venerdì 28 maggio 2010

OGNI GIORNO, UN PASSO AVANTI ( s p e r i a m o ! )

Ho appena parlato con P. Silvano per telefono. Si trova a Kampala da mercoledi scorso. Sta terminando gli ultimi acquisti in vista dei lavori che abbiamo in programma per il prossimo mese di giugno. Sta andando tutto bene. In serata sarà all’aeroporto per accogliere gli amici Franco e Giuliano. Li aspettiamo a Mambasa per domani sera; mentre P. Silvano arriverà in macchina domenica sera.

A Mambasa, continuiamo la vita e il lavoro di tutti i giorni.

Nel giardino, dietro casa, i muratori stanno terminando i muri di una piccola costruzione (lavanderia e due bagni) che abbiamo deciso di costruire per migliorare l’accoglienza nella nostra casa.

Ieri ho fatto una ispezione nella nostra concessione. In basso, vicino al corso d’acqua Binase, il primo stagno, che abbiamo commissionato ad un nostro amico: è ormai pronto per dare inizio ad un allevamento di pesci (probabilmente i tilapia). Naturalmente altri stagni verranno scavati; a questo riguardo la nostra concessione ci offre larghe possibilità.

Vicino agli stagni, sulla collina, è previsto l’arrivo del canale che alimenterà una piccola turbina. Don Giovanni Piumati, nostro amico di Butembo ed esperto di questi tipi di turbina, ci assicura una resa di 4/4,5 kilowatt; in regime normale di acqua. Lo scavo del canale inizierà fra poco.

Sono andato a vedere anche la piccola piantagione di Jatrofa-kurkas. Volevo fare una foto per mandarla al nostro amico Giando, ma ho avuto vergogna. Che mare di erbe è cresciuto in questi due mesi di piogge! Ho potuto costatare comunque che le piante di kurkas sono rigogliose. Mando una foto di quelle che abbiamo nel nostro orto. “Troppo alte” – reclamerà Giando – “bisogna potarle”. Ed ha ragione. Ieri sera stesso, Ubeling, il nostro responsabile del gruppo di lavoratori pigmei, mandava i suoi uomini per provvedere a tagliare le erbe e zappare.

L’ultimo edificio dell’Istituto Padre Bernardo Longo prende sempre più forma: fra qualche giorno sarà coperto.

Ieri sera abbiamo fatto la riunione mensile del nostro Consiglio Pastorale Parrocchiale. All’ordine del giorno, il tema seguente: prepariamo la celebrazione del Cinquantesimo Anniversario dell’Indipendenza del nostro Paese. 30 giugno 1960 – 30 giugno 2010.

Si è pensato a manifestazioni sportive (calcio e corsa in bici), danze, una conferenza dibattito sul tema “Mambasa ieri e oggi”, film.

Come comunità cristiana vogliamo prepararci riflettendo, in seno alle Comunità di Base, sulla lettera scritta dai Vescovi del Congo in occasione del Cinquantesimo Anniversario dell’Indipendenza. In programma pure una celebrazione penitenziale sulle nostre inadempienze nei confronti del nostro paese.

Infine, come comunità cristiana, vorremmo assumerci l’impegno di riparare la strada dalla sede dell’amministrazione cittadina (rotonda) fino alla Missione. Circa un kilometro e mezzo di strada, attualmente in stato di degrado pietoso. Il frutto migliore di questo lavoro, a mio avviso, non sarà la strada rinnovata, ma la convinzione un po’ più assodata nei nostri cristiani che tutti dobbiamo volere il bene comune e constribuirvi in modo concreto.

Siamo fiduciosi che la risposta della nostra gente sarà positiva. Sarà un altro piccolo mattone nella costruzione di una società migliore.

E il camion e trattore partiti verso Babonde la settimna scorsa? Che fine hanno fatto? Sono arrivati, grazie a Dio. Sei giorni di pene per coprire i circa quattrocento km. Bravi Zaccaria e compagni! Dopo due giorni di riposo e di controlli ai veicoli, si sono spostati da Babonde a Ibambi: i confratelli di questa comunità ci hanno chiesto di dar loro una mano con il trattore, per spianare il loro campo da calcio.

Per oggi, ho finito. Le prossime notizie le sentiremo da P. Silvano, al suo ritorno da Kampala. Buon viaggio a lui e agli amici Giuliano e Franco.

Un saluto cordialissimo a tutti voi.

P. Dino


Foto: lavanderia e bagni in costruzione – il primo stagno – jatrofa.

domenica 23 maggio 2010

PENTECOSTE MISSIONARIA 2010

Assieme a Lidia e a Lieto Longo sono stato oggi a Bolognano.

Una bellissima giornata, dal punto di vista metereologico, con le montagne dell'alto Garda baciate dal sole, il cielo terso, il panorama mozzafiato (vedi foto del panorama).

Ma anche una giornata di intensa e partecipata spiritualità. Non poteva essere diversamente, con tanti testimoni della potenza dello Spirito: padri reduci di anni e anni di missione, alcuni anziani o ammalati (vedi foto dell'altare gremito), Padre Tullio e Padre Onorio a tracciare il solco dei nostri pensieri, invitando tutti a riflettere sul ruolo dei consacrati e quello dei laici, tra loro complementari, tutti battezzati, tutti uniti dallo spirito comune e protesi al bene comune (ascolta l'audio dell'omelia).

Molti, anzi, moltissimi partecipanti che hanno messo a dura prova gli organizzatori, soprattutto i cuochi per la necessità di un miracolo di moltiplicazione delle porzioni....

Poi, nel pomeriggio le testimonianze, tra queste quelle di Padre Lamieri, da poco tornato da Babonde, quella un pò "spintanea" di Giovanni, cognato di Padre Silvano, che ha dimostrato come si possa essere missionari "a quattro ruote" anche in terra di missione; quella di Lidia Longo, innamorata di Nduye e di Mambasa (si potrebbe assumerla quale promoter turistica..) e molte altre.
La crisi delle vocazioni, la difficoltà di conciliare le culture locali e la fedeltà al mandato ricevuto, le necessità economiche, organizzative, sociopolitiche ed il tempo e le forze limitate; lo Spirito Santo in grado di colmare i vuoti, di superare le attese (le Sue Vie che passano sopra le nostre vie) e la fede nella venuta del Regno, che si realizzerà, comunque, ma anche grazie all'impegno da tutti profuso.

Ripeto, una bella giornata di sole e di Spirito.

Emanuele

sabato 22 maggio 2010

Grazie!



Domani, 23 maggio, giorno della Pentecoste sarò a Nduye, mentre molti di voi saranno a Bolognano per un incontro fraterno di condivisione e di preghiera. Saremo senz’altro uniti col pensiero e la preghiera.

A Bolognano, la nostra casa di riposo in Italia, ci sono diversi missionari. Saranno contenti e commossi di vedere che l’ideale missionario è vissuto in maniera gioiosa da tanti laici.

Anche per noi di Mambasa il sapere che ci siete vicini e condividete le nostre preoccupazioni ci è di grande aiuto. Grazie!

Oggi vorrei ringraziare in particolare quelli che hanno scritto un commento sul post “Cosa succede?”

(vorrei dire a tutti che leggo con attenzione i vostri commenti...anche se non li commento: vanno diritti al cuore! Grazie)

Grazie, per motivi diversi a ciascuno di voi: Giuliana, Cornelia, Gianluigi, Aldo, p. Nerio, Pierangelo, Vanda, Giando.

Grazie Giuliana (coraggio, vi sono vicino!), grazie, Cornelia (fai bene a ricordarmi che ...devo sempre seminare!), grazie, Gianluigi-Ezechiele per la tua costanza( gutta cavat lapidem!), grazie Aldo ( il tuo pensiero mi ha fatto tanto bene!), grazie p. Nerio (oggi ho visto Maki...e gli ho dato un paio di scarpe, ma stai tranquillo: non vado a piedi scalzi!) grazie Pierangelo di essere venuto allo scoperto, grazie Vanda per il contributo per le onduline, (sperando che il vostro esempio sia contagioso!) grazie, grazie, Giando per le tue preoccupazioni e notti insonni, e so che non sono vani piagnistei, me che stai lottando per portare avanti il progetto e per darci una mano!!! e ...soprattutto, grazie a tutti per la vostra solidarietà e la vostra amicizia.

Non preoccupatevi. Non so se riuscirò a staccare la spina! Proverò a rallentare e a programmare. Ma sappiate che le vostre parole mi hanno fatto del bene!

Si dice: “non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca…”. (puzza un po' di vecchia osteria, ma rende l'idea!)

Se si vuole far fronte agli appelli di chi ci chiede aiuto, bisogna muoversi. Certo sarebbe più comodo (ma anche tanto gretto) chiudersi in camera e fingere di non sentire o di non vedere. I tetti sono spazzati via dal temporale, i nostri amici di Babonde hanno bisogno del nostro camion per trasportare la merce arrivata a Beni con il container.

Inviare il camion sulla strada Niania-Wamba è un atto di incoscienza e”una pazzia”. Quasi certamente si va incontro a panne e serie…

(Il camion e il trattore…sono partiti mercoledì , 19 maggio! Quando arriveranno a Babonde!?)

Ma è la nostra vita che ci chiede di essere, a volte, un po' stolti, o/e incoscienti e non si giustifica né razionalmente...né economicamente. Bisogna essere un po'... (chiedetelo a p. Nerio!)

E così dobbiamo correre per riparare in fretta i tetti, vivere con il fiato sopeso e il cuore in gola, aspettando ad ogni momento, con timore, che qualcuno venga a dirci:" il camion diretto a Babonde è in panne in una pozzanghera a 60 km da Niania e hanno bisogno urgente di un pezzo…"


Domani è la festa delle Pentecoste.
Lo Spirito di Dio sia fuoco, vita, rugiada…


Da Nduye penserò à tutti voi. Grazie di cuore!

foto: "Pentecoste" su Mambasa: Sono venuto a portare il fuoco sulla terra...(Gesù)

- mercoledì ore 8: partenza del camion per Babonde - sosta davanti alla Grotta. Il trattore era partito alle 4!!!

domenica 16 maggio 2010

Lidia Longo scrive: AFRICA: Virtuale/reale!

AFRICA: VIRTUALE/REALE




Con la meravigliosa esperienza vissuta nella Missione di Mambasa/Nduye, il desiderio coltivato per una vita ha trovato pieno compimento!


Riuscirò ad esternare l’intensità dei sentimenti, emozioni, coinvolgimenti vissuti nell’incontro con tante persone meravigliose, nel vedere, toccare, ammirare luoghi da tempo pensati, desiderati, amati, nonché le suggestioni indescrivibili della natura africana?Ci provo!



Partita da Milano/Malpensa venerdì 19 marzo, assieme a Barbara, sr. Alessandra e sr. Sara, sono giunta alla Missione di Mambasa domenica 21 verso le h. 15.00. Al rumore del motore della macchina, un gruppetto di bambini incuriositi e festanti accorrono per darci il benvenuto. Il tempo per deporre i bagagli ed ecco apparire p. Dino, p. Gauthier, Seraphin, ad accoglierci con tanta familiare cordialità. In quel preciso momento, nonostante la novità del luogo, delle persone, tutto mi è apparso così conosciuto/familiare tanto fa farmi sentire a “casa mia, in famiglia”.


Questo iniziale profondo sentimento di appartenenza mi ha resa felice, serena, spontanea nel mio essere “con loro, tra loro” nel quotidiano africano.


Il periodo trascorso in Missione è costellato da tanti piccoli eventi che hanno lasciato in me un segno indelebile, un desiderio intenso di ritornare.

Ricordo, il pomeriggio delle stesso giorno d’arrivo, il primo occasionale impatto coi ragazzi, grandi e piccoli, mentre giocavano nell’area verde davanti all’edificio centrale dell’Istituto Bernardo Longo. E’ bastato un calcio al pallone (uscito dalla loro area) per attirare la loro attenzione, suscitando grida festanti, empatia e tanta curiosità. Quante domande/richieste, inviti a restare per giocare assieme; così, da quel momento, ogni giorno, nel pomeriggio durante il tempo del gioco, ho cercato di essere disponibile per intrattenermi un po’ con loro.


Di questi ragazzi, grandi e piccoli e di tanti altri incontrati altrove, porto dentro me la luminosità dei loro occhi, la gioia contagiosa scolpita nei loro volti, il loro “essere felici” pur vivendo una realtà esistenziale dove “la povertà è sovrana”.

ISTITUTO Bernardo Longo.

Rivedo innanzi a me la suggestiva schiera degli studenti dell’Istituto Bernardo Longo.
Lunedì mattina, 22 aprile: quale emozione e quanto imbarazzo nell’accogliere l’invito del vice-preside a presentare le visitatrici: (P.Silvano, per problemi alla macchina, non era ancora ritornato dal lungo viaggio affrontato per accoglierci ad Entebbe; era rimasto a Beni e sarebbe arrivato la sera del 22!). Il compito attribuitomi dalle mie compagne di viaggio, non è stato facile, ma in qualche modo, nonostante la profonda commozione, ci sono riuscita.
Agli studenti mi sono presentata dicendo: “ sono felice di essere finalmente qui, in Africa, nella Missione di Mambasa per calpestare, vedere, conoscere la terra, le persone tanto amate da padre Bernardo Longo. Sono felice nel vedervi così numerosi: siete davvero dei “privilegiati” perché a voi è data l’opportunità di studiare, di ricevere una formazione atta a rendervi, domani, persone capaci di contribuire alla crescita/sviluppo del vostro Paese. L’istruzione è fondamentale allo sviluppo integrale della persona, Per questo padre Bernardo. affrontando enormi sacrifici, per amore della “sua Gente”, ha saputo dare inizio nella Missione di Nduye all’istruzione e formazione professionale . Quell’opera da Lui iniziata nel 1950, ha animato ed anima cuore, mente e braccia di tanti suoi confratelli, in particolar di P. Silvano che ha saputo e sa dare continuità e progressivo sviluppo alla sua opera a Mambasa.

I Padri Dehoniani, qui ed altrove, sono, in diverso modo, dediti ed impegnati per contribuire alla vostra integrale crescita umana. Impegnatevi con tutte le vostre risorse nel perseguire il vostro progetto di studio per la vita. Sarà questo il segno di autentica riconoscenza verso i padri che, per voi, le vostre famiglie e la popolazione tutta operano in generosità ed amore”.

Mambasa ai miei occhi, è, oggi, una realtà di armonioso grande respiro; un cuore pulsante, vivo, promettente aperto a tutti indistintamente, dove si respira una clima “Ecumenico”.


Durante la permanenza ho spesso contemplato, goduto l’armonia della costruzione degli edifici componenti l’Istituto Bernardo Longo. Essi, pur privi di “parola”, parlano al cuore del visitatore un linguaggio di perseverante impegno,di costante tenacia, di innumerevoli sacrifici e onerosi “grattacapi” atti a togliere il sonno a chi, in prima persona, ha l’onere di gestire, guidare una così grande armoniosa famiglia di “studenti, lavoratori …”.

In questa realtà non ho colto “ombra di protagonismo” bensì l’impegno di “servizio” per Dio e per l’uomo condiviso e partecipato, in diverso modo, da tutti i membri della Comunità.
Some. Rivivo in me i coinvolgenti momenti liturgici della Domenica delle Palme a cui ho partecipato nella comunità del villaggio di Some .
Osservo le persone presenti nella piccola cappella!!!
Mi stupisce la loro fervente partecipazione, e, presa dall’armonia dei “loro” canti, il mio pensiero vola lontano, raggiunge la realtà del nostro complesso mondo del “benessere” così impegnato a soffocare i “valori dello spirito” e/o a renderli “ prodotto negoziabile”!!!

NDUYE. Sento vibrare dentro me l’indescrivibile intensità di sentimenti, affetti, ricordi, emozioni nel giungere alla meta , tanto attesa, del mio viaggio/pellegrinaggio: Nduye!

Immersa in quella realtà, in quell’oasi di bellezze naturali e di pace, ho vissuto e condiviso con la comunità di Nduye i momenti più significativi della Santa Pasqua e della Dominica in Albis, ma non solo!Particolarmente carico di “intima gioia” è stato il tempo trascorso con le persone tutte: vecchi, adulti, giovani e bambini.Quanta commozione ho provato nel stringere la mano dei pochi venerandi anziani “testimoni privilegiati” della vita di padre Bernardo Longo!

Quanto piccola ed impotente mi sono sentita quando alcuni membri della comunità parrocchiale di Nduye mi hanno interpellato per sapere/conoscere di tempi di “attesa” per riavere, stabilmente, tra loro i Padri e le Suore. Ripetutamente mi hanno detto: “ non possiamo continuare da soli, abbiamo bisogno di giuda, di speranza, altrimenti che ne sarà dell’avvenire di questa comunità cristiana, dei nostri giovani?”
Non potendo dare alcuna risposta, mi sono limitata all’ascolto esortandoli a “saper attendere con fiducia”.
A Nduye, habitat meraviglioso, luogo incantevole atto ad ritemprare corpo e spirito, le persone che attendono ci sono: molti sono i bambini, i giovani, i pigmei; gli edifici, che parlano al tempo ed appaiono “incrollabili”…, ma che per essere di nuovo funzionanti hanno bisogno di radicali interventi.
La strada??? Bellissima da ricordare come “avventura”! da rivivere? mah!?

Ora che ho visto quei luoghi, sentito ed accolto le richiesta delle persone, c’è in me la consapevolezza che la ripresa umana/pastorale, socio/culturale ed ambientale della Missione di Nduye ha bisogno, a tutto campo, della concreta solidarietà di tutti, in particolare dell’impegno dei compaesani di padre Bernardo, che, in questa ripresa, dovrebbero essere/sentirsi “protagonisti orgogliosi”. Coraggio, non facciamo attende tropo a lungo gli amici di Nduye!

Potrà sembrare assurdo a molti, ma a Nduye la presenza di padre Bernardo si sente, si respira…. Personalmente ho sentito pulsare in me il suo grande cuore; ho capito il suo smisurato amore per Dio e per i suoi Pigmei/Walesse; la Sua incondizionata dedizione di vita per la promozione e lo sviluppo integrale della persona umana; i tanti onerosi sacrifici, le solitudini, lontananze/silenzi vissuti in un periodo in cui il “mondo digitale”e non solo, non era ancora una risorsa disponibile a tutta l’umanità.


Nduye e Mambasa mi hanno dato la voglia di “vivere tante vite” ed il “mal d’Africa” prima virtuale ora è reale, perciò dal momento che ho retto così bene anche sul piano salute, sogno/conto di ritornare.

Anche se non sono più giovanissima, in Missione c’è sempre qualcosa da fare , e si può rendersi utile in tanti modi.

Continuerò a sognare nella certezza di ottenere il “nulla osta” dai padri Silvano, Dino,ecc. ai quale debbo tanta gratitudine ed affetto per avermi accolta/coinvolta in un’esperienza rigeneratrice di vita e di giovinezza.
Grazie!!!

Mi auguro di ritornare presto!
Lidia
foto: Lidia sale verso la casa dei padri a Nduye;
Lidia davanti all'ospedale in costruzione
Lidia e i Pigmei
Lidia e...
Lidia davanti alla chiesa di Nduye dopo la Messa (giorno della Domenica in Albis)
Lidia in foresta verso Some
Lidia e l'Istituto Bernardo Longo

un Vescovo...un blog: prendete esempio.

Nella Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali
IL VESCOVO DI PISTOIA APRE UN BLOG: “ACCETTO CONSIGLI”
“So poco del web, ma sono curioso e vorrei utilizzarlo per stare vicino a chi lo abita”


Pistoia, 15 maggio 2010 – “Ehi, voi della rete: che consigli date a un vescovo troppo abituato alla carta dei libri?”. Lo scrive mons. Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia, inaugurando – sul sito della diocesi: www.diocesipistoia.it - un blog personale. E lo scrive alla vigilia della Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, la 44ma della serie, che questa domenica 16 maggio 2010 chiama le parrocchie di tutto il mondo a riflettere su un messaggio di papa Ratzinger dedicato, nell’anno sacerdotale, al rapporto fra sacerdoti e web.

Il sacerdoti e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media a servizio della Parola”, questo il titolo del messaggio di papa Benedetto XVI . Proprio sul rapporto Chiesa/web si è recentemente tenuto, a Roma con udienza finale proprio dal Santo Padre, un affollato convegno nazionale (“Testimoni Digitali”) organizzato dalla Commissione Cei per le Comunicazioni Sociali

Il vescovo di Pistoia fa parte di questa Commissione episcopale, con una importante funzione di guida (è segretario), e ha deciso di farsi un proprio blog (“Vescovo blog” è il titolo dell’iniziativa, coordinata dalle Comunicazioni Sociali diocesane).

Il primo messaggio postato dal vescovo di Pistoia, che è anche vicepresidente della Conferenza Episcopale Toscana (poche righe, nello stile essenziale di queste forme comunicative) parte con una sostanziale ammissione di “ignoranza” rispetto alle tecniche della rete. “Inutile che tenti di bluffare – scrive mons. Bianchi – perché sul web so davvero poco. Ma capisco – prosegue – che la rete offre interessanti possibilità di comunicazione e perciò mi piacerebbe utilizzarla per essere vicino alle persone che la abitano”. Da biblista, il vescovo di Pistoia lascia anche intuire quale sarà un possibile “taglio” dei prossimi suoi messaggi postati (“Vorrei raccontare qualcosa su storie oggi sconosciute ma fonte di sapienza, saggezza, speranza: le Sacre Scritture”).

Aggiunge, il vescovo Bianchi, di essere “curioso” e, dunque, “pronto ad accettare, specie dai più giovani, consigli per un uso utile del web” e termina con una domanda a cui sarà interessante capire se qualcuno vorrà rispondere: “Voi che siete sempre in rete, che consigli date a un vescovo troppo abituato alla carta dei libri?”. L’appello del vescovo è anche finito su Facebook. Attraverso i media – ha detto il papa ai convegnisti di “Testimoni Digitali” – ogni sacerdote “potrà far conoscere la vita della Chiesa e aiutare gli uomini di oggi a scoprire il volto di Cristo”.

E il biblista vescovo di Pistoia prova, direttamente, ad “abitare” la rete. “Non ho dubbi – scherza – che la rete funzioni: vediamo invece se sono io a funzionare sulla rete”.

comunicazionisociali@diocesipistoia.it


Con questo blog, noi delle missioni di Mambasa e di Nduye, siamo in rete da anni.
Visto però che non si supera la timidezza di molti, sperando negli effetti del buon esempio del Vescovo di Pistoia, lo riportiamo , copiandolo (e linkandolo anche qui).
Grazie per avercene dato l'occasione.
N.d.R
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venerdì 14 maggio 2010

lettera a Gino Dal Santo del Gruppo Missionario di Ca' Trenta

Carissimo Gino,

ti ringrazio della mail che mi hai mandato e delle notizie che condividi con me.

Non c’è dubbio che c’è una unione vera fra voi, amici del gruppo missionario di Ca’ Trenta e noi missionari. Noi, certamente non per meriti nostri ma per chiamata di Dio, siamo forse l’espressione più visibile della vocazione missionaria della nostra parrocchia; ma siamo missionari assieme a tutti voi e grazie a tutti voi, grazie al vostro aiuto, al vostro lavoro, alla vostra amicizia e alle vostre preghiere. Personalmente sono convinto che è una bellissima cosa che nella nostra parrocchia di Ca’ Trenta, ci siate voi, gruppo missionario: siete espressione e strumento della vocazione missionaria della nostra comunità cristiana. Siate fieri di voi stessi, fieri di essere gruppo missionario; fieri di lavorare insieme, ciascuno secondo le sue possibilità e i doni ricevuti al Buon Dio, per far crescere l’umanità nella solidarietà e nella fede nel Dio Amore.

Voi, Gruppo Missionario, siete un bene di tutta la parrocchia, di tutta la chiesa. Sarebbe un peccato se andasse perduto. Conservatelo questo bene, proteggetelo, sviluppatelo, rendetelo più efficace e animato da uno spirito sempre più simile allo spirito di Gesù.

Mi chiedi di “comunicarvi eventuali richieste di aiuto per sostenere il mio servizio sacerdotale soprattutto tra i più poveri”.

Lo sai: qui a Mambasa, di bisogni ce ne sono tanti e anche progetti da parte nostra.

Eccone uno: ogni anno, durante il mese di agosto, qui a Mambasa, facciamo un corso di formazione per i nostri catechisti delle parrocchie di Mambasa e di Nduye. Il numero dei partecipanti in genere va oltre i novanta. La durata prevista è di due settimane. Il programma è molto concreto, in modo da aiutare i catechisti nella conduzione della loro comunità cristiana: come guidare la preghiera della domenica, come collaborare con gli altri responsabili della comunità, come fare il catechismo, come aiutare la gente a una maggiore responsabilità e spirito di iniziativa in ordine al lavoro e allo sviluppo.

Questo corso di formazione è indispensabile per i nostri catechisti ed è una priorità nel nostro programma pastorale. Per la sua realizzazione, chiediamo un contributo (in soldi o in natura) da parte dei cristiani dei villaggi, perché si abituino a diventare responsabili della loro chiesa; ma l’entità di tale contributo si rivela molto modesto ed è largamente al di sotto del costo effettivo.

Se voi avete la buona volontà di darci una mano per realizzare meglio questo nostro programma, sia ringraziato il Signore, e ringraziati siate anche voi e benedetti dal Buon Dio.

Per quanto riguarda una testimonianza di fede e carità, che solleciti, per poi farne parte agli amici del nostro gruppo, ce n’è una, che mi viene subito in mente. Non solo in mente, ma anche nel cuore. Dico anche nel cuore perché è ammirevole e commovente l’impegno che lei, mamma Gylaine mostra nel servizio che ha accettato: quello di essere responsabile della caritas parrocchiale. (Non so se il nome francese di Gylaine si apparenti al nostro Giuliana). Nel suo programma dedica due mattinate alla settimana al servizio dei poveri. In realtà il tempo speso in questo suo servizio è molto di più: visita ai poveri, sensibilizzazione dei familiari, perché si occupino dei loro vecchi e ammalati, lavoro al campo comunitario in sostegno ai poveri, riunioni con i responsabili delle comunità di base...Insieme ci siamo prefissi l’obbiettivo di togliere progressivamente i poveri da una lunga casa costruita per loro alla missione ( e ormai in via di degrado) per riportarli all’interno delle loro famiglie. Prendere contatto con i poveri e soprattutto con le famiglie, sensibilizzare queste ultime sulle loro responsabilità, convincerle ad accogliere i loro parenti in casa e curarli...è il lavoro più difficile e ingrato. Essere aiutati dai padri è molto facile, e non impegna a nulla. Fare il discorso delle responsabilità delle personee degli impegni che ne derivano è cosa molto antipatica e per nulla gratificante. Gylaine fa questo lavoro con una pazienza e un rispetto ammirevoli, con carità ma anche con determinazione e forza. E sempre con il sorriso sulle labbra. A casa ha cinque bambini. Lavora nel suo campo. Ultimamente ha avuto il tempo e il coraggio di occuparsi di un signore, fuggito chissà da dove e chissà perché, accogliendolo in casa sua per una decina di giorni. E tutto questo nella più grande semplicità, senza battere la gran cassa, senza scrivere articoli sui giornali...

Gylaine mi riempie di ammirazione e mi commuove. Quando la vedo o quando penso a lei, mi viene da ringraziare il Signore: anche qui a Mambasa, c’è della gente che ha veramente la fede.

Ciao, Gino. Ciao a tutti gli amici del nostro Gruppo Missionario. A tutti, pace e bene.

P. Dino.

Mambasa: 13.05.2010


Questo post nasce da una mail appena ricevuta da P. Dino che mi scrive:"

Ho appena scritto una mail a Gino Dal Santo, presidente del gruppo missionario della mia parrocchia di Ca’Trenta. Gruppo ben conosciuto e frequentato anche da P. Silvano. Ho pensato che potrebbe interessare anche i lettori del nostro Blog. Purtroppo manco di foto appropriate. Il mio computer è stato danneggiato a inizio anno durante un temporale. Ora dispongo di un CD, ma le foto sono in sola lettura. E io non sono abbastanza smaliziato per utilizzarle lo stesso."

Lo pubblico immediatamente sperando che la "malattia sia contagiosa" e che altri seguano il suo esempio!

Grazie Dino.


lunedì 10 maggio 2010

Cosa succede?



Penso che i pochi e fedeli lettori del blog si sono posti spesso questa domande in queste ultime settimane!

Non oso quasi controllare la data del mio ultimo messaggio...So che sono passate almeno due settimane. Non c'è nessun segreto e nessun mistero. Dopo il viaggio a Badengayido sono entrato in un periodo di "turbolenze": malaria, febbre, tosse, mal di gola...e soprattutto tanta stanchezza. Avrei dovuto fermarmi ma era difficile: nel nostro Istituto c'era la prima parte delle prove degli Esami di Maturità, la corsa affannosa per riparare i tetti delle due scuole elementari, e da qualche giorno anche gli Esami (Jury) delle scuole professionali.



A volte basta un nulla per bloccare l'ingranaggio e portare una certa ansia. Ci mancava un cuscinetto (62308: l'ho imparato a memoria!) per rimettere in sesto la piallatrice. Dovevamo piallare i travetti, le tavole (planches de rive) prima di inchiodare le nuove lamiere ondulate. L'abbiamo cercato a Kisangani, a Beni, Butembo...In ultimo siamo ricorsi al nostro amico-benefattore: Ducarme! E' stato veramente la fine di un incubo la notizia che ce l'aveva e che ce lo poteva dare. C'era in tutti noi un certo nervosismo perché gli alunni e i maestri vivevano giorni di disagio a causa delle continue e abbondanti piogge
Adesso i falegnami sono all'opera. Hanno già riparato la scuola elementare Binase e domani termineranno anche la scuola Tuendelee.
Nel frattempo continuiamo i lavori a Badengayido...Vi farà piacere vedere i progressi anche se la foto non dice tutto.

Non mi dilungo... Non sono ancora uscito completamente dalla "nuvola" del vulcano islandese. Speriamo che non riprendano le eruzioni! Volevo solo darvi un segno di vita e da parte mia reagire per non rendere cronica questa situazione e...ricominciare. Lo dico spesso ai miei ragazzi "Age contra!: reagisci"! Devo dare l'esempio.

State tranquilli: mi sentirete ancora.


Foto: -alunni in attesa della prima parte degli Esami di Stato (201 alunni di Mambasa e intorni!)
- Inizio dei lavori di riparazione del tetto delle scuola elementare Tuendelee
- Badengayido (9 maggio!)