giovedì 25 febbraio 2010

Grazie, Gianni!

Sono rientrato da Kasindi (alla frontiera con l’Uganda) martedì sera,23 febbraio, dopo un tour de force fuori tempo e fuori luogo. Chi ha percorso il tratto Beni – Kasindi sa che una dose giornaliera è più che sufficiente per disarticolare (!) tutte le ossa e per farvi girare la testa. Due dosi (andata e ritorno) con l’aggiunta del tratto Beni-Mambasa (altri 220 km), nello stesso giorno…sono veramente troppo!

Ma l’ho fatto volentieri soprattutto per lui che ripartiva alla sera per l'Italia.

Sto parlando di Gianni Carollo, mio cognato.

Nonostante il suo handicap è venuto per la terza volta a Mambasa.

Visita inutile o banale? Tutt’altro e ci tengo a dirlo forte e senza nessun sentimento di adulazione. E' una costatazione e una testimonianza che riflette il pensiero di tante persone.

Soprattutto durante gli ultimi giorni della sua permanenza ho sentito forte questa esigenza, che è esplosa all’improvviso nella mia testa: pubblicherò un piccolo articolo su di lui per dirgli: Grazie, Gianni!

Ha avuto dei momenti di disagio, di febbre, i “suoi problemi”, come li chiama lui; a volte fastidiosi e imbarazzanti, per noi, ma non per lui

Ha superato tutto con serenità, con forza d’animo, con semplicità, senza piagnistei o vittimismo, sdrammatizzando e mostrando tanta riconoscenza per le piccole attenzioni nei suoi confronti e chiedendo spesso scusa per il disturbo che pensava di arrecarci.

Invece siamo noi che sentiamo il bisogno di ringraziare.

Del resto lo sa: l’ho sempre ammirato e ringraziato perché in 40 anni (ha sposato mia sorella Anna nel settembre del 1970) non ci ha mai fatto pesare il suo handicap.

Cosa ha fatto e soprattutto cosa è stato durante la sua permanenza a Mambasa?

E’ vero: ha messo in croce tantissime volte Gesù, sotto lo sguardo bonario di un buon ladrone, (Graziano), ma lo ha fatto con delicatezza e con precisione (Gianni nella sua vita ha fatto anche tanti occhiali…e quindi ha conservato una mano delicata ed esperta), picchiando leggermente su quei piccoli chiodi e verificando il risultato alla fine di ogni crocifissione, per assicurarsi che Lui stesse il meno male possibile!

Ha aiutato Giuseppe a preparare delle piccole lampadine notturne (veilleuses) per l’ospedale; ha dato un mano nell’orto per potare i rosai e ha prodigato consigli all’ortolano ( e a me!).

Era pronto a dare di nuovo il colore (olio bruciato) ai pali del recinto delle mucche. Il nostro capo falegname (Famba) aveva già preparato i pali da sostituire…ma non l’ho detto a Gianni per non metterlo sotto pressione


Ma soprattutto : cosa è stato?

- Un esempio di dignità, di coraggio, di forza d’animo. I nostri amici congolesi pensavano che avesse vissuto di “carità”. Tutti erano stupiti quando dicevo che Gianni si era mantenuto e aveva costruito una bella casa con il suo lavoro, vivendo il più possibile una vita normale, fatta di lavoro, di relazioni, di viaggi, di…passione per la politica, il lavoro, lo sport (il grande amore per l’Inter…fonte di gioie, dolori, delusioni, arrabbiature…) .

- Un esempio di attenzione e di amore per i bambini, soprattutto poveri, indifesi, vulnerabili.Quante volte mi ha chiesto come vivono, come dormono, cosa mangiano, stupendosi di vederne tanti che non vanno a scuola. Non era solo curiosità: c’era tanta partecipazione e tanta commozione nelle sue parole e nel suo sguardo.

E come ha potuto, (Anna, sua moglie che è stata veramente il suo angelo custode, non aveva problemi: parlava con tutti in italiano!) ha manifestato la sua tenerezza a Shabani il dolce, a Moise il piccolo cacciatore di uccelli, a Silvie leggera e trasparente come una piuma e soprattutto ad Angèle, la padroncina della missione, diventata, soprattutto negli ultimi giorni, la sua compagna inseparabile nelle piccole scorribande a bordo della sedia a rotelle.

Grazie Gianni.!

Anche a me hai dato tanto. Forse non te lo dirò mai, per pudore.

Anche i tuoi ultimi gesti qui a Mambasa mi hanno commosso e sorpreso. La domenica mattina, ritornando dalla Messa, ti ho trovato nella rotonda delle suore, in serena conversazione con loro…Probabilmente vi intendevate con la lingua del cuore. Nel pomeriggio sei andato a visitare ancora una volta l’Istituto Bernardo Longo e sei entrato nella grande chiesa. Spero che non sia stato per dare un addio…

Il viaggio da Beni a Kasindi ci ha riservato una bella sorpresa.

Il Ruwenzori (5119 m.) era maestoso e regale. Non l’ho mai visto così in 40 anni.

Perché proprio quella mattina del 23 febbraio si è mostrato in tutta la sua bellezza e grandiosità?

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Ciao. Te l’ho detto salutandoti e te lo ripeto:

“Grazie, Gianni! Ti aspetto ancora”.

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foto: Gianni mette ...sulla croce Gesù

Angèle, Gianni, Anna

il Ruwenzori

5 commenti:

giando ha detto...

Silvano,con lo stesso spirito ho voluto essere ierimattina all'aeroporto di Venezia ad accogliere il ritorno di Gianni anche se con loro c'erano Anna e Giulia.Gianni è un grande esempio,oltrechè una persona di grande intelligenza ed umanità e penso che il suo attaccamento alla Missione di Mambasa sia motivo di pensare per tutti noi.
Vedi che nulla ferma chi vuole veramente aiutarti?
Ieri mi chiedevi al telefono dove trovo il tempo per fare tante cose: a parte che la predica vienne da un ...pulpito (!),io ti ho risposto che trovo sempre il tempo per fare cose buone,almeno queste sono le mie intenzioni.Ciao Silvano e spero di trovare il tempo per tornare a Mambasa......e si,si sta bene a Mambasa!!!

Anonimo ha detto...

Come non unire la mia povera e stridula voce nel dare eco al GRAZIE intonato da Silvano, ripreso da Giando e ora rilanciato dal sottoscritto in prospettiva "tridimensionale": a GIANNI, SILVANO e GIANDO?
E' proprio vero che il bene e la bontà non fanno chiasso e nemmeno notizia, ma animano e fanno andare avanti le cose e, perché no?, il mondo. Grazie a tutte e tre, meglio a tutti e "quattro", includendo anche l'Anna, vero sostegno, anima, cuore, motore su cui Gianni può sempre contare, 24 ore su 24. Un abbraccio. p.Angelo

Gianluigi ha detto...

Padre Silvano ha detto tutto e di più. Lo ha fatto in maniera meravigliosa, con il cuore; però forse non tutti sanno che è anche laureato in Lettere. Quindi grazie a lui, a tutti gli altri, anche a quelli che sono nell'ombra.
Il Ruwenzori, quanti ricordi. Uno su tutti l'ascesa di fine anno '72 con l'indimenticabile Padre Testa. Magari un giorno riproporrò lo scritto di allora su questo blog.

Cornelia ha detto...

Questa settimana ero in Germania per un convegno europeo sull’educazione e solo oggi ho letto e gustato il blog!
Si, avete capito bene, ho gustato il blog: il contenuto, il messaggio,le foto...
Le notizie sulla testimonianza di Gianni a Mambasa mettono in discussione la nostra tranquillità quotidiana e ci aiutano a volare alto.

Grazie Gianni! I“tuoi” bambini non ti dimenticheranno!

Ilaria ha detto...

Io Gianni l'ho conosciuto da poco, ma resto sbigottita ogni volta dallo spirito e dalla grinta che dimostra! Dopo questa testimonianza e adesso che ogni tanto chattiamo potrò dirglielo anche di persona: GIANNI...MASSIMA STIMA!
:-)
ciao
Ila
ps: Mupe, bravo, mica male come intervista!