martedì 21 aprile 2009

La Pasqua nel racconto di Padre Dino


Carissimi Amici,


Pace e bene a voi e a tutti i vostri cari. Che il Signore sia presente nelle vostre vite e nelle vostre famiglie e renda bello il vostro vivere insieme. La Solennità di Pasqua che abbiamo celebrato e la Festa di Pentecoste che aspettiamo, ci invitano a lasciarci abitare da Gesù Risorto e dal suo Spirito: la loro presenza in noi, se accolta con disponibilità e fede, trasformerà la nostra vita.

Oggi vorrei raccontarvi qualche cosa della nostra vita di missionari qui a Mambasa: qualcosa di molto semplice. Ieri, domenica, sono andato a celebrare la Santa Messa a Mayuano, un villaggio a 36 km da Mambasa. Vittorio, il catechista, mi aspettava. Mentre io confesso i cristiani (durante quasi due ore), lui prepara la cappella per la celebrazione eucaristica. Circa duecento cristiani e bambini sono stipati in una cappellina, costruita con pali e fango e ricoperta in lamiere. Costruita una ventina di anni fa’ ha ormai fatto il suo tempo ed è divenuta troppo piccola.
I cristiani partecipano con passione: processione d’entrata, danze, canti…L’omelia è un po’ lunghetta (20/25 min.), ma i cristiani la sorbiscono bene a causa dei frequenti dialoghi. E poi, il prete arriva da loro al massimo una volta al mese, dunque…! Alla fine della Messa, mi aspettano i catecumeni (una cinquantina) e i battezzati dello scorso anno, che si apprestano a ricevere la Cresima fra poco: un incoraggiamento per quelli che seguono bene il catecumenato e uno svegliarino per altri che stanno perdendo terreno. Prima di passare all pranzo, vado con Vittorio a rendere visita e portare la comunione a Donato. Un ragazzino, magrissimo e timito, che in seguito ad uno scontro durante il gioco ha perso quasi completamente l’uso del braccio destro. La paralisi sta avanzando. La mamma non sa più che santi invocare : ha portato Donato al dispensario più vicino, ma senza risultati. Le propongo di portare il figlio a Mambasa : di là lo manderemo a Mungbere (190 km), dove c’è un buon medico italiano, padre Gianmaria, comboniano. La mamma accetta contenta. Durante il pasto, il catechista Vittorio mi parla del loro progetto di costruire una chiesa nuova : più grande e più bella ; che faccia la sua brava figura accanto all’Istituto Martinelli, costruito in questi ultimi anni da Padre Silvano. Ci mettiamo d’accordo che fra qualche giorno manderemo il trattore per trasporare le pietre, che hanno già tirato fuori dal fiume, per fare le fondamenta. Oltre alle pietre, hanno già dato circa 4.000$. Una evidente buona volontà, che merita di essere sostenuta. Prima di partire, la moglie del catechista mi riempie il cofanetto della moto di banane. Rientrando, mi fermo dai catechisti di ogni villaggio (sono sette su questa strada, ma sono una novantina per tutta la missione di Mambasa) per dare loro un « incoraggiamento » in occasione della festa di Pasqua (5$). Al km 28 mi fermo al Dispensario San Lorenzo, per salutare e incoraggiare l’infermiere responsabile, arrivato da poco, e visitare i malati. Rientro a casa dopo le 16.


Trovo padre Gauthier e fratel Roberto tutti presi dalla conclusione dei « giochi dell’amicizia », che stanno conducendo da quattro giorni. Sono giunti alla finale di calcio, cui seguirà la premiazione dei « campioni ». Senza dubbio ci sono dei potenziali campioni, fra questi ragazzi : i 100 metri piani sono stati corsi in 12,65 secondi, su una pista e con scarpe di fortuna, senza nessuna preparazione atletica previa.


Padre Silvano rientra verso le 21 da Beni, dove si è recato per visitare amici e soprattutto per salutare un volontario di Mondo Giusto, che rientra in Italia. Piuttosto invecchiato e acciaccato, era emozionato al pensiero di partire (probabilmente per sempre) dopo tanti anni di servizio alla sua gente. Lo accompagnamo con il nostro pensiero, nostra simpatia, la nostra preghiera, pensando che un giorno arriverà pure il nostro…« congedo ».
Ed è il momento di prendere il congedo anche da voi, carissimi amici, e chiudere questo questo messaggio.
Vi saluto con amicizia e riconoscenza , e vi affido a Lui, Gesù, l’Amico fedele.

P. Dino.

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