martedì 10 novembre 2009

10 novembre: Ritorniamo alle cose serie!

Ritorniamo alle cose serie!...

1) Angèle!



Su invito di un caro amico racconto oggi la storia di Angèle. Era il mese di marzo. Verso le 17,30, si presenta davanti alla mia porta un ragazzo che teneva un fagotto nelle braccia. Era una vecchia coperta sudicia e stracciata, ma si capiva che conteneva qualche cosa. Gli ho chiesto cosa voleva. “Sono in difficoltà” – E’ stata la sua risposta e dicendo così apriva la coperta. Non sono riuscito a trattenere una esclamazione di sorpresa e di profondo disagio (avrei dovuto dire:orrore!) La coperta conteneva un corpicino pieno di piaghe e con degli aghi in testa che dovevano servire per le flebo. Sembrava un cadavere. Gli ho chiesto di raccontarmi la sua storia. Lui aveva 16 anni, non era di qui,e aveva avuto questa creatura con una ragazza di 14 che subito dopo il parto era scappata in foresta con un altro uomo, lasciandogli questa bambina. Chiedeva dei soldi per avere una dose di flebo.


Non potevo rifiutare. E’ venuto per diversi giorni per chiedere l’ aiuto ma la situazione della bambina peggiorava. Quella visione mi tormentava fino a impedirmi di dormire. Una notte ho avuto questa idea: chiedo a questo ragazzo di darmi la bambina se trovo una mamma disposta a prendersene cura.


Il mattino dopo ho chiesto a Mamma Maria, una signora vedova che fa le pulizie in casa nostra se accettava questa bambina, dicendole che l’avrei aiutata ogni mese. Mi ha chiesto di vederla. E anche lei si è lasciata intenerire fin quasi alle lacrime. Quando ho fatto la proposta al ragazzo mi ha guardato incredulo. Sembrava che lo liberassi da un peso enorme. Mi ha ringraziato, ed è sparito. Non si è più fatto vedere.


Sapevo poco di questa bambina. L’ho chiamata Angèle.


Coloro che l’hanno vista quando l’abbiamo presa alla missione ora scuotono la testa increduli: nessuno avrebbe pensato che potesse sopravvivere e rinascere! Una domenica la responsabile della Caritas parrocchiale ha presentato Angèle in chiesa e ha raccontato la sua storia. Credo che sia stata la più bella predica sul dovere dei genitori di amare e nutrire i loro bambini.


Eccola come è oggi!


Quando la mamma la lascia a casa con gli altri fratelli (Maria ne ha 3 suoi)...mi manca qualche cosa!



2) Il ponte nuovo sul fiume Ituri



Ecco il nuovo ponte sul fiume Ituri. Offerto dal Governo inglese e messo in opera dai soldati nepalesi. Ho scattato questa foto domenica, 8 novembre, verso sera. Non volevo farmi vedere dai poliziotti che sorvegliano il ponte. Anche una foto innocua può essere un’occasione di multe o di discussioni.




Un saluto e un grazie a quanti si sono ricordati del 9 novembre e un grazie particolare a quella persona che si è impegnata, come regalo per i miei 71 anni, a mandare un contributo ogni mese, per 10 mesi, per aiutare gli insegnanti di una scuola della foresta!


foto: in alto: Angèle con Silvie (anche questa assistita dalla missione): portano il loro bambino sulla schiena come le mamme africane.

Angèle che...chiede occhiali !

8 commenti:

Cornelia ha detto...

Bella lezione sull’accoglienza ci dà Mama Maria, vedova con cinque figli, trova nella sua capanna anche il posto per Angèle, non si ferma di fronte alle difficoltà.
Angèle rifiorisce, cresce vivace e serena circondata dall'affetto di questa nuova famiglia e di tutte le persone che vivono nella Missione.

Avremmo anche noi qualcosa da imparare…

Gianluigi ha detto...

Direi soltanto che l'impegno di ognuno di noi dovrebbe essere quello di far leggere ad altri questo post.

Silvano Ruaro ha detto...

Correzone dovuta.
Questa mattina ho chiesto a mamma Maria quanti bambini ha.
Risposta: 5! Quattro sono qui a Mambasa e uno studia all'università a Kisangani.
Ha ragione Cornelia.
Il gesto di Maria è quindi ancora più bello...e provocante!
E sapeste con quale amore ha accolto Angèle!
Meno male che ci sono queste persone

Silvano Ruaro ha detto...

Correzone dovuta.
Questa mattina ho chiesto a mamma Maria quanti bambini ha.
Risposta: 5! Quattro sono qui a Mambasa e uno studia all'università a Kisangani.
Ha ragione Cornelia.
Il gesto di Maria è quindi ancora più bello...e provocante!
E sapeste con quale amore ha accolto Angèle!
Meno male che ci sono queste persone

Cornelia ha detto...

Non temere Gianluigi questo post sarà letto da molte persone, domani lo presenterò ai miei studenti...e mi auguro potrà scaturire una bella iniziativa.

Gianluigi ha detto...

Di quante Cornelie, che dicono anche quel che fanno!, avremmo bisogno per Nduye e Mambasa?

Anonimo ha detto...

ciao
ultimamente sto leggendo più spesso il blog di padre silvano.
bella lezione di vita,"qui sopra",dovremmo farne tesoro tutti.
ste
(a.vo.mi)

Anonimo ha detto...

Tutte le volte che guardo la foto che ho scattato ad Angèle prima di ritornare in Italia mi perdo nei suoi occhi. Di bambina, ma già così tanto cresciuta. Se le porta tutte negli occhi le esperienze vissute da cucciola.

MUPE AUGURI IN RITARDO!
Sono suonata e per certe cose (alias compleanni) non sono un genio della puntualità :-)

Elena