venerdì 24 febbraio 2012

Padre Nerio Broccardo che diventando religioso ha scelto come modello san Giuseppe, vuole vedere il piccolo Giuseppe che è venuto presto presto a fare compagnia a Maria.
Eccolo!
Quando l'ho visto in braccio alla sua giovane mamma, ho pensato piuttosto a Gesù...ed era grande il desiderio di chiamarlo così, ma la suora e la mamma mi avevano preceduto...
Ormai siamo partiti.
Sono già quindici i figli di "Mama wa Yezu"  e man mano che i giorni passano la voce circola e le mamme arrivano sempre più numerose.







Cerco di calmare la suora Véronique, ma è un torrente in piena. Mi chiama continuamente: per costruire delle docce (provvisorie) una cucina, chiede armadi, letti...medicine
Con padre Dino è andata a Butembo per comperare il letto di sala parto e altre  attrezzature di prima necessità. Totale: 10.000 dollari.
Una settimana fa sono andato con lei a comperare le medicine 6.000 $.
Ci chiede di aver fiducia!
Probabilmente ha più fede di me.
E mi sta coinvolgendo: mi sono ripromesso di stare a guardare...in silenzio.
Una cosa è certa: la gente è felicissima. Hanno il "loro" ospedale.

Volete darci una mano, o piuttosto darla a suor Véronique e alle mamme?
Lo potete fare servendovi di queste coordinate bancarie! ...e le scrivo in caratteri piccoli  piccoli...discretamente.
Grazie!

CREDITO BERGAMASCO – Agenzia n. 81

Viale Monza, 343 -  20126 MILANO

   a)      Indirizzo SWIFT:                         CREBIT21081                      

 b)      Codice IBAN:  IT26   D  03336   01601  000000005011

  c)      Intestazione del conto bancario: Provincia Italiana Settentrionale dei Sacerdoti del S.Cuore di Gesù

 NB:  Nella causale, indicare chiaramente il destinatario e/o la finalità dell’importo bonificato.



Foto: Mamma con...Giuseppe (Gesù)  - Suor Véronique nella...farmacia!

martedì 14 febbraio 2012

E' nata Maria!

Sembra, a prima vista, una notizia banale. Quanti bambini nascono ad ogni istante e quante Maria, anche se il nome non è molto alla moda nei paesi europei, arrivano ogni giorno  nel mondo ad allietare i loro genitori.
Ma la Maria di cui parlo è speciale
E' nata alle ore23,28  dell'8  febbraio nell'ospedale "Mama wa Yezu" di Mambasa.
Dopo Maria, è arrivato Giuseppe e...
Ora gli arrivi si susseguono senza sosta.
Ho quasi paura: l'ospedale è pieno di mamme in attesa.
Padre Dino ed io cerchiamo di frenare la suora Véronique che vede grande e lontano.
Per il momento funziona solo la maternità, con un letto da parto molto semplice.
Dove metteremo gli ammalati quando arriverà il container dall'Italia con le attrezzature moderne e in grado di rispondere a tutte le esigenze di un piccolo ospedale di foresta?
Maria, "Mama wa Yezu" provvederà.
Ma dice anche a noi "Fate tutto quello che LUI  vi dirà"!
A presto.

lunedì 13 febbraio 2012

Tanti!

Domenica 15 gennaio tutta la comunità di Curtarolo ha salutato con un grande abbraccio Padre Silvano.

La sala "San Francesco", che i partecipanti alla Pentecoste Missionaria ricorderanno, perchè lì era stato consumato il pranzo, conteneva a stento i commensali.


Era presente l'Amministrazione Comunale quasi al completo, l'arciprete di S. Giuliana Don Emanuele ed il .... Don Giorgio.

Moltissimi i membri della famiglia Longo, in particolare Silvio Pagetta, 97 anni, l'ultimo cugino vivente del venerabile Padre Bernardo, molti nipoti e pronipoti.

Prima del pranzo Don Emanuele ha ricordato le iniziative che negli ultimi mesi la comunità di Curtarolo ha avviato, per sostenere l'Opera di Padre Bernardo e le attività di Padre Silvano.

Padre Silvano che ha ereditato l'impegno del fondatore della missione di Nduye e dell'istituto professionale, ha poi descritto l'ultimo gioiello incastonato nella missione di Mambasa, l'ospedale "Mama wa Yezu" (la Madre di Gesù) e le necessità di dotare questa splendida struttura delle attrezzature e degli arredi indispensabili per poterla efficacemente utilizzare.



Nell'intervista a Padre Silvano pubblicata sul Giornale di Vicenza del 12 gennaio scorso, il "Mupe" ha detto chiaramente cosa gli serve: <<il personale medico c'è, a l'attrezzatura minima costa 55 mila euro. Servono fondi>>. Padre Silvano lo ha ripetuto anche alla folta platea di Curtarolo, ed ha spiegato che adesso, nell'area di Mambasa ma in generale in molte nazioni africane, solo chi può pagarsi le cure ha speranza di sopravvivere ad una malattia grave, ad un infortunio, ad un parto con complicazioni.

L'ospedale della missione di Mambasa è stato voluto per risolvere, almeno in parte, i problemi che qui - se ci va male - viviamo come allungamento delle attese al pronto soccorso, lì assumono il significato di vita o morte.

Il sindaco Marcello Costa ha ricordato la recente fondazione della ONLUS - Associazione sostenitori dell'Opera di Padre Bernardo Longo, e l'impegno a tenere a mente le necessità di Padre Dino e Silvano Ruaro, di Mambasa e di Nduye. Nel 2014 ricorreranno i 50 anni dal martirio di Padre Bernardo e la volontà è quella di vedere Nduye attiva, con le scuole, gli atelier di meccanica, falegnameria e di sartoria funzionanti, le suore operanti nella pastorale e.. chissà, un arzillo missionario scledense che alla fine della giornata guarda sorridente la collina delle suore.



A proposito di pranzo.. è proseguito fino all'imbrunire.. credo con la soddisfazione dei commensali e degli organizzatori: il Centro Italiano Femminile di S.Maria di Non ed il Gruppo Missionario di Pieve di Curtarolo.

Emanuele

venerdì 10 febbraio 2012

MATERIALE PER OSPEDALE DA MILANO A SANTORSO (VI)


Ho il piacere di comunicare che il materiale in deposito al SAM di Milano e destinato all'ospedale di Mambasa si trova già a Santorso in Provincia di Vicenza.

Questo trasferimento è stato possibile grazie all'intervento di Giorgio, un volontario di Santorso, appunto, che ama la gente di Mambasa e i missionari che operano laggiù.
Ho passato con Giorgio giorni bellissimi quando veniva a darci una mano alla missione. Ricordo in particolare che, a tavola, sentivo rimorso perché gli offrivamo sempre cavoli "capusi li chiama lui in veneto" Ma lui diceva che gli piacevano tanto, come trovava eccellenti le patate che andavamo a comperare a Butembo. Nonostante queste sue affermazioni il "rimorso" non andava via del tutto.
Dunque ieri giovedì 9 Febbraio abbiamo caricato qui a Milano il materiale per Mambasa e stamattina, 10 febbraio, ho appreso con gioia che il tutto è già in deposito a Santorso. Qui i volontari di Schio si apprestano a caricare il materiale da inviare perché l'ospedale "VUOTO" diventi operativo e tanta gente trovi un posto dove curare convenientemente le malattie e dove, nel reparto maternità, le mamme congolesi potranno mettere al mondo i loro figli in sicurezza e dignità.
GRAZIE GIORGIO a nome di tutta la popolazione di Mambasa, a nome di Padre Silvano, dei Padri dehoniani di Milano e di tutti i colleghi volontari missionari.

martedì 7 febbraio 2012

NOTIZIE DI P. SILVANO


In data 6 Febbraio 2012 P. Silvano scrive ai suoi confratelli della comunità dehoniana di via Andolfato a Milano. Ecco alcune notizie che possono interessare tutti gli amici della nissione di Nduye Mambasa,
Fa notare che il 6 Febbraio di quest'anno ricorre il 42° anniversario del suo arrivo in Congo.
E' arrivato a Mambasa il 28 gennaio assieme al P. Generale dei dehoniani in visita alla comunità di Mambasa. Il P. Generale è partito per Wamba martedì 31. La sua partenza ha coinciso con l'inizio di qualche problema di salute per P. Silvano, ma ora, dice, si è ripreso, tanto che è partito per Wamba ad una riunione importante con il vescovo e altri sacerdoti e laici: 300 km di strade polverose. Speriamo bene e preghiamo per lui.
Tutta la gente quando lo incontra gli chiede se ha ottenuto il materiale necessario per avviare l'ospedale. Risponde che che si, ma che il materiale arriverà.
Confida che Gesù e Maria diano una mano perchè l'ospedale possa avviare le sue attività al più presto.
Intanto la suora medico è andata a Butembo dove ha fatto acquisti per far comunque vivere quest'opera così bella e necessaria.
Nella foto gli alunni della scuola di Nduye

venerdì 3 febbraio 2012

Da Cambiago: Ilaria Sala

Una missione nella missione, per portare un sorriso e un po’ di speranza a 6000 chilometri di distanza dalla Martesana. E’ l’ impegno forte e concreto dei volontari dell’associazione cambiaghese A.Vo.Mi, per aiutare padre Silvano Ruaro a rendere operativo un ospedale a Mambasa, piccolo villaggio della Repubblica Democratica del Congo.


Il padre missionario vive lì 1971 e con tanto lavoro e fatica ha portato avanti il progetto per dare una mano agli abitanti del villaggio. Grazie al suo contributo sono state realizzate diverse scuole e pozzi per purificare l’acqua e, ad agosto dello scorso anno è stato costruito un ospedale nuovo di zecca, una vera e propria esigenza per la comunità locale. Perché il nosocomio entri in funzione occorrono però altri 55 mila euro, denaro che verrà impiegato per realizzare le sale di pediatria e maternità e per acquistare le attrezzature necessarie. I volontari cambiaghesi, si sono dunque mobilitati per raccogliere più fondi possibili con una serie di iniziative messe in campo a Cambiago. “Siamo stati nella missione di padre Silvano nel 2009 – spiega Paolo Simonetta, alla guida dell’associazione che supporta iniziative e progetti legati allo sviluppo nel sud del mondo – il nuovo ospedale è una necessità perché il nosocomio civile non è sufficiente a curare tutti i bisognosi. C’è solo una sala operatoria e spesso mancano le attrezzature necessarie. Quello realizzato da padre Silvano, una volta operativo, rappresenterà per gli africani di Mambasa un modello di efficienza e un punto di riferimento importante”.


Nel mese di dicembre padre Silvano, tornato in Italia, ha fatto tappa anche a Cambiago, per un incontro con la comunità e con don Gianni Casiraghi e ha spiegato: “oggi a Mambasa è come se ci fosse un bellissimo ultimo modello di macchina, ma senza benzina”.

Da molto tempo A.vo.Mi. ha dunque messo in campo una serie di attività per la raccolta fondi: da un lato, con l’immancabile presenza a tutte le iniziative e manifestazioni cambiaghesi e con l’attività di sensibilizzazione e informazione; dall’altro con il punto A.Vo.Mi. che i volontari gestiscono in via Roma, luogo di incontro e di raccolta delle offerte.
Qui mostrano ai cambiaghesi un video, realizzato da un volontario, che racconta la realtà di Mambasa e dell’ospedale e hanno realizzato un modellino dell’ospedale: chi fa un offerta può “acquistare un mattoncino”, un gesto simbolico perché entro giugno l’ospedale possa finalmente partire.

Daniele Orlandi