sabato 8 febbraio 2014

ECCO LA FOTO

Giando, io ho trovato una foto dove ci siete voi due assieme a tutta la compagnia della spedizione estate 2005. Purtroppo è sbiadita.Ma vi si vede!

Giando, sei proprio accanto a BEPPE. Ciao a tutti. Nerio

domenica 2 febbraio 2014


GIUSEPPE PROSDOCIMI
Come sarà per molti di voi che leggeranno questo post, così è stato per me: 
un momento molto triste per la notizia della morte di Giuseppe Prosdocimi
Scomparsa improvvisa ed inaspettata di un uggioso pomeriggio invernale.


Giuseppe, legato a padre Silvano da stretti vincoli di parentela, è stato - potrei dire da sempre tant'è lunga la sua collaborazione - il "braccio" italiano del missionario, colui che da Schio provvedeva, con indefessa precisione, alle opere missionarie per Mambasa.

Da tantissimi anni puntuale, silenzioso, fattivo, Giuseppe Prosdocimi è stato in sostanza il fulcro, il perno su cui ha ruotato la concretezza di tantissime opere missionarie.
C'era bisogno di cercare un pezzo di ricambio: ci pensava Giuseppe. Era il momento di allestire un container: avrebbe coordinato tutto Giuseppe. A chi bisognava spedire i pacchi: a Giuseppe.
Era ora di mettere in opera laggiù in foresta i pannelli solari, era giunto il momento di montare i generatori, le pompe, di allestire gli impianti elettrici, di provvedere con meticolosa precisione e la necessaria competenza a tutto quello che altri non avrebbero saputo affrontare: bene ci pensava sempre Giuseppe.

Giuseppe lo ha fatto e ripetuto tante volte con completa dedizione, pur avendo una famiglia ed anche qualche serio problema di salute.
Ha operato sempre con un deciso impegno personale, spesso anche con lunghi soggiorni, di interi mesi, laggiù in Africa.
Ora ci ha lasciato d'improvviso.
E' uscito da questo mondo in punta di piedi, come era abituato a fare. Operava sempre con estrema discrezione.
Ricordandolo qui, su questo blog, vorremmo condividere con gli amici un importante esempio di vita. Lui, che ha vissuto in così profonda relazione con l'opera missionaria, attività lunga nei tempi, ma profonda nei significati.


Ora tocca a me scrivere queste poche righe; lo faccio però non senza difficoltà per la profonda partecipazione che sento per il dolore di questa dipartita.

Oggi poi il compito sembra ancor più difficile in quanto debbo infrangere un lungo silenzio, il fatto che da mesi, anzi da anni, non scrivo più su queste pagine. Una grande difficoltà che forse supero perché,  in questi ultimi mesi, con Giuseppe ci eravamo sentiti diverse volte al telefono.
Erano state queste occasioni innescate forse dalla condivisione di un impegno, addirittura una “battaglia”, che – sembrerebbe strano a dirsi –  ci aveva trovato in perfetta sintonia.
La questione era quella del trasferimento, dopo un quarto di secolo, di padre Silvano da Mambasa. A questo erano associati anche incomprensibili comportamenti dei dehoniani,  in particolare di coloro che sono responsabili della provincia congolese. Giuseppe era rimasto colpito dal tentativo di giungere ad un chiarimento, a limitare i danni di questo evento, sottoponendo il caso al vertice, cioè al Padre Generale. Lo aveva condiviso e ciò m'aveva rassicurato.
Proprio su questi temi avevo raccolto da lui conferme quanto mai interessanti. Oggi, senza di te caro Giuseppe, anche per queste iniziative sarà molto più difficile proseguire.


Tu sarai certamente lassù dove puoi spaziare con lo sguardo a 360°. 
Ricorda di dare un'occhiata al Congo, mentre noi qui abbiamo ben più angusti orizzonti.
Gianluigi

Le immagini, tratte da precedenti post di questo blog, ritraggono Giuseppe, in secondo piano.
Come sempre schivo e senza protagonismi.

venerdì 6 luglio 2012

PADRE RENZO TRAVAGLIA E' IN CIELO

Molti lettori del nostro blog hanno conosciuto personalmente p. Renzo Travaglia, dehoniano. Molti altri ne hanno sentito parlare. E' stato 36 anni missionario in Congo: dal 1973 al 2009 anno nel quale fu costreto la lasciare la missione a causa della grave malattia che lo ha portato in Cielo. E' deceduto oggi, 6 Luglio alle 6,15 del mattino.
Iniziò il suo apostolato a Basoko appunto nel 1973 assieme  a P. Dino Ruaro e Duilio Cadei. Dal 1982 al 1991 fu parroco a Mambasa.
Ereditai da lui la parrocchia di Mambasa nel 1991. Ho potuto vedere  lo zelo e l'amore per la gente con i quali annunciava il Vangelo sia nei villaggi di "brousse" (foresta)  che a Mambasa - Centro.  Era amato da tutti. Parlava correttamente il kishwahili e  sapeva trasmettere tra i suoi cristiani la fede in Cristo e l'amore per la Chiesa. Per 16 anni ho svolto il mio apostolato dove aveva lavorato P. Renzo: fino all'ultimo non è mancata mai la domanda della gente "Habari ya mpe Renzo"( Hai notizie di P: Renzo)? Ha lasciato un segno profondo e edificante tra i cristiani che aveva ereditato d P. Longo e Don Giacinto Toneatto.
Dopo Mambasa continuò ad annunciare il Vangelo ai cristiani di altre missioni di foresta: Lubutu e Babonde. , Dal 1997 fu trasferito alla capitale Kinshasa e divenne parroco della parrocchia San Clemente nel popoloso quartiere di Makala. Lavorò con tenacia e coraggio per 12 anni, dando un decisivo impulso a questa comunità cristiana, ravvivando le C:E:V (Comunità Cristiane Vivanti) e interessandosi dell'educazione dei numerosissimi giovani della parrocchia. La sua ultima fatica, molto difficile, fu la costruzione di una scuola e la ricerca di aiuti per alunni poveri. Arrivato alla fine della costruzione del bel edificio scolastico una malattia incurabile lo costrinse a rientrare in Italia nel dicembre 2009. Non riusci a vederne l'inaugurazione.
I medici tentarono di arrestare il male, ma non fu possibile, nonostante due difficili interventi chirurgici
Prorpio 10 giorni fa a Bolognano fu possibile festeggiare il 40° anniversario di ordinazione sacerdotale di P. renzo assieme ai confratelli della comunità, parenti, amici e  parrocchiani del suo paese d'origine (Cavedine, borgo che si trova a una decina di chilometri da Bolognano). Miracolosamente il male gli diede qualche ora di tregua e la festa riuscì benissimo: fu un arriderci che diede gioia a P. Renzo e speranza a tutti coloro che gli volevano bene..
E da Bolognano, nella comunità di anziani e ammalati dei dehoniani,  è partito per il Cielo da dove continuerà ad accompagnare tutti noi che abbiamo condiviso con lui l'opera missionaria e in particolare i suoi fratelli congolesi che amava molto e dai quali è amato. neriobroc@yahoo.it

venerdì 22 giugno 2012

PENTECOSTE MISSIONARIA 2012

Possiamo illustrare brevemente come si è svolta la Pentecoste Missionaria del 2012. Ci siamo ritrovati in una sessantina di persone. Il programma previsto è stato rispettato.
1. P. Luca Zottoli ci ha mostrato, in sintesi, quanto hanno fatto i Padri Dehoniani in cento anni di presenza nella diocesi di Bologna. Un lavoro apostolico che ha avuto un influsso vasto e profondo per la vita della chiesa non solo di Bologna, ma anche italiana, specie  grazie al Centro Dehoniano e del mondo, per i tanti missionari che si sono formati nella casa che ci ospitava, lo Studentato delle Missioni.

2. Il tema era: Laici in Missione: Perche? Per chi? I laici volontari che si impegnano in prima persona sono sempre più numerosi. La loro opera è fruttosa. La giovane copia di sposi fiorentini Ester e Simone, volontari assieme in Mozambico  e Silvia,  ingegnere elettronico, volontaria prima in Mozambico ed ora in Finlandia, dove, mentre svolge la sua professione si sente chiamata ad annunciare il Vangelo là dove vive, ci hanno lasciato intuire che sono laici missionari perché hanno avuto una chiamata dall'alto. Hanno annunciato e stanno annunciando la Parola di Dio in contesti totalmente diversi, (Africa gli uni  e Scandinavia l'altra). ma il Vangelo è sorgente di giustizia, di pace e di speranza ovunque. Gli uomini di tutte le latitudini hanno bisogno di conoscere che Dio ama e che noi uomini dobbiamo volerci bene. Queste tesimonianze hanno fatto vedere con chiarezza, come è impegnativa  la vocazione dei missionari, ma bella e attuale.
3. Dopo l'Eucarestia presieduta da Monsignor Tomé, ex alunno dello studentato e arcivesco di Nampula, in Mozambico  e il pranzo ci siamo ritorvati per ascoltare altre testimonianze. Quelle dei medici volontari Pierluigi Piantoni e Zobbi Manzio. E dei missionari dehoniani  i Padri Antonio Panteghini dal Camerun, Mario Gritti e  Gabriele Bedosti dal Mozambico. Ha chiuso il giro di tetimonianze la professoressa Cornelia Mangiagalli, ben nota ai frequentatori di questo blog.

Al momento di lasciarci abbiamo capito che  si deve rendere grazie a Dio perché, in modo non rumoroso, ma l'opera svolta è molta e, soprattutto, bella e viva e  in favore dei più poveri. Ma c'è bisogno di più forze e forze giovani. Speriamo che il Signore ce le trovi.

domenica 10 giugno 2012

Salutation de la forêt



Ciao a tutti,
spero che la salute ed il morale siano buoni, soprattutto in vista dell’estate che ormai è alle porte,
in questo periodo, qui nella foresta pluviale congolese piove parecchio e stanno arrivando i mesi
che tradizionalmente sono"più freschi" ,a queste latitudini perlomeno… 
Anche questa volta per rispondere alle numerose richieste che ricevo di spiegare o dir qualcosa sulle attività
che svolgo qui alla Mission Catholique de Mambasa, scrivo alcune note scherzose e soprattutto approfitto della presenza della Super fotografa Cornelia M. che con grande creatività ha immortalato alcune immagini che rendono evidente la "grande versatilità" dell’atelier mécanique della missione, oltre ad altre immagini che mi sono giunte solo ultimamente.

Il territoire de Mambasa è famoso per l’oro, il coltan ed il legname...
Potevamo non essere coinvolti nel settore minerario d’avanguardia ??? Impossibile rimanerne fuori !!!
Ecco quindi la discesa in campo dell’atelier mécanique, soprattutto con riparazioni al limite dell’immaginabile (io ormai ho fatto l’abitudine a certe situazioni) su turbine che aspirano la sabbia aurifera, pompe per l’acqua con giranti semi distrutti e ancora supporti vari sgangherati per macchinari che vibrano setacciano e trasportano la sabbia dal prezioso contenuto. Quel che è sorprendente è constatare la tecnologia veramente rudimentale dei macchinari impiegati. Si tenga comunque presente che in queste lande l’estrazione dell’oro e non solo è svolta in larghissima misura a mano ed in condizioni molto precarie (eufemismo).
 Naturalmente una grande riconferma viene dal settore automotive, grazie agli amici di Schio che ci hanno inviato la materia prima (80Kg di acciaio bonificato C.45) siamo riusciti a recuperare un camion 3 assi di proprietà della missione fermo da ben 2 anni per problemi legati all’adattamento di un nuovo gruppo frizione, diverso da quello originale, un lavoro delicato ed impegnativo ma il risultato è stato stupefacente, (qualcuno fra i capi dubitava…) veramente un grande lavoro d’équipe tra meccanici motoristi ed attrezzisti.
 Sempre per il settore materie prime ci è giunta una commessa di lavoro da una azienda del Nord Kivu
operante nel settore d’estrazione e lavorazione del legname, trattasi della costruzione di un castello di supporto per grandi ruote dentate che trasmettono il movimento ad una lunga cremagliera solidale con il carro porta tronchi di una grande sega tronchi. Un lavoro impegnativo e difficoltoso per le condizioni a disposizione dell’atelier ma…con enorme pazienza e dedizione si è superata anche questa prova, naturalmente alcuni aggiustamenti saranno effettuati al momento della messa in opera e poi la fattura ben salata !!! farà contenti i nostri capi !!!

 L’entrata in funzione a metà gennaio dell’ Hôpital Mama wa Yezu qui annesso alla missione ci ha spalancato le porte del settore : Tecnologia della salute…immediatamente l’atelier è stato coinvolto nell’arredamento della sala operatoria con la richiesta di  costruzione del supporto metallico a muro per la lampada scialitica giunta a Mambasa da chissà dove ma evidentemente incompleta, un mistero, mah !!!
Anche in questo caso e per l’ennesima volta è stato ancora "san rottame l’amico"che ha reso possibile
il ritrovamento-recupero della materia prima…per realizzare il manufatto.
 Insomma ci siamo sbizzarriti con le macchine utensili ed i metalli con la speranza che il tutto possa
diventare occasione d’esperienza per i numerosi giovani locali, frequentatori della missione.

Per concludere, il capitolo Scuola, un impegno molto iteressante e doveroso, l’esperienza accumulata
negli anni in Moçambique è una base-tesoro notevole…ma nella foresta gli sforzi vanno du-tri-qudruplicati !!!
Adesso siamo in piena epoca di esami di fine anno scolastico, un qualche interesse è stato suscitato negli alunni, ho potuto constatare qualche risultato interessante soprattutto a livello di Dessin Industriel,
attività teorico-pratica tradizionalmente molto ostica per questo tipo di contesti…
Il bisogno di un cambiamento generale-radicale nell’approccio alla scuola è evidentissimo…
in primis, l’auspicio è che le legittime richieste economiche dei professori siano esaudite al più presto,
dopodichè per gradi , si dovrà pensare a migliorare l’interazione fra tutte le realtà umane che ruotano attorno
all’ambiente scuola.

Concludendo, un grazie speciale a tutti gli amici che dall’Italia che provvedono a recuperare ed inviare i preziosi materiali.
Auguri a tutti di buon lavoro e di una serena estate.

 Andres Congo RDC

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domenica 27 maggio 2012

En avant Mambasa!



E’ il mio primo anno scolastico da insegnante in pensione e quando a gennaio p. Silvano mi invitò a passare un po’ di tempo all’IBL di Mambasa per dare un aiuto agli insegnanti, l’idea mi entusiasmò immediatamente.
Purtroppo alcuni problemi familiari hanno ritardato questo viaggio fino al 26 aprile , giorno della mia partenza. Ho già trascorso alcune settimane a Mambasa e resterò fino alla conclusione dell’anno scolastico.
Durante la mia permanenza sto seguendo le classi del prof.ssa Sr. Jeannette Kamala – III e V Pedagogia e le classi IV Scientifico e IV Pedagogia del prof. Emanuel Tondana.
Mi rendo conto che gli studenti sono gli stessi a qualsiasi latitudine, quando c’è la novità, l’estraneo che entra in classe, l’interesse aumenta e la partecipazione è molto vivace, il tempo della lezione vola con soddisfazione di tutti. Molti studenti mi fermano durante l’intervallo o prima delle lezioni per mostrare ciò che hanno imparato.
Domenica scorsa dopo la Messa sono stata avvicinata da alcuni ex-studenti dell’IBL che avevo incontrato nel 2009. Mi hanno espresso la loro gratitudine e il bel ricordo delle settimane che avevamo trascorso insieme. Questo mi ha fatto molto piacere, una delle soddisfazioni di un insegnante è proprio quella di essere ricordato.
Oltre alle lezioni quotidiane ci sono altri “lavori in corso” che riguardano la conduzione della Missione ai quali dedico alcune ore del mio tempo libero. In particolare, la novità di quest’anno, è la gestione amministrativa presso il nuovo ospedale. Con Ezechiel, responsabile dell’ufficio amministrativo, stiamo lavorando per rendere le registrazioni delle prestazioni giornaliere ai pazienti più semplici, la procedura più efficace mediante l’uso di programmi adeguati.
La vita a Mambasa è, come al solito, sempre in fermento: la scuola, l’officina, la falegnameria, la scuola di taglio e cucito, luoghi di lavoro e occasioni di riscatto sociale. Nel pomeriggio il prato antistante alla missione diventa un enorme campo di calcio, centinaia di bambini si danno appuntamento in questo luogo che considerano naturalmente la loro casa poi, improvvisamente, al calar della sera tutto si ferma e ritorna il silenzio. Questa dimensione, quasi magica, richiama fortemente il Mistero.
Nonostante questa realtà sia vivace ed attiva, rimane ancora tanto lavoro da fare affinché le persone possano avere una vita veramente dignitosa. 
 
Un augurio: questa gente si renda conto, al più presto, che con la laboriosità, la disponibilità e la gratuità una parte della loro foresta è stata trasformata, in poco più di vent’anni, in un luogo eccezionale e seguano questi esempi, che hanno già tracciato la strada per il loro futuro, con volontà e coraggio.

Cornelia Mangiagalli

giovedì 24 maggio 2012

AGNADELLO SCOPRE UN CONCITTADINO VOLONTARIO

Una sera con Francesco Cazzola siamo andati nella sua parrocchia nel comune di Agnadello. Dal 1981, FRANCESCO,  questo bravissimo artigiano, spende quasi annualmente un mese o anche più per recarsi nelle missioni dei Padri Dehoniani per dare una mano. Lui è idraulico, ma se la cava anche con l'elettricità. La prima volta si recò Nduye,poi a Kisangani, poi, diverse volte, in Camerun. Da qualche anno va a Mambasa. I suoi concittadini e comparrocchiani non ne erano al corrente. E' una persona schiva, ma generosissima e gran lavoratore. Ha contribuito con le sue mani a migliorare gli impianti idraulici delle misioni nelle quali si è recato.

Ultimamente l'incaricato della Caritas della sua parrocchia è venuto a sapere dell'esistenza del filmato del signor Modina e ha voluto mostrarlo ai parrocchiani. Appunto, io padre Nerio e lui Francesco,  siamo stati un mercoledì sera alla Parrocchia di Agnadello, come detto sopra. Ci siamo trovati davanti ad una cinquantina di persone. Il parroco e il suo coadiutore erano presenti. Il filmato ha davvero parlato al cuore e alla mente dei presenti. C'è stato dopo la visione del filmato una spiegazione di quelle realtà presentate che non erano chiare. Insomma è stato un momento di gioia e di fierezza per gli abitanti di Agnadello presenti: sono rimasti impressionati dall'arditezza dell'opera e dalla sua bellezza. Fieri appunto che un loro concittadino vi avesse contribuito. Si spera che qualche altro volontario di Agnadello si affianchi a Francesco. Da questo blog ringraziamo tutti i presenti nella sala parrocchiale quel mercoledì sera per come ci hanno accolti, incominciando dal Parroco, dal giovane tecnico che ha provveduto a far funzionare gli strumenti: grazie di cuore.
Francesco e P. Nerio