giovedì 24 dicembre 2009

Buon Natale da P.Silvano

cari amici delle missioni di Mambasa e Nduye,
la mail appena ricevuta, che copio qui sotto, segue di qualche minuto un brevissimo messaggio telefonico: padre Silvano in partenza per Nduye, dove celebrerà la Messa di Natale, mi chiedeva di scrivere due righe al
suo posto.
Avrebbe voluto farlo di persona, ma anche le più moderne tecnologie, specie in Africa, talvolta fanno le bizze.
Comunque dopo poco è giunta una mail, quella sottostante.
La possiamo leggere tutti insieme, come se P. Silvano ci avesse scritto personalmente.
Ecco a cosa serve il blog.
Buon Natale.


Caro Gianluigi,
da ieri eravamo senza connessione. Adesso, mentre mi preparo a partire per Nduye ho riprovato...ed è riapparsa.
Vorrei inviare a tutti gli amici i miei sinceri auguri di Buon Natale.
Vado a Nduye...e dopo anni provo ad andarci in macchina: mi hanno assicurato che arriverò.
Mi costa un po'...perché non sono al top della forma, ma questo...stacco mi permette di riflettere, di pregare, di trovare un po' di calma e di solitudine dopo il trambusto di questi giorni e soprattutto di quello odierno: operai, professori, poveri...era una processione.
Speriamo di trovarci tutti a Betlemme...dove incontreremo il Figlio di Dio che si è fatto uomo per essere uno di noi, nostro amico, fratello e Salvatore.
Auguri...e a presto. E grazie a tutti voi...che ci siete vicini.
p. Silvano

sabato 19 dicembre 2009

PONTE SULL’ EPULU : buone notizie !

Lo dico proprio con soddisfazione, anche se debbo dire che ne sono quasi incredulo:
i lavori di rifacimento del ponte sul fiume Epulu sono già iniziati. Le autorità assicurano che sarà finito in pochissime settimane.
Chi l’ha visto, dice che il ponte è già rifatto più di metà. Se pensiamo a quello che è capitato con l’altro ponte sull’Ituri, per il quale si era atteso più di due anni e mezzo, queste notizie sono stupefacenti, quasi da non credere.
Una cosa comunque certa è che il traghetto di vetture fra le due sponde è già cosa acquisita e noi abbiamo potuto recuperare la macchina che io avevo lasciato dall’altra parte il 24.11.2009, giorno in cui il ponte si era sprofondato sotto il peso di un camion e rimorchio pieni di legno destinato all’esportazione.
Meno male che non ci sono soltanto notizie brutte e scoraggianti.

Un saluto cordialissimo a tutti e sinceri auguri di un Santo Natale, accompagnati certamente dal ricordo nella preghiera.

P. Dino

venerdì 18 dicembre 2009

IN MEMORIA DI PADRE BERNARDO LONGO


Alcuni giorni fa’ ricevevo una telefonata dal Sig. Abdala Penembaka, deputato all’Assemblea della Provincia Orientale, originario di Mambasa e Consigliere politico del Governatore di Kisangani. Il messaggio chiedeva che, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’indipendenza del paese, ogni territorio della nostra Provincia Orientale costruisca un monumento, che ricordi l’indipendenza del paese (30 giugno 1960) o un avvenimento importante che l’ha accompagnata. Il Consigliere aggiungeva una proposta molto concreta che ci interessava direttamente: che la parrocchia di Mambasa realizzi un piccolo monumento che sia memoriale del sacrificio di Padre Bernardo Longo.

Il messaggio ha suscitato in noi sorpresa e soddisfazione. Questa richiesta dell’autorità politica lascia intravvedere in quale considerazione sia tenuto in questo momento il nostro Padre Bernardo Longo: anzitutto a causa della sua personalità, del suo impegno in favore della gente e del suo sviluppo anche umano e poi anche a causa del suo martirio avvenuto proprio qui a Mambasa. Ma non c’è dubbio che questa proposta/richiesta manifesta pure la stima e l’ammirazione suscitate dall’"opera del Padre Longo": opera iniziata tanti anni fa’ a Nduye e che continua ancora oggi, incarnandosi soprattutto nell’Istituto Bernardo Longo di Mambasa.

A dire il vero, c’era in noi il desiderio di costruire un ceppo-ricordo sul luogo del martirio di Padre Bernardo; ne avevamo anche parlato fra noi, ma abbastanza timidamente, non sapendo come questa iniziativa sarebbe stata accolta, soprattutto nell’ambiente musulmano. Il padre Longo infatti aveva avuto delle difficoltà da parte degli arabizzati ed è soprattutto a loro che è dovuta la sua uccisione. Questa richiesta ci toglie ogni remora e ogni dubbio e ci apre la strada: certamente sul luogo del martirio di Padre Bernardo costruiremo qualche cosa di semplice e significativo: sarà proprio alla rotonda che si trova davanti all’Amministrazione Territoriale di Mambasa.
Se qualcuno ha delle proposte da farci, delle idee da sottomettere, sappia che saranno le benvenute. Grazie in anticipo.

Le foto:
il primo piano è proprio il luogo dove è morto padre Longo.
L’altra foto è una pittura realizzata da Soku, formato all’arte da padre Carlo Biasin, al tempo in cui si trovavano assieme al seminario minore di Mandombe (Kisangani), all’inizio degli anni ’70.


P. Dino

lunedì 14 dicembre 2009

Una banale idea

Un'idea di poco conto, ma che può essere copiata e migliorata: per questo ne scrivo.


M'è venuta giusto in tempo durante l'organizzazione della tradizionale cena che chiude la festività della patrona del volo, la Madonna di Loreto.
A Senigallia abbiamo un'antica associazione di piloti e d'aviatori (siamo anche a due passi dal santuario lauretano) e celebriamo tutti gli anni la ricorrenza con diverse iniziative.

Il tradizionale "focarone" la sera della vigilia, per la "venuta", poi la Messa del 10 dicembre nella chiesa in cui si trova la cappella dedicata alla Vergine Lauretana. Cappella costruita dalla nostra associazione alla memoria degli aviatori che ci hanno preceduto "nel volo più alto". Si continua poi la sera con delle proiezioni di tema aeronautico ed una cena finale. In questa occasione conclusiva, almeno alle signore presenti, si consegna, per tradizione, un regalino simbolico. Anche perchè Natale è alle porte.

Ebbene quest'anno abbiamo innovato: niente gingilli e souvenir, ma una foto che ricordi qualcosa delle missioni che ci stanno a cuore, ovviamente quelle di Nduye e di Mambasa.

La scelta è caduta su un'immagine di Angéle, gia presente sul blog (se clikkate sulle parole precedenti vi si aprirà).


Lo abbiamo detto poco prima dei saluti e del brindisi finale, quello con il Gheregheghez. In quel momento abbiamo distribuito le fotografie ai presenti.
Sul retro delle stesse c'era questa scritta:


“Era il mese di marzo. Verso le 17.30, si presenta davanti alla mia porta un ragazzo che teneva un fagotto nelle braccia. Era una vecchia coperta sudicia e stracciata, ma si capiva che conteneva qualche cosa. Gli ho chiesto cosa voleva. “Sono in difficoltà” .

E’ stata la sua risposta e dicendo così apriva la coperta. ……

Non potevo rifiutare.”

Leggi tutto su: http://www.mambasa.blogspot.com

Per questo, invece del consueto regalino di Natale,

l’associazione Aviatori Senigalliesi devolverà l’equivalente a Padre Silvano,

presso la Missione di Mambasa-Nduye, in Congo.

Anche tu puoi farlo sul:

Conto Corrente Postale: N° 15103203
Intestato a: Sacerdoti del Sacro Cuore – Via Andolfato, 1 – 20126 Milano

Specificando la motivazione.



Speriamo poi che altri, in diverse occasioni, possano ricordarsi di Angéle, ma non solo di lei. Quindi della missione e delle tante opere iniziate, da completare, da gestire quotidianamente.
Il primo passo per chi ha in mano questa foto e questo scritto sarebbe, lo speriamo, quello di andare su Internet e di leggere il blog.


ECCOCI AL RESOCONTO FINALE

Dalla "banale idea" è uscito questo risultato:

l'associazione Aviatori Senigalliesi non ha acquistato i piccoli regali ed ha versato X.
I presenti hanno consegnato cash contributi un po' maggiori di X. Per cui siamo a 2 X ! Una delle signore presenti, molto legata alle missioni di P. Silvano e confratelli, ha versato 5 X. Altri sembra si apprestano a farlo ed ora non posso sapere quante frazioni o multipli di X arriveranno sul conto. Comunque qualcosa s'è mosso.

Se altrove, com'è certamente possibile, riuscirete a fare ed ad ottenere migliori risultati, fatecelo sapere. Lo scriveremo qui, su questa nostra "lavagna", cioè sul blog.

domenica 13 dicembre 2009

Usifiwee, ee Bwana wangu

Sabato 12 dicembre.

Credo che non si poteva chiudere meglio questo breve periodo di permanenza a Mambasa dei tre: ACE (Aldo, Claudio, Enrico). Giuseppe resterà ancora due mesi.
Ieri mattina, mentre io andavo in un villaggio a dire la Messa, i nostri 4 (c'erano tutti) hanno caricato la macchina di...oggetti sacri: una statua della Madonna (offerta da Graziano Ruaro: "stai tranquillo, la pubblicherò!"), le stazioni delle Via Crucis (tutti sanno che sono opera di Enrico!) e le lampade ( alle quali veva pensato Giuseppe)...e si sono diretti a Manjombo da soli: segno che ormai sono di casa. Non avevo alcun dubbio della loro maestria per cui dopo il ritorno dal villaggio mi sono occupato della scuola e dei vari problemi.


Nel pomeriggio una visita a Manjombo che aveva soprattutto lo scopo di verificare il loro buon gusto e di fare assieme qualche foto ricordo.


I tanti bambini fuori e dentro la Chiesa erano il segnale più evidente della sopresa e della gioia della comunità cristiana.


Abbiamo potuto ammirare ancora una volta questo piccolo gioiello alla cui realizzazione hanno contribuito tante e tante persone.


Ci rallegra veramente il fatto che sarà un luogo di preghiera, un ricordo dei nostri defunti: i missionari e i benefattori defunti e i loro cari; e che sarà un auspicio di PACE!


Il patrono: san Francesco è stato scelto a ragion veduta e ci sembra che vegli sulla "sua casa" che diventa sempre più bella.


Non sarà certamente l'ultima volta che vedrete le foto di questa Chiesa. Spero che ogni volta ci sia qualche cosa di nuovo e che sentiate il clima di serenità e di pace che si respira in essa.


Per me, ieri è stato anche...un pellegrinaggio di ringraziamento per il soggiorno di Aldo, Claudio Enrico...Tutto è andato bene.


Laudato sii o mio Signore...= usifiwee, ee Bwana Wangu...Dalla foresta ogni giorno partirà verso l'Alto questo magnifico canto d'amore nella lingua della nostra gente!


E domani ripartono...Penso sarà difficile per loro dire qualche cosa all'ultimo momento. Aspettiamo che si facciano coraggio e che, "quando si saranno riposati della lunga via"

trovino il tempo di svelarci un po' di quanto hanno portato via di qui...

Che il Signore vi accompagni!

E buon viaggio! e grazie!
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ultima foto
bambini sotto le stazioni della Via Crucis

giovedì 10 dicembre 2009

10 dicembre: Madonna di Loreto

Oggi: Come non pensare alla Madonna e agli aviatori, in particolare agli amici di Senigallia che ricordano ogni anno, con preghiere e cene (speriamo, sobrie) la loro patrona e i loro amici che hanno già spiccato l'ultimo volo, il più importante?

Auguri Gianluigi, Italo Rossini, Marco...

Cecco, Armante! Vi ho pensato tanto oggi.



L’altro ieri: 8 dicembre: Immacolata.

Qui in Congo, l'8 dicembre, festa dell'Immacolata non è festa di precetto. Si...lavora! Allora abbiamo pensato di santificare la giornata con una visita a San Francesco. I 4: ACEG hanno deciso come collocare le stazioni della via Crucis opera di Enrico Sandri .


Poi c’è stata l’operazione di “indoratura” della scritta dell’altare, opera di Ilvo Trevisan: Usifiwe, ee Bwana Wangu (Laudato sii, o mio Signore). (Grazie, Ilvo!)



La foto non è delle migliori, ma è una testimonianza storica.





Domani: un grande amico raggiunge un traguardo perfetto: 77 anni…



7: i doni dello Spirito Santo: (padre Angelo li ha tutti)!; 7: le opere di misericordia, spirituali e corporali: (padre Angelo le ha esercitate e continua a farlo!); 7: i giorni della settimana (tutti ben riempiti!)



Grazie di tutto padre Angelo!



Gli amici presenti a Mambasa ti fanno gli auguri di tutto cuore!



Spero di vedere molti commenti di augurio!



Stasera, il mio rosario davanti alla Madonnina del Tronco è per te e le tue intenzioni!



Ad multos annos!!!

Guardando la foto, recente e non ritoccata!, quanti anni gli date?

domenica 6 dicembre 2009

Notizie brevi da Mambasa

Domenica 6 dicembre.

La missione è ritornata nella calma. La messa delle 7,15 è finita alle 9,30. Poi per circa un’ora i prati della missione sono diventati luogo di incontro, di danze e di canti dei vari gruppi. Adesso sono le 11,30.



Poco fa con gli amici ACEG (A=Aldo; C=Claudio; E= Enrico e G= Giuseppe) abbiamo fatto una visita alle cooperative. Un’occasione per ammirare i conigli e le galline. Dominique e Ester ci hanno accompagnati e ci hanno messo al corrente dei vari problemi.




In settimana abbiamo inviato una foto di gruppo al sig. Gino Dal Santo di Schio che doveva certificare che i nostri 4 sono veramente a Mambasa dai mupe. Come potete vedere, stanno bene e sono contenti.




Un mio viaggio a Beni mi ha permesso di fotografare l’inizio dei lavori di asfaltatura della strada Beni Kisangani. Speriamo che sia un inizio serio e che l'asfalto arrivi preso a Mambasa anche se purtroppo dobbiamo costatare che i nostri amici africani non sono abituati alle strade belle e gli incidenti stradali e spesso mortali, sono all’ordine del giorno.




Un grazie sincero agli amici di Cambiago per il “report” della serata del 27 novembre. Avevo già avuto degli echi elogiativi della serata da parte di padre Nerio, padre Onorio e altre persone. La lettura della cronaca è stata una conferma dei loro giudizi positivi.




Un grazie sincero anche a Gianluigi per il suo prezioso aiuto.

Buona domenica!
Vi ricordiamo tutti!
Foto di gruppo
Inizio asfaltatura
Gallo della cooperativa AM

sabato 5 dicembre 2009

a Cambiago la "Loro Africa"

Qualche ora dopo il crollo del ponte di Epulu, a Cambiago si ritrovava la squadra Mambasa agosto 09.
I wasungu partono un po’ agitati…facciamo così, cambiamo questo pezzo, entriamo colà…e davanti a 120 persone circa le luci si spengono.

E’ la voce di Elena a raccontare la terra rossa, il cielo infinito, l’accoglienza dell’ambiente e dell’animo delle persone. Intercalandosi con foto e musiche la narrazione traccia una linea sulle tante realtà vissute in tre settimane sottolineando la purezza d’incontrare un mondo che vive di presente, la forza delle donne e la vivacità dei bambini, la cui attenzione e interesse per imparare il nuovo sono così elevati che per qualche istante “ho sognato di potergli insegnare tutto ciò che di più bello esiste”.

Qui arriva Pierpaolo, che con tono ironico e scanzonato dipinge il quadro delle proprie aspettative: mentre credeva di trovare delle persone che volevano il suo aiuto s’imbatte subito con chi gli chiede denaro per giocare insieme a pallone. Lo shock è forte, essere il bianco ricco non è divertente. La conclusione però è importante: il calore ricevuto per aver dimostrato affetto e disponibilità non ha prezzo, e in questo senso Mambasa è davvero “un’isola felice”.


A Francesco e Raffaella spetta la fotografia della sanità, che presentano con un dialogo tra loro. La lista di ciò che manca alla struttura ospedaliera sarebbe infinita, l’impreparazione del personale è stata evidente in troppi casi, e certamente anche l’impossibilità di acquistare medicinali in modo costante acuisce la difficoltà di assistere gli ammalati. Il dottore conclude rivolgendo un appello ai suoi colleghi: un affiancamento anche breve ai medici locali non è vano. Collaborate!


L’intervento di Gianluca è il più accademico. Illustra alla platea le condizioni di povertà del Congo in contrasto con la ricchezza territoriale, l’importanza di collaborare con questo continente e le possibilità della cooperazione internazionale. Possibilità in cui si è mosso per valorizzare le risorse idriche di Mambasa formando dei collaboratori e costruendo dei pozzi di acqua salutare, che è la prima prevenzione contro tante malattie di cui in Africa quotidianamente si muore.

Cornelia si concentra sulla situazione scolastica. Avvalendosi degli aggiornamenti del blog descrive il diagio degli insegnanti sottopagati e la disattenzione delle autorità per cambiare le cose. La sua esperienza d’insegnamento a diretto contatto con gli alunni mambasiani l’ha colpita soprattutto per il sommo rispetto ed il comportamento educato dei ragazzi. Coloro che hanno seguito il suo corso d’inglese dividevano la giornata tra il lavoro ai campi e lo studio supplementare.

Quella di Diego e Chiara è un’intervista doppia sul tema della Missione. Entrambi rispondono alla stessa domanda una volta in modo serio, una volta in modo simpatico. Così si ripercorrono le tappe che hanno portato il Mupe a Mambasa, vengono presentati i personaggi che quotidianamente popolano la casa dei padri e le loro attività. Spiccano l’infinità generosità, la disponibilità verso i parrocchiani e l’amore che ogni giorno dimostrano a questa gente.


Conclude Ilaria, con l’episodio della posa del primo mattone della scuola di Badengayido che le permette di sottolineare come i missionari a Mambasa puntino tutto sull’educazione, perché il cambiamento abbia impulsi dagli africani stessi. Si sottolinea che condividere questo progetto è possibile per tutti i Cambiaghesi e noi, anche semplicemente continuando ad interessarsi su ciò che succede al di là dell’Ituri tramite il blog – ultima immagine dell’intervento ad incitare l’affiancamento ed il sostegno che si può dare ai padri.

Dopo un saluto finale di un emozionato Padre Nerio, cala il sipario della “LORO AFRICA” con un bellissimo video riassuntivo dei momenti descritti che termina ringraziando con affetto sincero Padre Silvano, per aver reso possibile l’incontro con l’Africa vera.

Resta sul palco il filo dove restano appesi i magnifici vestiti della sartoria dell’Istituto Bernardo Longo…li abbiamo voluti appendere ad indicare che un po’ di Africa l’abbiamo davvero portata a casa!

venerdì 27 novembre 2009

Ecco la prova!

"Cose da non credere..."!


Oggi mentre eravamo a tavola, verso le 13 ci chiama per telefono il nostro Padre Provinciale da Kisangani e ci chiede se veramente il ponte sul fiume Epulu è già riparato. Il motivo è che abbiamo dei Padri a Kisangani che devono venire verso Mambasa e andare al nostro noviziato di Kiragho. Ci sembra impossibile. Ma per aver la coscienza tranquilla decidiamo di mandare una delegazione a vedere.


Vanno: p. Gauthier, Giuseppe. Enrico e Claudio. Una buona occasione anche per verificare se il lavoro fatto dai nostri meccanici sulla Nissan (problema marce) è affidabile!


Ritornano...a testa bassa e con qualche foto!
Eccone una!

Quanto tempo ci vorrrà per ripararlo?

Ci consoliamo con una buona notizia: i meccanici hanno fatto un buon lavoro!

foto: il camion ( la motrice in primo piano) e il rimorchio con il container nell'acqua! (foto Giuseppe Prosdocimi)

giovedì 26 novembre 2009

Sono arrivati da una settimana...Chi? ACEG

Sono arrivati. Attendevo un’occasione migliore per presentarveli, visto che mi hanno chiesto di non mettere la solita foto dell’Equatore. Al massimo, dicevano, andava bene per Aldo che passava appunto l’Equatore per la prima volta.

Soluzione di riserva: una foto nell’orto che anche quest’anno ha suscitato meraviglie e ha fatto nascere in loro delle nascoste capacità di chef .

Ma non sono qui per questo: a giorni Giuseppe, aiutato da Aldo e Claudio cominciano l’impianto elettrico nell’ospedale, mentre Enrico ha il suo bel da fare i officina, a creare ingranaggi, satellitari, coni e soprattutto ad insegnare al nostro tornitore fresatore Tsongo.

Nel frattempo Giuseppe cambia lampadine, installa macchine in cucina, modernizza l’impianto serale attorno alla casa, che diventa sempre più bella. Claudio e Aldo si dedicano all’orto e aiutano Giuseppe. Il lavoro si sta delineando.

La loro venuta ha dato un colpo di acceleratore ai lavori: i falegnami stanno preparando porte e finestre per l’ospedale e cominciano anche i lavori del soffitto.

Tutto sembrava procedere bene. Pensavamo anche di fare un viaggio di lavoro-escursione a Badengaydo, passando da Epulu e così documentare l’avanzamento dei lavori della scuola finanziata dagli Amici della Scuola Apostolica di Albino (Bg).

Ieri mattina una notizia che ci lascia increduli comincia a circolare a Mambasa: uno dei due ponti sul fiume Epulu è crollato sotto il peso di un camion e rimorchio carico di legname.

La conferma ci è venuta da padre Dino che era dall’altra parte del fiume per una visita ai villaggi.

Era partito con la Feroza, ha dovuto lasciarla dall’altra parte e siamo andati a prenderlo con la Toyota. Ci ha confermato tutto. Brutta, brutta notizia per noi e soprattutto per quanti devono recarsi a Kisangani, o da Kisangani devono andare a Beni, Butembo, Bunia. La natura del fiume (rocce) e le improvvise piene impediranno la costruzione di un ponte provvisorio e a anche il traghetto su piroghe sarà molto pericoloso.


Conseguenze: Kisangani conoscerà una carenza critica di prodotti alimentari, che arriveranno, in quantità minima per via aerea.



( A seguire)

foto i 4 : da sinistra a destra: Enrico, Aldo, Claudio e Giuseppe

sotto: il fiume Epulu visto dal ponte, attualmente crollato

venerdì 20 novembre 2009

La "loro" Africa


I fantastici 11 approdati a Mambasa lo scorso agosto 2009 invitano tutti i lettori, i commentatori e gli sbirciatori di questo blog, alla serata che stanno preparando con impegno e dedizione sull'esperienza alla Mission catholique. Sarà una testimonianza fuori dai canoni...tra il serio e il faceto...tante voci, tanti sguardi per presentarvi tanti scatti della..."LORO" Africa!



Chi sono i fantastici 11: elena, francesco, raffaella, pierpaolo, chiara, diego, cornelia, ilaria, gianluca, alessia e...spiritualmente federica!

AVOMì, per chi non lo sa, è l'associazione AMICI VOLONTARI E MISSIONI che si occupa a Cambiago (MI) di sostenere Padre Silvano ed altre realtà del Sud del Mondo. In dialetto milanese significa "Vado Io" e quindi...beh, siamo andati ;-)

giovedì 12 novembre 2009

Un uomo straordinario e coraggioso!

La scuola e gli insegnanti.


E’ un argomento a cui faccio spesso allusione soprattutto da quando il Vescovo, Mgr Janvier Kataka mi ha dato l’incarico di tutte le scuole del territorio di Mambasa.


Il territorio è vastissimo, oltre 25.000 km quadrati, ma poco popolato. Per cui al di fuori della cittadina di Mambasa e di qualche altro grosso centro (Epulu, Mayuano, Nduye), ci sono tanti piccoli villaggi con qualche centinaio di persone e altri che non oltrepassano o superano di poco il migliaio di persone.


Ma anche in questi villaggi ci sono tanti e tanti bambini che hanno diritto, garantito dalla Costituzione Congolese, all’insegnamento elementare gratuito.

Un miraggio!


Se fosse coerente al suo impegno lo Stato dovrebbe costruire le scuole e inviare e pagare gli insegnanti. Invece purtroppo tutto è lasciato alla buona volontà dei genitori.

Evidentemente tanti genitori, che non hanno avuto la fortuna di andare a scuola, non si sentono motivati a costruire le scuole e a pagare gli insegnanti. Del resto la maggior parte sono poveri! E quindi lo fanno solo se costretti e di mala voglia. E ancora: quale insegnante accetta di andare in un villaggio abbandonato, con pochi ragazzi e dove la scuola è fatta da quattro pali e un tetto di foglie molto permeabile e senza avere la garanzia di una minima retribuzione?

Purtroppo: quanti ragazzi non vanno a scuola!


Che pensare: - di questa situazione di abbandono dei ragazzi nei villaggi della foresta;

- di questa triste abitudine di chiedere ai genitori di pagare gli insegnanti;

- del ritardo dello stato nel riconoscere le scuole che, con fatica, costruiamo;

- della serietà e della credibilità dei risultati degli Esami di stato??



Queste e tante altre domande erano nella mia mente quando sono andato a Kinshasa. Fra i miei obiettivi c’era la visita al Coordinatore Nazionale delle Scuole cattoliche(Il responsabile nazionale di tutte le scuole cattoliche).

Non lo conoscevo.

E’ stata una bella e incoraggiante sorpresa. Ci sono stati anche dei momenti di emozione!

Un uomo calmo, coraggioso, che sa di combattere una battaglia difficile, che non nasconde la sua sofferenza e tristezza di essere lasciato solo e che si domanda se in quanto cristiani siamo dalla parte giusta. Si chiama Abbé (don) Georges Mutshipayi.


Mi sono trovato perfettamente in sintonia con lui. Non ha avuto bisogno di cercare le risposte alle mie domande. Aveva appena finito di scrivere una circolare destinata al Ministero dell’Educazione nazionale, ai Vescovi, agli ispettori (Coordinatori e Consiglieri) delle scuole cattoliche. Credo di di essere stato fra i primi lettori di questa lettera.


* * *

“Iniziato nel marasma delle rivendicazioni degli insegnanti che non ricevevano una risposta soddisfacente da parte del governo, l’anno scolastico 2008-22009 si è concluso, in qualche maniera, grazie al potere dissuasivo della paura ormai inoculato del sangue del Congolese”

Paura dei genitori di vedere i loro figli correre il rischio di un anno invalido!



Ma cosa strana e inverosimile – "paura anche di certi direttori di grandi scuole e di certi ispettori-vampiri (parole sue!) che il sistema della contribuzione dei genitori cessasse!


Mi spiego: per certi direttori e certi ispettori cattolici il sistema della contribuzione dei genitori è diventata una manna. Riempiono le classi di alunni (fino a 130 alunni per una classe!) e chiedono un retta mensile altissima e si spartiscono i soldi. E lo Stato evidentemente non interviene anzi è contento di trovare anche nel mondo cattolico ed ecclesistico, degli alleati!


E’ una cosa vergognosa, e il Coordinatore lo dice chiaro: "queste persone non solo vogliono che il sistema continui ma fanno la guerra a coloro che invece chiedono al governo di rispettare i suoi impegni!"

Critica poi le contraddizioni, le amnesie di certi ispettori cattolici. Cita per esempio, facendo pure il nome, il caso di un ispettore cattolico del Kivu che lo scorso anno, settembre 2008, emanava questo ordine ai direttori delle scuole cattoliche: “voi domanderete ai genitori di pagare i maestri fino al 31 dicembre 2008; a partire dal 1 gennaio 2009, i genitori non pagheranno più nulla”.


E invece lo stesso ispettore quest’anno, settembre 2009, faceva scrivere su un giornale locale: “anche quest’anno i genitori pagheranno il contributo! Ma a partire dal 1 gennaio 2010, i maestri saranno pagati dal governo provinciale”. E il Coordinatore aggiunge: "in maniera evidente i nostri amici del Kivu soffrono di amnesia."


I vescovi: "Nel luglio del 2004, in un memorandum firmato da tutti , i vescovi avevano condannato il sistema della contribuzione dei genitori.

Oggi, ottobre 2010, invece si limitano a dettare delle norme

(quindi accettano il sistema!)
E termina questa parte con queste parole: “Se qualcuno si consola del buon inizio dell’anno scolastico, mentre le rivendicazioni legittime degli insegnanti sono soffocate e messe da parte, noi invece dobbiamo riconoscere che abbiamo optato per la rassegnazione, illudendoci così di salvare il settore dell’insegnamento dal naufragio in seguito alla regolazione del pagamento dei maestri da parte dei genitori, sistema esecrabile, causa dell’abbandono della scuola da parte di tanti alunni e del decadimento della qualità dell’insegnamento!"

E aggiunge queste parole: “L’accettazione del sistema del pagamento dei maestri da parte dei genitori è un tradimento puro e semplice dell’opzione preferenziale per i poveri della nostra Chiesa, sull’esempio del suo fondatore Gesù Cristo …E che ciascuno di voi si interroghi sul ruolo che ha avuto nei dibattiti e sulle sue posizioni su questo soggetto".


Il Ministero dell'Educazione nazionale: "Le valutazioni degli Esami di stato (Esame al termine della scuola elementare e Esame di Maturità) sono tutte viziate dalla mancanza di serietà e di obiettività. Ma a causa dei dividendi che queste prove portano specialmente agli organizzatori, questi criteri di valutazione sono mantenuti, malgrado il discredito che essi portano sul nostro sistema educativo decadente…”

E conclude: “In una società così ingiusta come la nostra...non c’è posto nelle nostre file per i pretesi moderati, generalmente più preoccupati dell’ordine che della giustizia; preferendo una pace negativa frutto di assenza di tensioni, a una pace positiva frutto della vittoria della giustizia. E’ dunque immorale domandare a un insegnante che rinunci a lottare per raggiungere i suoi diritti costituzionale fondamentali…Un discorso che esclude il miglioramento della condizione salariale dell’insegnante e pretende di contribuire a una crescita del livello del nostro insegnamento è assurdo…”

Grazie abbé Georges…
Speriamo che il Ministro, i vescovi e tutti i responsabili delle scuole cattoliche, si mettano al tuo fianco!



foto:bambini che vanno...a scuola
con l'abbé Georges nel suo ufficio
la scuola di Badengaydo - in costruzione - (26 ottobre 2009) - in fondo a destra, la vecchia scuola!

martedì 10 novembre 2009

10 novembre: Ritorniamo alle cose serie!

Ritorniamo alle cose serie!...

1) Angèle!



Su invito di un caro amico racconto oggi la storia di Angèle. Era il mese di marzo. Verso le 17,30, si presenta davanti alla mia porta un ragazzo che teneva un fagotto nelle braccia. Era una vecchia coperta sudicia e stracciata, ma si capiva che conteneva qualche cosa. Gli ho chiesto cosa voleva. “Sono in difficoltà” – E’ stata la sua risposta e dicendo così apriva la coperta. Non sono riuscito a trattenere una esclamazione di sorpresa e di profondo disagio (avrei dovuto dire:orrore!) La coperta conteneva un corpicino pieno di piaghe e con degli aghi in testa che dovevano servire per le flebo. Sembrava un cadavere. Gli ho chiesto di raccontarmi la sua storia. Lui aveva 16 anni, non era di qui,e aveva avuto questa creatura con una ragazza di 14 che subito dopo il parto era scappata in foresta con un altro uomo, lasciandogli questa bambina. Chiedeva dei soldi per avere una dose di flebo.


Non potevo rifiutare. E’ venuto per diversi giorni per chiedere l’ aiuto ma la situazione della bambina peggiorava. Quella visione mi tormentava fino a impedirmi di dormire. Una notte ho avuto questa idea: chiedo a questo ragazzo di darmi la bambina se trovo una mamma disposta a prendersene cura.


Il mattino dopo ho chiesto a Mamma Maria, una signora vedova che fa le pulizie in casa nostra se accettava questa bambina, dicendole che l’avrei aiutata ogni mese. Mi ha chiesto di vederla. E anche lei si è lasciata intenerire fin quasi alle lacrime. Quando ho fatto la proposta al ragazzo mi ha guardato incredulo. Sembrava che lo liberassi da un peso enorme. Mi ha ringraziato, ed è sparito. Non si è più fatto vedere.


Sapevo poco di questa bambina. L’ho chiamata Angèle.


Coloro che l’hanno vista quando l’abbiamo presa alla missione ora scuotono la testa increduli: nessuno avrebbe pensato che potesse sopravvivere e rinascere! Una domenica la responsabile della Caritas parrocchiale ha presentato Angèle in chiesa e ha raccontato la sua storia. Credo che sia stata la più bella predica sul dovere dei genitori di amare e nutrire i loro bambini.


Eccola come è oggi!


Quando la mamma la lascia a casa con gli altri fratelli (Maria ne ha 3 suoi)...mi manca qualche cosa!



2) Il ponte nuovo sul fiume Ituri



Ecco il nuovo ponte sul fiume Ituri. Offerto dal Governo inglese e messo in opera dai soldati nepalesi. Ho scattato questa foto domenica, 8 novembre, verso sera. Non volevo farmi vedere dai poliziotti che sorvegliano il ponte. Anche una foto innocua può essere un’occasione di multe o di discussioni.




Un saluto e un grazie a quanti si sono ricordati del 9 novembre e un grazie particolare a quella persona che si è impegnata, come regalo per i miei 71 anni, a mandare un contributo ogni mese, per 10 mesi, per aiutare gli insegnanti di una scuola della foresta!


foto: in alto: Angèle con Silvie (anche questa assistita dalla missione): portano il loro bambino sulla schiena come le mamme africane.

Angèle che...chiede occhiali !

lunedì 9 novembre 2009

Non importa quanti

Oggi 9 novembre è il compleanno di padre Silvano.
Siamo in tanti a fargli gli auguri, come capita da tempo, anche su questo blog.

Con il passare del tempo, sempre a combattere contro le medesime difficoltà, il nostro pur giovanissimo "padre", sembra sempre un ragazzo.
Quel giovane prete che arrivava in Africa quarant'anni fa, ha vissuto tante prove, molte davvero difficili. Non solo quelle cruente e disperate, quando era in gioco la vita, ma credo anche e soprattutto nei casi in cui ci si deve rapportare ai soliti asfissianti problemi africani, quelli inamovibili, di sempre.
Ad esempio quali relazioni occorre stabilire con le cosiddete autorità civili, interfaccia essenziale per la grande scommessa delle scuole, della formazione dei giovani, di quel poco di vita civile che è basilare per continuare ad operare.


Vengo allo scoop di oggi.
Grazie ad una sofisticatissimo sistema sperimentale di analisi dei file relativi alle fotografie digitali (oramai tutte lo sono) un importante centro di ricerca del settore l'I.A.B (Imaging Analisys of Bukulani) ci ha comunicato da poche ore che almeno una delle più recenti fotografie che ritraggono il nostro Padre Silvano (quella a Kinshasa il maggio scorso durante un difficilissimo contatto con il Governo) avrebbe evidenziato (il condizionale è d'obbligo!) una leggera, ma indubbia presenza di aureola attorno al capo del nostro missionario.
Ovviamente, per la pubblicazione, una nostra collaboratrice ha leggermente rinforzato questa traccia. Ciò in quanto senza i potentissimi sistemi informatici, che appunto si trovano solo nel centro di ricerca di Bukulani, non sarebbe stato agevole per i visitatori del blog percepire questo particolarissimo segno.

Posso aggiungere , come riportato nel post che dava notizia del faticoso incontro a livello governativo, che il nostro Padre Silvano, sempre anima candida e piena di speranza, invece di imprecare e maledire per il pugno di mosche conseguente all'incontro, pare che quel giorno abbia esclamato: ”Parto a mani vuote, ma conservo un po’ di speranza in cuore”.
Una frase di Tagore (un po’ modificata) che spesso ama ripetere.

Nulla scrivo ora, in quanto potrebbe esssere oggetto di un prossimo post, sulla pressochè totale assenza dei Vescovi del Congo da questa vicenda delle scuole. Come sempre anche nel 2009, ignorate del tutto dal Governo, magari solo per quanto attiene lo stipendio dei docenti!

domenica 8 novembre 2009

Oggi 8 novembre a Curtarolo

8 novembre 2009
anniversario della vittoria e concelebrazione in memoria di
P. Bernardo Longo

Con la solenne celebrazione di oggi si sono completate le iniziative realizzate dalla Parrocchia di Pieve per commemorare il 45° anniversario del martirio di P. Bernardo Longo

La cerimonia ha avviato quello che si spera diventi un gemellaggio ideale: l'abbinamento della commemorazione di Padre Longo con la celebrazione dell'anniversario della vittoria e la festa dei combattenti, reduci e simpatizzanti, che tradizionalmente si tiene la prima domenica di novembre.
Non è stato difficile trovare un legame tra l'esperienza di Padre Longo e quella di molti concittadini che per causa della guerra, anzi, delle guerre, hanno perso la vita: lo sforzo di cercare la pace e la determinazione a seguire un ideale, a mettersi in gioco, a dare tutto, anche la vita è un dovere ed una necessità tenere viva la memoria, le radici su cui si sviluppa la pianta, che non si possono tagliare, se non si vuole rischiare che muoia (don Daniele nell'omelia).

Hanno celebrato il parroco Don Daniele, Padre Piero (Dehoniano, della comunità del SS. Crocefisso di Padova), Padre Roberto Ardini (originario di Pieve, comboniano, per molti anni missionario in Congo).
Erano presenti anche suor Giovanna Righi e suor Anna Brunelli, delle Pie Madri della Nigrizia di Verona.

Suor Giovanna, ancora piena di vita, ha ricordato i primi due anni di missione, da lei vissuti assieme a Padre Bernardo Longo, a Nduye, testimoniando con semplicità, ma nella generale commozione dell'assemblea, l'esempio che Padre Bernardo dava quotidianamente ai suoi pigmei, le difficoltà, la capacità di costruire.
In due parole: il sogno dell'infinito.
Suor Anna ricorda con gioia la missione di Nduye, dove ha lavorato per alcuni anni, dopo la morte di Padre Longo.
Al termine della cerimonia ci siamo ritrovati tutti sotto lo stand, al pranzo sociale (breve filmato in calce)


Emanuele Agugiaro - Gruppo Missionario di Pieve di Curtarolo

venerdì 6 novembre 2009

"PREGHEREMO PER VOI''

siamo alla terza puntata degli scritti "tratti" da:

"UNA SOLA FAMIGLIA", n.110, ottobre 2009



È il primo edificio che vediamo svoltando col jeeppone, che ci fa capire che alla
Mission Catholique siamo arrivati davvero.

I mattoni a vista della chiesa risaltano caldi e vivaci tra il verde dell'orgoglioso campo
da calcio e del praticello fresco che circonda gli altri edifici, mentre, di lì a
breve, assisteremo al primo dei tanti fantastici tramonti di Mambasa, dove il sole
sembra proprio volersi riposare dietro l'arco che sorregge la croce, issata sulla facciata.

Non mi aspettavo certo una partecipazione così massiccia alla messa domenicale: nella costruzione che appariva tanto spaziosa non è rimasto neppure un posticino libero, anzi tanti fedeli si ammassano vicino a noi fuori dalle porte, in maniera composta, e senza cessare di prestare attenzione alla cerimonia.
L'unica navata divisa da un corridoio centrale separa con un certo rigore uomini e donne.
Il ragazzino che mi serra la mano anche se ne dimostra 7 ha 11 anni, si sente un ometto, quindi si colloca subito dal lato opposto al mio! Gli innumerevoli bambini presenti sono stranamente calmi, ed ai più piccini le mamme non lasciano il tempo di piangere porgendo loro il seno, così da non recare disturbo alla preghiera collettiva. Intanto dall'ingresso principale entrano danzando chierichetti e vari gruppi di catechesi, ed in seguito, al momento debito, generosi/e con offerte elegantemente poste sul capo (riso, banane, fagioli, manioca...) che la parrocchia destina -incredibile a dirsi - ai più poveri.

Se per la meditazione e le polifonie dei religiosi la cappellina e la casa delle suore consentono riservatezza e raccoglimento, quella della domenica è una vera e propria festa per il Signore: chi ce l'ha, mette il vestito più bello; un coro brioso, nonché ben assortito (da solo occupa quasi un quarto di chiesa) intona svariati canti per ogni momento liturgico; tutta l'assemblea si muove al battito ritmico di mani, e anche dopo le tre ore di messa ci si diletta in balli di gruppo.
Mi lascio subito conquistare da quest'atmosfera gioiosa, e sorrido immaginandomi le nostre suore suonare bongo e maracas come accade qui...

Prima di partire avevo letto un libro sul woodoo e sentito racconti di bambini considerati stregoni e per ciò emarginati o penalizzati pesantemente dalla loro società. Nel nostro breve soggiorno tuttavia, non ho trovato alcun riferimento a ciò. anzi la religiosità che ho visto a Mambasa mi è apparsa sincera e ben radicata.
Credo che la figura dei missionari in questo senso sia stata e continui ad essere di fondamentale importanza. Basti pensare che la missione sia un cuore pulsante apeno a tutti, senza il timore di accogliere problemi e fregature.
Basti pensare alii disponibilità del giovane p. Gauthier (dehoniano congolese) che s'improvvisa al tamburello durante i balli religiosi delle"Figlie di Maria", che rientra tardi per ascoltare le difficoltà delle giovani coppie, o che riappacifica amorevolmente due genitori col loro figlio! prodigo sotto gli scrosci di un temporale.
Basti pensare alla fila di gente che ogni mattina intende parlare con p. Silvano, alla sua pazienza celestiale nel seguire i lavori degli operai, così come ogni attività presente o futura che può aiutare la sua gente (è una mente in eruzione costante), al suo ruolo di padre tra i padri nell'educazione dei figli adottati. In molti ci dicono che non dimenticheranno mai il suo contributo a sfamare la popolazione durante la guerra passata.
Tutto ciò basta di sicuro per capire che anche al di fuori delle cerimonie liturgiche i missionari sono veramente vicini alla gente e s'impegnano in ogni iniziativa a dare un'esemplare testimonianza cristiana di uomini di buona volontà.

È inoltre evidente che i padri sanno come parlare a queste persone: durante le prediche infatti, non mancano risatine in risposta alle domande provocatorie dei sacerdoti, coinvolgenti nell'illustrare la concretezza dell'insegnamento del Vangelo in...parole povere!. Così, mentre una vicina che parla francese spiega che la predica tratta del senso dell'accoglienza, ci rendiamo conto di essere osservati da tanti occhi timidi e sorridenti: il mupe (p. Silvano) ci ha presentati alla comunità che siamo venuti a conoscere, che come benvenuto ci regala questo sguardo caloroso. Sguardo che ci accompagna con sorrisi e saluti solari su ogni strada che percorriamo.
Sguardo che ritroviamo acceso nel canto di ringraziamento e arrivederci dell'ultima domenica. Sguardo da cui ci arriva il messaggio con cui ci separiamo: "Pregheremo per voi".
E ancora mi emoziona il pensiero che queste persone che per la maggioranza faticano tutto il giorno per nutrirsi una volta al giorno, vogliano pregare per me.

Preziosissima lezione di fratellanza, che confido sarà per me e per i miei cari compagni di viaggio una nuova forza di credere che "si può fare" semplicemente se la nostra testimonianza rimarrà viva, se nel proprio orticello ognuno di noi "seminerà la pace", come abbiamo visto e vissuto lì. "Semina la pace e tu vedrai... che la tua speranza rivivrà: Spine tra le mani piangerai ed un mondo nuovo nascerà" (canzone del Gen Rosso, tra le preferite del mupe Silvano).

Ilaria Sala

martedì 3 novembre 2009



Dopo la Messa, ci siamo recati sul posto dove è stato ucciso padre Bernardo...

3 novembre 1964 – 3 novembre 2009

Oggi ricorre il 45° anniversario della morte di padre Bernardo Longo. Ormai è diventata una tradizione: a Mambasa oggi è giorno di preghiera, di ricordo e di festa. E pur allontanandoci sempre più dal primo 3 novembre, aumenta la partecipazione della gente e il ricordo di padre Bernardo si radica sempre di più nel cuore di tutti.

Questa mattina, alle 8,30 c’è stata la celebrazione della Santa Messa all’aperto, davanti alla Chiesa della Beata Maria Clementina Anwarite, poco distante dal luogo dove padre Bernardo è stato ucciso.
Molta gente, soprattutto ragazzi delle scuole. La Messa era ben animata. La corale dell’Istituto Bernardo Longo ha scelto con cura i canti; alcuni erano stati composti per la circostanza. Padre Silvano all’omelia, ha ricordato la vita, l’opera, il carattere di Padre Longo sviluppando due frasi del Signore: “Se il grano caduto in terra non muore, resta solo; ma se muore porta molto frutto” e “ Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per le persone che ama”…
L’opera di padre Longo continua e si è sviluppata. A noi di continuare con lo stesso suo spirito: il coraggio della testimonianza della propria fede, l’amore del lavoro, la tenacia, l’onestà.

Quest’anno, nel programma c’è stata una novità. Dopo la Messa ci siamo recati in processione proprio sul posto dove padre Longo è morto. Si trova all’incrocio delle strade che portano, in direzione Nord a Nduye, in direzione Ovest à Kisangani, in direzione sud a Beni e in direzione Est a Bunia.

Papà Tau (che tutti noi conosciamo con il nome di Montpellier) che era stato alunno di padre Longo ha raccontato con tanti particolari e citando i nomi dei vari personaggi gli ultimi istanti della sua vita, le sue ultime parole:” la morte non è la fine, è un sonno”…e il suo coraggio, la sua fede, le sue parole di perdono verso colui che lo uccideva. Tutti noi ascoltavamo in silenzio. Un silenzio reso ancora più solenne quando tutti sono stati invitati a un minuto di preghiera e di raccoglimento in ricordo di quegli avvenimenti.

A un certo punto il miei occhi si sono incontrati con quelli di Deogratias Syauswa uno dei più fedeli allievi di padre Longo e che da oltre 40 anni è responsabile dell'officina meccanica della scuola e della missione. Il suo sguardo era denso. Ci conosciamo e lavoriamo assieme dal 1970. Probabilmente in quel momento pensavamo la stessa cosa: "Padre Silvano, non aver paura; non è la tua opera; è l'opera di padre Bernardo" . Confesso che non sono riuscito a sostenere il suo sguardo: quanti ricordi, quanta sofferenza e quanta dignità in quello sguardo!

Anche i passanti si erano fermati stupiti! Ci è nata l'idea di un piccolo ricordo proprio in quel posto. Che padre Longo continui a vegliare su di noi e la sua opera!

foto: luogo dove padre Bernardo ha offerto la sua vita!

lunedì 2 novembre 2009

a Pieve di Curtarolo martedì 3 novembre 2009




Programma
- CLAUDIO MONTEVERDI (1567 ‐ 1643)
Confitebor tibi, Domine (a 5 voci e basso continuo) Magnificat II° (a 4 voci e basso continuo) Beatus vir (a 5 voci e basso continuo) Laudate pueri (a 5 voci e basso continuo)
- GIACOMO CARISSIMI (1605 ‐ 1674)
Historia de Jephte (oratorio a 6 voci per soli, coro ed ensemble strumentale)

Nato a Curtarolo (PD) nel 1907, Bernardo Longo partì per l'Argentina appena due
anni dopo la sua ordinazione sacerdotale avvenuta nel 1936. Nello stesso anno,
però, date le circostanze avverse dovute all'imminenza della guerra, egli decise di
prendere la strada dell'Africa. La zona dell'alto Zaire (ex Congo belga) divenne
così il suo campo di missione.
Nel 1939 riuscì a fondare una missione nel piccolo villaggio di Nduye nel cuore della foresta dell'Ituri, dove visse per ventisei anni, fino alla morte.
Questa missione raccoglieva tribù e gruppi etnici piuttosto dissimili: dai Walesi ai Pigmei,
a neri arabizzati e altri protestanti. Quale frutto di duro lavoro, sorsero un po' alla volta una chiesa, una casa per i padri e per lesuore che nel frattempo avevano raggiunto padre Longo, una scuola per ragazzi, una per ragazze e un dispensario e poi anche un'officina e una scuola per fabbrimeccanici.
Ma la situazione politica del Congo era piuttosto instabile: dopo l'indipendenza
raggiunta nel 1960 il paese era caduto nell'anarchia più assoluta e la ribellione
cominciava a serpeggiare. Gruppi di rivoluzionari, tra questi i Simba erano i più
terribili, trascinarono il paese nel terrore. Gli anni che seguirono videro la
trucidazione e il massacro di moltissima gente, tra questi anche parecchi
missionari, incluso Padre Longo.
Il 29 ottobre del 1964 padre Longo e le suore della sua missione furono arrestati
dai rivoluzionari Simba che avevano occupato Mambasa già da qualche mese.
Processato davanti a un cosiddetto tribunale del popolo, in mezzo a gente
ammutolita dal dolore ed esterrefatta per le violenze dei Simba, egli fu
iniquamente condannato a morte e selvaggiamente trucidato con due pallottole
alla testa e più di duecento colpi di lancia. La sua salma fu sepolta nel cimitero di
Mambasa da un pietoso infermiere protestante, suo amico.


Il “Coro Città di Piazzola sul Brenta” si costituisce nel 1993 sotto la direzione di
Paolo Piana. In pochi anni il coro raggiunge i più alti vertici di merito come
dimostrano i numerosi primi premi vinti in concorsi e rassegne nazionali ed
internazionali.
Il repertorio su cui si basa l’attività del coro attinge a tutti i periodi della musica
da quella antica fino alla moderna passando per quella rinascimentale, barocca,
romantica dedicando attenzione e studio anche al Canto Gregoriano.
Si ricordano monografie dedicate a G.P. da Palestrina, C. Monteverdi, G.
Carissimi, A. Scarlatti, J.A. Bruckner, J.G. Rheinberger oltre che alla
rappresentazione di grandi opere sacre di A. Vivaldi, di G.F. Händel, di G. Faurè,
di W.A. Mozart, di J. Haydn, di L.W. Beethoven, J.S. Bach, G. Rossini in
collaborazione con grandi orchestre e solisti affermati.
Con la supervisione del Gran Teatro La Fenice di Venezia è stato rappresentato
l’oratorio “Tutto in Lui”, dedicato alla vita di S. PIO X nelle sue ricorrenze e
l’opera “Passio Domini nostri Jesu Christi” di Mansueto Viezzer, ed è stato scelto
come compagine corale unitamente all’orchestra “I Cameristi del Gran Teatro La
Fenice” e a solisti di fama internazionale per la commemorazione ufficiale in
Bergamo del grande direttore Gianandrea Gavazzeni nel decennale della sua
morte, attraverso le note della Messa da Requiem di Mozart, e la Messa in Do M.
di Beethoven per commemorare, nel primo lustro dalla morte, la figura del
maestro Giuseppe Sinopoli. E’ stato protagonista, in collaborazione con
l’Orchestra dell‘”Accademia di San Giorgio di Venezia”, dell’esecuzione del
Requiem di Mozart, presso il teatro C. Goldoni di Venezia, in occasione della
chiusura delle celebrazioni per il 250° anniversario della nascita del compositore
austriaco.
Numerose le collaborazioni con Fondazioni e Programmazioni artistiche:
Fondazione Cassa di Risparmio PD e RO sotto il tema “Apparizioni Musicali”,
con la Scuola Grande di San Rocco di Venezia – Studium Cattolico Veneziano nel
tema “Musica e Spiritualità, con la città di Busto Arsizio nelle Rassegne di Musica
Organistica e Polifonica e con l’Associazione Musicale “Mons. Paolo Borroni”
nelle varie proposte artistiche, con l’Accademia Organistica Bolognese nel tema
“Un patrimonio da ascoltare”, con la Provincia di Padova nelle proposte musicali
“In Scena” e “Villeggiando”, con il Comune di Padova nella “Giornata
dell’Ascolto”, con la Fondazione G.E. Ghirardi per concerti in Villa Contarini a
Piazzola sul Brenta. Il coro può esibire anche una non trascurabile produzione
discografica.
L“ Orchestra Città di Piazzola sul Brenta” è formata da strumentisti
professionisti provenienti da diverse esperienze musicali, diplomati nei
conservatori musicali del Veneto. Si è esibita in diverse formazioni da camera fino
a raggiungere in questo periodo un organico sinfonico.
Il repertorio spazia principalmente attorno alla musica del periodo barocco e
romantico.
Paolo Piana ha iniziato giovanissimo lo studio del pianoforte dedicandosi
successivamente alla direzione e più tardi al canto con il maestro O. Gallo
con il quale ha conseguito il diploma. Ha frequentato numerosi corsi di
perfezionamento sul canto gregoriano a Cremona con i maestri L.
Agustoni, R. Fisher, A. Turco, N. Albarosa, J. B. Goschl, sulla “Musica
Antica” con i maestri G. Acciai, P. Righele, sulla “Musica Romantica” con
P. Neuman, sulla “Musica Contemporanea” con G. Graden, W. Pfaff, sullo
studio della voce con G. Mazzucato, S. Woodbury, C. Miatello, C. Puorto,
C. Högset, S. Kuret, di direzione corale e d’orchestra.
Ha collaborato con gruppi corali di fama. Direttore fin dalla fondazione del
“Coro Città di Piazzola sul Brenta” (PD), con il quale ha vinto numerosi
premi in concorsi e rassegne nazionali ed internazionali, è chiamato a
tenere seminari e corsi di tecnica vocale, e da alcuni anni tiene corsi per
cantanti presso il Conservatorio C. Pollini di Padova e di Schio in
collaborazione con l’ASAC Veneto. E’ docente di pianoforte presso
l’Istituto musicale “Fancelli-Boschello” di Mirano (VE) nonché organista
presso il Duomo di Piazzola sul Brenta. E’ membro della Commissione
Artistica dell’A.S.A.C. Veneto.
Associazione corale S. Cecilia – Coro Città di Piazzola Sul Brenta
Via Dante, 2 ‐ 35016 Piazzola Sul Brenta (PD) ‐ www.coro‐s‐cecilia.it

domenica 1 novembre 2009

Padre Silvano scrive agli amici di Curtarolo

Cari amici di Curtarolo,
la comunità di Mambasa composta dei padri Dino, Gauthier, Silvano e fratel Seraphin vuol essere presente al vostro incontro di questa sera e portarvi il suo saluto: un saluto che è segno di simpatia, di comunanza di sentimenti, e di ringraziamento.
Ci unisce il ricordo di padre Bernardo Longo di cui fra qualche giorno faremo memoria, ricordando la sua vita di sacerdote, di missionario, le se grandi qualità umane, il suo amore per Dio e la sua passione per la gente.

Anche per noi qui a Mambasa, soprattutto per i professori e gli alunni dell’Istituto Bernardo Longo, sarà un giorno speciale, caratterizzato dalla Messa solenne e da altre manifestazioni e, dal pranzo comunitario che la Scuola offre ai professori, alunni e amici! Oltre 750 persone!

Ma per voi, come per noi, il 3 novembre non è solo invito a guardare al passato. È soprattutto un invito forte a guardare al futuro, un richiamo a un obbligo di far continuare l’opera di padre Bernardo. E’ vero, la sua opera non è mai morta completamente. Ha conosciuto un momento di pausa dal 1964 al 1971. Poi è ripresa soprattutto nel suo aspetto di formazione dei giovani, attraverso le scuole professionali. Tutta la nostra regione è piena meccanici, muratori, falegnami formati nella Scuola iniziata dal Padre. Ma soprattutto il ricordo di padre Longo è vivissimo nella memoria di tutta la gente di Mambasa e di Nduye!

Come ben sapete, nel 1987, per varie ragioni la scuola professionale di Nduye si è trasferita a Mambasa ed è diventata l’Istituto Bernardo Longo che quest’anno avrà oltre 700 alunni. Nel frattempo l’albero si è sviluppato in maniera impressionante e dal suo tronco sono spuntati tanti rami: la scuola oggi ha la sezione Scientifica, Magistrale, Meccanica e forma anche, nelle sezioni professionali, dei meccanici, dei falegnami e dei sarti e nella sua succursale di Mayuano, anche degli agronomi. Da qualche giorno, per rispondere a varie e insistenti domande, abbiamo iniziato, nel pomeriggio e sempre nell’Istituto Bernardo Longo, una scuola artigianale (della durata di 2 anni) di taglio e cucito per ragazze-madri, handicappati, analfabeti. Ne parleremo presto sul blog di Mambasa: http://mambasa.blogspot.com.

Ma sappiamo che il vostro sguardo è rivolto a Nduye. Vi assicuriamo che anche noi abbiamo gli occhi puntati verso quella collina dove padre Bernardo ha vissuto, lavorato, pregato e ideato la sua grande opera E vogliamo che essa continui anche là dove è nata!
Certo non è facile in questo momento fare un programma. Anche noi, come ci ha insegnato padre Bernardo cerchiamo di capire i segni, di scrutare l’orizzonte per trovare la strada. Qualcosa è già stato fatto e continuiamo a fare.

Assicuriamo per quanto è possibile la Celebrazione eucaristica tutte le settimane, (domani sera, quando voi sarete riuniti a Curtarolo, padre Silvano sarà a Nduye). Visitiamo regolarmente le scuole e siamo vicini per trovare soluzioni ai vari problemi. Abbiamo fatto una pulizia radicale attorno alla missione; messo in valore il terreno seminando soja, mais, fagioli, anche per dare così del lavoro ai Pigmei. Adesso la missione è di nuovo viva, animata, pulita.
Nel frattempo, grazie al finanziamento del Credito Bergamasco e con la supervisione del Cesvi di Bergamo sono state ristrutturate, da una impresa di Bunia, le scuole elementari e quella che era la scuola Professionale che è diventata adesso una Scuola Agraria.
Abbiamo preso contatti con la Madre Generale delle Suore Servantes di Bunia che si detta d’accordo di inviare delle suore a Nduye nella casa che ha ospitato per anni le Suore Comboniane, appena saranno riunite due condizioni: la presenza di un sacerdote che assicuri l’assistenza religiosa delle Suore e la possibilità di poter viaggiare facilmente sulla strada che collega Nduye a Mambasa.
Abbiamo iniziato a fare i banchi nuovi per le varie scuole, e appena la strada sarà aperta li porteremo sul posto. Abbiamo sempre l’idea di ristrutturare la casa delle Suore, la casa dei padri e la Chiesa.
Ma finora abbiamo avuto due grossi ostacoli che ci hanno impedito di realizzare i nostri progetti: la strada e la mancanza di personale.
Proprio in questi giorni una Organizzazione non governativa (Handicap International) ha cominciato a riparare la strada. Speriamo di poter andare a Nduye, almeno a Natale, in macchina. Oggi si va solo in moto e se tutto va bene ci vogliono circa 4 ore per arrivarci e di solito ci aspetta al varco la pioggia.

Resterà il problema del personale. Ne parliamo continuamente con i nostri superiori. Noi abbiamo manifestato la nostra disponibilità a stabilirci a Nduye in maniera permanente, ma questo significherebbe sguarnire la missione di Mambasa o altre missioni già carenti in personale. Stiamo pensando di trovare anche provvisoriamente un sacerdote (anche diocesano o di un altro istituto) che accetti di vivere abitualmente sul posto e rendere così possibile alle Suore di andare a loro volta a stabilirsi a Nduye; e, da parte nostra, assicurare delle visite regolari e periodiche, della durata di qualche giorno, soprattutto per orientare le attività della scuola e della promozione umana dei Pigmei.

Non ci sentiamo di chiedere in forma decisa, senza una certa prudenza, degli aiuti, perché oggi non possiamo assicurarvi che, a lavori ultimati ci sarà una presenza stabile, garanzia di un lavoro serio e duraturo. Di comune accordo, qui in comunità, vorremmo però lanciare delle idee, per dare un orientamento e soprattutto una consistenza concreta ai vostri sforzi e al vostro desiderio di veder rinascere e rifiorire questa missione che vi è e ci è così cara.

Ecco quanto vi proponiamo:
-1 ) Dato che gli insegnanti non sono pagati, o lo sono in maniera insufficiente, e non possiamo praticamente chiedere nulla ai Pigmei e agli abitanti di Nduye, chiediamo un aiuto di circa 700 $ al mese.

-2) Proponiamo la costruzione di una cooperativa di allevamento di polli che sarà gestita dai ragazzi della Scuola Agraria appena cominciata. La costruzione costerà circa 4000 $. (Il dr. Giandomenico Drago presente al vostro incontro potrà parlarvi di questo progetto!, che potrebbe entrare nel grande Progetto Mambasa)

-3) Un aiuto per riabilitare la casa delle Suore, che è abbandonata da oltre 12 anni e che nel frattempo è stata “visitata” da soldati, bracconieri e gente che non ha risparmiato assolutamente nulla. E’ necessario rifare il tetto, riparare le stanze, e i locali in genere, riattivare con nuovi impianti l’adduzione e la distribuzione dell’acqua, rifare completamente i servizi sanitari e dotare la casa di un gruppo elettrogeno e della installazione elettrica. Prevediamo anche un alloggio per il sacerdote residente a Nduye . Pensiamo che il costo dei lavori e attrezzature si aggiri attorno ai 30,000 $.

Nonostante i dubbi, le perplessità, le incertezze del futuro, in comunità abbiamo pensato che questo terzo punto potrebbe essere una provocazione o un atto di fiducia cieca nella Provvidenza, una sfida che non può restare senza risposta da parte dell’ALTO! Nel caso che siate d’accordo potremmo iniziare i lavori in febbraio, quando senz’altro la strada sarà aperta e qui ci sarà la stagione secca.
E questo nostro gesto sarà in sintonia con lo spirito di Padre Longo che pensava prima di tutto agli altri, alle Suore e non avere nessun riguardo o pretesa per se stesso. In seguito potremmo pensare alla chiesa e alla casa dei Padri!
Cosa ne dite?

Ci scusiamo con voi di non poter essere più precisi, ma vi assicuriamo che non passa giorno senza che il tema Nduye-padre Longo non risuoni nelle nostre conversazioni. Vi assicuriamo che siamo in agguato per spiare e scoprire ogni possibilità di soluzione stabile, seria e duratura.

Ci resta una cosa; senz’altro la più importante: pregare il Signore di illuminarci e di darci i mezzi per realizzare la sua Opera. La Beata Teresa di Calcutta (Madre Teresa) diceva sempre: “Se Dio vuole un’opera, manderà anche le persone e gli aiuti necessari per realizzarla”!

Mambasa, 30.10.09