venerdì 31 luglio 2009

Cose da non...cvedeve!

Qualche anno fa erano di passaggio a Mambasa due giovani sposini australiani, di origine toscana, in viaggio di...nozze! Ripetevano continuamente questa frase:" Cose da non cvedeve"!

Penso abbiano pensato la stessa cosa Mario e Enrico, mercoledì 29 luglio, durante il viaggio verso Nduye...e soprattutto al ritorno.

Cose belle e...cose bvutte!

Le prime:

la bellezza della natura,
l'immensità della f0resta
la festa dei bambini,
il saluto di tutti,
lo stupendo panorama di Nduye,
il ricordo-presenza di padre Bernardo Longo
la gioia di essere tornati sani e salvi e tutti interi!

Ma anche:

lo stato di abbandono in cui vive questa gente! "Sembrano abbandonati...anche da Dio!"
la povertà,
il...nulla dei Pigmei
il degrado della strada...
la paura di restare in panne in mezzo alla foresta...
















La cronaca.


Il temporale violento della notte precedente, mi faceva temere: ero certo che avrei trovato la strada piena di fango e scivolosa.

Per fortuna la pioggia si era fermata ad Aluta proprio all'inizio del tratto da incubo (gli ultimi 15 kilometri prima di Nduye).

Enrico e Mario davanti, ciascuno su una moto guidata con maestria da due giovani forti e acrobatici. (Cornelia era rimasta a Mambasa per la sua lezione di inglese ai ragazzi-ragazze che si preparano agli Esami di Maturità dell'anno prossimo.)

I nostri due amici sembravano un po' tesi e rigidi, malgrado le scosse e i salti...Per fortuna ogni tanto ci si fermava per sgranchire le gambe e verificare se tutto era a posto (ossa comprese).

A un certo punto abbiamo temuto il peggio: il cielo si è fatto scuro e una leggera brezza agitava le foglie degli alberi immensi.

Lungo la strada, davanti alle capanne, tutti salutavano festosamente:"Wazungu, wazungu!"

Le donne, curve sotto il loro carico, si fermavano e sbirciavano il nostro passaggio. Anche quelli, uomini e donne, che erano nel campo interrompevano il loro lavoro per salutare...

(Abbiamo incontrato anche tanti kumba-kumba...che spingevano le loro biciclette stracariche.

"Non ho il coraggio di fare la foto"- diceva Enrico!)

La gioia schietta che esplodeva in grida festose, queste mani tese dei bambini felici ci hanno accompagnato lungo tutto il percorso...e certamente lo hanno reso meno angosciante.


Vedendo le moto entrare nelle pozze piene d'acqua e il sobbalzo dei viaggiatori, mi domandavo se non avevo preteso troppo dai due scledensi.

Per fortuna, come ho detto sopra, il tratto finale era secco...per cui è stato meno, si fa per dire, penoso il percorrerlo.

"Allucinante...e cose da non cvedeve.."!, ci ripetevamo ad ogni fermata ristoratrice!

Per fortuna non abbiamo mai perso il buon umore e una buona dose di filosofia.
L'arrivo sulla collina di Nduye è stato sospirato e vissuto come una liberazione...
Abbiamo trovato alla missione Anna Pozzi, giornalista di MONDO e MISSIONE e il fotografo Bruno Zanzottera.

Qualche foto ricordo: davanti...alle rocce dalle quali Padre Longo ha ricavato le pietre per i suoi numerosi edifici, sul ponte del fiume Nduye, davanti a una capanna di pigmei.
Una rapida visita alle scuole, alla casa delle suore, una sosta sulla tomba di padre Longo...e ritorno affrettato per paura della pioggia.
Ancora qualche foto in qualche punto strategico e finalmente l'arrivo al ponte di Epulu (a 12 km da Mambasa). Eravamo stanchi, ma contenti di questa esperienza.
Ci siamo fermati a lungo a contemplare il fiume, la piroga che scendeva lentamente e un bambino che nuotava felice...

L'ultimo tratto è stato percorso a una velocità sostenuta...

L'erba del prato davanti alla casa ha accolto amorevolmente il corpo...e lo spirito, stanchi, dei nostri amici.

La Madonnina, accanto, sembrava sorridere...

























foto:

  • A Nduye di fronte alle rocce...di padre Longo
  • La ? dei Pgmei
  • Davanti a uno dei tanti buchi
  • Finalmente...ci siamo (al ritorno, sul ponte Epulu a 12 km da Mambasa)...pace!!!

2 commenti:

Silvano Ruaro ha detto...

Gianluigi, puoi per favore dare una forma un po' più presentabile a questo post?...Fra poco parto con Enrico e Mario a Kampala e vado ad accogliere altri 8 amici.
Ciao e grazie! Hai visto che sono riuscito a mettere le parole-chiave? Grazie per la lezione. Non scoraggiarti mai...Abbi la pazienza del contadino. Un saluto a tutti e a P...Ciao

Gianluigi ha detto...

Il commento di P. Silvano l'ho subito letto via mail e quindi ho fatto le dovute correzioni. Lo scrivo per gli amici silenti che Silvano assicura (ma lui è uomo di fede!) ci siano, leggano, seguano questo blog e magari siano anche contenti.
La fede è tutto.
Continuo a chiedermi, visto il ritmo della vita e le frotte di visitatori che vanno e vengono dal Congo, se oramai non abbiamo a che fare con una pseudo agenzia turistica. Però anche i frequentatori dei villaggi vacanze molto spesso commentano e raccontano al mondo le loro esperienze. Qui invece solo il 3% degli ospiti di passaggio a Nduye e Mambasa ha avuto il coraggio di scrivere due righe su questo benedetto blog. Non so spiegarmi davvero il perchè!