domenica 1 giugno 2008

"Io ti battezzo nel nome del Padre..“


“Io ti battezzo nel nome del Padre...”
Queste parole le ho ripetute 121volte, versando l’acqua battesmale su quelle teste more, che sfilano una dopo l’altra davanti a me.
E’ domenica, 25 maggio.
La celebrazione comincia alle ore otto e trenta, al sito Avakubi, che è diventato ormai la nostra cattedrale a cielo aperto delle grandi occasioni. Il tempo è clemente e tutto andrà bene. Mentre verso l’acqua su quelle teste, mi distraggo più volte: ora a causa dei disegni accuratissimi e pieni di fantasia dei capelli delle ragazze, ora per le lucentissime pelate alla Marco Pantani dei ragazzia(le teste rasate sono segno di festa) molte delle quali mostrano evidentissimi segni di malattie cutanee, ora a causa delle occhiate eloquentissime delle bambine (ma anche delle loro madrine) che invocano l’obbiettivo della macchina fotografica sulla loro piccola vanità. Mi fanno tenerezza gli otto pigmei, ragazzi e adulti, dagli occhi seri e a volte persino un po’ tristi, che sono riusciti ad arrivare alla fine del tempo di catecumenato previsto e che oggi ricevono anche loro il gran dono di poter chiamare Dio loro Padre e Gesù loro fratello. Per ciascuno di loro prego il Signore perché possa scoprire ed esperimentare, nella sua vita ricreata, la bellezza e la gioia di conoscere in Gesù edi amarlo.
La fine della cerimonia del battesimo è salutata da uno scroscio di applausi e da grida gioiose: la comunità cristiana accoglie così i suoi nuovi figli che ha generato nella fede.
Ma oggi non è solo la giornata dei nuovi battezzati: assieme a loro abbiamo anche 82 prime comunioni. Sono rimasti buon buoni durante tutta la celebrazione, ma al momento della comunione, è a loro che spetta la prima fila al banchetto. Loro e, dopo di loro i neobattezzati, hanno diritto alla comunione sotto le due specie del pane e del vino. Cosa che protrae a lungo la cerimonia. Ma non c’è dubbio che, in quei momenti, il più impaziente, sono io. Per i neofiti, e per tuttigi altri cristiani, tutto normale: nessun sbotto di impazienza, nessun segno di stanchezza. La casa non brucia e... “il tempo non è denaro”. E’ per questo che dopo la messa, che già è durata quattro ore, si inizia una breve processione con il Santissimo Sacramento: dal sito Avakubi alla Chiesa parrocchiale, distante meno di duecento metri. La processione è “breve” solo quanto al tragitto, perché l’avvio lentissimo e il procedere “maestoso” della stessa ha richiedono quasi tre quarti d’ora. Tutto bene: la gente è contenta e alla fine se ne ritorna tranquillamente a casa, dove la mamma comincerà a cercare le pignatte per preparare il pasto per tutta la famiglia. I neofiti tuttavia, assieme ai loro amici della prima comunione, prima di andare a casa loro, sono invitati ad un piccolo cocktail organizzato per loro dalla parrocchia. Non pensiamo a cose eccezionali: un pacchetto di biscotti e qualche frittella saranno sufficienti per mettere tutti in allegria.
Si concludono così i due anni di preparazione al battesimo e alla prima comunione. Ma la vita vera e le responsabilità cominciano ora. Ci vuole per loro una benedizione veramente speciale.

p.Dino

2 commenti:

Gianluigi ha detto...

Molto bello leggere quanto racconta e descrive P. Dino che vive, come sempre con grande intensità la sua testimonianza. Da parte mia,anche perché da un po' di tempo non mi faccio sentire, racconto (diciamolo a proposito di battesimo) che solo tre giorni fa ero sul fiume Giordano e nelle terre circostanti!
A presto e saluti a tutti

Anonimo ha detto...

Carissimo Dino,
Grazie della tua testimonianza, che apre il cuore alla speranza. Grazie anche a Silvano per averla messa sul blog.
Domenica 1 giugno, forse mentre lui scriveva, io ero a Lugano per la prima comunione di una pronipote, con altri 25 neo-comunicandi. Certo i nostri numeri sfigurano di fronte ai vostri..., ma insieme contribuiscono a consolidare la stessa e unica chiesa.
Ciao e un abbraccio a tutti e due.