Congo, la vita riparte da un allevamento
Alessandro Scandale
«Oggi ci sono quattro cooperative pilota e stiamo per avviare la quinta. A breve un punto vendita»
Martedì 04 Agosto 2009 (dal "Giornale di Vicenza)
Nuovi importanti risultati per il progetto Mambasa, partito da Schio quattro anni fa per sostenere la missione del religioso scledense Silvano Ruaro.
Il missionario dehoniano, in Congo da 30 anni, avevo chiesto aiuto alle Onlus “Veterinari senza frontiere” e “Ingegneri senza frontiere” per valutare lo stato di malnutrizione della popolazione e per controllare le risorse idriche a Mambasa, 40.000 abitanti nel Nordest del Paese.
La veterinaria scledense Anna Di Pasquale, promotrice del progetto e appena tornata dal Congo, ne ha parlato nei giorni scorsi a Schio nel corso di una serata sul tema: «L’obiettivo originario era garantire alla popolazione l'accesso all’acqua potabile, organizzare cooperative per l'allevamento di animali e formare il personale locale - ha spiegato -. A Mambasa la maggior parte delle fonti idriche è inquinata e le precedenti iniziative di padre Ruaro, con i pochi mezzi a disposizione, erano appena bastate a realizzare un laboratorio tecnico-idraulico. Grazie al supporto di “Ingegneri senza frontiere” sono stati costruiti i primi due pozzi». E continua: «Noi veterinari siamo intervenuti per introdurre l'allevamento di animali: oggi ci sono quattro cooperative pilota funzionanti e ne stiamo avviando una quinta, a undici chilometri da Mambasa. Altre otto hanno chiesto di essere integrate nel progetto e stanno seguendo un ciclo di formazione all'interno degli allevamenti, dove i formatori sono le stesse donne delle cooperative. In tutto sono coinvolte circa 250 persone del posto, ma il numero è in continua crescita perché si è sparsa la voce e la gente viene a lavorare anche da fuori città».
Una missione difficile quella appena conclusa. «Abbiamo lavorato molto sull’aspetto sociale ed economico del progetto - ha spiegato Anna Di Pasquale -. Ci siamo dati un obiettivo: un anno e mezzo o due e queste donne dovranno camminare con le loro gambe, sotto ogni punto di vista, collaborativo, economico e gestionale. Per fare ciò io, insieme alla fedele Dominique e all'instancabile Ester, abbiamo migliorato la gestione degli allevamenti. Ora ci sono i numeri di produzione per pensare ad una auto-sostenibilità e stiamo lavorando per la creazione di un punto vendita di tutti i prodotti degli allevamenti. La richiesta di uova, polli e conigli da parte della popolazione è alta e un punto vendita darà al progetto una svolta decisiva».
La situazione sanitaria è molto cambiata in positivo, grazie alla preziosa collaborazione dei veterinari del territorio: «La cosa più importante - ha detto ancora - è che comincia a delinearsi nelle loro menti una metodologia di controllo, di diagnosi e trattamenti delle malattie, un passo veramente prezioso che assicura un monitoraggio sanitario anche dopo la mia partenza. Un altro importante aspetto è quello agronomico. Ci sono attualmente otto associazioni di agricoltori che hanno stipulato un accordo con noi e che ricevono formazione sulle tecniche agronomiche, semi di mais e soia, questo assicura una continuità di produzione di materie prime indispensabili per i nostri animali e ci aiuta ad abbassare il costo di produzione e quindi di vendita per permettere a tutti gli abitanti il consumo dei nostri prodotti. E tutto ciò in collaborazione con un agronomo locale esperto del territorio».
Il progetto Mambasa sta ricevendo grande attenzione anche da parte delle autorità, fino alle alte dirigenze del distretto dell'Ituri. «Il Commissario di distretto ci ha dedicato una mattinata di visita negli allevamenti e nel nostro attrezzato laboratorio, complimentandosi per il lavoro che stiamo portando avanti. Ora bisognerà formalizzare questo entusiasmo con un accordo di collaborazione e stiamo già lavorando per il raggiungimento di questo obiettivo. Insomma, abbiamo preso il volo e spero che questo possa portare queste donne in un luogo dove la vita ha altri colori e profumi. Abbiamo anche avviato un partenariato con l'ospedale di Mambasa per curare i bambini malati di Aids, e abbiamo anche iniziato un programma di formazione per i veterinari del distretto di Ituri».
Anna ora è a Schio ma il suo pensiero è sempre rivolto a Mambasa.«Il mio cuore è rimasto lì, e tornerò in Congo a fine anno per avviare due nuove cooperative per l'allevamento di polli e per la produzione di uova. Con la vendita di questi prodotti contiamo di coprire le spese e avere anche dei ricavi. Nel mese di giugno abbiamo organizzato a Schio un torneo di calcio e raccolto 5.000 euro. In dicembre vorremmo organizzare sempre a Schio un concerto per raccogliere altri fondi».
N.d.R. Basterebbe un link, questo: http://www.progettomambasa.it/news_lit_95_301.asp
Noi però copiamo il testo tal quale per facilitare chi legge ancor oggi questo blog.
La veterinaria scledense Anna Di Pasquale, promotrice del progetto e appena tornata dal Congo, ne ha parlato nei giorni scorsi a Schio nel corso di una serata sul tema: «L’obiettivo originario era garantire alla popolazione l'accesso all’acqua potabile, organizzare cooperative per l'allevamento di animali e formare il personale locale - ha spiegato -. A Mambasa la maggior parte delle fonti idriche è inquinata e le precedenti iniziative di padre Ruaro, con i pochi mezzi a disposizione, erano appena bastate a realizzare un laboratorio tecnico-idraulico. Grazie al supporto di “Ingegneri senza frontiere” sono stati costruiti i primi due pozzi». E continua: «Noi veterinari siamo intervenuti per introdurre l'allevamento di animali: oggi ci sono quattro cooperative pilota funzionanti e ne stiamo avviando una quinta, a undici chilometri da Mambasa. Altre otto hanno chiesto di essere integrate nel progetto e stanno seguendo un ciclo di formazione all'interno degli allevamenti, dove i formatori sono le stesse donne delle cooperative. In tutto sono coinvolte circa 250 persone del posto, ma il numero è in continua crescita perché si è sparsa la voce e la gente viene a lavorare anche da fuori città».
Una missione difficile quella appena conclusa. «Abbiamo lavorato molto sull’aspetto sociale ed economico del progetto - ha spiegato Anna Di Pasquale -. Ci siamo dati un obiettivo: un anno e mezzo o due e queste donne dovranno camminare con le loro gambe, sotto ogni punto di vista, collaborativo, economico e gestionale. Per fare ciò io, insieme alla fedele Dominique e all'instancabile Ester, abbiamo migliorato la gestione degli allevamenti. Ora ci sono i numeri di produzione per pensare ad una auto-sostenibilità e stiamo lavorando per la creazione di un punto vendita di tutti i prodotti degli allevamenti. La richiesta di uova, polli e conigli da parte della popolazione è alta e un punto vendita darà al progetto una svolta decisiva».
La situazione sanitaria è molto cambiata in positivo, grazie alla preziosa collaborazione dei veterinari del territorio: «La cosa più importante - ha detto ancora - è che comincia a delinearsi nelle loro menti una metodologia di controllo, di diagnosi e trattamenti delle malattie, un passo veramente prezioso che assicura un monitoraggio sanitario anche dopo la mia partenza. Un altro importante aspetto è quello agronomico. Ci sono attualmente otto associazioni di agricoltori che hanno stipulato un accordo con noi e che ricevono formazione sulle tecniche agronomiche, semi di mais e soia, questo assicura una continuità di produzione di materie prime indispensabili per i nostri animali e ci aiuta ad abbassare il costo di produzione e quindi di vendita per permettere a tutti gli abitanti il consumo dei nostri prodotti. E tutto ciò in collaborazione con un agronomo locale esperto del territorio».
Il progetto Mambasa sta ricevendo grande attenzione anche da parte delle autorità, fino alle alte dirigenze del distretto dell'Ituri. «Il Commissario di distretto ci ha dedicato una mattinata di visita negli allevamenti e nel nostro attrezzato laboratorio, complimentandosi per il lavoro che stiamo portando avanti. Ora bisognerà formalizzare questo entusiasmo con un accordo di collaborazione e stiamo già lavorando per il raggiungimento di questo obiettivo. Insomma, abbiamo preso il volo e spero che questo possa portare queste donne in un luogo dove la vita ha altri colori e profumi. Abbiamo anche avviato un partenariato con l'ospedale di Mambasa per curare i bambini malati di Aids, e abbiamo anche iniziato un programma di formazione per i veterinari del distretto di Ituri».
Anna ora è a Schio ma il suo pensiero è sempre rivolto a Mambasa.«Il mio cuore è rimasto lì, e tornerò in Congo a fine anno per avviare due nuove cooperative per l'allevamento di polli e per la produzione di uova. Con la vendita di questi prodotti contiamo di coprire le spese e avere anche dei ricavi. Nel mese di giugno abbiamo organizzato a Schio un torneo di calcio e raccolto 5.000 euro. In dicembre vorremmo organizzare sempre a Schio un concerto per raccogliere altri fondi».
N.d.R. Basterebbe un link, questo: http://www.progettomambasa.it/news_lit_95_301.asp
Noi però copiamo il testo tal quale per facilitare chi legge ancor oggi questo blog.
1 commento:
Complimenti ad ALESSANDRO SCANDALE per questa sua testimonianza sulle cooperative... E grazie al solerte GIANLUIGI d'averla messa sul BLOG a beneficio di quanti visitano periodicamente questo prezioso strumento di collegamento.
Approfitto per far giungere a p.Silvano il mio saluto e anche per informarlo che domani e dopodomani avremo nostri ospiti qui a Milano i Padri Dino Ruaro e Giovanni Pross... per cui Mambasa- Nduye non macheranno di far parte del nostro conversare. Ciao e un abbraccio. p.Angelo da Santicolo
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