domenica 2 febbraio 2014


GIUSEPPE PROSDOCIMI
Come sarà per molti di voi che leggeranno questo post, così è stato per me: 
un momento molto triste per la notizia della morte di Giuseppe Prosdocimi
Scomparsa improvvisa ed inaspettata di un uggioso pomeriggio invernale.


Giuseppe, legato a padre Silvano da stretti vincoli di parentela, è stato - potrei dire da sempre tant'è lunga la sua collaborazione - il "braccio" italiano del missionario, colui che da Schio provvedeva, con indefessa precisione, alle opere missionarie per Mambasa.

Da tantissimi anni puntuale, silenzioso, fattivo, Giuseppe Prosdocimi è stato in sostanza il fulcro, il perno su cui ha ruotato la concretezza di tantissime opere missionarie.
C'era bisogno di cercare un pezzo di ricambio: ci pensava Giuseppe. Era il momento di allestire un container: avrebbe coordinato tutto Giuseppe. A chi bisognava spedire i pacchi: a Giuseppe.
Era ora di mettere in opera laggiù in foresta i pannelli solari, era giunto il momento di montare i generatori, le pompe, di allestire gli impianti elettrici, di provvedere con meticolosa precisione e la necessaria competenza a tutto quello che altri non avrebbero saputo affrontare: bene ci pensava sempre Giuseppe.

Giuseppe lo ha fatto e ripetuto tante volte con completa dedizione, pur avendo una famiglia ed anche qualche serio problema di salute.
Ha operato sempre con un deciso impegno personale, spesso anche con lunghi soggiorni, di interi mesi, laggiù in Africa.
Ora ci ha lasciato d'improvviso.
E' uscito da questo mondo in punta di piedi, come era abituato a fare. Operava sempre con estrema discrezione.
Ricordandolo qui, su questo blog, vorremmo condividere con gli amici un importante esempio di vita. Lui, che ha vissuto in così profonda relazione con l'opera missionaria, attività lunga nei tempi, ma profonda nei significati.


Ora tocca a me scrivere queste poche righe; lo faccio però non senza difficoltà per la profonda partecipazione che sento per il dolore di questa dipartita.

Oggi poi il compito sembra ancor più difficile in quanto debbo infrangere un lungo silenzio, il fatto che da mesi, anzi da anni, non scrivo più su queste pagine. Una grande difficoltà che forse supero perché,  in questi ultimi mesi, con Giuseppe ci eravamo sentiti diverse volte al telefono.
Erano state queste occasioni innescate forse dalla condivisione di un impegno, addirittura una “battaglia”, che – sembrerebbe strano a dirsi –  ci aveva trovato in perfetta sintonia.
La questione era quella del trasferimento, dopo un quarto di secolo, di padre Silvano da Mambasa. A questo erano associati anche incomprensibili comportamenti dei dehoniani,  in particolare di coloro che sono responsabili della provincia congolese. Giuseppe era rimasto colpito dal tentativo di giungere ad un chiarimento, a limitare i danni di questo evento, sottoponendo il caso al vertice, cioè al Padre Generale. Lo aveva condiviso e ciò m'aveva rassicurato.
Proprio su questi temi avevo raccolto da lui conferme quanto mai interessanti. Oggi, senza di te caro Giuseppe, anche per queste iniziative sarà molto più difficile proseguire.


Tu sarai certamente lassù dove puoi spaziare con lo sguardo a 360°. 
Ricorda di dare un'occhiata al Congo, mentre noi qui abbiamo ben più angusti orizzonti.
Gianluigi

Le immagini, tratte da precedenti post di questo blog, ritraggono Giuseppe, in secondo piano.
Come sempre schivo e senza protagonismi.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie Gianluigi della tua bella testimonianza; con le tue parole hai descritto molto bene l'opera e l'impegno costante di Giuseppe per la Missione di Manbasa.Per Silvano era come un fratello.
Giuliana e Alfredo

Anonimo ha detto...

Grazie Gianluigi per la tua testimonianza,partecipazione e affetto.
Ti ringraziamo dal profondo del cuore. Olimpia, Serena Cristiana

Aldo Pamato ha detto...

Grazie Gianluigi per quanto hai descritto ,io non ti conosco ma con Giuseppe sono sempre stato un grande amico dal 1968,l'ho aiutato un pochino ma lui è sempre stato una persona che creato tutto per la Missione di Mambasa , mi resterà sempre un grande vuoto, e mi mancherà tanto la sua presenza.
E' molto difficile dirti addio.

Ciao Giuseppe.

Aldo.

Cornelia ha detto...

Grazie Giuseppe! Il tuo esempio mi accompagnerà sempre nel mio cammino.

La strada ti venga sempre dinanzi,
e il vento soffi alle tue spalle
e la rugiada bagni l'erba
su cui poggi i passi.
E il sorriso brilli sul tuo volto
e il cielo ti copra di benedizioni.
....
Possa il Signore Iddio
tenerti sul palmo della mano
fino al nostro prossimo incontro.

[Antica benedizione gaelica]

Cornelia

Nerio Broccardo ha detto...

Grazie, Gianluigi. Ci hai detto come Giuseppe era veramente. Per noi missionari Giuseppe è atato un aiuto, uno stimolo, un fratello. "Un grande benefattore della missione di Mambasa" lo ha definito P. Dino, nel messaggio che mi ha scritto. Infatti le abitazioni dei Padri e delle suore, l'officina meccanica, la falegnameria, i laboratori di informatica e taglio-cucito e l'ospedale sono efficienti grazie alla sua mente, alle sue mani magiche e alla sua tenacia nel lavoro indefesso.
Gianluigi, certamente saranno stati scossi dall'improvvisa morte di Giuseppe, anche Mwalimu Deo, Prof Musoy, Prof Saleh, Zacharie e i tanti allievi dell'IBL che hanno lavorato con lui. Giuseppe ha voluto loro bene ed è stato ricambiato.
E ora!? Lui ci dice di continuare a rendere La Missione di Mambasa- Nduye un centro di sviluppo per Mambasa e l'Ituri. Ci sta guardando con il suo sguardo severo, reso dolce dal suo sorriso amorevole.
Porgo le mie condoglianze a Olimpia e alle due figlie che ringraziamo tanto per aver dato Giuseppe all'Africa per tanto tempo. Che il Signore lenisca il nostro dolore dandoci la Speranza. P. Nerio

Anonimo ha detto...

Pole,pole ! Così Beppe ci consolavamo ,esasperati dai ritmi congolesi: e tu sornione,sorridevi sotto i baffi e tornavi a sentirti quella musica che amavi tanto.
Da te ho imparato i più semplici ma più validi concetti di "antropologia culturale",tu hai saputo capire e integrarti nella cultura dei Congolesi,tu hai saputo capire l 'operare del Missionario, e che Missionario! Quel vulcano di tuo cugino e come si dice dalle nostre parti,un alto e'un basso fa un gualivo .
Ho cercato fra le migliaia di foto scattate ,una foto di noi due.Invano : generatori,fili,armadi,pannelli solari...
Di te una sola di spalle quando ci hai fatto funzionare,nella foresta pluviale del Congo,l'incubatrice,la macchina che fa nascere i pulcini!!!
Tu è il tuo allievo prediletto Dussoi,bravo,tanto che è perfino riuscito a riparare il microscopio!
E Socrate diceva: triste quel discepolo che non superi il maestro!
Tu sei stato così ,Beppe!!!
Giando

Anna ha detto...

Uno dei principali artefici della realizzazione del mio sogno Africano sei Tu Beppe.. ricordo perfettamente le tue parole all'alba del nostro primo viaggio… Agosto 2005.. ricordo la tua espressione dolce e esperta di tanti viaggi Africani, ricordo perfettamente come mi sei stato vicino durante i miei primi e difficili contatti con la " ingiustizia Africana" , mentre consolavi la mia impotenza … ricordo… e ricordo i tuoi sorrisi delicati e pieni di affetto mentre muovevo i miei primi passi nel Progetto Mambasa… ricordo la tua camminata leggera e silenziosa mentre ti perdevi nei colori di Mambasa… ricordo i tuoi saggi consigli..ricordo la passione che muoveva ogni tuo gesto.. ricordo ogni cosa di te Caro Beppe… e più di tutto ricordo quello tuo sguardo … sguardo delicato e aperto al mondo..

ti stringo Beppe, sicura che questo abbraccio ti arriverà … ti porto nel cuore

un sincero abbraccio alla tua famiglia

Anna

p.Renzo ha detto...

Una notizia improvvisa ed inaspettata l'annuncio triste della morte di Giuseppe, arrivata il giorno stesso in cui pensavo a come fare per metterci nuovamente in contatto e pensare qualcosa di nuovo per noi di Babonde, parenti stretti di Mambasa e di tutto quello che ruota attorno alle missioni. Con Giuseppe ci siamo conosciuti all'occasione del primo viaggio a Mambasa nel 2005 assieme ad un piccolo gruppo di giovani desiderosi tutti di scoprire l'Africa, la foresta equatoriale, la "missione". Taciturno, apparentemente burbero,lavoratore, acuto osservatore ha saputo andare all'essenziale della "sua" missione: contribuire al sogno e progetto di far funzionare le cose, di costruire per l'oggi e per il domani, di portare il proprio mattone necessario all'edificazione di un mondo migliore. Il suo "vogliamoci bene" non era né vuoto, né sterile, né superficiale, semplicemente era ricco di amore. Grazie per i giorni passati insieme, grazie per l'amicizia continuata nel tempo, grazie per l'aiuto che non hai mai rifiutato a nessuno. p. Renzo Busana - Babonde.

Nerio Broccardo ha detto...

Giuseppe inquesto momento sono anch'io in chiesa a Nduye e mi sento vicino a te, a Olimpia, ai tuoi cari e ai tuoi amici.
Tu già sai come ho ricevuto la notizia della tua tua partenza, ma la voglio dire ai qui presenti.

Domenica avevo finito di pregare Compieta ed ero stato colpito dalla parola di Dio, pur avendola letta migliaia di volte.

Mi sembrava avesse un che di diverso, di attuale. "I servi di Dio vedranno il suo volto ed il suo nome sarà scritto sulla loro fronte, la notte non esisterà più
e non avranno più bisogno della luce della lampada, né della luce del sole, perché il Signore li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli".

Appena finito la lettura, il telefono satellitare squilla e ricevo la notizia; "Giuseppe ci ha lasciati".

Sono rientrato in cappella, ho riletto quelle parole, mi sembrava me le dicessi tu. Per momento ho sorriso....ma poi...

Grazie Giuseppe per le tante lampade che hai acceso qui in Adfrica, per la tua amicizia silenziosa, per quello che sei stato per me e per tanti altri.

Che la luce di Dio ti avvolga per sempre.
Ancora Grazie Giuseppe e arrivederci. Silvano

Anonimo ha detto...

Giovanna Pistorello assieme all'associazione "Sostenitori dell'opera di Padre Bernardo Longo" di Curtarolo si uniscono alle condoglianze in questo triste momento.

Ciao Giuseppe

Anonimo ha detto...

Ecco un estratto di una lettera inviata a Gino Dal Santo:

Carissimo Gino,
ero con tutta la comunità cristiana di Ca' Trenta, martedì scorso, quando abbiamo accompagnato il nostro carissimo amico Beppe, mentre entrava nella braccia del Padre. La sua dipartita, improvvisa e inaspettata, ci ha sorpreso tutti. Ma senza dubbio non ci ha tolto la speranza né la fiducia nel nostro Dio, che è sempre Padre. E' Padre anche quando ci chiede di lasciare questo mondo, valle di lacrime come sappiamo e diciamo tutti, ma alla quale però spontaneamente siamo tutti così fortemente attaccati. Mentre ti scrivo, mi sento in comunione con Beppe, comunione vera, molto personale, molto intima, e so che questa non è una illusione psicologica, ma una realtà di fede, solida quanto è solida la Parola di Gesù. E questa comunione di fede e di preghiera è confortata ed aiutata da un universo di ricordi che abbiamo di lui. Gli siamo grati per quello che ci ha dato attraverso le sue fatiche, il suo impegno, la sua amicizia, e per quello che continua a darci ora, che vive per sempre accanto a Gesù. La sua vita è stata un dono per tutti noi e, in modo particolare, per tante persone qui a Mambasa. Per questo, grazie al Padre che ce l'ha dato. Alla prossima riunione del gruppo - immagino sia prevista per martedì 11.02 - sarò spiritualmente presente, per fare assieme a voi memoria del nostro caro amico e fratello Beppe

Serena Prosdocimi ha detto...

dopo una settimana dalla partenza di mio Padre, sono riuscita a leggere tutti i vosti commenti e le vostre testimonianze. Mio Padre era così, semplice, schivo, a volte un pò sulle sue ma nel suo petto batteva un cuore nobile. Amava tutte le persone che incontrava e ha dedicato il suo tempo con gioia e speran a P. Silvano e alla missione di Mamabasa (Silvano, per lui eri come un fratello). Sicura che d lassù volge lo sguardo verso di noi e col suo sorriso ci accompagna a camminare lungo le nostre strade.Della missione di Mambasa ci parlava dei pigmei e della piccola Angèle con cui ha anche una foto che scrupolosamente aveva messo in bella mostra.Spero di poter un giorno, magari non troppo lontano, visitare quei posti che lui tanto amava. Un grazie sincero per esserci stati vicini con il cuore e con la presenza fisica
Serena