Non suonerà più la campana del mattino...
Il due agosto non ha suonato la campana e ciò nonostante sono arrivate migliaia di persone, cristiani e non cristiani, per la “sua” Messa. Lui era dalla sera prima in chiesa, su un letto trasformato in catafalco, e vegliato tutta la notte da una folla di fedeli in preghiera. Raramente abbiamo visto tanta gente alla Messa e mai così tanta lungo la strada che andava dal centro al cimitero.
Il giorno precedente, domenica primo agosto, era in chiesa per la Messa, seduto fra la sua gente, sorridente. Nel pomeriggio era ancora seduto fuori della sua casa e salutava tutti i passanti. Così lo aveva visto anche padre Dino che ritornava dalla sua tournée epica nei villaggi di Nduye.
Era mancato all’improvviso alla sera della domenica.
“Lui” era il catechista Silvestre Esandeke.
L’avevo conosciuto già a Nduye nel 1970, quando aveva 19 anni.
Aveva manifestato il desiderio di essere catechista. L’abbiamo inviato a Wamba dove il padre Martin Konings aveva aperto una scuola di formazione per i futuri catechisti. Era tornato entusiasta e aveva subito cominciato il suo lavoro in vari villaggi di Nduye sempre disponibile ad andare dove il parroco lo inviava. E’ stato catechista durante tutta la sua vita, con una breve parentesi durante la quale si era dedicato alla “politica” diventando animatore del MPR, (Movimento Popolare della Rivoluzione), il partito di Mobutu.
Ripreso il suo lavoro di catechista si è spostato a Mambasa ed ha assunto la responsabilità della cappella-santuario Anwarite, con cui si identificava.
Gioviale, uomo di dialogo, amava incontrare la gente, gli ammalati, visitare i villaggi e svolgere la missione di riconciliatore. Sempre di buono e inesauribile appetito, sono certo che non sarà rimasto deluso entrando nella casa del Padre.
“Preparerà, il Signore degli eserciti
per tutti i popoli, su questo monte
un banchetto di vini eccellenti,
di cibi succulenti, di vini raffinati”…
(Isaia, 25,6…)
Così diceva Isaia. Lassù il nostro Silvestre si troverà a suo agio!
Foto: Silvestre Esandeke
un momento della Messa
uno scorcio di folla
5 commenti:
Un saluto a Silvestre che ci ricorderà ed anche al nostro Mupe Silvano che ha trovato tempo per darci, così bene, la notizia.
C'è chi semina e chi coltiva e raccoglie!
P.Bernardo h seminato, Voi avete coltivato e raccolto abbondantemente grazie alla generosità di Silvestre.Continuate a seminare,coltivare raccogliere per il pieno sviluppo umano/cristiano dei congolesi tutti. Grazie!!!
lidia
Commento su Skype di un amico "africano":
Caro p. Silvano, scusa l'irriverenza, ma su quale monte ci sono cibi succulenti...perché qui oggi non è andata molto bene la sbaffatoia..." Ciao
Io ricordo con gioia, nostalgia e speranza Mwalimu Sylvestre. Persona limpida, dolce, generosa. Ma ancora di più ricordo la sua fede di cristiano.Una fede lucida, saggia ed evangelica. Ha ricevuto il Vangelo da P. Longo, ma non è diventato un cristiano "all'occidentale"; è rimasto "africano mlese". Questa operazione in termine dotto si chiama "Inculturazione". Vuol dire che lui ha saputo coniugare il suo amore per Cristo rimanendo fedele alla cultura della sua gente. Per questo era amato da tutti a Mambasa. Non è facile nelle foreste e savane africane armonizzare l'essere cristiano con la fedetlà alla propria tradione e cultura. Lui ci è riuscito benissimo. Come ha fatto il nostro Esendeke? Io penso che è stato ispirato dallo Spirito Santo.
Era un mio grande amico, ci volevamo bene. Ci rivedremo sulla collina preconizzata da Isaia. Nerio
Carissimi Dino, Silvano ... Gauthier
ricordo con grande ammiraziione il nostro catechista. Lo ricordo in visita verso Banana ... in bici e a piedi ... col suo peso, per visitare cristiani e pigmei. Sempre accogliente e sorridente. Mi dispiace non ritrovarlo più al santuario di Anuarite, ma forse spero potremo incontrarci "sulla collina", come dice Nerio, a festeggiare insieme.
Non aspetto che il ritorno in Congo per finirla con le "sbafate" amichevoli da sopportare con gli amici che ti salutano e fanno festa. Taluni ti dicono: fermati ormai, fai il pensionato! Ma come si può stare qui .... quando altri aspettano ancora? ... basta leggere il racconto del viaggio a Nduye di Dino e l'accoglienza "rinomata" a Dingbo! Come si fa a lasciare quelle persone ?
Speriamo che alti giovani abbiano il coraggio e la fede a sostituirci in questi posti di "vita" che nasce dalla sofferenza vissuta!.
Il 25 prossimo sarò a Kampala e il 28 spero di rientrare a MUNGBERE (probabilmente la mia nuova sede).
Un abbraccio, Franko
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