venerdì 5 agosto 2011

Farà piacere a qualcuno....e "buona notizia!"

A 5 kilometri da Mambasa, sulla strada di Nduye, c'è un villaggio che si chiama Planteco. I cristiani hanno già una bella chiesetta, anche se fatta di pali e fango. E' veramente ben curata: banchi comodi, pavimento che sembra un mosaico: fatto di fango-sabbia e noccioli di noci di palma. Anche le pareti sono pitturate con cura. Si sente la preoccupazione e l'amore dei cristiani per la loro cappella. Ma vogliono andare avanti e stanno facendo i mattoni per costruire una vera chiesa. E li fanno con una macchina made in Val Leogra!
(Schio). Ieri sono andato a vedere il loro cantiere, con Giuseppe, Angèle e una sorellina.
Ecco la foto. Farà piacere a diverse persone: di Schio, di Monte Magrè...

*****A proposito ( e questo interessa soprattutto gli amici di Curtarolo): oggi mi ha chiamato suor Angèle, Superiora Generale delle Suore Servantes di Bunia. Ero in cappella e avendo visto il suo nome sul display del telefono ho accettato la chiamata, certo che non avrei mancato di rispetto al "Paròn". E avevo ragione.


Messaggio breve e detto sottovoce perché suor Angèle è momentaneamente indisposta, ma molto importante:" Padre Silvano, le Suore per Nduye sono pronte"!
Noi non lo siamo ancora...ma questo messaggio ci sprona, vero don Emanuele e company?

A presto.

Spero di aver capito il messaggio di Gianluigi!
Ciao a tutti.















9 commenti:

Anonimo ha detto...

E' davvero una bella notizia. Sono contento di apprendere che la comunità cristiana di Planteco sta dando frutti buoni. E' una comunità che ha conosciuto in passato molte turbolenze, Ma vedo che lo Spirito del Signore è all'opera. Lo ringrazio di cuore.

Una macchina per fare "briques" che viene Schio. Immagino che per produrre i mattoni domandi meno fatica di quelle che sono già da anni in circolazione a Mambasa.
Dalla foto si vede che i mattoni sono di ottima qualità. Se Silvano puo rispondere, vorrei sapere quanti mattoni può pressare in una giornata?
Silvano quando vai a Planteco salutami la gente e di loro
" mpendane katika furaha na katika mateso kwa ajili la Bwana Yesu"
Nerio

Silvano Ruaro ha detto...

Caro Nerio,
stai tranquillo. La xcomunità di Planteco va molto bene. La prova: voglionop fare 30.000 (trentamila) briques (mattoni) per la loro chiesa...e non chiedono nulla. Ero andato a dire la Messa, mercoledì pomeriggio, 4 agosto, ed ero stato stupito dalla qualità dei mattoni.
Ieri sono tornato con Giuseppe per fare una foto. Mi informerò sulla quantità di mattoni che riescono a fare in un giorno.Ma non è questo il problema...Sono certo che faranno i 30.000 "briques"...Ma poi...chi farà la chiesa?
Loro hanno già un nome in testa...
"Signore, manda operai nel tuo campo"!
Li saluterò e dirò loro (sono le tue parole): "amatevi nella gioia e nella sofferenza, in nome del Signore Gesù".
Ma questo vale anche per noi..
Ciao.

Gianluigi ha detto...

Tanto per tranquillizzare eventuali lettori diciamo che non ci siamo scambiati messaggi in codice!
Quanto ho detto a p.Slvano, a p. Nerio (e da sempre a tutti) è che questo BLOG sarebbe fatto per essere usato come una bacheca. Immediato, facile ed aperto a chiunque sia interessato.
Per comunicare con più facilità, verso tutti, coram populo!

Cornelia ha detto...

Gianluigi il tuo messaggio è chiaro. La mancanza di allenamento alla comunicazione insieme al pudore o alla reticenza di esprimere i propri sentimenti, lasciano la pagina del commento bianca....tante persone leggono il blog ed aspettano sempre nuove notizie.

Anonimo ha detto...

E’ proprio bello poter costatare che i cristiani di Planteco prendono a cuore la costruzione della loro nuova chiesetta. La stessa cosa possiamo dire per i cristiani di Epulu e di Mayuano ( un po’ meno per quelli di Mambau e di Dingbo, l’ultimo villaggio della parrocchia di Nduye, a 135 km da Mambasa), dove le comunità cristiane, oltre ad aver accumulato pietre e ghiaia per dare inizio alle fondamenta delle nuove chiese, stanno facendo uno sforzo significativo per dare pure un contributo in denaro. Coraggio.
Altra bellissima notizia è quella riguardante le Suore della Presentazione, che fanno pressione per poter venire finalmente nella loro nuova missione, la missione di Nduye. Immagino che non accetteranno di aspettare fino alla conclusione dei lavori di ristrutturazione ed equipaggiamento previsti assieme agli amici di Curtarolo. Vedremo come accoglierle nel migliore dei modi.
A Mambasa abbiamo anche un altro desiderio o sogno: quello di trovare una brava suora/medico disposta a lavorare nel nostro ospedale. Il Signore ci ha messo su una pista che sembra promettente: chiediamo a tutti di pregare per questa intenzione. Sarebbe veramente una manna del cielo per questa nuova opera, che speriamo diventerà operativa fra qualche mese.
Rientrato in Italia da una settimana assieme ai nostri amici Franco, Giuliano e Mario, approfitto di questo spazio per salutare nel modo più cordiale e amico tutti voi, che ci accompagnate nel nostro blog.

p. Dino

Anonimo ha detto...

Dino, non hai fatto un lapsus? Io ho sempre saputo che sono le suore di Bunia quelle che intendono andare a fare apostolato a Nduye, mentre le suore della Presentazione sono della diocesi di Butembo.
Sono poi del tuo parere: le suore possono adattarsi a vivere a Nduye anche se i lavori non sono ultimati o, al limite,anche in una sistemazione provvisoria. Si potrebbe proprolo loro?
Gianluigi, mi pare di ricordare che in uno scambio di vedute conte ho usato il termine "pudore", come Cornelia. Si deve tenerne conto: non tutti osano scrivere, ma tantissimi ci leggono. Un giorno forse altri vinceranno il pudore e avremmo uno scambio di idee più vario e più ricco. Non disperiamo!!!
Nerio

Silvano Ruaro ha detto...

Rispondo a Nerio e per conoscenza a Dino: a Nduye andranno le SUORE SERVANTES provenienti da Bunia: le suore della Presentazione (di Butembo) sono presenti a Mambasa da oltre 20 anni!

Gianluigi ha detto...

Anche se mi sforzo di capire, mi riferisco a p.Nerio e Cornelia in particolare, non sono d'accordo.
Innanzi tutto perchè "pudore" in italiano significa: " Sentimento di vergogna, di disagio per tutto ciò che appare moralmente sconveniente ". Così riporta il Dizionario della lingua italiana del Gabrielli. Capirei di più, come scrive Cornelia, "la reticenza ad esporre i propri sentimenti", ma in una "bacheca" si comunica l'essenziale, non si fanno confessioni.
Vorrei invece sottolineare di nuovo, ad abuntatiam, che comunicare qui non costa nulla. Non parlo solo dei soldini che qualcuno spende con noncuranza per chiamare i cellulari africani (senza usare i circuiti alternativi) ma del fatto che padre Silvano, sempre pronto e disponibile, viene sovraccaricato di contatti al singolare. Quando invece per aiutarlo, penso io, sarebbe meglio sarebbe che anche lui, come tutti gli altri missionari, prendessero più piccioni con una fava!
Se mi sbaglio correggetemi.

Anonimo ha detto...

Si, Nerio. Hai ragione. E Silvano ha corretto bene. Me ne sono accorto dopo avere lanciato il testo. Chi mi conosce, non si stupisce più di questi miei lapsus e dimenticanze. Cionostante, chiedo venia.
Silvano, so che oggi dovevi andare a celebrare la Messa a Epulu; spero che quei cristiani siano costanti nella buona strada che hanno iniziato a percorrere. Vedere che il seme gettato produce dei frutti fa bene anche a noi e serve a ricaricarci. ciao
Dino