sabato 19 aprile 2008

"Ivi è perfetta letizia..."


Carissimi,

ho pensato spesso a queste parole di san Francesco in questi giorni. Non era assente il rimando a Giobbe, ma il ricordo di Francesco ha avuto la meglio. Mi è sembrato un accostamento più pacifico, più cristiano, che ci invita a mantenere la speranza, la serenità anche nelle situazioni più imbarazzanti e apparentemente senza uscita.

In breve...

Sono partito da Mambasa l'11 aprile per andare a Kampala ad accogliere tre ingegneri dell'associazione ISF (Ingegneri senza frontiera) di Milano: Irene, Lucas e Davide. Il loro scopo è di aiutare gli abitanti di Mambasa a risolvere il problema dell'acqua.
Il viaggio di andata è stata una piccola avventura, non priva di rischi. Come al solito avevamo preso un autista ugandese, dato che in Uganda le macchine viaggiano sulla corsia di sinistra.

Purtroppo questa volta la scelta è stata molto infelice.
Più volte abbiamo corso dei seri pericoli...fino al punto di chiedere all'autista di fermarsi e di cedere a noi il volante. Arrivati a Kampala abbiamo fatto appello a un taxita nostro amico, il quale è venuto a "scortarci" fina a destinazione.
I tre "amici" sono arrivati domenica mattina.
Il lunedì 14 aprile abbiamo cominciato le compere:materiale per la scuola, le pompe a mano per i pozzi, pezzi di ricambio...
Circolare a Kampala è come giocare alla roulette russa: ad ogni istante rischi di fare un incidente, o di investire dei motociclisti kamikaze...Per fortuna avevamo un bravo autista, gentile, disponibile, paziente.
Oltre al traffico caotico, c'è la difficoltà della lingua: spiegarsi in kiswahili ( lo conoscono pochi e male) o in inglese esige concentrazione, sforzo. E c'è questa ansia che ti perseguita: fare in fretta, fare tutto, non perdere tempo.

Giunge finalmente la sera. Si vorrebbe lasciare alla spalle la fatica della giornata, il pensiero del domani (restano ancora tante cose da fare!). Dal Congo ci arriva una notizia che ci paralizza: è crollato il ponte che collega il Congo con l'Uganda! Siamo bloccati!
Un camion che trasportava un container con circa 70 tonnellate di legname ha sfondato il ponte!
Il martedi - dopo una notte di incubi - riprendiamo il nostro girovagare per la città, ma senza entusiasmo, con la paura di correre inutilmente. In più si aggiunge una panne della pompa della nostra Land Cruiser in piena città.
Lasciamo perdere la lista delle cose che dovevamo ancora comperare, assillati dal pensiero: "come passeremo dall'altra parte con quello che già abbiamo comperato?".

Inoltre non avevamo ancora trovato un autista per il ritorno. Quello dell'andata lo avevamo "ringraziato" e liquidato.
Prendo la decisione di guidare io stesso la Land Cuiser nel ritorno. Noleggiamo il taxi dell'amico che ci accompagna nei nostri giri a Kampala. Lui mi precederà, portando Irene, Lucas e David..e io seguirò docilmente.

La notte fra il martedì e il mercoledì non è stata certamente fra le più calme e riposanti della mia vita: guidare per 460 km sulla corsia di sinistra su una strada che consente anche i 100 km all'ora e frequentata da grosse autocirsterne, non si improvvisa. Mi sembrava di essere un incosciente...e mi svegliavo spesso di soprassalto. Ma ormai era troppo tardi.
Alle 5,50, preceduti dalla Toyota Corolla di Hadji, il nostro taxista, ci mettiamo in strada...
Forse un Angelo custode guidava la mio posto...Dopo i primi kilometri mi sembrava di aver sempre guidat0 sulla sinistra...
Andavamo così bene che ci siamo permessi il lusso di fermarci a Fort Portal per una piccola colazione.Alle 12,30 eravamo alla frontiera.
Subito ci viene detto che non possiamo passare: infatti sul ponte era effettivamente impossibile.
Era crollato. Chiediamo il permesso di andare con la nostra macchina fino alla sponda del fiume Lubiriha - che serve da confine fra l'Uganda e il Congo- per poter consegnare quanto avevamo portato con noi ai "nostri uomini" che ci aspettavano con il camion sulla sponda congolese...

Poi cominciano le trattative per passare. Sapevamo che c'era, a valle, una specie di guado dove passano spesso le macchine che entrano di frodo in Congo...Dopo trattative interminabili con le autorità e la polizia ugandese e congolese, tutte iniziate con un diniego perentorio, si arriva a un accordo dietro una "mancia" in dollari o scellini.
Finalmente sembra che la strada sia aperta...Abbiamo il permesso "bipartisan"!
Scendo per un pendio ripido e mi presento davanti a questo corso d'acqua...Mi fermo un momento per una piccola preghiera silenziosa. Innesto la marcia, metto la trazione sulle quattro ruote e sto per entrare in acqua. Di corsa arrivano due individui in civile, estraggono una pistola e mi dicono che non posso passare. Li rassicuro che non passerò contro la loro volontà. Resto calmo e sicuro che anche questo ultimo ostacolo sarà risolto con una breve discussione con i miei uomini - io sono sempre rimasto estraneo a queste trattative - . La discussione è molto breve.
I 30.000 scellini che ricevono i due "bravi" rende possibile e sicuro il passaggio. Prima di ricevere questi "maledetti soldi" dicevano che era pericoloso passare, che rischiavo di essere travolto dalle acque e si dicevano preoccupati per la mia vita. La mancia ha risolto tutte le difficoltà. Non si sono neppure fermati per vedere se riuscivo a passare; intascati i soldi si sono volatizzati a bordo della moto con cui erano arrivati .
Il guado è stato senza problemi. La gente, bambini soprattutto, hanno assistito al passaggio in silenzio, per scoppiare poi in un urlo di gioia quando sono risalito sulla sponda del Congo!


(continuerò presto...)

Domani -20 aprile - vado a Nduye con Irene Lucas e Davide. Vi ricorderò sulla tomba di padre Longo...Il resto ve lo racconterò al mio ritorno, domani o più probabilmente lunedì...Ciao e grazie a chi vorrà farsi...vivo.

10 commenti:

Gianluigi ha detto...

Mupe Silvano lavora per il "capo" quindi doppia sempre tutte le difficoltà. Va detto però che talvolta mette a dura prova il suo Angelo Custode (che pertanto minaccia uno sciopero).
Se avete letto bene, cari amici che frequentate il blog sono "graditi" dei commenti o solo un saluto. Anche io lo credo se non altro per far sentire a P.Silvano che non lo abbiamo dimenticato e che qualcuno legge e si ricorda di lui. Fatevi sotto, altrimenti al ritorno da Nduye non pubblica la prossima puntata!

Silvano Ruaro ha detto...

Grazie, Gianluigi!
Sapessi come fa piacere un segno di amicizia, un ricordo da parte di un amico!. Sembra gettato al vento, invece rifà capolino proprio in quei momenti in cui sei solo davanti a certe scelte: passo o non passo?
Questa sera sappi che ti sono veramente riconoscente e domani non ti dimenticherò a Nduye.
Un abbraccio.
Silvano

Anonimo ha detto...

Carissimo Silvano,penso proprio che questo tuo viaggio passi alla storia,non solo un Angelo ma bensì uno stuolo sono rimasti al tuo fianco.Sei Grande,non so come fai a trovare le soluzioni giuste.Hai descritto così bene le varie fasi che mi sembra di vederti e sono preoccupata.Coraggio noi ti siamo vicini con la peghiera e con tutto il nostro affetto.Salutaci Irene a presto. Giuliana ,Alfredo e Filippo

Silvano Ruaro ha detto...

Alfredo, Giuliana e Filippo, grazie di cuore per la vostra vicinanza.
Faccio quello che posso, giorno per giorno, momento per momento e ...mi fido di LUI.
Ciao
Domani spero di scrivere la seconda puntata e se necessario anche la terza.Un saluto ai fratelli, sorelle e amici...

Anonimo ha detto...

Bravo Silvano! Anche se questa volta mi sembri un kamikaze... il Bicol, spiritualmente unito, da un letto di ospedale ti accompagna con la preghiera non potendo fare altro. Un abbraccio

Silvano Ruaro ha detto...

carissimo Bicol,
quello che mi offri in questo momento è il dono più gradito e necessario.
Esci presto...e di corsa!
Dobbiamo fare ancora tante bbelle cose, assieme!
Sto andando a Majombo a mettere i vetri e il colore...Sabato, il nostro Vescovo conferirà il sacramento della Cresima in quella...piccola, ma splendida "cattedrale".
Ciao...

Gianluigi ha detto...

Come vedete leggendo questi commenti il bello dello strumento blog è che comunichiamo tra noi non individualmente, ma con un certo spirito comunitario!
Coraggio e saluti da KAPITULA

Anonimo ha detto...

Ciao Silvano ho letto il tuo racconto : sei sempre il solito,sei un grande ma piu grande e l'angelo custode che ti segue sempre.pero'il ponte mi ricorda qualcosa.... proprio un anno fa ne e' crollato un'altro e guardando la foto sono corsa a prendere la cinepresa per riguardare le immagini dell'altro ponte crollato....pazzesco !!!!!Ti diro':mi vien proprio voglia di tornare nonostante i ponti crollati.Aspetto di leggere il seguito del racconto. Un abbraccio. Claudia

Anonimo ha detto...

Sono ancora io, dimenticavo di dirti che proprio ieri su Rai3 a Geo&Geo e stato intervistato Giangi Milesi presidente del Cesvi che ha parlato del progetto "Pigmei" con le foto di Diffidenti . Non so ancora come , ma ti faro' avere la registrazione.Claudia

Silvano Ruaro ha detto...

Carissimi Claudia e Claudio, grazie per i vostri commenti. Il seguito del racconto verrà presto, spero.
In questi giorni sono stato bloccato per la permanenza quasi continua sul cantiere della chiesa di Manjombo: san Francesco.
Domani ci sarà l'inaugurazione ufficiale da parte del Vescovo e un centinaio di ragazzi riceveranno il sacramento della Cresima.
Domenica invece il Vescovo conferirà il sacramnento della Cresima ai ragazzi di Mambasa.

Tornando ai ponti, speriamo che questa volta il detto: "non c'è due senza tre"...non si verifichi, altrimenti saremmo proprio bloccati.
Il ponte sull'Ituri di cui parla Claudia è crollato da oltre un anno...e non si è fatto ancora nulla.
Un saluto...e sia Claudia che Claudio sarete i bvenvenuti.