martedì 29 aprile 2008

CRESCERE! NON SEMPRE E' COSI FACILE


E’ arrivato sotto una pioggia battente, su una moto Yamaha 100, sorpreso dal maltempo a una decina di kilometri da Epulu. Quel tratto di strada è totalmente disabitato: impossibile trovare rifugio da qualche parte. E’ lui, il nostro Vescovo Kataka Janvier, venuto da Wamba per dare il sacramento della Cresima ai nostri cristiani. Ci stiamo preparando da due mesi.

Tre, le comunità cristiane scelte per questa celebrazione: Epulu, Mandjombo e Mambasa. A Mandjombo, alla cerimonia delle cresime si è aggiunta quella della inaugurazione della cappella di San Francesco. Una bella chiesetta, a 6 km da Mambasa. P. Silvano ne ha seguito con passione e con la solita grinta i lavori di costruzione, che si sono protratti per diversi anni a causa della guerra, dei saccheggi, e di un programma molto fitto di costruzioni...Adesso è li’, davanti a noi, questa chiesetta di Mandjombo, bella, luminosa, vestita a festa dalle tinte ancora fresche. Per noi, preti di Mambasa, essa rimarrà come un invito eloquente, una sfida, a continuare il lavoro, assumendo con coraggio l’impegno di costruire non solo muri, ma costruire e consolidare la comunità cristiana locale, che è, sì, numerosa, ma, purtroppo, abbastanza anemica a causa soprattutto della mancanza di un buon catechista capace di svegliare le coscienze

A Mambasa, domenica scorsa, sotto le palme del nostro sito “Avakubi”, c’era la folla delle grandi occasioni: 2.500 - 3.000 cristiani? Con il Vescovo, eravamo in quattro preti a concelebrare: P. Silvano, P. Gian Paolo, P. Dino e P. Giovanni Pross, venuto da Kisangani a farci visita. Abbiamo aiutato il Vescovo anche a conferire il sacramento ai 280 cristiani che con la cresima hanno ricevuto l’ultimo sacramento di iniziazione.

Sono già dei cristiani adulti?

E’ una domanda molto imbarazzante, questa. Dico solo che, durante l’immediata preparazione al sacramento, con i catechisti, con i responsabili delle Comunità di base assieme ai cristiani, ci siamo domandati con insistenza come accompagnare questi giovani durante i primi anni dell’età “adulta”, in modo che non si perdano, che non dimentichino la loro fede, che si integrino nella comunità di base e nei gruppi giovanili della parrocchia. Vorremmo che il grano, che già cresce in essi, possa dare frutto abbondante.

Ieri mattina il Vescovo ha avuto un incontro con i membri del consiglio pastorale parrocchiale. Anche da parte sua, l’insistenza è stata sulla necessità di crescere e diventare adulti: il tempo di attendere tutto passivamente dal “papa” è ormai finito. Occorre una vera rivoluzione, che conduca alla presa di coscienza delle proprie possibilità e ad un impegno responsabile di tutti. Mentre il Vescovo parlava vedevo dei volti attenti e seri, molti cenni di consenso. Tutti d’accordo. Che bello!... Un minuto dopo: “Monsignore, nel nostro villaggio, il tetto della cappella è in cattivo stato...”. Come volevasi dimostrare!... La presa di coscienza e l’impegno adulto sono per molti ancora ben lontani . Ma è a questo punto che tanta nostra gente si trova. Ed è da questo punto che noi dobbiamo partire. L’aiuto nostro, anche finanziario, rimane in tanti casi opportuno e necessario, condizione indispensabile per una nuova partenza. La sfida che sta davanti a noi è quella di far nascere nella gente un giusto orgoglio personale e la voglia di diventare protagonisti del proprio sviluppo. Qualcuno già c’è accanto a noi, e questo mantiene vivo in noi il lumicino della speranza.

Cari amici, un saluto a tutti voi; anche da parte di padre Gian Paolo e di Padre Gauthier. Quest’ultimo è partito proprio poco fa’ per Nduye, per preparare l’arrivo di Monsignore, che domani darà la cresima ai cristiani di quella parrocchia. Silvano, lui, è in viaggio a Beni per riaccompagnare alla frontiera gli amici Irene, Lucas e David, che rientrano in Italia.
Pace e bene. P. Dino.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao Dino. Sono in "libera uscita" dall'ospedale dove devo ripresentarmi entro le 20,00...
Certo che mi fa un certo effetto ritrovarmi, anche se per pochi minuti, nel mio ufficio di via Aldolfato dopo un'assenza di ben 25giorni d'ospedale (per operazione di artoprotesi all'anca destra e congruo periodo di riabiliazione).
Ho letto con piacere la tua comunicazione e ti ringrazio per tenerci tempestivamente informati sugli eventi della vostra missione. Un caro saluto a te, Silvano e confrtatelli Congolesi. Ciao e un grande abbraccio, con un ricordo all'altare. p.Angelo