martedì 20 aprile 2010

Il racconto di Padre Dino


Anche la nostra carissima amica Lilia, nipote di Padre Benardo Longo, è partita. Ha lasciato Mambasa e Nduye con dispiacere e nostalgia, ma anche con serenità e determinazione; perché sa che quello che ha vissuto qui da noi, per lei non certamente è un capitolo chiuso, ma l’inizio di una nuova fase della sua vita.


E’ partita domenica, verso le 13.00, accompagnata dal nostro fedelissimo Katembo. Silvano era partito due ore prima, perché aveva un appuntamento con il nostro amico Du Carme Roberto, a Beni. Il ricordo e la vicinanza di Lilia mi fa riandare a tante cose belle che abbiamo vissuto insieme in queste poche settimane. In particolare ho rivisto alcune foto di un viaggio che abbiamo fatto assieme venerdi scorso, sulla strada di Kisangani, verso Epulu e Niania.


La strada era abbastanza buona, soprattutto nel tratto Mambasa-Epulu, dove si è incominciato a fare una piccola manutenzione. Alle otto del mattino eravamo già ad Epulu, a salutare i nostri amici Okapi e a goderci lo spettacolo impagabile di quella natura da sogno. Il livello del fiume era quasi normale. Ma una decina di giorni fa’, la secca faceva emergere dei grossi promontori di pietra nera. Prima di arrivare a Salate, passiamo accanto ad un camion carico di un container e rovesciato su un lato a lato della strada. Gli incidenti sono molto frequenti su questa strada, soprattutto da quando è stata rifatta. Tantissimi autisti non si rendono conto del pericolo e si lasciano prendere dall’ebbrezza della velocità e dal...gusto dell’alcool. Un altro incidente lo avevamo già visto al km 15 e un terzo lo abbiamo trovato più tardi, prima di arrivare a Badengaido: un camion che si è rovesciato con un carico di casse di birra. Ma gli incidenti stradali non sono soltanto per gli altri. Purtroppo li facciamo anche noi. Ma questa volta ci è andata bene.

Il nostro camion Fiat era partito il giorno prima, giovedi’, per Badengaido, per portare gli infissi di porte e finestre della scuola in costruzione. Pochi kilometri dopo Epulu, per evitare un camion che veniva dalla direzione opposta, ha sterzato bruscamente a sinistra, ha urtato con la ruota anteriore il muretto di un ponticello ed è finito nella cunetta. Grazie a Dio, il camion non si è rovesciato e fra i numerosi operai che occupavano il cassone, solo due hanno riportato delle contusioni serie. Domani mattina porteremo un ferito a Beni, perché qui a Mandima la radiografia non ha materiale a disposizione. Il camion, per fortuna, non ha subito gravi conseguenze. Solo la frizione è stata bruciata nel tentativo di uscire fuori dalla cunetta, ancora bagnata e viscida per la recente pioggia. Anche questa volta, all’origine dell’incidente, ci sta l’eccesso di velocità.E’ deprecabile, questa irresponsabilità. Pero’ il sentimento che prevale dentro di noi è soprattutto la lode e la riconoscenza a Dio: potevamo avere morti e beghe a non finire con le famiglie e le autorità; e invece ce la caviamo con una frizione bruciata.


A Badengaido facciamo una piccola sosta per vedere la nuova costruzione. I bambini delle scuola elementari erano in quel momento in ricreazione: ci hanno fatto festa con una gioia e un entusiasmo incontenibili.







Niania è la méta ultima del nostro viaggio. Lidia desiderava vedere questa missione dove lavora da qualche settimana un prete congolese, don Alberto, assieme al quale aveva fatto il viaggio da Roma a Mambasa. Ma ci teneva soprattutto conoscere questa missione fondata da don Giacinto Toneatto,collaboratore ed amico dello zio, padre Bernardo. Raccolta in preghiera ha accomunato queste due grandi figure di missionari del passato. Ma certamente non avrà mancato di pregare anche per i missionari di oggi, e per quelli che ancora verranno e che saranno chiamati a continuare la testimonianza di Gesù e del suo vangelo.

3 commenti:

Gianluigi ha detto...

Almeno un saluto sarà il caso di lasciarlo (anche se il post l'ho pubblicato io!).
Dove saranno finiti i nostri "aficionados"?

Cornelia ha detto...

E’ interessante conoscere la cronistoria del soggiorno di Lilia, ma lo sarebbe ancora di più, sentire il suo racconto, le emozioni suscitate da quei luoghi ricchi di significato per lei e per la sua famiglia.

Chissà se la”Pentecoste Missionaria 2010” a Bolognano non sia l’occasione ideale!
Nel frattempo buon ritorno a casa!

Anonimo ha detto...

Ci siamo, ci siamo... e per quanto mi riguarda sono sempre stupito ed ammirato.
Aspettiamo il ritorno di Lidia e i suoi racconti.
Se era entusiasta della missione prima di andarci, ora che c'è stata sarà una "forza della natura"!
a presto Lidia.
E un caro saluto a Padre Dino.
Emanuele