venerdì 19 marzo 2010

Oggi è San Giuseppe...Prosdocimi

Così, per fare gli auguri, pubblichiamo il breve sunto di una chiacchierata fatta al telefono. Una micro intervista con il nostro Giuseppe Prosdocimi, colonna laica storica delle missioni di Nduye e Mambasa, nonché cugino di Padre Silvano Ruaro.

Prima di tutto, caro Giuseppe racconta da quando ti occupi delle nostre missioni?

Ho cominciato con Mambasa negli anni ’80, ’81 ed ho preso passione quando P. Silvano è andato a Mambasa nel 1989. Prima avevo impegni di lavoro, ma negli anni successivi sono andato giù quasi ogni anno.

L’ultima volta ho lavorato per l’ospedale in costruzione che è costituito da due padiglioni di 35 metri di lunghezza per 11 di larghezza. L’ospedale avrà due reparti: maternità e pediatria. Quando sono arrivato ho dovuto attendere perché i lavori erano in ritardo. Poi ci hanno dato due stanze dove pensavo di posizionare i quadri comando. Nel tempo restante poi ho finito di fare l’impianto elettrico; dovrò tornare in settembre-ottobre, a seconda di come andranno i lavori, per attaccare le pompe e fare l’impianto dell’acqua.

Giuseppe racconta qualcosa su chi ha lavorato con te?

Sono stato molto contento, ho avuto una grande soddisfazione in quanto tutti muratori hanno lavorato con me (l’impianto è sotto traccia). Avevo poi un ragazzo della missione ed anche molti pigmei. Questi mi hanno dato un sacco di soddisfazioni morali. Devo dire della festa che mi hanno fatto quando ho dato luce all’ospedale e quindi hanno visto le lampade che si accendevano. Una soddisfazione enorme.

Un’altra domanda Giuseppe. Che cosa fai a Schio per preparare questi interventi?

Prima di tutto cerco di avere i finanziamenti in quanto di mio metto solo il lavoro manuale ed i progetti. Comperò quindi il materiale necessario e lo metto nei containers per avere il materiale necessario quando poi andrò a lavorare. Ho molti che si prestano, avendo fiducia in me, e che mi danno i soldi necessari per comperare il materiale.

Ci puoi dire qualche nome?

No, sono ditte e privati, ma è tutta gente che di norma vuol restare anonima. A parte il gruppo missionario di cui faccio parte, è il Gruppo di Ca’ Trenta, con il quale abbiamo formato una ONLUS, che mi offre aiuti notevoli, come ad esempio il finanziamento per il viaggio. Questa sarebbe una spesa notevole che non potrei sobbarcarmi. Se vuoi una cifra approssimativa sugli esisti della raccolta posso dirti che l’anno scorso ho raccolto contributi attorno ai 35.000 euro!

Niente male Giuseppe, un miracolo di solidarietà che continua grazie all’impegno costante, alla tua efficienza. Un uomo di poche parole, ma molto concreto nei fatti.

Quanto fai potrebbe divenire d’esempio per altri, magari per chi incautamente è arrivato fin qui a leggere. In fondo è quanto speriamo. Un saluto a tutti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Dovreste vedere Giuseppe a Mambasa!!!Quando arriva lui,il cielo si illumina,la gente si anima e da bravissimo elettricista...."Fiat Lux"... e in un posto dove non esiste quella cosa senza la quale noi,non potremmo nè sapremmo vivere,"la corrente elettrica",fa il suo miracolo,un miracolo che dura da tanti anni.Grazie Beppe e auguri.Tu porti una grande "luce",la luce di chi vuole aiutare,di chi vuole far "vedere"nel buio della miseria,dell'ignoranza,dell'ingiustizia.
giando

Anonimo ha detto...

Beppe è bravissimo, come tecnico, ma prima ancora come amico fedele delle missioni e dei missionari (nonostnte la pazienza che a volte gli fanno portare.... Noi lo dobbiamo ringraziare tantissimo; "sempre e dopo ancora", diciamo noi a Scio. Ma è ammirabile anche la sua Olimpia: silenziosa, servizievole, sorridente e...sempre disponibile a mettere a disposizione degli altri l'uomo che ha sposato per essere insieme. Ma lo sono, anche quando lui è a Mambasa. Sono insieme in modo differente, ma certamente non meno vero. Grazie Olimpia! Grazie Beppe!
P. Dino.