lettera a Gino Dal Santo del Gruppo Missionario di Ca' Trenta
Carissimo Gino,
ti ringrazio della mail che mi hai mandato e delle notizie che condividi con me.
Non c’è dubbio che c’è una unione vera fra voi, amici del gruppo missionario di Ca’ Trenta e noi missionari. Noi, certamente non per meriti nostri ma per chiamata di Dio, siamo forse l’espressione più visibile della vocazione missionaria della nostra parrocchia; ma siamo missionari assieme a tutti voi e grazie a tutti voi, grazie al vostro aiuto, al vostro lavoro, alla vostra amicizia e alle vostre preghiere. Personalmente sono convinto che è una bellissima cosa che nella nostra parrocchia di Ca’ Trenta, ci siate voi, gruppo missionario: siete espressione e strumento della vocazione missionaria della nostra comunità cristiana. Siate fieri di voi stessi, fieri di essere gruppo missionario; fieri di lavorare insieme, ciascuno secondo le sue possibilità e i doni ricevuti al Buon Dio, per far crescere l’umanità nella solidarietà e nella fede nel Dio Amore.
Voi, Gruppo Missionario, siete un bene di tutta la parrocchia, di tutta la chiesa. Sarebbe un peccato se andasse perduto. Conservatelo questo bene, proteggetelo, sviluppatelo, rendetelo più efficace e animato da uno spirito sempre più simile allo spirito di Gesù.
Mi chiedi di “comunicarvi eventuali richieste di aiuto per sostenere il mio servizio sacerdotale soprattutto tra i più poveri”.
Lo sai: qui a Mambasa, di bisogni ce ne sono tanti e anche progetti da parte nostra.
Eccone uno: ogni anno, durante il mese di agosto, qui a Mambasa, facciamo un corso di formazione per i nostri catechisti delle parrocchie di Mambasa e di Nduye. Il numero dei partecipanti in genere va oltre i novanta. La durata prevista è di due settimane. Il programma è molto concreto, in modo da aiutare i catechisti nella conduzione della loro comunità cristiana: come guidare la preghiera della domenica, come collaborare con gli altri responsabili della comunità, come fare il catechismo, come aiutare la gente a una maggiore responsabilità e spirito di iniziativa in ordine al lavoro e allo sviluppo.
Questo corso di formazione è indispensabile per i nostri catechisti ed è una priorità nel nostro programma pastorale. Per la sua realizzazione, chiediamo un contributo (in soldi o in natura) da parte dei cristiani dei villaggi, perché si abituino a diventare responsabili della loro chiesa; ma l’entità di tale contributo si rivela molto modesto ed è largamente al di sotto del costo effettivo.
Se voi avete la buona volontà di darci una mano per realizzare meglio questo nostro programma, sia ringraziato il Signore, e ringraziati siate anche voi e benedetti dal Buon Dio.
Per quanto riguarda una testimonianza di fede e carità, che solleciti, per poi farne parte agli amici del nostro gruppo, ce n’è una, che mi viene subito in mente. Non solo in mente, ma anche nel cuore. Dico anche nel cuore perché è ammirevole e commovente l’impegno che lei, mamma Gylaine mostra nel servizio che ha accettato: quello di essere responsabile della caritas parrocchiale. (Non so se il nome francese di Gylaine si apparenti al nostro Giuliana). Nel suo programma dedica due mattinate alla settimana al servizio dei poveri. In realtà il tempo speso in questo suo servizio è molto di più: visita ai poveri, sensibilizzazione dei familiari, perché si occupino dei loro vecchi e ammalati, lavoro al campo comunitario in sostegno ai poveri, riunioni con i responsabili delle comunità di base...Insieme ci siamo prefissi l’obbiettivo di togliere progressivamente i poveri da una lunga casa costruita per loro alla missione ( e ormai in via di degrado) per riportarli all’interno delle loro famiglie. Prendere contatto con i poveri e soprattutto con le famiglie, sensibilizzare queste ultime sulle loro responsabilità, convincerle ad accogliere i loro parenti in casa e curarli...è il lavoro più difficile e ingrato. Essere aiutati dai padri è molto facile, e non impegna a nulla. Fare il discorso delle responsabilità delle personee degli impegni che ne derivano è cosa molto antipatica e per nulla gratificante. Gylaine fa questo lavoro con una pazienza e un rispetto ammirevoli, con carità ma anche con determinazione e forza. E sempre con il sorriso sulle labbra. A casa ha cinque bambini. Lavora nel suo campo. Ultimamente ha avuto il tempo e il coraggio di occuparsi di un signore, fuggito chissà da dove e chissà perché, accogliendolo in casa sua per una decina di giorni. E tutto questo nella più grande semplicità, senza battere la gran cassa, senza scrivere articoli sui giornali...
Gylaine mi riempie di ammirazione e mi commuove. Quando la vedo o quando penso a lei, mi viene da ringraziare il Signore: anche qui a Mambasa, c’è della gente che ha veramente la fede.
Ciao, Gino. Ciao a tutti gli amici del nostro Gruppo Missionario. A tutti, pace e bene.
P. Dino.
Mambasa: 13.05.2010
Ho appena scritto una mail a Gino Dal Santo, presidente del gruppo missionario della mia parrocchia di Ca’Trenta. Gruppo ben conosciuto e frequentato anche da P. Silvano. Ho pensato che potrebbe interessare anche i lettori del nostro Blog. Purtroppo manco di foto appropriate. Il mio computer è stato danneggiato a inizio anno durante un temporale. Ora dispongo di un CD, ma le foto sono in sola lettura. E io non sono abbastanza smaliziato per utilizzarle lo stesso."
Lo pubblico immediatamente sperando che la "malattia sia contagiosa" e che altri seguano il suo esempio!
Grazie Dino.
1 commento:
Grazie p. Dino, abbiamo sempre bisogno di buoni esempi!
Dalla testimonianza di Gylaine si constata che lo Spirito soffia dove vuole, senza curarsi della longitudine o latitudine del luogo, dobbiamo solo essere più attenti ad ascoltarLo .
Posta un commento