QUEST’OGGI VI FACCIO LA PREDICA !
Lo confesso: sono stato io a volere questo blog. Ora, dopo pochi mesi, sono il primo deluso.
Vi dirò il perché in quanto solo attraverso voi che state leggendo passa la chiave di volta del sistema. Infatti se ci sarete, leggerete e scriverete, quindi solo attraverso una partecipazione davvero attiva questo potentissimo sistema di comunicazione e di interazione risponderà allo scopo per cui è stato messo in opera.
Il blog deve essere una “finestra” spalancata sulla missione di Mambasa. Deve consentire il dialogo facile ed intenso allo stesso tempo tra i suoi attori presenti laggiù in mezzo alla foresta del Congo e le tante persone che, da diverse parti d’Italia e del mondo, provano a dare una mano al progetto.
Vi dirò il perché in quanto solo attraverso voi che state leggendo passa la chiave di volta del sistema. Infatti se ci sarete, leggerete e scriverete, quindi solo attraverso una partecipazione davvero attiva questo potentissimo sistema di comunicazione e di interazione risponderà allo scopo per cui è stato messo in opera.
Il blog deve essere una “finestra” spalancata sulla missione di Mambasa. Deve consentire il dialogo facile ed intenso allo stesso tempo tra i suoi attori presenti laggiù in mezzo alla foresta del Congo e le tante persone che, da diverse parti d’Italia e del mondo, provano a dare una mano al progetto.
Ieri ho fatto un accenno a padre Silvano su quanto volevo scrivere ed ora sto scrivendo. Ecco pronta la risposta di fronte al mio dubbio sull’utilità di questo esperimento: “Sappi però che sono diversi che lo guardano...anche se sono ancora timidi. Abbi la pazienza del contadino. “
Infatti il blog funzionerebbe e anche molto bene, come avviene per tutti i milioni di blog che ci sono sulla rete. L’unica condizione essenziale e che tutti gli utenti lo usino davvero e lo impieghino di routine.
Riflettiamo un attimo: i nostri amici della missione di Mambasa sono finalmente nella condizione felice di avere, attraverso la società SIGNIS di Roma, la fortuna un collegamento alla grande rete di Internet, via satellite, 24 ore al giorno. Non certo era così ai miei tempi, negli anni ’70, quando la posta giungeva alla missione e poteva essere spedita, se tutto procedeva senza intoppi, una volta ogni 15 giorni.
Oggi saprete che la posta per la Missione di Mambasa viene spedita in Uganda, a Kampala. Li giace fino a che qualcuno la preleva! Per altre comunicazioni c’è il telefono satellitare, dotato anche di fax. Saprete anche che chiacchierare con questo aggeggio costa cifre da capogiro. Il suo uso si giustifica soltanto per comunicazioni molto urgenti e, aggiungerei io, anche nel caso che siano piuttosto brevi.
Via Internet c’è la possibilità di parlarsi usando uno dei tanti programmi che consentono la chat (MSN, ICQ, Google Talk), oppure anche quei siti che consentono di telefonare con il sistema VoIP come i vari Voipbuster, Voipcheap, Voipstunt o il più famoso Skype. Questi ultimi consentono anche di chiamare su telefono fisso, tantissimi paesi del mondo gratis e tutti gli altri con tariffe molto basse, talvolta irrisorie. Ebbene perché non consentire tutto questo da e verso Mambasa? Diciamo poi che la connessione alla grande rete di Internet nasce dall’esigenza di dotare la scuola di uno strumento oramai essenziale con cui tutti gli allievi debbono imparare e gestire le loro conoscenze e sviluppare i loro studi. La scuola della missione cattolica di Mambasa ha sempre formato degli ottimi studenti, molto più preparati di tanti altri studenti africani, e questa “finestra” diviene essenziale proprio per la completezza della loro preparazione.
Aggiungo infine che ho pensato a questo blog (quando ne parlavo a P.Silvano, senza che ancora lui avesse una idea precisa di cosa si andava a fare!) come una sorta di bacheca per la comunicazione.
Oggi saprete che la posta per la Missione di Mambasa viene spedita in Uganda, a Kampala. Li giace fino a che qualcuno la preleva! Per altre comunicazioni c’è il telefono satellitare, dotato anche di fax. Saprete anche che chiacchierare con questo aggeggio costa cifre da capogiro. Il suo uso si giustifica soltanto per comunicazioni molto urgenti e, aggiungerei io, anche nel caso che siano piuttosto brevi.
Via Internet c’è la possibilità di parlarsi usando uno dei tanti programmi che consentono la chat (MSN, ICQ, Google Talk), oppure anche quei siti che consentono di telefonare con il sistema VoIP come i vari Voipbuster, Voipcheap, Voipstunt o il più famoso Skype. Questi ultimi consentono anche di chiamare su telefono fisso, tantissimi paesi del mondo gratis e tutti gli altri con tariffe molto basse, talvolta irrisorie. Ebbene perché non consentire tutto questo da e verso Mambasa? Diciamo poi che la connessione alla grande rete di Internet nasce dall’esigenza di dotare la scuola di uno strumento oramai essenziale con cui tutti gli allievi debbono imparare e gestire le loro conoscenze e sviluppare i loro studi. La scuola della missione cattolica di Mambasa ha sempre formato degli ottimi studenti, molto più preparati di tanti altri studenti africani, e questa “finestra” diviene essenziale proprio per la completezza della loro preparazione.
Aggiungo infine che ho pensato a questo blog (quando ne parlavo a P.Silvano, senza che ancora lui avesse una idea precisa di cosa si andava a fare!) come una sorta di bacheca per la comunicazione.
Facciamo un solo esempio: la scuola ha bisogno di carta da disegno, oppure di fogli millimetrati: bene si mette un avviso in “bacheca”. Così oltre il solerte Padre Angelo, al Segretariato Missioni di Milano, la notizia passa anche a Giuseppe in quel di Schio. Loro, come sempre, si attivano. Però pubblicando la richiesta on line sul blog anche un qualsiasi altro amico che lo legge ne è informato e magari…per dirla con il linguaggio degli uomini di fede ecco che diamo un po’ di chanches in più alla Divina Provvidenza. Magari la notizia della ricerca in corso arriva alle orecchie di un benefattore che si fa lui carico se non di fornire direttamente la carta richiesta, magari di trovare “l’argent” che serve alla bisogna.
In senso contrario per il flusso della “bacheca” immaginiamo quanto sarebbe più facile far vedere a Padre Silvano o a Padre Nerio la foto di un nipotino, piuttosto che stamparla e spedirla via posta o mandarla in esclusiva nella casella e-mail di uno di loro.
In senso contrario per il flusso della “bacheca” immaginiamo quanto sarebbe più facile far vedere a Padre Silvano o a Padre Nerio la foto di un nipotino, piuttosto che stamparla e spedirla via posta o mandarla in esclusiva nella casella e-mail di uno di loro.
Basta per ora con le parole: proverò nei giorni prossimi a gestire qualche esempio pratico scrivendo qualche singolo post per stimolare e suggerire.
Vorrei così cercare di captare l’umore ed i desideri anche di chi legge e scrive.
Ricordate però, cari lettori di questo blog che se non scrivete nessun commento, sarà impossibile ai nostri missionari, a padre Silvano verificare che ha tanti amici che gli sono vicini e che tutti, anche con poco, possono dargli una mano!
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