sabato 24 aprile 2010

Non è mai troppo tardi


Ho visto il commento di Gianluigi al racconto padre Dino. Capisco la sua sopresa per il fatto che la partenza di Lidia è passata sotto silenzio...senza una parola da parte sua.

Rettifico subito. La notte del 17 apri le, Lidia ha scritto un biglietto che ha infilato sotto la mia porta.
Ma domenica mattina,18 aprile avevo un impegno importante: andare a celebrare la santa Messa a Planteco, a 5 km sulla strada di Nduye. Ho cominciato con questo.
Al ritorno mi sono messo al computer...Tutto era pronto, ma mancava la connessione. Rimedio ora, lasciando il messaggio così come è stato scritto:"

Domani devo mettermi in moto per il rientro a casa. Non è facile lasciare la Missione di Mambasa. Parto col desiderio di ritornare presto e non da sola. Questo significa che la viva realtà della Missione trova una linfa vitale nella dedizione generosa, instancabile dei padri: Silvano, Dino, Gauthier, fr. Serafino, delle suore e nella autentica testimonianza nel quotidiano, di SERVIZIO di amore per la popolazione tutta.

Qui a Mambasa (Nduye) c’è posto per tutti coloro che desiderano conoscere,vedere, capire cosa fanno i missionari, quali e quante siano le necessità che ci interpellano.

Grazie, carissimi padri per la vostra fraterna accoglienza, amicizia, serenità donatami!

Per ora non riesco a dire altro.

Lidia

Foto:

Lidia davanti al busto dello...zio

Lidia con le suore

l'ultimo ricordo

1 commento:

Gianluigi ha detto...

Approfitto della "chiamata in correo" (mi sento sulla coscienza di averti fatto scrivere in queste difficili condizioni di salute)per cercare di spiegare che questo sistema di comunicazione è nato con l'intenzione di alleggerirti il lavoro. Funzionerebbe benissimo se non fossi solo tu, Mupe Silvano Sisifo, a scrivere di tutto e per tutti. Lo sarebbe ancor di più se fosse davvero una "bacheca" sulla quale appendere tanti foglietti, con le notizie correnti,in entrata ed in uscita, da parte di tutta la comunità e per ogni evento. Senza segreti o senza sciocco pudore. Sembra però davvero impossibile e sono quasi cinque anni che ci proviamo!