Nel ricordo di Francesco (Cesco)...
Cara Ivana, Stefano, Elena parenti e amici tutti!
in questo momento in cui i nostri pensieri, le nostre preghiere e i nostri sguardi hanno un unico centro di interesse, sappiate che sono vicino. Sono in chiesa anch’io a quest’ora e gli oltre 6000 kilometri che separano le nostre persone fisiche sono annullati dalla fede in Cristo risorto e del comune affetto verso Francesco. Grazie a voi tutti per la vostra presenza, per la vostra preghiera, sorgente di conforto e di serenità per Ivana e tutti i suoi cari.
Non è stato facile ammettere che Francesco ci abbia lasciati in questo modo - questa sua partenza mi fa pensare al Vangelo di Marco: “Giunta la sera, Gesù disse: passiamo all’altra riva”! e congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca…” - e ancora adesso faccio fatica ad accettare la notizia. Forse anche questo mi aiuta a restare sereno e a continuare la mia vita di ogni giorno, ma vi confesso che trovo anche tanto difficile dirvi quanto sento dentro di me!
Mi aiuta e mi da uno spunto quanto mi ha scritto uno… che lo conosce bene:
“Caro zio, l'amore profondo che vi legava era visibilissimo... È sempre stato discreto e con tanta discrezione, in punta di piedi, ci ha lasciati.
Ha lasciato un grande vuoto ma i bei sentimenti che legano la "banda" di Via Vaiselle ci aiuteranno a colmarlo; oggi siamo più uniti che mai e con l'aiuto di tutti, tuo e suo compresi, riusciremo ad allontanare la tristezza di questo momento mantenendo vivo il ricordo di una persona davvero speciale, che con il suo silenzio ha saputo raccontarci tanti momenti d'amore. Non mancherò di dargli un bacio anche da parte tua”.
Veramente non so trovare parole più belle di queste. Grazie!
Non è un mistero per nessuno: volevo bene a Francesco, di un amore quasi connaturale, innato perché l’ho trovato accanto a me appena ho cominciato a camminare, a parlare, a giocare e a… combinare guai! Non posso pensare alla mia infanzia senza pensare a Cesco (l’ho sempre chiamato così!), alla sua bontà, alla sua generosità, alla sua riservatezza. La guerra, la fatica, il lavoro duro dei campi lo avevano maturato in fretta, probabilmente gli avevano accorciato l’infanzia per cui aveva sempre conservato una certa timidezza, riservatezza, pudore dei suoi sentimenti… Pur essendo più giovane di lui si rivolgeva a me per chiedere dei favori alla mamma e soprattutto al papà… e io ero fiero di fare da mediatore ed ero felice perché quasi sempre ottenevo dal papà quello che lui mi chiedeva.
È nata così una amicizia di complicità, fatta di poche parole, ma di tanta stima. Credo di non aver mai litigato con lui, per cui non sento nessun senso di colpa. Ma vorrei chiedergli lo stesso perdono per non avergli detto più spesso che gli volevo bene, che lo stimavo tanto e per non avergli detto che contava molto per me. Glielo dico ora e gli chiedo di starmi vicino in questi ultimi tornanti della strada che porta alla casa del Padre. Lui andava più forte di me in bicicletta: spero non mi stacchi troppo!
Gli chiedo soprattutto di stare vicino a Ivana, Stefano, Elena…e a tutti noi.
Sono certo che tutto continuerà come prima e ci rivedremo. Pensiamolo nella stanza vicino o dietro all’angolo, ma che ci sente e ci vede! Dio, che è Padre, non può farci gustare dei doni così meravigliosi: la vita, l’amore, la gioia di stare assieme e poi toglierceli all’improvviso, per sempre! Nessun padre sulla terra sarebbe così cattivo con il suo bambino che ama.
E Gesù Cristo che nel Vangelo di domenica scorsa abbiamo visto con stupore piangere il suo amico Lazzaro ce l’ho ricorda anche oggi: “Chi crede in me vivrà!…vado a prepararvi un posto, perché voglio che dove sono io siate anche voi… voi tutti, nessuno escluso”.
Ciao Cesco, arrivederci … non dimenticarci. A presto! Silvano
foto: Francesco nei "suoi" boschi con il nipote Pietro e Kinsley (un bambino del Ghana in affido a Stefano e Paola!)
6 commenti:
Silvano,ripeto a te quanto ho detto a Stefano:ho vissuto questo ben 35 anni fa,mio padre se n'è andato esattamente come Cesco:un sospiro,forte,a letto....Però mio padre,Biagio,aveva solo 56 anni.Non ci sono parole per descrivere quello che senti e che vivi in quei momenti,solo la fede ti può aiutare.
E la folla presente alle esequie,le parole,la partecipazione,hanno dato la misura di chi siete VOI,fratelli e sorelle Ruaro,un piccolo ristorno di tutto quello che VOI date al Prossimo!!!
Un abbraccio,Giando
Grazie per la tua testimonianza, ci incoraggia a non aver paura della morte perchè c’è un Padre Buono che ci aspetta…
Rinnovo a te, a tutti i tuoi cari le mie condoglianze
“Il carro oltrepassò d’erba ripieno
Ed ancora ne odora la silvestre via.
Sappi fare anche tu come quel fieno…”
Mi raccontavi di tuo fratello Francesco, di quando eravate piccoli. Da come me ne parlavi ho intuito che cosa possa aver provato quando hai saputo della sua morte repentina. Ma Pasqua di risurrezione ci porta una speranza: siamo ancora uniti.
Ai funerali è stato bellissimo vedere quanta gente lo amasse e come lui volesse bene a tutti. Il bene che ha donato resterà per sempre
Nerio
Un abbraccio.
Marta
CARO PADER SILVANO,HO APPRESO LA NOTIZIA SOLO ORA, APRENDO IL COMPUTER!
TI SONO VICINA. VANDA
Caro Padre Silvano,
leggo solo ora di questa triste notizia.
Non potrò mai dimenticare quel giorno di tanti anni fa, quando lei mi apparve davanti, in mezzo alla nebbia, per celebrare il funerale di mio padre.
Ci eravamo lasciati in un polveroso cortile di Kampala e ritrovarla lì, in quel giorno grigio non solo per il tempo, mi diede una sprazzo di luce, calore e colore africano.
E come lei fece per me, anche se certamente con meno fatica e strada di quanta ne fece lei, le rivolgo un pensiero, un lacrima, un abbraccio.
F
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