mercoledì 25 marzo 2009

...il Dio dell'impossibile!

Ieri, 24 marzo ho ricevuto questa lettera del padre Onorio Matti, segretario delle missioni della Provincia Italiana. Era venuto a Mambasa-Nduye circa un mese fa.

Il mio commento lo farò a parte, come tutti. Qui riporto il testo senza aggiunte o correzioni (copia-incolla!)



Ho ritenuto questa bella espressione:
il Dio dell'impossibile

Oggi, festa dell'Annunciazione abbiamo riascoltato queste parole dette dall'Angelo a Maria:"Niente è impossibile a Dio". E se fosse vero?!

Grazie, padre Onorio!



Carissimo Silvano,

ti penso e spero bene nel "paradiso" di Mambasa insieme a Dino e Gauthier ecc.... Ho letto quanto hai scritto e pubblicato sul blog che si rivela un ottimo strumento di informazione e di comunicazione. Ti ringrazio per lo spazio che hai riservato alla mia visita, mentre io non mi sono ancora fatto vivo...
Forse, e a ragione, ti-mi chiederai ragione di tanto silenzio. Me lo chiedo anch'io e riconosco che non è perchè non abbia nulla da dire, ma perchè non riesco a far ordine nelle troppe cose che sento e penso (dopo aver visto e vissuto tanto e intensamente, persone, luoghi, situazioni, missioni, storie, genti... ) e che vorrei, ma non riesco, ad esprimere in ordine e sintesi.
Su Mambasa, mi è abbastanza semplice e facile dire che è stato ed è tutto una meraviglia. In questa meraviglia entrano diversi fattori: la bellezza del luogo; le strutture della missione armonicamente distribuite in uno spazio sempre verde; l'efficiente organizzazione dei servizi (scolastico, sanitario, produttivo..) nel rispetto dell'ordine e nella pulizia .
In questa meraviglia è contenuta una duplice grande sorpresa:
la prima riguarda i missionari: con ammirazione e invidia ho visto che tutti voi conoscete e parlate (almeno) una lingua locale ed avete quindi con la gente un rapporto dialogico immediato, diretto ed efficace.
La seconda è quasi consequenziale e riguarda l'area della missione: è uno spazio aperto (in tutti i sensi e soprattutto non difeso da muri o recinzioni e veti), accessibile alla gente, ai giovani, ai bambini; col risultato inaudito e incredibile di una convivenza serena e rispettosa.
Ma non posso tacere anche una preoccupazione che è aumentata dopo la bellissima visita a Nduye: come farai (o farete) a impegnarvi a Nduye mentre c'è ancora tanto da fare a Mambasa (finire l'ospedale, cominciare la costruzione delle altre aule della scuola e del salone polivalente ?...); e poi, come farete a gestire il tutto; e ancor più, tra 10-15 anni, chi e come erediterà la responsabilità di tutto questo ?...
Il problema della trasmissione di responsabilità e della possibilità e capacità di dar continuità alle opere..., è reale, incombente e inquietante (anche nelle altre nostre province africane...).
Questo problema non può e deve paralizzarci, ma, purtroppo è e rimane all'odg fino alla doverosa risposta che non può essere affidata al Dio dell'impossibile. Mambasa mi ha pr
ofondamente rallegrato ma anche lasciato il segno di questa preoccupazione.
Del resto, devo solo ringraziarti-vi per l'accoglienza, ospitalità, per il privilegio della tua stanza, per la vostra capacità lavorativa e organizzativa, per l'esempio di impegno, lavoro e dedizione.....
Scherzando ho detto in giro che non mi vedo missionario in Congo, ma in realtà, confesso che a Nduye ci ho fatto un pensierino fino a cominciare a "prendere alcune misure"... Ma sono tornato presto alla realtà dei miei anni, capacità e possibilità, e soprattutto alla mia appartenenza alla provincia mozambicana.
Non mi resta che augurarvi buon lavoro e salutarti-vi con un grande abbraccio pieno di riconoscenza, ammirazione e stima.
ciao
Onorio
foto. p. Onorio davanti alla Madonna del tronco
p. Onorio con p. Gauthier
p. Onorio sul ponte del fiume Nduye a Nduye

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie, p.Silvano, d'aver condiviso con i "frequentatori" del blog di Mambasa questo "gioiello" di lettera di p.Onorio... E grazie anche a p.Onorio d'aver cercato di "tradurre" in parole semplici e chiare (da "camuno doc")le emozioni che si provano mettendo piede nella "terra promessa" di Mambasa e ... di Nduye (che purtroppo io non sono riuscito a vedere)...
Ma chissà, che prima del mio "nunc dimittis", non mi sia concesso ancora la grazia (o la fortuna) di poter "bissare" l'esperienza di 7 anni fa.
Grazie, Silvano, Grazie, Onorio da IL BICOL (camuno "super.DOC).

Gianluigi ha detto...

Non conosco P. Onorio e cerco di immaginare quello che anche lui può fare per te, per Mamabasa e per Nduye.
Secondo me l'iniziativa più urgente (anche perchè richiederà molto tempo)è quella di pensare come, con chi, con che strumenti continuare ed ampliare le iniziative.
Addestrare altri da subito per suddividere il carico che grava in particolare su una persona: P. Silvano.
Sono un miscredente e quindi credo poco alle generiche invocazioni alla divina provvidenza.