sabato 6 marzo 2010

L'avevo promesso. A voi l'ardua sentenza.

Avevo promesso che un giorno o l'altro avrei parlato di quello che Mudjudju chiama: un miracolo e l'attribuisce...a me.
Giando l'aveva ricordato ultimamente, suscitando probabilmente una certa curiosità fra i lettori.
Ieri pomeriggio Mudjudju è venuto alla Via Crucis (abita a 11 km da Mambasa) e ho colto l'occasione per fare due foto: una a lui a una al suo...piede.
Adesso tutto è pronto per questo articolo.


La leggenda
di san silvano.

Marzo 2003.

Dopo la bufera dell'autunno 2002: arrivo massiccio di rifugiati da Bunia, saccheggio di Mambasa, esodo a Beni e impegno da parte nostra di assistere tutti i profughi, nel marzo del 2003 ritorniamo a Mambasa. Operazione degna…del corridio aereo di Berlino. Trasporto dei profughi, con il camion, da Beni fino a Byakato, a 75 km da Mambasa…poi a piedi fino a destinazione visto che la strada è impraticabile.

Ripresa delle scuole il 10 marzo per convincere i più dubbiosi e pigri a rientrare. In pochi giorni Mambasa riprende la sua vita quasi ordinaria.

Ma i tempi sono duri. Tutti hanno perduto tutto. I campi e i raccolti sono stati bruciati dai soldati: non c’è traccia di animale domestico. La missione ha perso oltre 35 pecore. 30 mucche…ed è vuota. Ma si riprende. Ognuno cerca il modo di sopravvivere. Per fortuna i benefattori non mancano e possiamo distribuire cibo a tutti e pagare gli insegnanti di tutte le scuole di Mambasa e dintorni per un raggio di oltre 80 km.

Nascono nuovi mestieri.

Mudjudju escogita un nuovo modo per guadagnare qualche soldo e poter ripartire con la sua attività principale: l’agricoltura. Si fa tassista con la sua bicicletta.

Una donna gli chiede di trasportarla a Beni (142 km!).

Accetta. Chi conosce la strada fra Mambasa e Beni sa che non è impresa da poco: ci sono tratti in forte salita, buche, fango, tratti sassosi. Ma Mudjudju è un uomo coraggioso e deciso!

Partono. La donna trova posto sul portabagagli imbottito con un cuscino e Mudjudju deve pedalare o più spesso scendere e spingere. La donna ha pagato…per stare seduta.

Arrivati a 30 km da Mambasa, un soldato vuole prendere di forza la bicicletta. Mudjudju si oppone. Il soldato imbraccia il fucile per colpire Mudjudju. Questi a sua volta afferra il fucile e gira la canna verso il basso. Il soldato preme il grilletto. Partono parecchi colpi che perforano il piede di Mudjudju. La gente accorre e immobilizza il sodato. Mudjudju viene portato a Teturi a 42 km da Mambasa dove ci sono i Médecins sans frontìères.

I cristiani di Mayuano mi mandano un biglietto per avvertirmi dell’accaduto. Parto subito in moto con l’abbé Roger della diocesi di Wamba. Trovo Mudjudju dolorante. Intervengo personalmente presso i Medici pregandoli di fare tutto il possibile.. Immediatamente una loro macchina porta Mudjudju al loro ospedale di OICHA.

Passa qualche giorno e la ferita non rimargina. L’infezione si propaga. Mudjudju soffre terribilmente.

Una sera il medico, francese, gli dice che, a malincuore, il giorno dopo procederà all’amputazione del piede. Mudjudju, rassegnato, accetta senza discutere, convinto che questo sia il minor male.

La notte, Mudjudju ha un sogno (visione): vede padre silvano vestito di bianco, luminoso e che tiene un libro in mano. Mudjudju vorrebbe sapere cosa sta leggendo. Ma questa visione sorride e gli dice : "stai tranquillo non ti taglieranno il piede”.

Il mattino il medico lo va a visitare e gli annuncia con l’aria più normale del mondo : "non è necessario amputare il piede."

Così è stato.

Mudjudju dopo qualche settimana è ritornato a Mambasa, un po’ zoppicante ma in forma.

Oggi ha tutto dimenticato…eccetto la storia di quella visione che ama raccontare ai nostri visitatori e mostra senza problemi le cicatrici nel piede!

Cosa pensare?


Di una cosa sono certo: quella notte famosa io non mi sono mosso da Mambasa.



Foto: Mudjudju (a destra) con il direttore Ngona.

- il suo piede, oggi!

7 commenti:

Gianluigi ha detto...

Anche a me qualche dubbio, che però confermerebbe l'ipotesi di Mudjudju, passa per la mente.
Ieri sera avevo scritto e, credevo d'averlo postato, un commento; oggi...non lo trovo più!
Era un'opinione da miscredente lo ammetto; tutto però recita la gloria di Dio.
Più o meno scriveveo che se a Roma qualche anno fa si è gridato, in Piazza S. Pietro "santo subito", non mi meviglierei che nella foresta dell'Ituri, in Congo, oggi si senta già il grido di popolo: "Mupe Silvano, beato subito".
Certo è che con questo post così antesignano saremo convocati a Roma, in Vaticano, per la causa di beatificazione. Non so se ci siano già dei precedenti di questo tipo, cioè di documentazione per la causa su supporto informatico, proveniente da un umile blog, via Internet.
Comunque niente male per noi, lasciatemelo dire...magari così avremo come effetto indiretto più visitatori, attenti e pii.

Anonimo ha detto...

Caro Mupe Silvano, attento con i miracoli, altrimenti fai una oncorrenza sleale a un tuo "confratello" che è già stato proclamato "beato" da vari anni, il BEATO ANGELO DA SANTICOLO.
Se vuoi ulteriori informazioni sulla vita e "miracoli", nonché "culto" del suddetto beato, chiedili liberamete al "santo" Valentino (LEONARDELLI, che non ha nulla da spartire con il San Valentino che si festeggia il 14 febbraio).
Ciao e cerca di stare con i piedi per terra. IL BICOL

Anonimo ha detto...

Silvano, ricordo che me ne avevi parlato di questa guarigione prodigiosa, ma non sapevo della prevista amputazione, del sogno.della luce e de resto. Sarà un miracolo? Ma allora è un miracolo anche l'avermi inviato a Mambasa tutti i soldi per sfamare la terza ondata di sfollati. Ricordi? Nel 2003 subito dopo Pasqua tu eri andato in Italia. Ai primi di maggio scoppiarono battaglia terribili tra Hema e Lendu a Kilo Moto, Fataki, Mwarabu ecc. Sono arrivati tantissimi fuggiaschi... con me c'erano Don Fabio e Serge... siamo riusciti a distribuire cibo, sapone, olio medicinali a cica diecimila persone da maggio a settembre, quando finalmente CESVI e poi MEDECINS SANS FRONTIERES ci hanno dato una mano. Quanti soldi ho dovuto sborsare e tu me li mandavi. Ci volevano tanti soldi anche perché tu mi avevi detto di pagare le spese per il parto di tutte le sfollate...erano tutte o quasi incinte. Un'infermiera della maternità un giorno ha avuto pietà di me vedendo che dovevo pagare somme ingenti e in continuazione. Mi ha detto" guarda padre che queste donne hanno i mariti qui e hanno soldi..possono pagare". Ho tirato un sospiro di sollievo!
Tra il bestiame perso hai dimenticato le mie diciannove capre che io avevo dato ai catechisti dei villaggi perché si moltiplicassero dal momento che tu non volevi vedere capre alla missione. Ebbene i soldati le avrebbero mangiate tutte,non se ne è salvata neanche una...sono certo di non non pensare male... la metà di quelle capre non le hanno mangiate i soldati ma....non facciamo nomi! In conclusione hai al tuo attivo due miracoli: la guarigione del piede di Mudjuju e l'aver sfamato, curato e istruito per cinque mesi diecimila persone. Comunque c'è stato la mano di P. Longo e di Don Giacinto e tanti altri nostri amici. Continueranno a dariti il loro aiuto. Saluto ancora una volta Dino, Gauthier, le Suore, i catechisti e i cristiani tutti. P. Nerio

Anonimo ha detto...

amici,sono preoccupato!da troppi giorni il blog tace,forse "l'ipotesi Mudjuju"ha choccato gli internauti?Non credo che manchino notizie di laggiù.Noi viviamo di quello che ci fate sapere e soprattutto è materiale per informare e tenere alta l'attenzione dei "donors".
Giando

Gianluigi ha detto...

ricevo da Giando questa mail che pubblico di seguito affinchè tutti voi possiate aprire il link.

http://www.progettomambasa.it/news_lit_95_301.asp

Gianluigi,ti giro quanto scritto da Giulia,dopo la sua permanenza a Mambasa assieme ad Anna che è ancora laggiù fino alla fine del mese.
Ciao e....grazie,un grande grazie!!!!

Claudia ha detto...

Caro Silvano , anche se non scriviamo spesso , seguiamo le tue "vicende" ogni giorno e sei sempre nei nostri pensieri.
Leggendo i post ci sembra di esserti più vicino e , in questo specifico caso , non possiamo che rimanere in attesa di sapere quale giorno ti verrà dedicato !!
Ti auguriamo una Felice e Serena Pasqua.
Mille cari auguri
Grazia e Roberto

Anonimo ha detto...

Non capisco perché ha avuto bisogno di un medico, doveva bastargli la sua fede. Dico, un conto avesse avuto un arto amputato (mai visto un arto ricresciuto per miracolo) ma per una cosa semplice semplice così perché scomodare medici senza frontiere ? Un miracolo nemmeno tanto complicato,