martedì 23 marzo 2010

Questa è SANTITA' vera: don Giuseppe Scarbolo!

Vi racconto oggi la storia vera di un santo vero anche se non sarà mai canonizzato. E’ una grazia averlo conosciuto, un privilegio averlo avuto come amico e collaboratore.


Don Giuseppe Scarbolo (gennaio 1915 – febbraio 2010), missionario a Mambasa e a Niania!


Se pensi a lui, sei investito da una ventata di aria fresca e respiri a pieni polmoni bontà, innocenza, serenità. Un uomo che è morto a oltre 95 anni, ma che ha conservato un animo e uno sguardo limpido e radioso fino alla fine.


Ripeto: è un privilegio averlo conosciuto!


Eravamo nell’estate del 1973. Lui aveva già 58 anni ed era parroco di una grossa parrocchia della diocesi di Udine. Accogliendo l’invito del suo vescovo e di un altro sacerdote friulano, missionario a Mambasa, don Giacinto Toneatto, era venuto qui per vedere sul posto e prendere una decisione ponderata circa un suo eventuale impegno missionario. Don Giacinto era solo e la parrocchia era agli inizi!


Ricordo molto bene i primi incontri.Venivo da Nduye apposta per stare un po' con lui. Era entusiasta, stupito di tutto, come un bambino felice e pieno di ammirazione per i missionari.

La sua scelta fu immediata. Ma doveva tornare in Italia per convincere parenti e parrocchiani. Evidentemente costoro non erano entusiasti, tutt’altro! Mi chiese di aiutarlo. Trovandomi in Italia nel gennaio del 1974 mi invitò nella sua parrocchia per fare opera di convinzione. Passammo una bellissima giornata assieme ai suoi e ai rappresentanti della parrocchia. Mostrai un filmino della missione di Nduye e cercai di essere convincente soprattutto con le sorelle che si preoccupavano molto della sorte del loro amatissimo fratello. L’incontro fu positivo.

Iniziò così una bella avventura durata 20 anni. Prima a Mambasa e poi a Niania accanto al suo amico-fratello don Giacinto. In seguito li raggiunse un altro sacerdote friulano: don Fabio Varutti!

Scherzosamente li chiamavamo: “ i due diabolici vecchietti” per la loro furbizia, arguzia, il loro saper fare (si completavano meravigliosamente!), per la loro costante intesa. Erano inseparabili.

Don Giuseppe aveva un animo buono: era buono! Sapeva accogliere, mettere a proprio agio.

Spesso, a causa dello stato della strada o per la panne della macchina si arrivava a Niania la sera tardi e spesso anche la notte.

Don Giuseppe si alzava, riaccendeva il gruppo elettrogeno e preparava una buona cena, sorridente e senza mostrare il minimo disappunto! Era felice!


Un cuore grande, umano,delicato.


Riempiva la sua giornata di preghiera, di incontri con la gente, di lavoro manuale. Lavorava con passione nell’orto e sui cantieri : ha ristrutturato la chiesa di Mambasa, costruito la casa dei padri, collaborato con Giacinto alla costruzione della grande chiesa di Niania.

Aveva una attenzione particolare per gli ammalati e i bisognosi.


Tornato in Italia nel 1994, dopo la morte del suo amico don Giacinto, pensava alle missioni e viveva per esse. Era felicissimo che i dehoniani avessero preso e continuassero il lavoro nella “sua prima missione” Mambasa a cui era attacatissimo

Si dedicava a tempo pieno alle confessioni, alla visita agli ammalati e all’accompagnamento di gruppi di preghiera..



Chiedeva spesso notizie della missione e dei suoi ex-collaboratori. E un piccolo gesto da parte nostra, una visita, o anche una semplice chiamata telefonica lo riempiva di gioia e lo stimolava ad aiutarci.



Mi scriveva un giorno: “ Sono felice di vedere il tuo impegno nella formazione dei giovani e vorrei aiutarti in tutti i modi: pensa!, alla mia età, gioco al Totocalcio, alle diverse lotterie, perfino al “gratta e vinci”!

Grazie don Giuseppe! Non rammaricarti di non aver mai vinto. Adesso sono certo che ci aiuterai con la tua intercessione presso il Padre, in compagnia del tuo carissimo amico don Giacinto!

foto: don Giuseppe e (sotto) con p. Nerio Broccardo

2 commenti:

Gianluigi ha detto...

Mi si apre il cuore quando leggo che Don Giuseppe sarà di grande aiuto alle vostre opere(anche se non sarà canonizzato). Grazie per averlo scritto; è un ottimo spunto di riflessione. Mi fermo qui.

Anonimo ha detto...

Nessuna vincita al totocalcio, a gratta e vinci o altro vale l'aver conosciuto e aver avuto come fratello e amico una persona tanto buona e limpida come don Giuseppe. Lo Spirito Santo fa cose molto belle. Don Giuseppe un capolavoro dello Spirito Santo, p. Pierino Cavazza un altro capolavoro (anche lui ha lasciato la terra in questi giorni).Quando si incontrano anime come questo non è possibile provare una GRANDISSIMA GIOIA E NON LODARE LO SPIRITO DI DIO PER LE MERAVIGLIE CHE OPERA. Nerio