giovedì 5 aprile 2012

Un altro ponte è crollato

Carissimi,
un altro ponte è crollato: quello sulla Lindi, un grande fiume vicino a Bafwasende.
Andare  e venire da Kisangani, per strada!, sarà un bel problema.
Ciao.
Silvano
 

(mail di p. Silvano spedita oggi, 5 aprile, alle ore 13,12 a 11 destinatari,  con 4 foto allegate)

mercoledì 21 marzo 2012

Parole di incoraggiamento

Oggi pomeriggio l'ambasciatore della Germania in Congo, Peter Blomeyer et sua moglie Sabine sono ripartiti per Epulu dove passeranno la notte. Domani riprenderanno la strada per Kisangani e Kinshasa..
Prima di partire, l'ambasciatore ha voluto lasciarci le sue impressioni, sotto forma di flash.


Lascio volentieri alcune impressioni  al termine del mio soggiorno a Mambasa-Nduye-Nzaro.
Si percorrono  centinaia e centinaia di kilometri di strada e non si trova nulla di simile.
Arrivando a Mambasa si ha l’impressione di arrivare in un’oasi. E’ un punto di attrazione eccezionale e di importanza enorme per la popolazione che abita tutt’attorno, per un larghissimo raggio.
E’ un luogo favorevole alla ricerca, allo studio, alla riflessione, un luogo ideale per riposare e meditare.
E’ come un faro potente   di luce che penetra in profondità  nella foresta e la rischiara.
La gente ha la possibilità di vedere concretamente un modello di sviluppo.
Ho visitato tutte le Regioni  del Congo e non ho mai visto una missione simile.
Auguro  che  anche la missione di Nduye rinasca e rifiorisca perché anche là c’è una grande potenzialità.

Abbiamo avuto la possibilità di parlare a lungo con lui e sua moglie. Non abbiamo chiesto nulla per noi e la missione. Abbiamo solo chiesto il suo intervento presso il Governo e l'Unione Europea affinché una società seria si occupi della riabilitazione della strada Mambasa Nduye.
Ci ha promesso che lo farà.
Ci aspetta all'Ambascata a Kinshasa , il mese di maggio, e spera di darci la buona notizia!

Salendo in macchina ci ha  salutati dicendo:"Custodite e conservate questo bel Paradiso"!

PS: dimenticavo! L'ambasciatore ha studiato l'italiano all'Università di Perugia!

foto: l'Ambasciatore e sua moglie , con le autorità di Mambasa, poco prima di partire

sabato 17 marzo 2012

Diamanti alternativi

Padre Renzo Busana è venuto a trovarci da Babonde e ci ha lasciato le sue impressioni. Grazie!



Babonde – Mambasa, un itinerario di 480 chilometri circa, che solo un anno fa, utilizzando la moto, avrebbe richiesto non poche fatiche e molto spirito di avventura, e che in macchina sarebbe stato un calvario improponibile,... in questi giorni abbiamo potuto realizzarlo  abbastanza comodamente in quindici  ore di viaggio.

Effetto positivo dei lavori di sistemazione della strada Niania – Wamba;  piano piano noi di Babonde usciamo dall’isolamento e finalmente possiamo fare visita ai nostri confratelli di Mambasa, a distanza di più di due anni dal nostro ultimo passaggio.

E’ cambiata Mambasa? Certamente risplende della sua nuova opera, il magnifico ospedale che brilla nei suoi freschi colori in mezzo al verde della foresta. Qualcuno si chiedeva se non fosse un doppione dell’ospedale pubblico che  esiste a Mambasa e così, prima ancora di  visitarlo, chiedo a qualcuno del posto se è già in funzione  e “come va”?

Con grande stupore tutti  mi dicono che è già piccolo per il grande afflusso di persone che vi si recano, apprezzando la serietà delle cure e i servizi della farmacia interna che dispone di tutte le medicine necessarie. Tutte le attrezzature non sono ancora arrivate, ma si respira già l’ossigeno della professionalità e della pulizia e questo non può che far bene sperare per il futuro.

Padre Silvano mi accompagna per una breve visita ed il formicolio di persone è intenso: qualche parola agli operai che sistemano il tappeto erboso,  un saluto alla suora-medico e al personale , l’aiuto e una indicazione  ad un malato “spaesato” proveniente da Isiro...

Curare i malati è una delle virtù che il cristiano è chiamato a manifestare nelle opere ed il nuovo ospedale della missione di Mambasa potrà fare molto in questa direzione associando allo spirito evangelico la competenza del personale e l’opportunità inestimabile di una struttura adatta ed efficiente.

Nel territorio di Mambasa  si cercano oro e diamanti ed i lavoratori delle miniere sudano non poco per ricavarci qualcosa... Il sudore di p. Silvano e dei tanti che lo hanno aiutato ha potuto far brillare oggi un prezioso gioiello che non servirà solo all’estetica o alla vanità, ma che produrrà una grande quantità di bene. Se qualcuno talvolta si è sentito rivolgere la domanda “è bella Mambasa?” oggi non ci possono essere dubbi nella risposta: “E’ veramente bella Mambasa!”.

P. Renzo Busana

mercoledì 14 marzo 2012

Ultime notizie....


Ci siamo lasciati con la notizia della Prima Messa di p. Antoine Twala.

L’8 marzo le nostre ragazze hanno voluto ricordare la festa della donna con una sfilata colorata e rumorosa.

Dopo la sfilata hanno posato per una foto di gruppo.

Nel frattempo continua l’attività delle visite nei villaggi in questo periodo di Quaresima. Non mancano avventure sgradevoli. Sabato scorso a pochi kilometri da Nduye ho lasciato sulla strada un vetro del fanale della moto, un po’ di stoffa dei pantaloni e un po’ di pelle del ginocchio, e del gomito. Il colpo è stato duro e sono stato costretto a chiedere soccorso. A Nduye, le Suore adesso hanno il telefono Thuraya, satellitare che prende dappertutto. Un po’ confuso sono ritornato a Mambasa a bordo del Toyota. Non preoccupatevi: le ferite si chiuderanno presto.

Sono tornato lunedì sera e ho trovato dei visitatori illustri: l’Ambasciatore della Germania, Peter e sua moglie Sabine e alcuni amici. Sono ripartiti ieri, martedì per Nduye dove faranno alcune escursioni in foresta, accompagnati da John Hart e la moglie Teresa, due amici ricercatori americani.

 Peter e Sabine  Sono stati particolarmente colpiti dalla scuola e dall’ospedale. Al loro ritorno da Nduye avremo un incontro con loro: speriamo sia positivo e fruttuoso.

Nel frattempo la suora Véronique rompe gli indugi e si lancia nelle operazioni: appendiciti, ernie,  cesarei e finora tutto con successo.

Ieri sera e stanotte ha avuto due casi di taglio cesareo. Una mamma aveva perduto già 3 bambini, uno di  seguito all’altro. E' giunta  da lontano con una grande paura di perdere il quarto figlio. La suora ha capito il problema. Stamattina alle 4, l’ha operata ed  è nato Antonio e sta bene.

Un medico-ispettore venuto in visita da Butembo ha detto alla suora: “ con questo ospedale,avete veramente risposto a una grande e urgente necessità della popolazione. Grazie!”

Grazie anche a coloro che ci daranno una mano.

Fra poco dovrebbe partire dall’Italia  il container con il materiale nuovo e moderno. Penso che quando arriverà,  la suora farà miracoli.

A presto!

foto: le ragazze della scuola di Taglio e cucito sfoggiano il loro abito, dopo la sfilata dell'8 marzo!
         Peter e Sabine davanti all'ospedale
         Peter e Sabine con fr. Jean Mafutala nuovo Preside delll'Istituto Bernardo Longo!

lunedì 5 marzo 2012

Quando è Dio che guida...

Premessa: p. Antoine Twala è un  neo-sacerdote del Sacro Cuore che aveva trascorso il suo anno di stage qui a Mambasa nel 2006-2007. E' ritornato a Mambasa e ha celebrato una Prima Messa il 26 gennaio. Ha voluto lasciarci le sue impressioni.  Grazie p. Antoine e auguri per il tuo apostolato!

                                                  ***
Quando è Dio che guida, l’avvenire è sicuro!
Lo sviluppo di Mambasa, opera del lavoro e impegno dei padri del sacro Cuore è una espressione  della fede pratica. In particolare l’impegno di padre Silvano nelle diverse opere per il bene delle popolazione è un segno della presenza di Dio nel mondo.

Ritorno a Mambasa dopo quattro  anni e mezzo e sono stupito per la qualità del lavoro svolto in questo frattempo dal padre.
Ho trovato:
- un ospedale nuovo e bellissimo, già operativo, con un personale qualificato. La qualità di questo ospedale è un motivo  per la popolazione di credere che Dio è buono e che la ama. Infatti il servizio di questo ospedale è garanzia e speranza di buona salute per la popolazione, soprattutto per i poveri, impossibilitati ad  andare lontano per trovare un  medico;

-  un nuovo, spazioso, luminoso e moderno   laboratorio di taglio e cucito,  con delle macchine professionali:
- una sala per l’insegnamento dell’informatica con circa 30 computer di buona qualità

Queste due sale sono affidate a delle persone competenti in grado di fornire agli alunni e alunne una buona formazione teorica e pratica.


- ho trovato anche un notevole progresso nei due laboratori della  meccanica e della falegnameria.


Tutto questo mostra che il padre Silvano e i suoi confratelli hanno una reale preoccupazione per la  formazione integrale dei giovani.

Questo impegno esige da parte dei padri molti sacrifici per poter condurre a buon fine lo sviluppo di questa povera popolazione abbandonata a sé stessa.  Se uomini e donne di buona volontà continueranno a sostenerli, Dio li benedirà e avranno contribuito al progresso e al benessere di questa popolazione che ha bisogno di un aiuto vero.

Grazie Signore per averci dato questi sacerdoti.
p. Antoine Twala.

foto: in alto: p. Antoine
          sotto: modelli per...l'estate 2012 - collezione IBL Mambasa!

venerdì 24 febbraio 2012

Padre Nerio Broccardo che diventando religioso ha scelto come modello san Giuseppe, vuole vedere il piccolo Giuseppe che è venuto presto presto a fare compagnia a Maria.
Eccolo!
Quando l'ho visto in braccio alla sua giovane mamma, ho pensato piuttosto a Gesù...ed era grande il desiderio di chiamarlo così, ma la suora e la mamma mi avevano preceduto...
Ormai siamo partiti.
Sono già quindici i figli di "Mama wa Yezu"  e man mano che i giorni passano la voce circola e le mamme arrivano sempre più numerose.







Cerco di calmare la suora Véronique, ma è un torrente in piena. Mi chiama continuamente: per costruire delle docce (provvisorie) una cucina, chiede armadi, letti...medicine
Con padre Dino è andata a Butembo per comperare il letto di sala parto e altre  attrezzature di prima necessità. Totale: 10.000 dollari.
Una settimana fa sono andato con lei a comperare le medicine 6.000 $.
Ci chiede di aver fiducia!
Probabilmente ha più fede di me.
E mi sta coinvolgendo: mi sono ripromesso di stare a guardare...in silenzio.
Una cosa è certa: la gente è felicissima. Hanno il "loro" ospedale.

Volete darci una mano, o piuttosto darla a suor Véronique e alle mamme?
Lo potete fare servendovi di queste coordinate bancarie! ...e le scrivo in caratteri piccoli  piccoli...discretamente.
Grazie!

CREDITO BERGAMASCO – Agenzia n. 81

Viale Monza, 343 -  20126 MILANO

   a)      Indirizzo SWIFT:                         CREBIT21081                      

 b)      Codice IBAN:  IT26   D  03336   01601  000000005011

  c)      Intestazione del conto bancario: Provincia Italiana Settentrionale dei Sacerdoti del S.Cuore di Gesù

 NB:  Nella causale, indicare chiaramente il destinatario e/o la finalità dell’importo bonificato.



Foto: Mamma con...Giuseppe (Gesù)  - Suor Véronique nella...farmacia!

martedì 14 febbraio 2012

E' nata Maria!

Sembra, a prima vista, una notizia banale. Quanti bambini nascono ad ogni istante e quante Maria, anche se il nome non è molto alla moda nei paesi europei, arrivano ogni giorno  nel mondo ad allietare i loro genitori.
Ma la Maria di cui parlo è speciale
E' nata alle ore23,28  dell'8  febbraio nell'ospedale "Mama wa Yezu" di Mambasa.
Dopo Maria, è arrivato Giuseppe e...
Ora gli arrivi si susseguono senza sosta.
Ho quasi paura: l'ospedale è pieno di mamme in attesa.
Padre Dino ed io cerchiamo di frenare la suora Véronique che vede grande e lontano.
Per il momento funziona solo la maternità, con un letto da parto molto semplice.
Dove metteremo gli ammalati quando arriverà il container dall'Italia con le attrezzature moderne e in grado di rispondere a tutte le esigenze di un piccolo ospedale di foresta?
Maria, "Mama wa Yezu" provvederà.
Ma dice anche a noi "Fate tutto quello che LUI  vi dirà"!
A presto.

lunedì 13 febbraio 2012

Tanti!

Domenica 15 gennaio tutta la comunità di Curtarolo ha salutato con un grande abbraccio Padre Silvano.

La sala "San Francesco", che i partecipanti alla Pentecoste Missionaria ricorderanno, perchè lì era stato consumato il pranzo, conteneva a stento i commensali.


Era presente l'Amministrazione Comunale quasi al completo, l'arciprete di S. Giuliana Don Emanuele ed il .... Don Giorgio.

Moltissimi i membri della famiglia Longo, in particolare Silvio Pagetta, 97 anni, l'ultimo cugino vivente del venerabile Padre Bernardo, molti nipoti e pronipoti.

Prima del pranzo Don Emanuele ha ricordato le iniziative che negli ultimi mesi la comunità di Curtarolo ha avviato, per sostenere l'Opera di Padre Bernardo e le attività di Padre Silvano.

Padre Silvano che ha ereditato l'impegno del fondatore della missione di Nduye e dell'istituto professionale, ha poi descritto l'ultimo gioiello incastonato nella missione di Mambasa, l'ospedale "Mama wa Yezu" (la Madre di Gesù) e le necessità di dotare questa splendida struttura delle attrezzature e degli arredi indispensabili per poterla efficacemente utilizzare.



Nell'intervista a Padre Silvano pubblicata sul Giornale di Vicenza del 12 gennaio scorso, il "Mupe" ha detto chiaramente cosa gli serve: <<il personale medico c'è, a l'attrezzatura minima costa 55 mila euro. Servono fondi>>. Padre Silvano lo ha ripetuto anche alla folta platea di Curtarolo, ed ha spiegato che adesso, nell'area di Mambasa ma in generale in molte nazioni africane, solo chi può pagarsi le cure ha speranza di sopravvivere ad una malattia grave, ad un infortunio, ad un parto con complicazioni.

L'ospedale della missione di Mambasa è stato voluto per risolvere, almeno in parte, i problemi che qui - se ci va male - viviamo come allungamento delle attese al pronto soccorso, lì assumono il significato di vita o morte.

Il sindaco Marcello Costa ha ricordato la recente fondazione della ONLUS - Associazione sostenitori dell'Opera di Padre Bernardo Longo, e l'impegno a tenere a mente le necessità di Padre Dino e Silvano Ruaro, di Mambasa e di Nduye. Nel 2014 ricorreranno i 50 anni dal martirio di Padre Bernardo e la volontà è quella di vedere Nduye attiva, con le scuole, gli atelier di meccanica, falegnameria e di sartoria funzionanti, le suore operanti nella pastorale e.. chissà, un arzillo missionario scledense che alla fine della giornata guarda sorridente la collina delle suore.



A proposito di pranzo.. è proseguito fino all'imbrunire.. credo con la soddisfazione dei commensali e degli organizzatori: il Centro Italiano Femminile di S.Maria di Non ed il Gruppo Missionario di Pieve di Curtarolo.

Emanuele

venerdì 10 febbraio 2012

MATERIALE PER OSPEDALE DA MILANO A SANTORSO (VI)


Ho il piacere di comunicare che il materiale in deposito al SAM di Milano e destinato all'ospedale di Mambasa si trova già a Santorso in Provincia di Vicenza.

Questo trasferimento è stato possibile grazie all'intervento di Giorgio, un volontario di Santorso, appunto, che ama la gente di Mambasa e i missionari che operano laggiù.
Ho passato con Giorgio giorni bellissimi quando veniva a darci una mano alla missione. Ricordo in particolare che, a tavola, sentivo rimorso perché gli offrivamo sempre cavoli "capusi li chiama lui in veneto" Ma lui diceva che gli piacevano tanto, come trovava eccellenti le patate che andavamo a comperare a Butembo. Nonostante queste sue affermazioni il "rimorso" non andava via del tutto.
Dunque ieri giovedì 9 Febbraio abbiamo caricato qui a Milano il materiale per Mambasa e stamattina, 10 febbraio, ho appreso con gioia che il tutto è già in deposito a Santorso. Qui i volontari di Schio si apprestano a caricare il materiale da inviare perché l'ospedale "VUOTO" diventi operativo e tanta gente trovi un posto dove curare convenientemente le malattie e dove, nel reparto maternità, le mamme congolesi potranno mettere al mondo i loro figli in sicurezza e dignità.
GRAZIE GIORGIO a nome di tutta la popolazione di Mambasa, a nome di Padre Silvano, dei Padri dehoniani di Milano e di tutti i colleghi volontari missionari.

martedì 7 febbraio 2012

NOTIZIE DI P. SILVANO


In data 6 Febbraio 2012 P. Silvano scrive ai suoi confratelli della comunità dehoniana di via Andolfato a Milano. Ecco alcune notizie che possono interessare tutti gli amici della nissione di Nduye Mambasa,
Fa notare che il 6 Febbraio di quest'anno ricorre il 42° anniversario del suo arrivo in Congo.
E' arrivato a Mambasa il 28 gennaio assieme al P. Generale dei dehoniani in visita alla comunità di Mambasa. Il P. Generale è partito per Wamba martedì 31. La sua partenza ha coinciso con l'inizio di qualche problema di salute per P. Silvano, ma ora, dice, si è ripreso, tanto che è partito per Wamba ad una riunione importante con il vescovo e altri sacerdoti e laici: 300 km di strade polverose. Speriamo bene e preghiamo per lui.
Tutta la gente quando lo incontra gli chiede se ha ottenuto il materiale necessario per avviare l'ospedale. Risponde che che si, ma che il materiale arriverà.
Confida che Gesù e Maria diano una mano perchè l'ospedale possa avviare le sue attività al più presto.
Intanto la suora medico è andata a Butembo dove ha fatto acquisti per far comunque vivere quest'opera così bella e necessaria.
Nella foto gli alunni della scuola di Nduye

venerdì 3 febbraio 2012

Da Cambiago: Ilaria Sala

Una missione nella missione, per portare un sorriso e un po’ di speranza a 6000 chilometri di distanza dalla Martesana. E’ l’ impegno forte e concreto dei volontari dell’associazione cambiaghese A.Vo.Mi, per aiutare padre Silvano Ruaro a rendere operativo un ospedale a Mambasa, piccolo villaggio della Repubblica Democratica del Congo.


Il padre missionario vive lì 1971 e con tanto lavoro e fatica ha portato avanti il progetto per dare una mano agli abitanti del villaggio. Grazie al suo contributo sono state realizzate diverse scuole e pozzi per purificare l’acqua e, ad agosto dello scorso anno è stato costruito un ospedale nuovo di zecca, una vera e propria esigenza per la comunità locale. Perché il nosocomio entri in funzione occorrono però altri 55 mila euro, denaro che verrà impiegato per realizzare le sale di pediatria e maternità e per acquistare le attrezzature necessarie. I volontari cambiaghesi, si sono dunque mobilitati per raccogliere più fondi possibili con una serie di iniziative messe in campo a Cambiago. “Siamo stati nella missione di padre Silvano nel 2009 – spiega Paolo Simonetta, alla guida dell’associazione che supporta iniziative e progetti legati allo sviluppo nel sud del mondo – il nuovo ospedale è una necessità perché il nosocomio civile non è sufficiente a curare tutti i bisognosi. C’è solo una sala operatoria e spesso mancano le attrezzature necessarie. Quello realizzato da padre Silvano, una volta operativo, rappresenterà per gli africani di Mambasa un modello di efficienza e un punto di riferimento importante”.


Nel mese di dicembre padre Silvano, tornato in Italia, ha fatto tappa anche a Cambiago, per un incontro con la comunità e con don Gianni Casiraghi e ha spiegato: “oggi a Mambasa è come se ci fosse un bellissimo ultimo modello di macchina, ma senza benzina”.

Da molto tempo A.vo.Mi. ha dunque messo in campo una serie di attività per la raccolta fondi: da un lato, con l’immancabile presenza a tutte le iniziative e manifestazioni cambiaghesi e con l’attività di sensibilizzazione e informazione; dall’altro con il punto A.Vo.Mi. che i volontari gestiscono in via Roma, luogo di incontro e di raccolta delle offerte.
Qui mostrano ai cambiaghesi un video, realizzato da un volontario, che racconta la realtà di Mambasa e dell’ospedale e hanno realizzato un modellino dell’ospedale: chi fa un offerta può “acquistare un mattoncino”, un gesto simbolico perché entro giugno l’ospedale possa finalmente partire.

Daniele Orlandi

martedì 31 gennaio 2012

I PIGMEI DELL’ITURI RISPONDONO AGLI SCOLARI DI SCHILPARIO

Mercoledì 25 gennaio gli alunni della scuola primaria di Schilpario (Bergamo) hanno ricevuto un grazie dai Pigmei delle scuole di Malembi e di Dingbo dell’Ituri in Congo per il loro impegno nel progetto ”Dare dignità ai Pigmei”.


WATOTO WA SCHILPARIO, AKSANTI SANA KWA NINYI WOTE, KWA SABABU MNATUKUMBUKA SISI KATIKA UKOSEFU WETU. AKSANTI
(Bambini di Schilpario, vi ringraziamo tantissimo, perché avete voluto ricordarvi di noi,
nella nostra povertà. Grazie.

Una classe della scuola di Malembi con la loro Maestra





Gli Amici della Scuola Apostolica Onlus hanno voluto ringraziare gli scolari,le loro mamme e le Maestre della Scuola primaria consegnando l’ Attestato di Merito di “Cavaliere della Solidarietà”.

Alunni di Dingbo con il loro Maestro



Gli alunni hanno risposto: “Anche quest’anno ci siamo impegnati a realizzare lavoretti per poter aiutare i Pigmei che, purtroppo a differenza di noi, non hanno neppure il necessario sia per poter frequentare la scuola sia per i bisogni primari”.

giovedì 19 gennaio 2012

ANCORA GLI ALUNNI DI PIEVE DI CURTAROLO E GLI ALUNNI PIGMEI DI NDUYE


Anche quest'anno, la scuola primaria di Pieve di Curtarolo, rappresentata da alunni, genitori ed insegnanti, ha voluto contribuire al progetto solidarietà per i bambini pigmei di Nduye.
Noi bambini ci siamo dati da fare. Con la nostra fantasia, la nostra creatività e manualità, abbiamo creato moltissimi oggetti natalizi. Anche i nostri genitori hanno contribuito, donandoci spendidi manufatti. C'è stata una grande generosità da parte di tutti.

Carla Bisarello

lunedì 16 gennaio 2012

Open Mission: prima puntata, anno 2012.

Come ormai accade da quando non c’è più don Enzo, anche nel sesto anniversario della sua morte gli amici si sono ritrovati per ricordarlo e mettere assieme quel piccolo contributo per la scuola di Mambasa.

Così è stato anche quest’anno e si è riusciti a mettere assieme i 1.200 euro utili per poter inviare a padre Silvano i soldi per una borsa di studio destinata ad uno studente della scuola professionale di Mambasa.

Il contributo (per 500 euro di provenienza dei ricavi del libro a lui dedicato e per 700 euro dai contributi raccolti dagli amici per l’occasione) è stato come al solito bonificato nei giorni scorsi ai padri Dehoniani di Milano che provvedono poi ad inviarli alla Missione di Mambasa.

Sarebbe bello, come al solito, poter conoscere il nome dello studente destinatario di questa borsa di studio gestita direttamente da padre Silvano.

Un saluto.

Paolo Formiconi