martedì 28 dicembre 2010

E diede alla Luce un figlio e lo chiamò Gesù...

Un piccolo messaggio per assicuravi che vi abbiamo pensato a Natale, il giorno del compleanno di Gesù. Non ci siamo fatti vivi, eccetto qualche telefonata breve, perché abbiamo un piccolo problema con internet!
Sono a Beni, dalle Suore Orantes, per cercare di contattare il nostro fornitore "SIGNIS" di Roma.
Un grazie a tutti coloro che ci hanno ricordato e hanno pregato per noi.
A Mambasa ho trovato tutti in forma: p. Dino, p. Richard. Dopo un breve scambio di saluti e notizie, sono partiti a Nduye (Dino) e a Epulu (Richard).Io sono rimasto a Mambasa per le 3 messe, durate complessivamente 8 ore! Quanto calore!!!
Ci siamo ritrovati, tutti felici, come gli Apostoli al ritorno dai loro "safari", la sera del 25! Avevamo anche un bel panettone, preso a Kampala!
Io sono arrivato con un "grande" regalo: Andrea Sala che dopo 7 anni passati in Mozambico, nella nostra missione di Gurué...adesso vuole cominciare una nuova esperienza a Mambasa.
Auguri!
Vi pensiamo sempre con riconoscenza e gioia!
Auguri!!!

lunedì 27 dicembre 2010

Un regalo di Natale

Eseguito bonifico ricavato mercatino di Natale 900 euro piu 185 euro genitori da scuola Umberto primo Pieve di Curtarolo pd per la scuola dei pigmei di Nduye
cordiali saluti Elena Pistorello



Questo è il testo telegrafico di una mail che ho appena ricevuto e che pubblichiamo con grande gioia.
Credo sia un bel "regalo di Natale", un esempio da imitare con tutte le possibili varianti.
Un esempio anche da pubblicizzare per il cosidetto "progetto Open Mission" che vorrebbe fare delle missioni di Mambasa e di Nduye, e di questo blog, un luogo di totale trasparenza.
N.d.R.

sabato 25 dicembre 2010

Il Natale 2010 alla missione di Mambasa

Cari lettori di questo blog oggi si fa presto a dare qualche notizia.

Stasera lo faccio in un attimo dicendo che, per ignoti motivi, oggi a Mambasa non funziona la connessione satellitare ad Internet.
Quindi Padre Silvano e Padre Dino per ora restano muti. Riprendendo il funzionamento sapremo tante cose ed avremo anche il piacere di qualche immagine.

Però c'è gente che ha parlato al telefono con loro, con il Congo. Gente che potrebbe raccontarci qualcosa più di quanto scrivo io ora.
Commentate per favore, aggiungete qualche tassello a questo scarno post.

Se poi altri volessero scrivere un pezzo o dire qualcosa di più esteso basta spedire un testo e qualche immagine alla mail di p.Nerio a Milano o a quella del sottoscritto, a Senigallia.

In breve tempo metteremo in rete quanto pervenuto.
Grazie, buonanotte ed un caro augurio a tutti

giovedì 23 dicembre 2010

Telefonare in Congo

Quest'oggi un nostro amico "Don Pedro" si è giustamente preoccupato di informarci, con un commento su questo blog, che "...p. Silvano ha telefonato (con il cellulare n. 00243.819175093) comunicandomi che aveva da poco varcato la frontiera del Congo e che il cellulare era ancora attivo, nonostante la sua prolungata assenza dal Congo."

Nella mia veste di "cattivo", o solo di "c-attivo" spero, vorrei cantare l'elogio del telefonino, anche quale controcanto alle molte tristi storie congolesi sul coltan .
Se penso a quando ero in Congo (vero p. Silvano, tu ti trovavi in Africa solo da un anno!), il mondo oggi, per quanto brutto, sporco e cattivo, almeno per i collegamenti, è migliorato alla grande.

Da tutta questa premessa discende una considerazione (forse solo informazione) che per chi si propone ambiziosamente di dare totale trasparenza ad entrate ed uscite per le oere delle missioni (Open Mission !) .

Chiamare quel cellulare dall'Italia, da un numero fisso della rete Telecom costa 1 Euro e 70 centesimi al minuto.
Da rete TIM, mobile 46 centesimi virgola 80 per chi chiama e 18 centesimi per p. Silvano che risponde.
Se invece usate un sistema VOIP tra i tanti, ad esempio VoipCheap pagherete solo 30 centesimi al minuto. Un po' meglio mi pare!

Se poi non avete nulla di urgete, impellente, indifferibile, e per fare un gradito saluto a padre Silvano, vi deciderete di usare Skype allora il costo della connessione sarà uguale a zero, o poco più. Se poi non avete nulla di urgente mandate una mail così p. Silvano potrà leggerla con calma invece di affannarsi a rispondervi in "tempo reale".

Tutto quello che risparmerte in telefonate (quando inutili o quasi) lo potrete versare sul conto corrente postale dei Dehoniani , n° 15103203
Intestato: Sacerdoti del Sacro Cuore – Via Andolfato 1 – Milano. Ricordate sempre la causale "per la Missione di Mambasa da parte di Pinco Pallino".

Buona notte, buon Natale e ...perdonatemi se non siete d'accordo.

martedì 21 dicembre 2010

Dov'è p. Silvano?

Carissimo ti confermo che p. Silvano è già Kampala. Penso si stia riposando: finalmente! (omissis) Nerio

un blog come questo servirebbe anche per comunicare
a tutti una notizia che circola tra poche persone!

lunedì 20 dicembre 2010

IN ATTESA DEL NATALE

Domenica scorsa, 12 dicembre, è stata una giornata particolare per la nostra Provincia Congolese dei padri Dehoniani: un diacono, padre Benvenuto Lyabwenda, è stato ordinato prete a Kisangani. Aveva fatto i suoi studi di teologia (quattro anni) in Brasile.

Dopo una breve sosta “familiare” andrà a iniziare il suo servizio sacerdotale a Basoko. Questo nome suscita in me tutto un mondo di ricordi, perché ho passato in questa missione, in riva al fiume Congo, i miei primi tredici anni di vita missionaria. Padre Silvano vi ha passato solo alcuni mesi: ma sono stati sufficienti per lasciare in lui un ricordo incancellabile. “Basoko è la missione più difficile che abbiamo”, è solito ripetere. Un solo particolare: il villaggio più lontano è a 200 km dal centro. Le strade, a quel tempo, “erano” più o meno praticabili. Oggi? non ne parliamo…

Chiesa di Basoko

Padre Riccardo è andato a Kisangani per partecipare all’ordinazione di questo confratello ed è tornato l’altro ieri, venerdì notte.

La strada gli ha riservato sgradita sorpresa: un camion, impantanato dentro ad una grossa buca, e incapace di uscire. Ha avuto a sua disposizione tre ore di tempo, per praticare la pazienza. Non gli ho chiesto quanti rosari ha recitato… La nostra magnifica strada, rimessa a nuovo dai cinesi, ce la siamo goduta solo per poco più di un anno. D’ora in poi, per viaggiare, sarà opportuno (e fra poco sarà indispensabile) viaggiare con piccone e badile…e tanta pazienza.

Padre Angelo Pedrazzi sulla torre di Basoko

Il Natale è ormai vicino. E lo si vede, anche qui a Mambasa; lo si sente. Non dalle illuminazioni notturne, né dai supermercati sfavillanti di réclams, né dai pacchi regalo che riempiono i carrelli degli acquisti natalizi. Di tutto questo, qui a Mambasa, nessun segno.

Oggi, alla fine della Messa, la lettura del programma delle attività parrocchiali era più lungo del solito: da domani fino alla veglia di Natale, confessioni a domicilio per malati ed anziani il mattino, confessioni per giovani e ragazzi la sera, confessioni per adulti, ritiri per gruppi parrocchiali, prove di canto per le corali, lavoro per tutti i cristiani per la pulizia della chiesa e dintorni, assemblea dei genitori dell’Istituto Bernardo Longo; e ,dopo Natale, quattro giorni di esercizi spirituali per i giovani del movimento carismatico… Ieri abbiamo fatto alcune ore di ritiro con gli insegnanti di Mambasa e alcune scuole vicine: un’ottantina di presenze. E poi, le Messe della veglia e del giorno di Natale…

Non “ci tocca” fare gli straordinari; ma li vogliamo fare facciamo e li facciamo volentieri, perché è un servizio che permette a tanta gente di riflettere un po’ sul senso della loro vita e di aprirsi un po’ di più all’amore di Dio. Sentirsi amati da un Dio, Padre e Fratello, dona al cuore una pace .

p. Dino

domenica 19 dicembre 2010

La S. Messa per l'anniversario di don Enzo

Come nei programmi di questi giorni per ricordare don Enzo Formiconi (domani saranno cinque anni che è "salito alla casa del Padre") p. Silvano ha celebrato la S. Messa alle ore 9.00 nella Parrocchia di S. Giuseppe Lavoratore (Cesanella di Senigallia).

Qui in questa chiesa d. Enzo, che ha abitato gli ultimi anni nella casa di Vanda in questo quartiere, ha vissuto la liturgia ed è stato in contatto con quanti lo hanno sempre stimato.
Per ricordare l'impegno missionario di d. Enzo padre Silvano ha recitato il Padre Nostro in lingua swahili.

Per ricordare l'occasione pubblichiamo un breve filmato, solo mezzo minuto, ripreso durante l'omelia.



All'uscita della chiesa sono stati distribuiti i volumi "Un prete per amico" che ricordano appunto la vita e l'opera del nostro amico.
Il ricavato sarà devoluto alla scuola della Missione di Mambasa.

Quanti fossero interessati ad una copia del libro potranno acquistarla direttamente nel sito www.ilmiolibro.it oppure richiederla,via mail, ad uno dei due indirizzi seguenti:

  • Paolo Formiconi – via Tagliamento, 2/A – I 60019 Senigallia (AN), tel. 071.7929694, e-mail: pformiconi@libero.it
  • Gianluigi Mazzufferi - strada del Cavallo 88 - I 60019 Senigallia (AN), tel. 071.7923218, e.mail: gianluigi.mazzufferi@tin.it

sabato 18 dicembre 2010

Presentato il libro su don Enzo Formiconi


E' riuscita molto bene, malgrado le condizioni atmosferiche non invitanti, la serata di presentazione del libro su don Enzo Formiconi.

I prossimi scritti su questo blog, oltre seguire il rientro di p. Silvano Ruaro in Africa, daranno ampio conto della serata, con una serie di podcast che consentiranno di seguire le varie relazioni e gli interventi che ci sono stati.

Per stasera basta un'occhiata alla foto della sala del Teatro Buon Pastore, a Senigallia che ha accolto amici e conoscenti qui convenuti.


Coloro che sono interessati ad una copia del libro possono acquistarla direttamente nel sito www.ilmiolibro.it

oppure richiedendola con una mail all’indirizzo:

· Paolo Formiconi – via Tagliamento, 2/A – I 60019 Senigallia (AN),
tel. 071.7929694, e-mail: pformiconi@libero.it

· Gianluigi Mazzufferi - strada del Cavallo 88 - I 60019 Senigallia (AN),
tel. 071.7923218, e.mail: gianluigi.mazzufferi@tin.it

E' arrivato padre Silvano

Certo con un po' di ritardo, ma il treno da Milano è arrivato a Senigallia, attraversando l'Italia coperta di neve e ghiaccio.

Padre Silvano in ottima forma, dopo una velocissima visita al Parroco della Chiesa del Portone, don Giancarlo Giuliani, ha pranzato in casa con noi.
Per la seconda volta si è ripetuto il "miracolo": ha ammansito i nipotini!

Ora è in camera a riposare in quanto fra un paio d'ore saremo al Teatro del Buon Pastore per la presentazione del libro.


Qui sopra la foto del nostro arrivo in casa, accolti dal fedele Charlie, cane africano.

venerdì 17 dicembre 2010

Che coraggio! Grazie!

Nevicava forte su Milano, oggi verso le 15!


Ma questo non ha impedito alla professoressa Cornelia Mangiagalli, dell'Istituto Mosé Bianchi di Monza di venire con quattro ragazzi, rappresentanti della IV e V B, a portarmi il ricavato di una lotteria che hanno fatto nel loro Istituto a favore dell'Istituto Bernardo Longo di Mambasa.

Erano felici e lo si vede nella foto.Un particolare: le due ragazze che inquadrano il gruppo, sono due gemelle nate in Brasile.
Non ho avuto molte parole. Mi sono sentito piccolo e impreparato. Scusatemi!
Ho promesso che questa somma (1.550 €) servirà a dare un piccolo premio di incoraggiamento
ai professori in occasione del Natale e del Capodanno!
Grazie, ragazzi!
Il vostro gesto ha riacceso speranza! E conservate a lungo il vostro sorriso!
Grazie anche a colei che ha lanciato questa iniziativa!
Buon Natale e Buon Anno!



Eccoli:

Lais, Cornelia,Claudio,Alice, Melissa

mercoledì 15 dicembre 2010

Il libro su don Enzo: presentazione sabato 18


C'è poco da dire e da scrivere.

I libri, freschi di stampa, sono arrivati. Nella fotografia vedete gli scatoloni sulla scala di casa di Paolo Formiconi. I libri sono pronti e anche se non sta a me dirlo, visto che sono tra quelli che si è impegnato per pubblicarlo, sembra riuscito davvero riuscito bene.



Ora non c'è che attivarsi subito affinchè i molti amici, ma anche i semplici conoscenti del caro don Enzo Formiconi possano averne una copia.


L'appuntamento per la presentazione, alla quale interverrà padre Silvano Ruaro (che proprio per questa occasione ha rinviato di un paio di giorni il rientro in Africa) è fissato per sabato 18 dicembre alle ore 16.30 al Teatro Buon Pastore, presso la Parrocchia del Portone, a Senigallia, in provincia di Ancona.
Il manifesto è qui sotto.

Dell'avvenimento ne abbiamo già dato notizia su questo blog, ma continueremo a parlare di don Enzo, del libro in quanto - continuando l'impegno che era stato del nostro grande amico - tutto quello che riusciremo a raccogliere come "contributi per il libro" sarà destinato alla scuola della Missione di Mambasa, alle borse di studio, alle costanti necessità di questo grande e significativo sforzo per l'educazione dei giovani africani.

Il PAM, la FAO e le potenzialità agricole del Congo

C’è una notizia sul blog di Mambasa molto bella.

P. Dino ci dice che è andato a vedere le scuole elementari di Mambasa. Ha visto con sorpresa che alle 12,30 si stava distribuendo un pasto agli insegnanti e agli alunni. Ha saputo che un organismo dell’ONU, il PAM (Programma Alimentare Mondiale) ha fornito viveri per gli alunni di tutte le scuole elementari del territorio di Mambasa: farina di mais, piselli e olio. Il direttore ha riferito a P. Dino che da quando si è iniziata questa operazione i bambini arrivano più puntuali a scuola e il loro rendimento è molto migliorato. E’ veramente una bella notizia e bisogna congratularsi con il PAM.

Ma c’è il pericolo che questa manna piovuta dal cielo illuda la popolazione e la renda pigra. Quando il programma del PAM sarà terminato ci saranno i prodotti locali nei campi della gente? Il pericolo è reale che la gente smetta di coltivare o anche solo lavori meno, dal momento che altri ci pensano. E allora dopo sarà la fame. Accanto a questo gesto di generosità bisogna incoraggiare la gente a coltivare bene e a coltivare molto. La terra c’è ed è anche fertile.
Un rapporto della FAO dice che in Congo ci sono 135 milioni di ha terreno coltivabile. Per ora solo il 10% di questa terre è coltivato.
Demograficamente il Congo è in piena espansione e quindi avrà bisogno di coltivare più e meglio per nutrire la sua gente. Sarebbe bellissimo se apprendessimo un giorno che i bambini delle scuole di questa grande e ricchissima nazione ricevono un pasto a scuola con prodotti locali. E’ possibile. Speriamo!

p. Nerio Broccardo

lunedì 13 dicembre 2010

Per ricordare...

Ieri, con la Messa delle ore 10, ho salutato la comunità parrocchiale nel paese - molto piccolo! - dove sono nato.

Monte Magré!
A molti di voi questo nome suona strano e non dice nulla.
Per me quante rievocazioni!
Ogni mattina, andando all'asilo ( allora si diceva così) o a scuola, a metà strada, avevo davanti a me questa visione.
Ieri ho voluto prendere una foto che mi ricordi avvenimenti e persone care.
Un grazie ai miei fratelli che hanno voluto condividere ancora una volta la gioia di una buona tavola.
Confermo la partenza per il 21 dicembre.
Padre Dino mi ha già fatto sapere che, a Natale, celebrerò la Santa Messa di mezzanotte a Mambasa!
Sarà proprio vero?
Faccio una certa difficoltà a pensarlo!
Già fin d'ora: Auguri!

sabato 11 dicembre 2010

QUANDO IL MANGIARE DIVENTA UN LUSSO

Da noi la cosa non farebbe certamente notizia, ma qui, a Mambasa, è ben diverso. Che i bambini possano avere all’interno della loro scuola un buon piatto di polenta e piselli, prima di arrivare all’incerto pasto serale (l’unico della giornata) consumato in casa, è una cosa da scrivere veramente a grandi lettere.

Quest’oggi, verso le 12h30, sono andato alla scuola elementare Binase, per vedere con i miei occhi la cosa e potervi mandare anche qualche foto. Certo, non bisogna guardare troppo per il sottile; né ci si deve scandalizzare se le condizioni igieniche lasciano un pochino a desiderare. L’importante è che i bambini hanno da mangiare e ce l’hanno tutti i giorni.

E’ poco più di una settimana che PAM (Programma Alimentare Mondiale) fornisce per tutte le scuole elementari di Mambasa, tramite l’ONG ADES, una importante quantità di cibo. Alla Scuola Binase quest’oggi, per preparare 1400 pasti (per bambini e maestri), si sono consumati 6 sacchi di farina di mais, un sacco di piselli, 8 litri di olio. Tutta roba importata…

Da quando abbiamo cominciato a distribuire il cibo - mi diceva il direttore Ngona i bambini vengono a scuola con più regolarità e il rendimento scolastico è migliore” - E come potrebbe darsi il contrario?- “Abbiamo però un problema: quello delle pignatte, con le quali preparare una tale quantità di cibo. Per ora ce la sbrogliamo in qualche modo, ma se la cosa continua dovremo certamente comperarcene, per avere un servizio sicuro e autonomo”.

Facciamo i nostri più calorosi auguri a questi bambini perché l’iniziativa non si dimostri un fuoco di paglia, ma che possa continuare e che diventi un primo concreto passo , nella rivalutazione dell’insegnamento. Questo nostro paese ne ha estremo bisogno.
Padre Dino


giovedì 9 dicembre 2010

Il "focarone" al Ciarnin

Stasera 9 dicembre, vigilia della festività della Beata Vergine di Loreto, abbiamo rinnovato, come tutti gli anni, la tradizione della nostra terra - le Marche - che vuole si accendano i cosiddetti " fuochi della venuta".

Secondo la leggenda la dimora di Maria di Nazaret sarebbe stata trasportata prodigiosamente dagli Angeli fino a Loreto.
Da questo fatto ebbe origine la scelta di papa Benedetto XV che dichiarò la Beata Vergine di Loreto "Patrona principale presso Dio di tutti gli aeronautici".



Noi dell'associazione "Aviatori Senigalliesi", amici di p. Silvano e delle missioni di Nduye e Mambasa, riuniti attorno al fuoco alla chiesa del Ciarnin, sotto il campanile sul quale risuonano le "campane degli aviatori", abbiamo così ricordato anche coloro che sono nel cuore dell'Africa. Lontani, ma vicini allo stesso tempo.

lunedì 6 dicembre 2010

Ricordi di gioventù

Sabato, 4 dicembre e domenica, 5 dicembre sono stato a Laorca, un sobborgo di Lecco dove ho esercitato il ministero sacerdotale per tre anni prima di partire per il Congo. A Laorca ho conosciuto Mons. Antonio Barone, nativo di quel paese, che è un grande benefattore della missione di Mambasa e di tante altre missioni.
Conservo ancora il calice che i giovani di Laorca mi hanno dato qualche giorno prima di partire per il Congo. Questo calice con la dedica :"Al caro padre Silvano, i giovani di Laorca. 30 gennaio 1970", mi ha accompagnato tutti questi anni. La partenza è avvenuta il 6 febbraio dello stesso anno. Ritornare a Laorca è sempre una bella emozione, evocatrice di tanti ricordi: la gente, le chiese, l'oratorio, le scalate, gli amici, il Coro Grigna...e tante persone che non ci sono più!

Ho rivisto con piacere una montagna-feticcio: la Medale. Uno strapiompo di oltre 400 metri, vera palestra di roccia, dove si allenavano tutti i migliori scalatori della regione: Riccardo Cassin, Walter Bonatti, Carlo Mauri, Luigi Airoldi... Una sera del luglio 1968, assieme a un caro amico, Bruno Lombardini, l'ho scalata anch'io. Arrampicata bella, emozionante. Non troppo impagnativa, a parte un "traverso" di oltre 15 metri, lassù in alto su una cengia stretta stretta.Ma tutto è andato bene. La gente di Laorca guardava con naso all'insù. Ma cosa non si faceva quando si avevano solo trent'anni!?

A Laorca ho ritrovato amici e soprese. Un ragazzo che allora aveva 14 anni e frequentava l'oratorio oggi è nonno!
Mi sono detto:"Silvano, sveglia! il tempo passa!"
A Laorca e nella Valsassina ho ritrovato la neve. Bella, ma noiosa soprattutto si deve viaggiare.
Ma prudentemente, in questi ultimi giorni della mia permanenza in Italia viaggerò in treno e in treno andrò a Senigallia il 18 dicembre per il don Enzo Formiconi-day!
Mi sto preparando !
* * *
Intanto: buona festa di sant'Ambrogio e buona festa dell'Immacolata!




- la Medale ( a sinistra)
- la neve a Laorca!

sabato 4 dicembre 2010

Oltre il ricordo - Un prete per amico


E' pronto “Oltre il ricordo - Un prete per amico”. Si tratta di un libro che vuol dare testimonianza della vita di don Enzo, attraverso il suo pensiero e le sue opere. Don Enzo Formiconi per anni ha insegnato nelle scuole delle missioni di Nduye e Mambasa, .

La presentazione avverrà sabato 18 dicembre 2010 alle ore 16,30 presso i locali della parrocchia del Portone di Senigallia (teatro – sala conferenze Buon Pastore).

All'iniziativa sarà presente padre Silvano Ruaro, che sta per rientrare in Congo.

Al termine della presentazione verrà distribuito il volume (circa 300 pagine con tante foto e documenti originali).

Il ricavato, dedotte le spese di stampa, sarà interamente devoluto alla Missione di Mambasa, alla scuola in particolare, per sostenere gli studenti universitari indigeni. Questo sarà il 5° anno della borsa di studio “don Enzo Formiconi".

Seguirà alle ore 18 la S. Messa nell’adiacente chiesa parrocchiale del Portone, durante la quale lo ricorderemo in occasione del 5º anniversario della sua morte ([1]).

Agli amici impossibilitati a partecipare, comunichiamo che sarà possibile ordinare il volume anche sul sito internet: www.ilmiolibro.it (dove saranno indicate le modalità di acquisto e spedizione per quanti non volessero chiederla a noi direttamente).

Successivamente la pubblicazione sarà anche consultabile on-line al nostro indirizzo web: www.mambasa.blogspot.com .


([1]) Per quanti sabato 18 p.v. fossero impossibilitati a partecipare alla S. Messa delle ore 18,00 si comunica che domenica 19 dicembre alle ore 9,00 ci sarà una liturgia commemorativa nella ricorrenza del 1º lustro della dipartita di don Enzo nella Chiesa parrocchiale di San Giuseppe Lavoratore alla Cesanella di Senigallia. Concelebreranno don Mario Camborata e Padre Silvano Ruaro e sarà ancora possibile ottenere una copia del volume.

giovedì 2 dicembre 2010

Solo un piccolo segno di vita


Per buona pace di tutti: sono vivo e corro...
I romani dicevano: "motus in fine velocior". (Alla fine della corsa il movimento si fa più rapido).
Si raccolgono le ultime forze per lo sprint finale...
Ho incontrato tante persone, dal Nord (Porlezza-Mezzocorona) al Sud (Roma), passando per il centro (Bologna).
Partirò con tanti bei ricordi: di celebrazioni eucaristiche (anniversari di matrimoni), di cene caratteristiche (polenta e osei), di conferenze impegnative (collegio universitario della Cattolica), e di incontri molto più riservati con persone che ti vogliono vedere almeno un quarto d'ora, corse affannate e sempre problematiche per trovare pezzi di ricambio di macchine e motori del...secolo scorso!
Ho paura di non poter tenere questo ritmo fino alla fine.
Ma arriverà anche il 21 dicembre.
Alle 6,35 partirò da Malpensa per Amsterdam e Kampala e sarò a Mambasa il 24 dicembre, verso mezzogiorno!
Ma prima ci saranno altri impegni e altri incontri alcuni molto importanti, (vedi la presentazione del libro su don Enzo Formiconi, il 18 dicembre, a Senigallia).

Scusate se non sarò sempre calmo e attento.
* * *
Intanto il tempo passa.
L'autunno è alle spalle.
Le giornate si fanno grigie. Piove e nevica.
Ma continuiamo.
Quando sarò a Milano mi farò vivo più spesso.
Se potete, fatevi vivi anche voi.
Saluti e...buon cammino verso il Natale!




- autunno
- visita a San Pietro: la Pietà di Michelangelo
- una cena fra amici di Mambasa (il 26 novembre a Monte Magré: 36 persone!)

mercoledì 1 dicembre 2010

Message du Clergé de Butembo-Beni

Message du Clergé de Butembo-Beni

« 1. Au moment de la campagne pour le référendum d’adoption de la Constitution, il avait été proclamé que le « Oui » l’emportait et marquait la fin de la guerre et le début d’une ère de paix et de sécurité pour tous. Le même objectif n’a cessé d’être officiellement affiché à l’occasion des grands événements qui ont marqué l’histoire récente de notre pays. Ce fut notamment le cas après les élections et plus récemment lors des célébrations relatives au Cinquantenaire de l’indépendance de la République Démocratique du Congo.

2. En dépit de ce slogan sécuritaire, et même si certains estiment que la situation du pays s’améliore chaque jour d’avantage, qualifiant les problèmes d’insécurité à l’Est de « résiduels », les populations de l’Est du pays restent soumises à un régime de terreur grandissante : insécurité, violences, tueries, viols et assassinats sont enregistrés chaque jour. A côté de la fréquence de coupeurs de routes, l’insécurité rencontre et poursuit les citoyens dans leurs domiciles, pourtant inviolables.

Abbé Christian Bakulene

3. Dénonçant cette situation, le Clergé du Diocèse de Butembo-Beni a rendu public, en date du 4 novembre 2009, un message intitulé « Ne fais à personne ce que tu n’aimerais pas subir ». Une année plus tard, le bilan est plus sombre. La situation s’empire dans les territoires de Beni et de Lubero ainsi que dans les Villes de Beni et de Butembo. Le changement des autorités urbaines est désormais une panacée rapide, mais visiblement, il semble que l’on a fait sauter les fusibles sans atteindre les causes profondes de cette situation.

4. Les enlèvements et disparitions de personnes, les assassinats, les pillages sur les routes (Beni-Kasindi, Butembo-Karuruma-Kasindi, Butembo-Goma, Butembo-Manguredjipa) affectent toutes les couches de la société:

Les jeunes : le cas de l’assassinat de Mr Pascal alias Mwana Zaire (étudiants), de Patrick Mundala (élève), de Mr Yakubu (taximan), … dans la ville de Butembo ;

L’élite intellectuelle : Le Dr Muliro Léandre assassiné à Beni, le journaliste Patient ;

Les commerçants, pères et mères de famille : à Butembo Mapendo de la Coopec LaSemence, Mokolo Diamant, à Beni Mr Sun City, le cas de Isale ;

Les paisibles paysans : sur l’axe Mbau-Oicha-Eringeti on compte 31 enlèvements, 32 morts pour les mois de Juillet, Août, Septembre, Octobre 2010.

Depuis juin dernier, dans la seule ville de Butembo et ses environs, 13 personnes ont été tuées par des hommes en mains armées dont certains en tenue militaires, d’autres en tenue portant la mention P.N.C, d’autres encore en tenue civile. Des bandes armées incontrôlées ont été aussi impliquées dans des tueries notamment à Kiragho (en ville de Butembo).

5. Dernièrement, en date du 8 novembre 2010, l’Abbé Christian MBUSA BAKULENE, curé de la Paroisse de Kanyabayonga a été crapuleusement et sauvagement assassiné à Kinyondo-Bulotwa alors qu’il revenait de services pastoraux. Deux jours plus tard, c’est un Minibus provenant de Butembo et en destination de Goma qui a été attaqué, entraînant la mort d’au moins neuf personnes et la blessure de nombreuses autres. Ces attaques contre les agents pastoraux, le clergé et d’autres civils ont sans doute pour but de semer la peur et la panique chez ceux qui sont la voix de sans voix et ainsi faire taire tout un peuple : « malheur à toi qui tues les prophètes. Leur sang crie jusqu’à moi. »

6. On ne peut manquer de relever que ces évènements surviennent au moment où s’exercent de nouvelles pressions d’introduction forcée de populations de Masisi dans le Territoire de Lubero , alors que le rapatriement dans leurs pays des réfugiés qui sont surtout au Sud-Ouest du Territoire depuis 1994 demeure toujours dans un cadre logique la priorité pour pouvoir ensuite accueillir et réinstaller les vrais congolais devenus des déplacés internes dans d’autres Territoires de la R D Congo. En plus des incendies systématiques des maisons connus déjà dans le Territoire de Lubero, l’acharnement contre les populations de Lubero et de Beni, ressemble fort à la mise en œuvre d’une politique de « terre brûlée » pour créer de l’espace pour d’autres. Elle constitue un « génocide » en gestation.

7. Face à cette situation, nous voulons exprimer notre profonde déception, notre vive protestation et appelons énergiquement nos autorités respectives à assumer pleinement leurs responsabilités. Dans un pays qui se veut un Etat de droit, où l’on prône la « tolérance zéro », il est anormal que les enquêtes judiciaires et criminelles n’aboutissement jamais sur des condamnations. Alors que les tracasseries administratives ou judiciaires accablent les citoyens pour des faits mineurs, les grands criminels bénéficient d’une totale impunité et, peut-être même, d’une protection sinon d’une complicité. Aussi nous adressons-nous :

Au Pouvoir central

8. Nous dénonçons cette sorte de complot contre les peuples du Nord-Kivu en général et du Grand-Nord du Nord-Kivu en particulier. Alors que les Pouvoirs publics se préoccupent des situations d’insécurité qui troublent les autres Provinces, comme ce fut le cas lors des opérations du BDK au Bas-Congo ou de la révolte des Enyélé à l’Equateur, nous regrettons de constater que pour le cas du Nord-Kivu, les autorités préfèrent se réfugier derrière une implication des populations locales pour justifier leur indifférence ou leur impuissance face à ce fléau. Une telle indifférence risque d’être interprétée par les populations victimes et meurtries comme une complicité de la part de ceux-là mêmes qui s’apprêtent encore à solliciter leur suffrage et qui ont le mandat de protéger la population et ses biens. Il est anormal d’entendre de la part de ceux-là qui ont mandat de faire régner l’ordre et la paix sur toute l’étendue du territoire national nous dire que l’insécurité au Nord-Kivu est affaire des populations locales. Quand bien même deux frères seraient entrain de se battre sur le territoire national, la mission des autorités politiques et administratives sera de les départager de gré ou de force afin de faire régner l’ordre et la paix sur le territoire. Dire (ou faire) autre chose serait faire preuve d’une irresponsabilité politique sinon d’une (vaine) tentative de faire accréditer une idéologie génocidaire.

9. Nous sollicitons un réel renforcement et une indépendance du pouvoir judiciaire congolais en dépit du slogan « tolérance zéro » et une pleine coopération avec la Cour pénale internationale pour lutter efficacement contre l’impunité persistante dans notre pays. Curieusement, alors que l’on semble faire endosser cette responsabilité aux populations locales, ce sont parfois des hommes en armes qui y sont impliqués. Qui ignore en effet que la gestion des armes relève de l’autorité publique ? Depuis trop longtemps, le peuple n’a cessé de réclamer un redéploiement des troupes, ici encore c’est l’indifférence des autorités compétentes. « Il est temps que vous abandonniez la voie suicidaire dans laquelle vous vous êtes engagés. Car vous ne pourrez jamais survivre à la mort de votre peuple. » (CEZ,Respectons la vie et la personne humaine, Message du 20 janvier 1996, § 14).

A Vous nos Elus des Territoires de Beni et de Lubero :

10. Q’il s’agisse de sénateurs, de députés nationaux et provinciaux, nous rappelons votre responsabilité de représentants et de défenseurs des intérêts nationaux et des intérêts de vos électeurs. Votre silence est coupable. Vous ressemblez à des bergers qui voient avec indifférence égorger les brebis de leurs troupeaux. Le peuple vous demandera des comptes dans un bref délai. Quel bilan dresserez-vous de votre législature ? Peut-on réaliser des chantiers magnifiques pour un peuple envoyé dans les tombes et les cimetières !

A la MONUSCO

11. La récente transformation de votre mandat en une mission de stabilisation du Congo conformément à la résolution 1925 du Conseil de sécurité du 28 mai 2010 avait pour but de renforcer la protection des civils et de leurs biens en vue d’une paix plus visible. Le peuple a bien l’impression que l’on se contente de changer les termes alors que la réalité de terrain reste inchangée. La Monusco assiste impuissamment et passivement à la détérioration de la situation sécuritaire à l’Est de la RDC. Par exemple, lors de l’assassinat de l’abbé Bakulene,la MONUSCO sollicitée, est restée passive et n’est pas intervenue.

A nos Chefs Coutumiers des Territoires de Beni et Lubero

12. Vous assumez une grande responsabilité dans la gestion des terres coutumières qui sont très convoitées. Si elles sont mal gérées, elles peuvent être source de conflit. Aussi, nous vous invitons à une gestion sage des terres qui, loin d’être personnelles, sont communautaires.

A l’Armée et à la Police Nationale

13. Votre mission est d’assurer la sécurité des personnes et de leurs biens. Il s’agit là certes d’une mission difficile, mais noble surtout à une époque où la souveraineté de notre pays est menacée. Curieusement, l’on constate que vous pillez, violez et tuez les innocents. Rappelez la recommandation de Jean-Baptiste aux militaires qui venaient se faire baptiser auprès de lui et qui lui demandaient : « Et nous, que devons faire ? » Il leur répondait : « Ne commettez ni extorsion, ni fraude envers personne, et contentez-vous de votre solde. » (Luc 3,14). Dieu vous dit cette parole à Caïn : « A chacun, je demanderai compte de la vie de son frère » (Gn 9, 5)

Aux agents pastoraux

14. Vous encadrez vos frères et sœurs dans des situations délicates, où l’évangile rencontre les contradictions et les persécutions du monde. « Contribuer à la formation du peuple, c’est l’aider à comprendre les enjeux de la démocratie, en particulier lors des élections politiques, afin que chacun dans son choix soit mieux éclairé sur le profil du dirigeant dont son quartier, son village, son groupement, sa zone, sa province et son pays ont besoin pour leur progrès et leur épanouissement culturel, social, économique, politique et moral. » (CEZ, Des dirigeants nouveaux pour le salut du peuple, Message du 21 février 1995, § 27). Nous vous invitons à un courage prophétique pour dénoncer les situations où l’homme, créé à l’image de Dieu, est opprimé. L’homme reste en effet, le route de l’Eglise (Jean-Paul II, Redemptor hominis 14) et la gloire de Dieu c’est l’homme vivant (Saint Irénée de Lyon). Votre combat pour Dieu doit être un combat pour l’homme.

Aux Fidèles et aux hommes de bonne volonté

15. Nous invitons tous les fidèles et tous les hommes de bonne volonté à la vigilance, à la dénonciation des malfaiteurs. Evitons la complicité avec ceux qui nous tuent sans arrêt même à vil prix (au prix de 5 dollars).

Conclusion

16. Dans cette situation d’oppression, restons fermes dans l’espérance chrétienne. Même si le mal et la mort semblent triompher, nous sommes sûrs que le bien et la vie prévaudront. Notre foi est en effet enracinée dans la victoire du Christ ressuscité sur les liens et les forces de la mort. Restons confiants au Christ qui nous dit : « Courage, j’ai vaincu le monde. » (Jn 16, 33).

17. Notre cri d’alarme est que cessent la violence et l’insécurité le plus vite possible -si possible aujourd’hui- Il y a déjà trop de morts et la souffrance provoquée par cette situation a dépassé toutes les limites du supportable.

« Nous voulons des dirigeants respectueux du peuple et soucieux de paix

Nous voulons la paix, et rien que la paix

Nous voulons la justice et rien que la justice

Oui à la paix et non à la guerre

Oui à la justice et non à l’impunité »

Que la Sainte Vierge Marie, Reine de la Paix,

Notre Dame du Saint Rosaire intercède pour nous !

Fait à Butembo, le 23 Novembre 2010

martedì 30 novembre 2010

Eppur non è la mela di Eva

Non sono assolutamente mele, non siamo nemmeno nel Paradiso Terrestre. L'albero di fianco a P. Silvano è una banale pianta di kaki.
I kaki (Dyospiros kaki) son detti anche "mele d'oriente", ma questa pianta che vedete cresce a Senigallia, nelle Marche, ai bordi del Mare Adriatico, laddove per l'ultima volta è stato visto P. Silvano Ruaro. Era il 17 novembre scorso.

Quel giorno prima di rientare a Milano, ne ha mangiato uno! Che fosse stregato? Però ha dato un normale cenno del suo arrivo in via Andolfato, ma non s'è più sentito.
Corrono molte voci su dove sia, cosa faccia e perchè taccia anco oggi il nostro Padre Superiore.

Ricchi premi a chi fornirà precise indicazioni purchè abbia la forza e le capacità disumane di scriverle qui, su questo terribile ed infido BLOG.
Coraggio, avanti!

venerdì 26 novembre 2010

QUATTRO PASSI ALL’ARIA APERTA

Oggi ero stanco di accogliere gente in ufficio. Ho approfittato di un momento in cui non c’era nessuno in attesa, per scappare via e rifugiarmi nella natura. Magnifica, qui a Mambasa.


Eccovi qualche foto.

Il deposito delle assi, che prima era in città, in una vecchia officina che scorticava il riso, ora è stato spostato vicino alla nostra falegnameria. Evidentemente abbiamo dovuto assicurare una protezione contro i ladri, divenuti sempre più numerosi e più sfrontati anche a Mambasa.



Le nostre api. Le avevamo dimenticate per troppo tempo. Una settimana fa’ sono andato a vederle e mi sono vergognato: la foresta aveva invaso tutto il prato e coperti tutti gli alveari. Il nostro Ubeling ha mandato un gruppo di pigmei per fare una prima, grossolana, pulizia. Nonostante la nostra incuria, ho trovato due alveari fortissimi. Purtroppo il nostro Bude ha dimenticato questo impegno che si era preso. Ti ricordi, Aldo? Sono tentato di andare a prendere io stesso il miele, che certamente è abbondante dentro alle arnie.





Lo chiamerei Annibale. Il nostro torello, arrivato solo da circa un anno nel nostro pascolo, si trova perfettamente a suo agio. E’ veramente beato tra le sue mucche. E i vitellini, nuova generazione, sono già due.








Piantagione di Jatrofa. Non è certamente un successo. Non posso vantarmi di mostrare a Giando (che tiene così tanto al jatrofa) questa foto, testimone di piante rachitiche e di terreno incolto.

Giando, riprendiamo da zero, o quasi. E riprendiamo con le zappe. Spero che fra qualche mese la nostra piantagione sarà completamente trasformata.


Un saluto amico a tutti da padre Dino

sabato 20 novembre 2010

Il nostro viaggiare (2)

Domenica, 14 novembre. Padre Riccardo ritorna da Wamba, dove si è recato per l’Assemblea Diocesana degli agenti pastorali. Al rientro, passa per Babonde, dove lo ha invitato padre Renzo Busana, contento di poter finalmente accogliere un confratello nella sua comunità. Babonde, infatti, come del resto quasi tutta la diocesi di Wamba, si trova isolata dal resto del mondo a causa delle strade divenute impossibili. Nel tratto fra Bayenga e Niania, padre Riccardo, che viaggia su una moto taxi, rischia di cadere lungo disteso in una pozzanghera di fango.


Il confratello mi racconta di un kumba-kumba il quale, qualche tempo prima, aveva perso la vita sullo stesso tratto di strada. Spingeva la sua bici e cercava di raggiungere i suoi amici che lo precedevano di qualche centinaia di metri. Il poveraccio è scivolato ed è caduto in un enorme buca piena di fango; la bici, stracarica della mercanzia più disparata, è caduta sopra di lui. Esausto com’era, non è riuscito a liberarsi ed è morto così, sommerso dal fango.

“Sommerso dal fango”… una immagine che evoca l’immensa sofferenza di tanta povera gente.


Ed ecco un altro piccolo episodio che illustra il nostro viaggiare.

Lunedì notte, arriva da Kisangani padre Paolo Slowik, un confratello polacco, parroco a Butembo. E’ rattristato nel costatare il degrado della strada, erosa dalle continue piogge e rovinata dai pesi massimi che la percorrono. Rimessa a nuovo dai cinesi e consegnata alle autorità congolesi il mese di marzo dello scorso anno, la strada è già irriconoscibile.

Arrivato ad Avakubi, dove sorgeva la prima missione della diocesi di Wamba, ora totalmente abbandonata e soffocata dalla foresta, il padre trova il ponte sull’Ituri interrotto per lavori di consolidamento.

Per passare dall’altra parte del fiume deve far salire la Land-Rober su uno dei barconi costruiti per questo scopo. La confusione è indescrivibile: tutti chiedono soldi, tutti gridano, tutti danno ordini …e il traffico rimane immobile. Una vera Babele. Quattro ore per traversare il fiume, con pedaggio di 60 $… E’ veramente desolante.

Quand’è che questo nostro paese comincerà a percorrere in modo risoluto la strada della dignità e della libertà?

P. Dino

giovedì 18 novembre 2010

Il nostro viaggiare




la neonata strada dell'Ituri

Un mese è trascorso velocissimo: la nostra Anna se n’è accorta quasi con angoscia solo gli ultimi giorni della sua permanenza qui a Mambasa. Cercava un pretesto per rinviare la data del rientro in Italia, ma la coscienza di non poter lasciare troppo tempo il suo collega e amico Giando da solo, nello studio veterinario di Schio ha prevalso.



la strada era nuova...



Anna era partita il 15 novembre, accompagnata dal fedele meccanico Wakunga. Ma, arrivati al km 38 i freni della Land-Cruiser si sono messi in sciopero. Impossibile continuare. Il secondo tentativo avviene alle tre del mattino seguente. L’emozione della partenza, repressa solo parzialmente, manifesta la passione con la quale ha seguito i suoi allevamenti durante questi giorni e soprattutto l’affezione alla comunità di Mambasa, nella quale si è sentita veramente a casa sua.


Partendo, lascia al bravo Dominique e amici l’eredità di 86 pulcini, nati proprio l’ultima notte passata a Mambasa.


p. Dino