lunedì 31 dicembre 2007

Un'idea per l'anno nuovo

Il post che segue doveva essere pubblicato venti giorni fa.

Senza spiegare il perché del ritardo scrivo questo appunto per sottolineare quanto mi sembra essenziale. La lettera sottostante è quella che ho inviato ad alcuni amici e che il giornale della Diocesi ha pubblicato, con l'intento di raggiungere ancor più persone.

La finalità dello scritto spero sia abbastanza chiara, almeno lo era nei miei intendimenti. Far si che per un anniversario (o in altre occasioni significative) gli amici più distratti abbiano a concentarsi un attimo su questa opportunità: dare un segno concreto di solidarietà, con un gesto di amicizia, verso la missione di Mambasa e di Nduye.

Perché non provate anche voi, amici tutti di Padre Silvano?

Agli amici di Don Enzo Formiconi,

specie in questo periodo, ricordando il prossimo anniversario della sua dipartita, mi sembra opportuno che uno di noi scriva materialmente qualche riga. Lo faccio come magari altri hanno già pensato di fare.

Tra i tanti ricordi che ci fanno sentire Don Enzo vicino anche ora, forse uno in particolare resta sempre di costante attualità. Per una lunga ed intensa esperienza vissuta assieme, cari amici tutti, mi sembra opportuno fare cenno a quella missione che ben conoscete, anche se si trova lontano, nel cuore dell’Africa. Quanti incontri, quante esperienze di vita, quante lettere e quante fotografie! Don Enzo ha vissuto pienamente l’esperienza per diversi anni, offrendo sempre un impegno generoso e motivato, tanto che non solo i suoi allievi, ma anche solo chi ha frequentato quei luoghi, ancor oggi lo ricordano. In Africa, un po’ come ha sempre saputo fare in tutte le esperienze di vita, si è impegnato ed ha offerto, generosamente, il massimo di se stesso.

Quindi oggi non faccio un grande sforzo d’immaginazione se penso che le notizie, ed anche le immagini, che oramai fluiscono con una certa regolarità, dalla foresta dell’Ituri che si trova all’equatore, qui da noi grazie ad Internet, l’avrebbero spinto, ancora con maggior entusiasmo, a ricordarci la testimonianza costante dei nostri missionari. In particolare quella di Padre Silvano Ruaro che da allora, dall’inizio degli anni ’70, continua a tutt’oggi oggi l’opera di Padre Longo, sempre con rinnovate energie.

Un ricordo particolare: quasi quarant’anni fa quando giovani e carichi d’entusiasmo eravamo appena giunti in Africa, alla missione di Nduye, la posta ci veniva recapitata se non c’erano intoppi una volta ogni 15 giorni. Quindi solo ogni due settimane la potevamo anche spedire. Adesso grazie al satellite e ad Internet sentiamo e vediamo il nostro “grande” Padre Silvano (“grande” anche perché ha compiuto da poco settant’anni, di cui oltre la metà trascorsi in Africa!) tutti i giorni. Lo possiamo vedere all’opera assieme a centinaia di ragazzi delle scuole, ai meccanici, agli agricoltori, ai catechisti ed ai suoi confratelli, sempre impegnati ed attivi come in quei tempi lontani.

Ai nostri tempi basta un clik sul computer www.mambasa.blogspot.com per varcare una barriera di oltre seimila chilometri. Così possiamo constatare come tutti i giorni le sue preoccupazioni siano molto più concrete delle nostre e come il difficile lavoro e la costante testimonianza cristiana diano quei frutti che spesso, qui nei nostri ambienti, nemmeno siamo in grado d’immaginare.

Da poco sappiamo che i padri dehoniani, e lui padre Silvano in prima persona, sono stati di nuovo chiamati dal Vescovo ad operare nella storica missione di Nduye, dopo venti anni esatti del tentativo di gestione da parte del clero indigeno. Nduye è la missione forse più nota; fondata da Padre Bernardo Longo, che fu uomo semplice, ma di grande fede ed ingegno e che venne trucidato dai ribelli, nel 1964.

Mi chiedo e vi chiedo, a voi tutti cari amici di Don Enzo ed ai lettori di Voce Misena, noi che si fa?

Si resta inerti oppure, come avveniva quando c’era don Enzo, possiamo impegnarci un poco?

Di recente Padre Silvano alla fine di un resoconto su una vicenda difficile, apparso sul blog, ha scritto: ” Mi fermo qui: andare più avanti aumenterebbe il mio disagio.” Poi, citando una frase di Kahlil Gibran, il famoso poeta libanese, ha terminato dicendo: “E’ bene dare quando ci chiedono, ma meglio è comprendere e dare quando niente ci viene chiesto”. Più chiaro di cosi…

Collegatevi ad Internet, al blog della missione, non solo per prendere nota su come fare un piccolo versamento di aiuto, su come donare una borsa di studio o qualche sacco di riso per la semina. Collegatevi di frequente per aggiornarvi sulla vita della missione e magari anche per scrivere due righe di commento. Bastano poche parole, un cenno di saluto per dare la carica a Padre Silvano ed ai suoi. Quindi avvicinatevi a questo benedetto computer, magari a quello di vostro figlio, di un amico (o della parrocchia per chi non lo avesse in casa) e visitate questo blog, appunto come si dice clikkando su: www.mambasa.blogspot.com

Grazie a tutti.

Gianluigi


Nota sul filmato

Per la prima volta su questo blog inseriamo un brevissimo filmato. Presto ne seguiranno altri.

Queste immagini risalgono al 1990. Vedrete, appena all'inizio e poi alla fine, Don Enzo Formiconi. Le riprese iniziano a Mambasa e poi ci si sposta a Nduye. Un caso?! Come avviene in questo tempo, quando i nostri missionari, di nuovo chiamati dal Vescovo, sono ritornati a Nduye.


martedì 25 dicembre 2007

da Padre Dino, il giorno di Natale

Carissimi amici,

pace e bene a voi e a tutti i vostri cari.

Rischiavo di non trovare il tempo per mandarvi un pensiero amico e un saluto fraterno in occasione di questa bellissima festa del Santo Natale. Purtroppo, per troppa gente, nel Natale, di « Santo » rimane ben poco: in esso c'é posto per tutto tranne che per il Signore e la sua discreta e sconvolgente offerta di comunione. In questi giorni mi sono trovato spesso a meditare e a stupirmi del fatto che questo Bambino che adoro nel presepio di Natale é il segno di un Dio che mi cerca , che mi desidera, che vuole trovarmi, che ci tiene a stare con me, ad essere in mia compagnia, ad avere la mia amicizia. Ma che cosa c'é in me che suscita tanto interesse da parte di Dio ?

In questi giorni di preparazione al Natale ho passato tante ore a sentire le confessioni dei nostri cristiani : file di gente che non finivano mai. Probabilmente anche perché non avevano da fare la fila al supermercato... Gente quasi sempre semplice, povera, ignorante ; sconosciuta, senza pretese. Accanto ad essa sentivo il fascino segreto della semplicità e della povertà. Una sorta di compassione e di tenerezza quasi spontanee, che mi faceva pensare a quello che una mamma sente per il suo bambino debole e bisognoso di tutto ; e soprattutto a quello che il nostro Dio sente per tutti i poveri del mondo, per ognuno di noi.

Ma capita tutti i giorni di essere a contatto anche con gente piuttosto rustica, fannullona, piena di spirito di inganno e di profitto, pretenziosa , incapace di un gesto di gratuità. Gente di fronte alla quale viene spontaneo dire : « Un aiuto non se lo merita . Lasciamo che vada per la sua strada». Ma poi mi dico : e se Dio avesse lasciato me andare per la mia strada ; accecato dal mio orgoglio e sviato dal mio egoismo ?... Mi pare che questo Dio del Natale, che viene a salvare un mondo cattivo, perduto, disperato, ci inviti a lavorare per gli altri anche quando forse « non se lo meritano » e a cercare di fare del bene anche « a fondo perduto ». A volte mi si chiede perché rimango qui, a lavorare con cosi' pochi risultati. La risposta è da cercare nel senso profondo del Santo Natale. Ve lo auguro Buono e Ricco della Presenza del Dio con noi.

Un caro saluto a tutti e una preghiera, di cuore.

P. Dino

domenica 23 dicembre 2007

Auguri: che sia Natale!


Carissimo,

siamo alla vigilia di Natale e, se aspetto ancora, rischio di mandarti gli auguri per Pasqua.
Se mi segui sai che in questi giorni sono stato attaccato dalla malaria; ma non me ne faccio una “malattia”?!. Piuttosto una ragione di più per essere breve e semplice. Scusa se sono povero e vuoto. Ma mi consolo: anche se incredibile la storia del Natale è estremamente semplice e fragile: un niente la deturpa e la sfigura.

E’ successo questo:

Dio stanco di essere frainteso, giudicato male, scambiato per un tiranno, viene di persona sulla terra. Si fa uomo. Ma non scherza: non un uomo privilegiato, ma un bambino che nasce nel seno di una bambina, in una stalla... perchè nessuno lo vuole!
Stupore, perplessità, dubbio, rifiuto.
Maria: “come è possibile?”
L’angelo a Giuseppe. “non temere...”
Giovanni: “Sei tu colui che deve venire...O ne dobbiamo aspettare un altro?”
I sacerdoti del tempio neppure si muovono.

Erode lo cerca, ma per ucciderlo.

I poveri, i pastori...lo accolgono.

Dio è :

Dio è un neonato con gli occhi socchiusi che Maria stringe per scaldarlo e per allattarlo.
Dio è un piccolo e un debole che ha bisogno di tutto.
Dio è un mite che non uccide i malvagi, ma cede alla loro prepotenza...

Se Dio è così:

Se questo bambino è Dio,
significa che Dio ci ama davvero: “per noi uomini e per la nostra salvezza, discese dal cielo!”
che è mite, paziente,
che non è un giustiziere
che ha bisogno di noi, come ha avuto bisogno di Maria e di Giuseppe,
che abita dove c’è fragilità, esclusione, povertà, che non ha paura delle stalle (materiali...e morali)

Proposta da...portare avanti:

In questi giorni penso: se fossi Papa cambierei la data del Natale del Signore.
Il 25 dicembre ormai è pieno di virus...
Il mondo sarebbero spiazzato, smarrito, scandalizzato.
Ma non voleva forse questo, Gesù, il bambino di Bethlemme?

Auguri

Auguri a tutti: nominarvi è impossibile: lascio scorrere i vstri volti davanti a me.
Un augurio, un sorriso, un grazie, una preghiera per te che leggi.

Dio ti ama”...allora di che aver paura? Per questo Natale è sorgente di pace e di gioia!

Ricordati anche tu di me.
Un abbraccio
p. Silvano

mercoledì 19 dicembre 2007

Nel ricordo – riconoscente - di don Enzo


Per gli amici del blog di Mambasa don Enzo Formiconi non è uno sconosciuto.
Ne parlo nel breve racconto "Padre Longo e la sua opera" e anche in "Chi siamo".

Il suo ricordo e la sua opera sono intimamente legati alla persona del dott. Gianluigi Mazzufferi, il cui contributo ci è veramente prezioso.

Domani ricorre il secondo anniversario della sua “partenza”... verso la casa del Padre. Ricordo solo alcune date importanti della sua vita. Lui stesso diceva spesso che l’esperienza africana era stata fondamentale nella sua vita.
Finché ha potuto si è sempre tenuto in contatto epistolare con noi, ripetendo ogni volta il suo apprezzamento per l’opera di formazione della scuola, sostenendola in vari modi e coinvolgendo anche i suoi amici.

- Settembre 1971 – Luglio 1974 : a Nduye come professore nell’Istituto Professionale e nel Liceo Mavuno (che significa Mietitura/Raccolto).

- Dicembre 1991 – 1993: Professore all’Istituto Bernardo Longo a Mambasa.

Chi era?
Per i familiari, un riferimento
per molti, una guida
per tanti, un amico
per tutti, un fratello
per noi, una presenza fedele e operante!

Piccolo messaggio
- ai suoi cari (tramite il nipote Paolo): lo ricorderò e vi ricorderò domani, celebrando la santa Messa per lui e per voi;
- ai suoi amici: sono in comunione con voi, vi ricordo, vi ringrazio e soprattutto vi auguro di non dimenticare il suo esempio, le sue parole e il suo messaggio.

Grazie, don Enzo per quello che sei stato e per quello che ci hai donato!

lunedì 17 dicembre 2007

Istruzioni pratiche: come aiutarci

Questa notte abbiamo effettuato alcuni aggiornamenti circa le modalità per i versamenti di aiuti e contribuzioni alle missioni di Mambasa e di Nduye, usando il conto corrente bancario dei Sacerdoti del Sacro Cuore, a Milano.
Resta invariato il numero del conto corrente postale.
Sulla schermata del blog, in alto a sinistra, tutto è spiegato alla voce."Come aiutarci".
Per praticità d'uso riportiamo le indicazioni nel post sottostante.

1) CREDITO BERGAMASCO – Agenzia n. 81 Viale Monza, 343 20126 MILANO

Indirizzo SWIFT: CREBIT21081

b) Codice IBAN:

b.1 Per bonifici in € (Euro):

IT 26 D 03336 01601 000000005011

b.2 Per bonifici in USD (dollari USA):

IT 37 H 03336 01601 USD508143007

c) Intestazione del conto bancario:

Provincia Italiana Settentrionale dei Sacerdoti del S. Cuore



2) Conto Corrente Postale: N° 15103203
Intestato: Sacerdoti del Sacro Cuore – Via Andolfato 1 – Milano



L'importante è indicare sempre e chiaramente la causale. Ad esempio potrebbe essere "Per P. Silvano-Mambasa e Nduye". Inoltre specificare sempre chiaramente nome e recapiti dell'offerente. Ciò per consentire poi almeno un cenno di ricevuta.

Ovviamente è sempre utile comunicare quanto fatto "in tempo reale" a padre Silvano, scrivendo alla seguente mail: ruarosilva@yahoo.fr

sabato 15 dicembre 2007

novena di Natale

Carissimi,
...decisamente questo sarà un Natale diverso. Dopo la mia nomina a Ispettore delle scuole del territorio di Mambasa ...non è più come prima.
Lo diceva anche il nostro ex-presidente: "Plus rien ne sera comme avant" (niente sarà più come prima).
Le emozioni, le preoccupazioni...i progetti si accavallano; ma su tutto domina un senso di tristezza, di impotenza...
Nel mio peregrinare ho incontrato delle situazioni strane, inimmaginabili, come questa scuola.
Non è un montaggio o una foto "preparata"...giudicate voi.

Anche sul piano del personale, cose da non credere: scuole cattoliche con un Testimone di Jeova come direttore, un'altra con un direttore Kimbanguista...
Che fare? Non lo so proprio...

Ma ci sono anche cose belle: due giorni fa sono andato a Mayuano e come vedete la scuola Albino M. (un istituto agroforestale) sta facendo gli ultimi ritocchi. Lunedì, dopo il lavoro dei muratori e dei falegnami, sarà il turno dei pittori...A Natale sarà pronta ad accogliere...Gesù.
Un'altra bella notizia fresca fresca (di oggi!). Da Kinshasa mi hanno comunicato che i nostri 10 alunni finalisti che hanno fatto gli esami di Stato: 5 in Pedagogia Normale (che corrisponde alle nostre Magistrali) e 5 in Matematica-Fisica (che corrisponde al nostro liceo scientifico) sono stati tutti promossi. Cosa eccezionale se tenete presente che sul piano nazionale solo il 30% è stato promosso...

Quindi...lo dico a voi e soprattutto a me: coraggio, se ce la mettiamo tutta...possiamo uscire da quelle catapecchie e fare un...mondo più bello.
Buon cammino verso il Natale.

lunedì 10 dicembre 2007

I 15 lustri di padre Angelo



11.12.1932 - 11.12.2007!
Non ho voluto tenere per me questa notizia: padre Angelo domani, 11.12, ricorda il giorno della sua nascita. Il calcolo in anni è presto fatto. Ma preferisco farlo in lustri: il 15 che ne risulta profuma di giovinezza, di entusiasmo, di vitalità, di generosità.
E' così che lo penso sempre. E per chi non lo sa, Mambasa ha un posto speciale nel suo spirito e penso anche nelle sue preghiere, da quando è venuto qui nel gennaio del 2002. A dire il vero, non so se per coincidenza o causalità, durante il suo soggiorno in Congo e dopo sono successe cosa dell'altro mondo: è stato coinvolto in un naufragio fra Kisangani e Basoko sul fiume Congo; subito dopo la sua partenza il vulcano Nyragongo è entrato in eruzione e ha in parte sommerso Goma, e qualche mese più tardi è iniziato il finimondo: guerra, esodo, migliaia di rifugiati...
Che sia un presagio? "dopo di me..."
Comunque,domani, assieme a una preghiera speciale per lui, davanti alla Madonnina, anche un augurio sincero: che i lustri siano ancora tanti...e sempre smaglianti.
Auguri, padre Angelo ...e grazie!
...la comunità di Mambasa

domenica 9 dicembre 2007

la parola a padre Dino

Carissimi amici,
é passato ormai un mese da quando Monsignor Kataka Janvier, Vescovo di Wamba, é venuto qui a Mambasa. La visita aveva un duplice scopo : aprire ufficialmente l’ispettorato delle scuole cattoliche di Mambasa, con p. Silvano come ispettore responsabile e, in secondo luogo, presentare il sottoscritto ai nostri cristianidi Mambasa come loro parroco. Padre Silvano vi ha già parlato della sua nomina e anche delle preoccupazioni e grattacapi che questa gli procura. E’ una nuova responsabilità e una nuova sfida, che egli affronta con la consueta forza e passione e, cosa inevitabile quando c’é amore e passione, anche con sofferenza.
La presentazione del nuovo parroco é avvenuta domenica, 11 novembre, ad Avakubi, una vasta e simpatica spianata, ombreggiata da numerose palme, con al centro un altare, coperto da una tettoia di ondulati trasparenti. C’erano almeno duemila cristiani. Prima dell’offertorio, il Vescovo mi ha messo fra le mani una grossa chiave : essa mi ha fatto pensare a Colui che é si definito la « porta dell’ovile » e che era al tempo stesso pastore delle pecore. Io sono chiamato a rappresentarlo, qui a Mambasa. E poi mi ha messo sulle spalle la stola, simbolo del servizio pastorale del parroco. Stola come « grembiule » : il servizio appunto. Spontaneamente mi sono sentito prendere da una certa paura e ansia. Ma subito ho pensato che questo servizio che il Signore mi affida é soprattutto un dono suo : poter servire Dio nei fratelli é proprio un dono, occasione e mezzo di crescita per me e per gli altri.
La settimana seguente, dal 14 al 16 abbiamo fatto qui a Mambasa una riunione di tutti i catechisti della nostra parrocchia e anche della parrocchia di Nduye. Un’ottantina di catechisti e catechiste sono venuti da vicino e da lontano (i villaggi più distanti sono ad oltre cento km da Mambasa). Lo scopo era quello di aprire l’anno di catecumenato con un momento forte che potesse motivarli di più in questo servizio ecclesiale che é stato loro affidato ; e poi contribuire anche alla loro formazione. Il servizio del catechista é particolarmente importante per i nostri cristiani, soprattutto nei villaggi sperduti in mezzo alla foresta , dove egli é chiamato non solo a fare il catechismo ai catecumeni, bambini e adulti, ma anche ad animare tutta la vita cristiana della comunità. Ma dobbiamo dire che tre giorni di formazione sono insufficienti, soprattutto quando tocchiamo con mano il loro grado di preparazione : veramente troppo approssimativa e troppo lacunosa. E’ non c’é da meravigliarsi, perché la maggioranza di loro non ha seguito che pochi giorni di preparazione prima di cominciare il loro servizio di catechista. A conclusione di questi tre giorni ci siamo riproposti di lavorare di più in questo settore, organizzando degli incontri più regolari e più prolungati. Molti catechisti li desiderano e loro per primi ne sentono il bisogno.
In questi giorni abbiamo poi proceduto a rinnovare i vari servizi ecclesiali esistenti nelle comunità di base del centro e abbiamo eletto il nuovo consiglio pastorale parrocchiale. Devo dire che c’é nei nostri cristiani molta disponibilità ad assumere dei servizi nella parrocchia. E’ raro che uno dica di no. Ad essere sinceri, alle volte non é assente un certo orgoglio o desiderio di apparire, al quale manca poi una adeguata volontà di impegno fattivo. Ma in altri si nota un vero amore di chiesa e un desiderio sincero di impegnarsi per gli altri. Prendiamo i nostri cristiani cosi’ come sono (del resto anche loro, e soprattutto il Buon Dio, devono accettare noi preti cosi’ come siamo, con le nostre debolezze e le nostre miserie) : insieme cercheremo di costruire la chiesa di Dio, con il desiderio e la volontà che sia e diventi sempre più una comunità di fratelli e di sorelle e un segno di speranza offerto a tutti.
P. Dino

giovedì 6 dicembre 2007

BADENGAIDO 1: "segno di speranza"


Forse qualcuno, fra poco smetterà di aprire il blog. O forse io...smetterò di scrivere.
Purtroppo, tristi o gioiosi, non so nascondere i sentimenti... e, in questo momento, sono abbastanza di tinta scura.
Vi dicevo che il Vescovo, il 9 novembre, giorno del mio compleanno mi aveva fatto un regalo impegnativo; avrei dovuto mettere “pesante” o addirittura “angosciante”.
Sto visitando le scuole...Prima le osservavo dalla strada, di corsa, scuotendo la testa... Oggi ci devo entrare e trovo dappertutto problemi.
Ieri sono stato a BADENGAIDO: 270 km fra andata e ritorno, con diverse soste in piccoli villaggi. Sono tornato cotto, alle 19; mi sono messo subito sul letto, vestito...mi ha svegliato padre Angelo alle 22,30...
A Badengaido ci sono due realtà: un segno di speranza. In questo messaggio vi parlo di questo. La gente, aiutata da una parrocchia di Marina Franca, ha costruito un edificio con 3 aule: mancano ancora le porte, le fineste, gli intonaci, i pavimenti...ma la struttura c’è...La gente ha fatto i mattoni e si è presa carico dei muratori che hanno costruito la scuola...
E’ un segno di speranza, ma incompleto.
So che sto martellando...ma non quanto la pubblicità del Natale...
Ogni volta che apro Internet (Yahoo francese) ho uno scatto di stizza...
Sul display appare a intermittenza questa frase: NOEL FURIEUSEMENT (Natale furiosamente)....e giù pubblicità, flora e fauna: alberi, renne, babbi-natale ... che reclamizzano ogni sorte di prodotto.
Gesù, i poveri... Il messaggio di amore e di pace per tutti...Cosa? Mai sentiti!
...meglio non pensarci!
E se facessimo veramente un Natale furioso,
a controcorrente?

BADENGAIDO 2. " Mti ya mbali"


Ma a Badengaido c’è ancora tanto da fare.
A fianco della scuola precedente, non ancora finita del resto, ci sono questi altri ruderi che hanno la pretesa di chiamarsi “scuole”...
Sono entrato in una di queste, solo, mi sono seduto su un pezzo di legno, che serve da banco...Ho sentito una profonda tristezza, la mia impotenza, un sentimento che confinava con lo scoraggiamento.
Fuori la gente, mi aspettava. Un momento di silenzio imbarazzante.
Il capo ha preso la parola: “Padre, non so se stanotte dormirò...Sono talmente riempito di gioia vedendo lei fra noi. Quando veniamo a Mambasa per le riunioni siano accolti alla missione e ammiriamo le scuole. Faccia qualcosa anche per noi. Noi diciamo : Mti ya mbali hawezi kuiua nyoka (un bastone che è lontano da te non può uccidere il serpente)...Voleva dire: prima eri lontano e non potevi aiutarci, adesso sei vicino e ci puoi aiutare ...”
Avrei voluto dire: vi aiuterò...Ma avevo paura di ingannarli.
Mi sembrava più giusto dire: “con l’aiuto di Dio farò tutto quello che potrò”.
E ho detto questo.

BADENGAIDO 3: Emmanuel



Emmanuel...
Se ieri sono tornato a casa stanco e sconvolto da Badengaido non era solo a causa delle scuole.
Da cinque anni ormai aiutiamo Emmanuel, un uomo che è arrivato qui durante la guerra del 2002. Aveva un grosso buco in testa, parlava a stento, cercando con difficoltà le parole, si trascinava sorretto da un bastone, le braccia anchilosate. Ero riuscito a capire che era stato picchiato selvaggiamente dai soldati che avevano ucciso sua moglie davanti a lui perché rifiutava le loro avances...
Vive qui vicino a noi nella casa dei poveri...
Spesso mi diceva che aveva lasciato a Badengaido due figli e che voleva andare a prenderli.
Pensavo farneticasse...e lo consolavo dicedongli che saremmo andati assieme a vederli, quando le strade ce lo avrebbero permesso.
Ieri dopo aver concluso la visita alle scuole...ho chiesto se avevano conosciuto Emmanuel
Tutti lo conoscevano: era molto stimato perché aveva studiato molto e faceva da segretario a tutti coloro che avevano bisogno di scrivere una lettera...
Già un prima forte emozione...Oggi non potrebbe neppure tenere in mano una penna.
Sapendo di essere sulla pista buona, ho chiesto dei figli.
Poco dopo è arrivato il suocero , il cognato e il piccolo Charles. Mi hanno detto che la bambina, Anjakomeli era per il momento assente...
Un momento di commozione vedendo il bambino che non ha conosciuto il papà perchè quando sono successi i fatti era appena nato e che non può assolutamente immaginare come è ridotto.
Ma anche un momento di stupore, di stizza, quando il suocero et il cognato mi hanno detto che Emmanuel deve finire di pagare la dote...
Non credevo alle mie orecchie: meno male che Emmanuel non era presente!
Ho fatto una foto che ho già mostrato a lui.
Due lacrimoni senza parole...poi è riuscito a farmi capire che vuole qui i suoi bambini.
Incoscienza da parte mia?
Ho detto che andremo assieme a prenderli.

Per Emmanuel sarà senz’altro un vero Natale!

domenica 2 dicembre 2007

e tu..che ne dici

Carissimi,
sono appena tornato da Nduye e, aprendo la posta, ho trovato una mail..strana: provocazione, scherzo, proposta ind...?! Mi si chiede di cambiare il nome e di assumere quello più biblico-ecclesiale di Pietro, Pierre, Peter, Piet...
Visto che ormai è di moda la consultazione della base, con referendum,primarie, gazebo, convention, pongo a voi la questione...
Da parte mia, ho già scelto! Del resto, cosa direbbero mia mamma e i bambini che ho incontrato oggi e ieri sulla strada di Nduye. Per loro sono e sarò sempre...
Ciao e buon inizio di Avvento...verso un Natale vero, diverso : nascita di Gesù.
Mi consolo: anche il suo nome non è più molto alla moda!
Un grazie sincero al gruppo missionario della parrocchia di Cristo Redentore di Sassari e a don Mario!

sabato 1 dicembre 2007

un REGALO...impegnativo

carissimi,
senz'altro qualche lettore, dopo ripetute sbirciate al blog, si è posto la domanda: "dov'è andato, sta poco bene?"
Sono andato...sono stato anche poco bene, ma adesso tutto è rientrato nella norma.
Ho accompagnato a Kampala il fotografo Giovanni Diffidenti e proprio a Kampala sono stato "aggredito" dalla malaria, regalo di qualche zanzara incontrata sulle strade fangose di Nduye.
Ma non è questo il menu di oggi...
Voglio condividere con voi: sorprese, preoccupazioni...sogni.
Il 9 novembre, giorno del mio compleanno, ho avuto un regalo speciale dal mio vescovo, Mgr. Janvier Kataka. Ed è venuto lui stesso a portarmelo.
Se ne parlava da tempo e si cercava una soluzione.
Mambasa è a 310 km da Wamba, sede della nostra diocesi.
Le scuole cattoliche del nostro territorio, una ventina, dipendevano dalla Direzione scolastica diocesana. La distanza e la condizione delle strade erano ostacoli seri per il controllo, la gestione...e lo sviluppo delle nostre scuole.
Il Vescovo ha chiesto al Ministro dell'Educazione Nazionale il decreto di creazione di un nuovo "Ispettorato delle scuole cattoliche" a Mambasa.
Ottenuto il decreto dal governo, il Vescovo mi ha chiesto di assumere...anche questo incarico. Inutile dirvi la mia reazione. Ma è stato inutile...A giorni arriverà la conferma del Ministro!
Di ritorno da Kampala, ho cominciato le visite. Dappertutto dei grossi problemi: strutture inesistenti o assolutamente inadatte, personale insufficiente, non qualificato e soprattutto non motivato perché non pagato dal governo. Un numero impressionante di bambini non scolarizzati...
Sto osservando. Molti si aspettano soluzioni rapide e miracolose: non le ho e lo dico ogni giorno. Vedo tanta tristezza e delusione sul volto dei direttori, dei genitori... Ma purtroppo per il momento sono costretto ad assistere impotente.
Qui a Mambasa la situazione delle scuole è di privilegio: grazie anche a voi abbiamo due belle scuole elementari (Tuendelee e Binase) e una bella scuola media-superiore: l'Istituto Bernardo Longo. A Mayuano stiamo terminando una bellissima scuola "Istituto Albino Martinelli"...Mancano ormai solo le tinte... Ma altrove?
In alto vedete la scuola media superiore - cattolica!- di Epulu (a 70 km da Mambasa) che ho visitato mercoledì scorso assieme ad alcuni Ispettori di Bunia.Il titolo è solenne e scorrevole: Istituto Tecnico Agrario (ITA). Non ho avuto il coraggio di fotografare l'interno...
Qualcuno potrebbe pensare a uno scherzo: per questo metto le due foto: una scattata da me e una dal mio segretario (anche se poco professionale).
Guardandola, mi...vergogno di apparire sorridente: non mi sembra proprio il caso.
A volte mi pongo la domanda, banale, volgare forse: "ma chi te lo fa fare"?
Ormai è troppo tardi...
Lunedì, 3 dicembre, avrò una riunione con i direttori per fare il censimento di tutte le scuole e "prendere visione" della situazione. Spero di non cedere alla tentazione di scrivere una lettera di dimissioni...
Ma già fin d'ora risuona in me, insistente, una voce: "ero analfabeta e mi hai istruito...quello che hai fatto a uno di questi piccoli, l'hai fatto a Me".
E voi...non sentite nulla?!