mercoledì 30 gennaio 2008

Gioia e Festa a Mambasa, (p. Gauthier)



Dal giorno della mia ordinazione sacerdotale, domenica 30 dicembre 2007, a Kinshasa, per l' imposizione delle mani di Monsignor Mbulamatari, non smetto di ringraziare il Signore per questo magnifico dono.
Ringraziamento e riconoscenza sono le parole che meglio esprimono i miei sentimenti in questi giorni.

Questo sentimento di ringraziamento era ancora più forte la domenica 20 gennaio, quando ho celebrato la mia prima Messa qui a Mambasa, il luogo dove ho vissuto l’ultimo periodo della mia formazione e della mia preparazione al sacerdozio.

Ciò che più mi ha colpito durante questa santa Messa è stata la gioia e l’accoglienza che mi hanno riservato i fedeli e gli abitanti di Mambasa.
La partecipazione era spontanea e impressionante.
La commentatrice della Messa ha riassunto in questa frase il sentimento e la gioia che si leggevano sul volto dei fedeli: “ tufurahi juu ya mtoto yetu = Rallegriamoci a causa del nostro figlio”. Questa “adozione” mi ha molto colpito: sentirsi accolto e desiderato in una comunità è un grande motivo di incoraggiamento.
E’ la conferma della promessa di Cristo: “ Chi avrà lasciato casa, fratelli, sorelle, madre, padre, figli, campi, a causa mia e del vangelo, riceverà il centuplo già fin d’ora...”

Questa gioia è stata sorgente di gratitudine e di stupore dato che sono a Mambasa da soli due mesi . La gioia e la partecipazione della gente erano di molto superiori alle mie aspettative.
Questa gioia è la conseguenza del ruolo che la missione svolge per loro. La missione e la Chiesa sono per loro:speranza, presenza che stimola, che rassicura, che sostiene.

L’ordinazione di un nuovo sacerdote è segno di continuità: continuerà l’opera di Dio e continueranno le opere dell’educazione della gioventù, le iniziative di sviluppo e di promozione umana, incominciate dai padri che hanno lavorato qui a Mambasa.

P. Silvano ha ricordato che un villaggio senza figli è un villaggio senza futuro. Un futuro migliore per tutto il nostro paese è il profondo desiderio degli abitanti di Mambasa e del Congo intero. Essi sperano che un giorno i loro figli possano studiare con dignità, che la gioventù abbia un avvenire sicuro, che ci sia cibo per tutti, che gli ammalati trovino un ospedale dove saranno trattati con rispetto e amore, che possano avere una casa decente...
La comunità cristiana di Mambasa intravede questa speranza nell’azione dei padri che qui lavorano...Infatti se in altri paesi è lo Stato che dona speranza, che rassicura e che garantisce la dignità della persona, questo purtroppo non è il nostro caso. Lo Stato ha talmente deluso la gente che più nessuno si rivolge a lui per cambiare la situazione, per alleviare la miseria, per costruire una scuola o per scavar un pozzo. La gente guarda verso la Chiesa.

E’ questo il mio programma: far nascere e crescere la speranza nel popolo di Dio.

Io credo che la missione del Signore era quella di ridare speranza. Quando pensiamo al numero di ammalati e di marginalizzati a cui ha ridato la speranza e la gioia di vivere, allora capiamo le sue parole: “ Io sono venuto affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.

Alla fine della Messa ho domandato ai cristiani e ai miei confratelli di sostenermi con le loro preghiere e con i loro consigli affinché con il mio ministero possa essere artefice di gioia e di speranza, gioia e speranza che i cristini di Mambasa hanno abbondantemente manifestato oggi.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

grazie padre Gauthier!E' proprio del cristiano essere segno di speranza ovunque e comunque...Noi preghiamo per lei ma a sua volta ricordi anche i nostri giovani che si attendono dalla Chiesa segni di speranza.Buon lavoro! Una mamma di Milano (italia)

Anonimo ha detto...

Grazie padre Gauthier, grazie padre
Silvano, queste notizie commuovono e scaldano il cuore e ci aiutano a vedere il bene che silenzioso lievita e fa fiorire la terra!Auguri Vanda

Anonimo ha detto...

Caro padre Silvano, continuo a seguire con la preghiera la tua vita a Mambasa e mi rallegro nel Signore con te. A presto.Gioia