martedì 13 aprile 2010

Un viaggio a Nduye...per ricordare e sperare!


Sabato pomeriggio, 10 aprile, sono andato con Lidia Longo a Nduye.

A prima vista, una notizia banale. Ma questa cambia di natura e diventa stupore quando Lidia si presenta: è la nipote di padre Bernardo Longo, figlia del fratello Vittorio, nato nel 1903.


Il fratello maggiore di Lidia, Lieto, ha fatto la Prima Comunione il giorno della Prima Messa di Padre Bernardo. Quando Lidia nasceva, suo zio era da poco arrivato in Congo..


LIDIA ci teneva tanto a ritornare sui luoghi che hanno visto il lavoro, i sacrifici, la passione di padre Bernardo per la formazione dei giovani, il suo amore per la gente, per i Pigmei, la sua vita di preghiera.

Era già stata a Nduye la sera del Sabato Santo con Deogratias Syauswa, il discepolo fedele di padre Longo e il suo…erede. Ma era stata una visita rapida e senza documentazione. Voleva ritornare con calma un’altra volta per fissare negli occhi e nel cuore questi oggetti, questi panorami meravigliosi così vari e suggestivi, e trasmettere ad altri le sue impressioni e soprattutto le sue emozioni..


Ci tenevo anch’io ad accompagnarla per dirle che questa missione ci sta a cuore anche se per il momento possiamo fare poco e per rivisitare i luoghi dove praticamente ho cominciato anch’io la mia vita missionaria. Ogni cosa, ogni angolatura, ogni edificio hanno qualche cosa da dire, e visitandoli assieme, sembra riprendano vita.



La casa, la stanza di padre Longo, i macigni a fianco della casa ("i massoni", come li chiamava padre Samuele Testa) , con i tagli inferti da padre Bernardo per ricavare le pietre vive per le sue costruzioni, gli hangar, le aule delle scuole professionali, la chiesa, la sorgente “inesauribile” con a fianco i resti di una pompa arcaica, testimone dell’ingegnosità di padre Bernardo che faceva salire l’acqua in una cisterna sulla collina dietro la casa, usando appunto questa pompa a pistone ma che riusciva a far salire l’acqua a oltre 70 metri di dislivello con una pressione che spesso faceva scoppiare i tubi ,di ricupero anche quelli, come quasi tutto quello che si trovava a Nduye. Ricordo la pazienza di Deogratias che negli anni 70 spessissimo doveva seguire il tragitto della tubazione alla ricerca della famigerata fuoriuscita d’acqua. E la calma con cui medicava la ferita avvolgendola abbondantemente di strisce di camere d’aria!



Poi su verso la spaziosa casa delle suore Comboniane, le scuole delle ragazze, la cappella… il tutto costruito con gusto da padre Bernardo a differenza di quanto aveva fatto per la sua casa che assomigliava molto alle capanne della gente. Si devono a Padre Luigi Noacco, nel 1971, in previsione del mio arrivo e dell’arrivo di Gianluigi Mazzufferi e don Don Enzo Formiconi, i lavori importanti per una sistemazione decorosa. Purtroppo oggi, dopo anni di incuria, la casa avrebbe bisogno di un…restauro radicale, soprattutto per quanto riguarda gli impianti sanitari ed elettrici…


Un momento forte è stato quello passato in chiesa, con partecipazione alla Santa Messa , una sosta prolungata sulla tomba di padre Bernardo e la foto con i fedeli all’uscita.



Non poteva mancare la visita al fiume Nduye e una foto ricordo con i Pigmei.



Sono certo che Lidia ha registrato tutto. Non ha ancora detto molte cose; ma da tutta la sua persona, da quello che dice e come lo dice, traspare il suo desiderio che tutto rinasca e che, soprattutto questa gente, i Walese e i Pigmei ritrovino un Padre e un Pastore dal cuore grande e generoso come quello di suo zio.


Sono certo che l’ha chiesto a padre Bernardo… e glielo chiederà ancora!

E’ il desiderio di tutti che la sua preghiera venga esaudita.


Coraggio, Lidia, non stancarti!

***

Foto:

Lidia davanti alla casa dei Padri;

accanto alla tomba di padre Bernardo

all'uscita della chiesa;

la casa delle Suore;

sulla sponda del fiume Nduye (in...secca!)

davanti a una capanna di Pigmei

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Lidia tra poco tornerai e spero di sentire dalla tua viva voce quello che hai visto e quello che hai provato. A presto. P. Nerio

Gianluigi ha detto...

Traspaiono con chiarezza, dal racconto sempre lucido di Padre Silvano, i significati ed i sentimenti di questa visita importante e significativa.
Si sente anche che ci sarà un futuro per Nduye.

Anonimo ha detto...

Eccoti finalmente nel posto che hai tanto pensato, sperato e pregato!
Non ti dico che ti aspettiamo, sapendo che dopo tanta attesa vorrai rimanere più a lungo possibile..
Comunque, armati di foto, video, ricordi impressioni, sentimenti, perchè al tuo ritorno ti aspetta un tour de force di domande, anzi di interrogatori da parte dei paesani di Padre Bernardo.
buon soggiorno e, quando sarà ora, buon viaggio di ritorno.
Emanuele

Cornelia ha detto...

In questa cronistoria rivivo le emozioni della visita alla Missione, che ho avuto la fortuna di fare nell’ agosto 2008. E’ incredibile vedere quello che è stato costruito ai bordi di una foresta!

“La speranza e il coraggio di pochi lasciano tracce indelebili” (G. Vico)

Anonimo ha detto...

Che emozione vederti immortalata in "quei luoghi", per tanti anni visti e rivisti solamente nelle piccole foto in bianco e nero di casa, un po' sgualcite, ancorché ben custodite nei cassettoni di papà Lieto e zia Laura - ricordi di sapori lontani, di racconti frammentari e succinti e che ora riacquistano nuovo colore con te, che stai proprio lì dove un tempo stava ZIO.
Ti seguiamo tutti noi e ti accompagnamo ogni giorno in questa meravigliosa esperienza di vita in attesa di sentirtela raccontare dalla tua stessa viva voce.
Anche papà ne è stato toccato, checché ne dica. Sta già programmando di venirti a trovare a Roma per conoscere tutto in ogni dettaglio.
Sei grande zia e con te tutti quelli che si adoperano attivamente all'opera della missione.
Un grosso bacio
Gianna

Anonimo ha detto...

Silvano, quello della foto in basso è il mio associé Yashemu? Se è lui è ancora giovanile... il malofu lo mantiene! Ciao Nerio