Waibrahimu (i - nuovi - Abramo)
..."Esci dalla tua terra e va..."
Pensavo a queste parole di Dio ad Abramo, questa mattina facendo la strada verso Nduye.
Ero stracarico: 10 persone, diversi sacchi di farina di manioca, di riso, di fagioli, olio di palma e alcuni miseri bagagli...
Guidavo in silenzio, lentamente, evitando i buchi o, dove non era possibile, cercando di entrarci il più dolcemente possibile...Stavo portando 9 "emigranti" verso Nduye.
E' il primo atto di una probabile emigrazione di gente che dalle montagne del Kivu viene verso la foresta di Nduye perché lassù non c'è terra da coltivare e questo provoca continue discussioni, conflitti, processi.
Un missionario piemontese, p. Giovanni Piumatti, mi aveva chiesto di interessarmi presso il capo di Nduye se era disposto ad accettare questa "colonia". Il capo, figlio del "grande capo" Tshamunyonge - amico di padre Longo, aveva accettato subito.
Un piccolo gruppo era venuto in avanscoperta, circa un mese fa, ed era rimasto incantato dal panorama e dalla distesa immensa della foresta.
Confortati dalle buone prospettive un gruppo di 18 uomini ha deciso di tentare l'avventura e sono giunti a Mambasa, lunedì 12 maggio...Erano affamati, bagnati fradici, come fossero stati in ammollo per diversi giorni. Li abbiamo accolti e si sono ripresi. Oggi 9 di loro sono partiti. Dovevamo partire tutti assieme, ma ieri il capomeccanico - Deogratias - mi ha detto che aveva ancora qualche problema con il camion.
Ho pensato fosse meglio rompere gli indugi: abbiamo deciso di far partire il primo gruppo oggi, con il Toyota Land Cruiser. Domani anche gli altri 9 saranno a Nduye.
Prima di partire ci siamo messi un attimo vicini alla grotta...in silenzio!
Il viaggio per me è stato una lunga meditazione, un riandare con la memoria a "quando gli emigranti eravamo noi!"...
E questi nuovi emigranti hnno cantato durante tutto il viaggio: cantavano nenie della loro terra, della loro storia, dei loro costumi.
Sentivo tanta tristezza, tanta nostalgia in quei canti. Un desiderio di pensare ad altro, di distrarsi. Hanno lascito le loro donne, i loro figli sulle montagne del Kivu.
Torneranno a prenderli quando avranno fatto la prima raccolta e avranno una casa loro.
Vogliono risparmiare loro le sofferenze, i disagi, le privazioni dei...pionieri.
Siamo arrivati a Nduye...
C'era un sole magnifico. Il panorama si stendeva a perdita d'occhio.
"Ecco la vostra nuova terra"...ho detto loro. Erano commossi e felici!
Il capo Apuobo Tshamunyonge è subito salito sulla collina per salutarli e ha detto che già domani indicherà loro il posto dove incominceranno a disboscare.
Abbiamo visitato la missione. Non poteva mancare una visita alla tomba di padre Longo. Un lungo silenzio e un profondo raccoglimento.
Per un po' di tempo alloggeranno alla missione.
Giunto il momento della mia partenza ho detto a loro: "volete tornare con me a Mambasa?" - Il più anziano mi ha risposto. "Questa adesso è la nostra casa!
Sono salito in fretta in macchina e sono partito immediatamente, senza voltarmi!
Al ritorno avevo altra gente in macchina, ma non ho detto una parola. "Esci dalla tua terra e va..."
Che Dio vi benedica e vi assista e...grazie per questo esempio!
foto: Nduye . Gli emigranti con il capo villaggio (ultimo a destra)
7 commenti:
Una grande lezione di vita per noi tutti. Che Dio li benedica. Grazie a P. Silvano per averla saputa raccontare, come sempre, così bene.
Questa volta il "BRAVO" te lo dice Matteo: "Venite, benedetti del Padre mio..., perché ero forestiero e mi avete ospitato" (Mt 25,33, ss).
Lo capissero anche tanti buoni nostri cristiani della "messo alla domenica": banco di prova o test dell'esame finale saranno proprie le cosiddette "opere di misericordia corporali" (un po' troppo spesso e in fretta messe nel dimenticatoio ai nostri tempi) e non i bei discorsi di circostanza o di semplice opportunismo/perbenismo, tanto per tacitare la coscienza.
Caro Silvano, così almeno la pensa il tuo amico IL BICOL
Si può solo condividere commossi e in silenzio Ancora una volta "grszie!
Dalla via Ennio con tanto affetto.
Carissimi:
Gianluigi, Bicol, amici di via Ennio.
Grazie anche a voi.
Oggi sono partiti gli altri 9.
Questa sera penso a loro: si saranno ritrovati con quelli partiti ieri: avevano voglia di ritrovarsi
E senz'altro canteranno; e il coro sarà più bello ancora.Mi auguro che sulle montagne del Kivu le loro donne e i loro figli sentano quei canti che tante volte hanno cantato assieme.
Silvano,ieri sono stao alla fiera SolarExpo di Verona e ho trovato una meraviglia!!!C'è una turbina particolare da mettere nel fiumiciattolo là in fondo,come un mulino,una cosa di una semplicità assurda.Domani vado a conferire con il saggio Giuseppe e gli vedrò brillare gli occhi.Poi ti riferiremo.
Le vie del Signore sono infinite...e noi le battiamo tutte!!ecco il nuovo slogan degli amici di Mambasa!!!
un abbraccio GIando & ANNA
Ho letto tutti i bei commenti, le riflessioni. Si ha proprio l'impressione di essere davanti ad una missione attiva, mi unisco a questa presenza missionaria e auguro sempre più un incremento di serivizio al Vangelo.
Ho sritto a Padre Silvano, ma non ho avuto nessuna riposta. Qualore fosse negativa io mi oriento su altri fronti. Un grande saluto anche a Padre Dino, e quanti lavorano alla missione di Mambasa.
Sarebbe augurabile di vederci a Thimbulu nelle prossime settimane dove mi recherò per rimanere un tempo lungo. Tanto saluti e tanti auguri di bene.
Don Antonio Barone
Grande Silvano! Dopo 20 anni sei sempre più attivo che mai a Mambasa!
Io ti ho conosciuto là durante il servizio civile di 2 anni dal 1988 al 1990, all'Ospedale di Mambasa.
Mi puoi lasciare la tua e-mail?
Col blog non riesco a ricavarla.
Ciao
Pierluigi
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