domenica 7 febbraio 2010

Quarant'anni...di CONGO!


Ci pensavo da tempo, come a un traguardo difficile da raggiungere, soprattutto in buone condizioni e in buona posizione!

Oggi ho passato questo traguardo. 7 febbraio 1970 – 7 febbraio 2010!

Non levo braccia al cielo, non bacio l’anello. Ringrazio Colui che mi ha chiamato, penso a questo lungo percorso e dico sinceramente: è stato bello!

Penso a padre Carlo Biasin con cui sono partito da Bruxelles la sera del 6 febbraio 1970.

Ci eravamo preparati assieme a Parigi e a Lione e insieme abbiamo vissuto il primo anno di Congo, a Kisangani nel Seminario minore.


Penso a tutti i padri, le suore, i catechisti, i laici che hanno condiviso tutto: fatiche, preoccupazioni, gioie, dolori, progetti.




Penso alla gente con cui ho vissuto, alle loro fatiche e sofferenze, alle guerre (1996-97 ; 2002-203), all’esilio, al disagio dei profughi.


Penso ai tantissimi ragazzi di Nduye, di Mambasa che grazie alla scuola hanno trovato dignità, titolo di studio, lavoro…

Penso a padre Longo, ispiratore e modello della mia vita missionaria.

E riconosco che non sono mai stato solo…”Io sono con voi tutti i giorni…”


Per tutto questo stamattina nella Messa ho ringraziato il Signore.


Non avrei potuto scegliere letture migliori di quelle che ci proponeva la liturgia della 5a domenica ordinaria

Isaia si dichiara un uomo dalle labbra impure…Ma il Signore gli rivolge questa domanda: “chi manderò”?E lui risponde subito: “eccomi, manda me!”


Paolo riconosce di aver perseguitato la Chiesa, ma la chiamata e la Grazie di Cristo lo trasformano in Apostolo;


Pietro chiede al Signore di allontanarsi perché si sa peccatore e Gesù gli dice:”sarai pescatore di uomini”…




Penso che ci sarà adesso un momento di attesa, di ricerca: quale altro traguardo?

Stamattina dopo la Comunione, il segretario del consiglio pastorale mi ha augurato altri 100 anni di vita e di…clonarmi: “ che dopo di te ci sia un Silvano-bis”.



Fantascienza poco cristiana. Penso di dire semplicemente: “ sulla tua parola continuerò a gettare le reti!”



Ho avuto la gioia di festeggiare questa giornata… in famiglia: sono qui mia sorella Anna, suo marito Gianni e due cugini: Giuseppe e don Sergio! Oltre a Graziano, Anna di Pasquale e Giulia


Domani riprenderemo.

Probabilmente metteremo la prima pietra di un altro edificio scolastico (laboratorio di taglio e cucito e sala computer)… e poi aspetteremo un suo segno.


Grazie anche a voi che sempre più numerosi ci accompagnate.

Sappiate che una spintarella, una boraccia d’acqua, un incoraggiamento ci fanno scoprire nuove energie.


E grazie per le vostre preghiere: a Monte Berico, a Concesa, a Milano, a Senigallia, Gorgonzola, Cambiago, Porlezza..Agnadello…


Sono arrivate tutte!






***




E’ arrivato anche, alcuni giorni fa, un bel regalo nella fattoria: un asinello, vispo e...bello.




La vita continua!


Grazie a tutti!

Foto: concelebrazione con padre Dino e don Sergio: 3 preti di Monte Magré!

Giuseppe, Silvano, Gianni, Anna, don Sergio

un asinello, l'ultimo arrivato...

5 commenti:

Gianluigi ha detto...

Comincio dall'asinello anche perchè era dietro la mangiatoia. Bello. Cosa v'aspettavate che scrivessi dell'asinello per una questione di zootecnia!?
Caro Mupe, noi tutti t'abbracciamo e per quanto possibile preghiamo... anche che tu metta giudizio.
Sull'ipotesi della clonazione credo solo che siamo leggermente in anticipo sui tempi tecnici; poi dal punto di vista naturalistico e biologico (tu sai ben quanto mi condiziona)io sono uno strenuo difensore della biodiversità. D'altronde tu sei in foresta e non c'è ambiente più ricco di questo: basta che ti guardi intorno per mettere a profitto la lezione.
La lezione di chi? Di Lui no, del Capo.
Buonanotte.

Anonimo ha detto...

E’ stato un momento forte e significativo, quello che abbiamo vissuto ieri, qui a Mambasa, nella celebrazione dei quarant’anni di servizio missionario di padre Silvano in Congo. Alla Messa del mattino, un’assemblea foltissima e vibrante ha manifestato in modo molto spontaneo riconoscimento, gratitudine ed entusiasmo per l’enorme lavoro compiuto da padre Silvano in vent’anni di presenza a Mambasa. La sua opera non è solo quella che si vede nelle numerose e belle costruzioni realizzate per scuole e ospedali, e che fanno l’ammirazione di tutti i visitatori. Il frutto più prezioso del suo lavoro apostolico si trova nelle persone che egli ha formato. Grazie alla sua opera di insegnamento, alle sue iniziative umanitarie soprattutto nei momenti più difficili e drammatici della guerra e ai suoi contatti personali, molti hanno imparato da lui ad essere più “uomini”, più coscienti, più responsabili.
Alla Messa, padre Silvano non ha parlato moltissimo. Ma le sue parole hanno lasciato trasparire la coscienza di essere arrivato ad un momento importante della sua vita: gratitudine a Dio per quello che Egli ha operato, servendosi della sua persona e del suo impegno, e serena disponibilità a continuare a lavorare al servizio di Dio e dei fratelli, come il Signore gli domanderà. Ringraziamo anche noi il Signore per quello che ha compiuto tramite lui e ringraziamo moltissimo anche Silvano per avere detto di sì: “la sua opera in me non è stata vana”.
p. Dino.

Gianluigi ha detto...

Grazie Dino. Hai completato il report della giornata e dei quarant'anni. Perfetto, non una parola in più!

Anonimo ha detto...

Caro p. Silvano,
leggere, anche se in ritardo di un giorno, di questa tua ricorrenza così importante ci riempie di gioia.Anche noi ti siamo vicini con le preghiere e ringraziamo il Signore per averti messo sulla nostra strada. Continua così secondo il disegno che Dio ha tracciato per te. Scusa se ogni tanto ti sgrido ma è un difetto di fabbrica; in attesa di sentirti,
Paolo

Anonimo ha detto...

Carissimo P.Silvano
Un po in ritardo mi associo agli auguri dei tanti che se anche non lo faranno per iscritto, ti sono sicuramente vicini con la preghiera.
40 anni di missione sono una grazia, che ci fa pensare che la vita non è mai fatta di traguardi.
Il vero traguardo è la certezza che spendere gli anni migliori di una vita per fare il bene dell'uomo è qualcosa di semplicemente meraviglioso, che ci ripaga di ogni paura e di ogni difficoltà che si incontra.
Perciò avanti tutta,perchè sono ancora in tanti i ragazzi e le famiglie che aspettano di poter fare un giorno l'incontro con la tua testimonianza di fede.

Cordialmente
Pierangelo di Inzago