sabato 5 dicembre 2009

a Cambiago la "Loro Africa"

Qualche ora dopo il crollo del ponte di Epulu, a Cambiago si ritrovava la squadra Mambasa agosto 09.
I wasungu partono un po’ agitati…facciamo così, cambiamo questo pezzo, entriamo colà…e davanti a 120 persone circa le luci si spengono.

E’ la voce di Elena a raccontare la terra rossa, il cielo infinito, l’accoglienza dell’ambiente e dell’animo delle persone. Intercalandosi con foto e musiche la narrazione traccia una linea sulle tante realtà vissute in tre settimane sottolineando la purezza d’incontrare un mondo che vive di presente, la forza delle donne e la vivacità dei bambini, la cui attenzione e interesse per imparare il nuovo sono così elevati che per qualche istante “ho sognato di potergli insegnare tutto ciò che di più bello esiste”.

Qui arriva Pierpaolo, che con tono ironico e scanzonato dipinge il quadro delle proprie aspettative: mentre credeva di trovare delle persone che volevano il suo aiuto s’imbatte subito con chi gli chiede denaro per giocare insieme a pallone. Lo shock è forte, essere il bianco ricco non è divertente. La conclusione però è importante: il calore ricevuto per aver dimostrato affetto e disponibilità non ha prezzo, e in questo senso Mambasa è davvero “un’isola felice”.


A Francesco e Raffaella spetta la fotografia della sanità, che presentano con un dialogo tra loro. La lista di ciò che manca alla struttura ospedaliera sarebbe infinita, l’impreparazione del personale è stata evidente in troppi casi, e certamente anche l’impossibilità di acquistare medicinali in modo costante acuisce la difficoltà di assistere gli ammalati. Il dottore conclude rivolgendo un appello ai suoi colleghi: un affiancamento anche breve ai medici locali non è vano. Collaborate!


L’intervento di Gianluca è il più accademico. Illustra alla platea le condizioni di povertà del Congo in contrasto con la ricchezza territoriale, l’importanza di collaborare con questo continente e le possibilità della cooperazione internazionale. Possibilità in cui si è mosso per valorizzare le risorse idriche di Mambasa formando dei collaboratori e costruendo dei pozzi di acqua salutare, che è la prima prevenzione contro tante malattie di cui in Africa quotidianamente si muore.

Cornelia si concentra sulla situazione scolastica. Avvalendosi degli aggiornamenti del blog descrive il diagio degli insegnanti sottopagati e la disattenzione delle autorità per cambiare le cose. La sua esperienza d’insegnamento a diretto contatto con gli alunni mambasiani l’ha colpita soprattutto per il sommo rispetto ed il comportamento educato dei ragazzi. Coloro che hanno seguito il suo corso d’inglese dividevano la giornata tra il lavoro ai campi e lo studio supplementare.

Quella di Diego e Chiara è un’intervista doppia sul tema della Missione. Entrambi rispondono alla stessa domanda una volta in modo serio, una volta in modo simpatico. Così si ripercorrono le tappe che hanno portato il Mupe a Mambasa, vengono presentati i personaggi che quotidianamente popolano la casa dei padri e le loro attività. Spiccano l’infinità generosità, la disponibilità verso i parrocchiani e l’amore che ogni giorno dimostrano a questa gente.


Conclude Ilaria, con l’episodio della posa del primo mattone della scuola di Badengayido che le permette di sottolineare come i missionari a Mambasa puntino tutto sull’educazione, perché il cambiamento abbia impulsi dagli africani stessi. Si sottolinea che condividere questo progetto è possibile per tutti i Cambiaghesi e noi, anche semplicemente continuando ad interessarsi su ciò che succede al di là dell’Ituri tramite il blog – ultima immagine dell’intervento ad incitare l’affiancamento ed il sostegno che si può dare ai padri.

Dopo un saluto finale di un emozionato Padre Nerio, cala il sipario della “LORO AFRICA” con un bellissimo video riassuntivo dei momenti descritti che termina ringraziando con affetto sincero Padre Silvano, per aver reso possibile l’incontro con l’Africa vera.

Resta sul palco il filo dove restano appesi i magnifici vestiti della sartoria dell’Istituto Bernardo Longo…li abbiamo voluti appendere ad indicare che un po’ di Africa l’abbiamo davvero portata a casa!

6 commenti:

Anonimo ha detto...

ho aprezzato molto le vostre testimonianze, siete stati GRANDI, il vostro impegno e altruismo è un esempio per tutti noi,GRAZIE. Anche noi tutti cerchiamo di fare del nostro meglio per migliorare il futuro di Mambasa. Con affetto e riconoscenza Giuliana

Anonimo ha detto...

Un grazie vivissimo a "I FANTASTICI 11 APPRODATI A MAMBASA NELL'ESTATE 2009" per questa loro simpatica relazione dell'incontro di venerdì 27 novembre a Cambiago, pensato e programmato per rivivere e ripensare la "LORO AFRICA" con i molti amici e simpatizzanti di Mambasa e ora per testimoniarla e condividerla con i "visitatori" del BLOG. BRAVI.
p.Angelo

Anonimo ha detto...

I racconti degli 11 di Cambiago mi hanno davero commosso. Sono stati così veri che mi sono sentito trasportato là a Mambasa dove ho fatto il miisonario 16 anni. Gli 11 di Cambiago hanno capito benissimo quella mia gente. Sono proprio come li hanno descritti. Grazie, ragazzi! E' che avete un cuore grande e buono e questo vi ha fatto incontrare nel vero e nel profondo l'anima delle persone di Mambasa.Spero di riascoltarvi il 9 di gennaio qui a Milano. P.Nerio

Silvano Ruaro ha detto...

Condivido il pensiero di padre Nerio...e lo ringrazio per i 16 anni passati assieme qui a Mambasa.Non ci siamo né separati, né abbiamo divorziato.Avrei voluto continuare questa collaborazione. Mapenzi yake yafanyiwe (che sua sua volontà sia fatta). Nerio, ti aspettiamo qui il 1 gennaio per il 50° della parrocchia.
Ti assiccuro che ti terrò al corrente della vita...della tua gente. Grazie di tutto e sono sicuro che gli amici che vengono numerosi a trovarci, ritornando non mancheranno di venirti a salutare.Ciao...Ricordati anche tu di noi!

Anonimo ha detto...

si è stata propio una bella serata quella del 27 nov.scorso,bravi....
stefano

Anonimo ha detto...

E' stata una serata di meraviglia e di brividi, di sorrisi e di lacrime,parlo dei presenti. Si son sentite le vibrazioni in sala,e non mi riferisco solo a quelle dei tamburi africani! La permanenza degli 11 a Manbasa,vissuta con entusiasmo ma con gli occhi bene aperti sulla realtà circostante, ha permesso loro di combinare foto e commenti, musiche e riflessioni in maniera stimolante per i presenti. Soprattutto ho avvertito che, negli 11 di Mambasa è rimasto un segno indelebile nel cuore: sono certa che QUALCUNO lassù è al lavoro perchè si apra la porta di tanti altri cuori !!!! Sandra