lunedì 5 luglio 2010

Per la storia della Missione: cosa scriveva P. Silvano il 15 gennaio 1990

Mambasa, 15 gennaio 1990

Cari amici,

il mezzo che ho scelto per mettermi in contatto con voi non è certamente il più indicato per un rapporto personale, per espri­mere cioè quello che vorrei ad ogni singola persona. Durante la mia ultima permanenza prolungata in Italia ho incontrato tante persone e con qualcuna ho avuto anche ripetute occasioni di dialogo, che non si sono limitate a dei semplici convenevoli. Penso in particolare a coloro che mi hanno parlato dei loro problemi umani, familiari, professionali, religiosi, a persone che sono state colpite duramente nei loro affetti più cari, a genitori angustiati e preoccupati per l'educazione e l'avvenire dei loro figli, a giovani e adulti, a gruppi giovanili, a gruppi missionari sinceramente e profondamente impegnati...ma anche a persone che con sinceri­tà mi hanno parlato della loro difficoltà a credere...Penso a tutti coloro che mi hanno generosamente aiutato e che con il loro aiuto volevano manife­stare la loro simpatia, il loro apprezzamento per l'opera missionaria e il loro desiderio di non restare estranei a quel movimento di solidarietà in favore dei più poveri, che è uno dei segni dell'opera di Dio nel cuore degli uomini...

Pensando a tutti costoro, e quindi anche a te che leggi, sento la mia povertà e l'inadeguatezza fra quello che vorrei dire a ciascuno e quello che effettivamente posso dire con una lettera collettiva. Vi assicuro che sento tutto ciò come una sofferenza e un limite; ma questo vi dice anche che non sono indifferente e che vorrei veramente poter dire a ognuno di voi una parola di ringraziamento e di simpatia. Spero di trovare il tempo di rispondere a tutti coloro che mi scriveranno. Questa mia prima lettera non potrà rispondere alle attese di ciascuno, ma porterà a ciascuno il mio saluto, il mio ringraziamento, il mio augurio e la certezza del mio ricordo e della mia preghiera...e anche la promessa che qui a Mambasa cercherò di vivere in mezzo ai miei fratelli africani quel programma di amore, di presenza, di aiuto...che spesso è stato il soggetto delle nostre conversazioni e il motivo principale della simpatia e generosità che così abbondantemente mi avete manifestato.

Arrivando nello Zaire dopo un anno di permanenza in Europa, sentivo di entrare in un periodo nuovo della mia vita: dopo esser stato superiore per diversi anni, e quindi - volente o nolente - in una posizione di prestigio, ritornavo alla vita semplice della foresta. .. . Meno male che mi ero preparato con un corso di esercizi spirituali...

Sono partito da Bruxelles il 14 ottobre e sono arrivato a Mambasa alla fine di ottobre...passando per Kinshasa e Kisangani. In quest'ultima città avevo vissuto gli ultimi 6 anni come provinciale e avevo intessuto dei legami di amicizia con tante persone...Rivederle dopo un anno di separazione e la prospettiva di ripartire lontano da loro è stato un momento di emozione profonda,...ma che importa? bisogna partire:"Cerca di fiorire e di portare frutto là dove sei destinato". Così, solo, ho preso la direzione nord-est:530 kilometri di pista sconnessa, da digerire adagio adagio, cercando di indovinare e scegliere i buchi e le pozzanghere meno profondi e sempre col fiato sospeso, sperando che la meccanica della Land Rover tenga fino in fondo, perché non c'è né telefono né AGI...Ma tutto è andato bene. a Mambasa mi aspettano i miei confratelli con i quali vivrò in questi anni: Renzo, trentino, parroco; Cesare, milanese, che si occupa della casa, dei lavori, dell'accoglienza; Louis, confratello zairese che, diventato prete il 7 gennaio di quest'anno, si occuperà soprattutto dell'apostolato dei giovani e nei villaggi della foresta. Il mio lavoro consisterà soprattutto nella direzione della Scuola Media e della Scuola Professionale . per meccanici... Non posso perdere tempo perché l'anno scolastico è già cominciato e i problemi sono tanti. Mi è sembrato di salire su un treno in corsa e di dover prenderne il commando e nello stesso tempo di dover sistemare bagagli, passeggeri, strutture...e, in più, senza conoscer le persone che dovevano viaggiare con me: alunni-professori.

Non vi nascondo che ci sono stati dei giorni duri, quasi di smarrimento, di dubbio...giorni in cui il confronto Europa-Africa, passato-presente riveniva continuamente...Ma è stato un periodo breve: di adattamento, di perdita di illusioni...e di pesi superflui; è stato come riprendere a camminare dopo una lunga degenza a letto; inoltre ho rifatto conoscenza con la malaria e i reumatismi: tutto questo mi ha aiutato su entrare nel peso e nello stato-forma...e adesso sono molto contento!

A più riprese sono già andato nei villaggi della foresta per visitare le comunità cristiane: dappertutto la stessa accoglienza simpatica, spontanea, la stessa facilità di contatti e la stessa semplicità e confiden­za nel confidare le loro aspirazioni, gioie e sofferenze. Ma questa frater­nità e simpatia non riesce a nascondere la dura realtà in cui vivono: l'isolamento (in certi villaggi si arriva solo a piedi o in moto...a rischio di brutte, inevitabili, cadute), la dura fatica del lavoro dei campi, alla mercé del tempo (piogge diluviali o siccità prolungate), vittime anche delle devastazioni delle scimmie...e esposti alle prepotenze dei capi, con l'unica prospettiva di sopravvivere, in condizioni sempre precarie e fragili, facilmente preda delle malattie.

Ho passato il Natale e la prima settimana del '90"nei villaggi della foresta, lontano da Mambasa; forse anche questo soggiorno fra la gente mi ha aiutato a dimenticare un po' me stesso a ridimensionare i miei problemi...sono ritornato "alla base" sereno, contento, riconciliato con me e con l'ambiente, riconoscente al Signore per quello che ho ricevuto senza alcun mio merito...e deciso a essere qui fra questa gente un segno di speranza, un amico. Ho rinnovato questo mio impegno anche pensando a voi, sentendomi un po’ come un vostro rappresentante, impegnandomi a fare quello che ciascuno di voi vorrebbe fare. Anche il contenuto della mia "predicazione" si è fatto più semplice, ma anche più convinto:"Dio è Padre, ci ama, e in Gesù Cristo ci ha accolti come figli suoi". Questa "purificazione" mi aiuta ad avere uno stile di presenza fraterno e amicale con tutti: con la gente dei villaggi, con gli insegnanti e gli alunni, con gli operai. Mi piace lavorare con loro: con i pigmei sono stato spesso in foresta a tagliare i pali per fare il recinto dell'orto e per prendere della terra nera; con loro sto facendo una piantagione di banane -che serviranno ai ragazzi delle scuole- e ci prepariamo a fare un vivaio di diverse migliaia di palme da olio...Posso dire che la "collaborazione" va molto bene e sono contento dei risultati; pensiamo anche all'allevamento di pecore, conigli, galline...e forse mucche e asini?!

Ma penso e mi preoccupo soprattutto per la scuola e per i ragazzi: prima di settembre dobbiamo costruire 3 aule scolastiche per la Scuola Media, un dormitorio, un refettorio e i servizi igienici per i ragazzi che vengono da lontano...rifornire la scuola di libri e di materiale didattico e di garage (lime, morse, chiavi...).

A volte mi sembra un'impresa superiore alle mie forze, nonostante la buona volontà e l'entusiasmo. So che posso contare su di voi e questo mi incoraggia e mi commuove. Però aspetto ancora un po' prima di fare delle richieste concrete. Con i superiori, il Vescovo e i miei confratelli penso di fare una programmazione, sia per le costruzioni che per il materia­le necessario per la scuola e il lavoro dei campi...Una volta approvata questa programmazione ve la comunicherò...E poi ci "butteremo in acqua" con tanta fiducia, un pizzico di incoscienza, ma sapendo di non essere soli. La nostra Provincia ci tiene molto a quest'opera che è secondo 10 spirito della nostra Congregazione: forma dei bravi meccanici ed è l'eredità di un padre italiano (padre Bernardo Longo) ucciso proprio qui a Mambasa il 3 novembre 64, Da parte mia ce la metterò tutta perché i ragazzi ricevano una formazione completa: umana, professionale, cristiana. Questo suppone da parte nostra e mia in particolare, interessamento per i loro problemi, presenza al loro fianco, comprensione e...aiuto nelle loro difficoltà. Quasi tutti sono ragazzi poveri che vengono anche da oltre 800 kilometri, alloggiati in qualche modo da qualche famiglia di Mambasa; chi ha più fortuna mangia una volta al giorno (riso e fagioli); gli altri si sbrogliano...Vorrei alloggiarli tutti (almeno quelli che vengono da lontano), dare loro 2 pasti al giorno, ma che siano il frutto del loro e del mio lavoro dei campi.. .Sogni? Spero proprio di no! Per 11 momento sono ancora pieno di speranza, di entusiasmo...che voi stessi mi avete comunicato...e che non vorrei deludere.

Cari amici, so che ognuno di voi vorrebbe sentire in questa lettera una parola tutta per lui, una risposta alle sue domande. Vi assicuro che nel mio pensiero e nel mio affetto ognuno di voi ha un posto ben preciso, un volto dai lineamenti caratteristici...Penso ad ognuno di voi e vi porto nella mia preghiera e nel mio affetto.

Il Signore, Padre buono, che prego per voi, vi benedica e vi protegga; che si mostri benevolo e si chini su di voi e vi conceda la pace ! A tutti: grazie, grazie, grazie!

Un bacio o un abbraccio…a scelta!

P. Silvano

3 commenti:

Gianluigi ha detto...

cari e ignoti lettori,
se siete arrivati qui, ai commenti, dovreste aver preso cognizione di questa lettera del lontano 1990 (!). A me è sempre sembrata la pietra angolare. Per questo l'ho pubblicata in maniera essenziale e, come vedete, quindi senza nessuna immagine di contorno.

franko ha detto...

Per me é come se l'avesse scritta oggi. Non é cambiato l'entusiasmo, anzi più coscienza di andare avanti "con tutti" per il Regno di Dio.
Auguri e semore avanti.
Un abbraccio Franko.
Aspetto di ritornare presto. Ciao

Cornelia ha detto...

Grazie Gianluigi per aver recuperato questa testimonianza che molti, probabilmente, non hanno letto ma che è ancora attuale:
“Da parte mia ce la metterò tutta perché i ragazzi ricevano una formazione completa: umana, professionale, cristiana.”.

Il fiorire di scuole e chiese: IBL, Babungbe, Badengaydo, Mayuano, Manjombo ect. sono una parte del programma che, passo dopo passo, sta realizzando…e noi non possiamo mancare all’appello!