giovedì 6 marzo 2008

Padre Dino: gli ultimi 15 giorni

Carissimi Amici,

Già da troppe settimane la corrispondenza da Mambasa languisce; e questo senza dubbio per mancanza di iniziativa (o di coraggio) da parte mia. Per fortuna il nostro bravo Gianluigi é intervenuto da Senigallia ed ha rotto un silenzio stampa fin troppo prolungato.

Mi ha cosi’ anticipato, dandovi alcune brevi notizie riguardanti il nostro viaggio (di P. Gauthier, di Suor Gianna e mio) fatto a Wamba per partecipare all’Assemblea Diocesana. Sei giorni, zeppi di conferenze e discussioni, con alcuni orientamenti finali sul modo di lavorare nelle nostre parrocchie e di collaborare in seno alla diocesi e ai decanati. (Parola difficile, “ecclesiastica”, che non sto a spiegarvi). Il succo di tutti questi giorni di lavoro é che ci siamo impegnati a lavorare per accrescere nelle nostre comunità cristiane lo spirito di famiglia e il senso di responsabilità personale. Spirito di famiglia, o spirito di accoglienza, lo abbiamo sperimentato durante il nostro viaggio di andata quando, alle ore 18.15 abbiamo dovuto fermare le nostre moto al km 47, tra Niania e Wamba, per non essere inghiottiti dalla notte in un tratto di strada che l’indomani troveremo orribile. La mia moto non aveva fari. Eravamo in cinque persone. Al villaggio non conoscevamo nessuno. Ci indicano la casa del catechista. Siamo accolti da re: acqua da bere e per lavarci per tutti, un buon piatto di riso con un po’ di selvaggina; perfino un buon caffé ha dato sapore alla nostra cena. E poi, tutte le attenzioni e le premure suggerite da un cuore buono e da uno spirito di fede. Da ultimo, un buon letto, matrimoniale per giunta, che gli sposi hanno messo a mia disposizione, andando, loro, a dormire chissà in quale buco. Quella sera mi sono addormentato benedicendo il Signore per la squisita accoglienza, che mi ha fatto dimenticare le buche, il fango e le scivolate che avevano “condito” il nostro arrancare verso Wamba. Era il 18 febbraio.

Facciamo ora un salto di quasi venti giorni ed arriviamo al 6 marzo. Questa sera ho terminato una serie di quattro incontri formativi, il cui scopo era quello di rilanciare un po’ le nostre Comunità di Base. Sono venuti in più di 160, membri dei nuclei animatori delle 23 comunità di base, nelle quali é divisa la nostra parrocchia. Queste comunità raggruppano insieme i cristiani di un settore della città, o di una via, o di un nucleo abitato. Insieme organizzano un incontro settimanale di tutta la comunità (dai quindici ai trentacinque-quaranta adulti), una vita di preghiera comunitaria (condivisione del vangelo e di preghiera) e i diversi servizi utili per il funzionamento della comunità stessa (servizio dei poveri, pastorale delle famiglie, pastorale dei giovani, impegno per la giustizia e la pace...). Lo scopo é quello di favorire dei rapporti di conoscenza reciproca, di costituire un luogo di riflessione e di scambio, un’occasione ed uno stimolo per maggiore impegno personale per il bene della comunità, della parrocchia e anche del quartiere. Bisogna dire che per fare riunioni e per parlare, in genere la nostra gente non ha bisogno di essere spinta molto. Ma quando si tratta di impegnarsi in una azione concreta, beh, questo non é di tutti. Alcuni sono ammirevoli per impegno, altri sembrano avere i piombi ai piedi (o alle mani). Ecco due conclusioni (non le uniche) alle quali siamo giunti alla fine di questi giorni: formazione (religiosa e umana) offerta al più gran numero possibile; coerenza e continuità nelle decisioni che la comunità prende. Adesso cercheremo di passare dal dire al fare.

Avrei voluto mandarvi una foto di questo incontro; purtroppo la mia macchinetta digitale é rimasta coinvolta in una delle numerose scivolate/cadute che mi é capitato di fare durante il nostro viaggio di Wamba: in quell’occasione, le gambe mi si sono scorticate ben bene, e la macchinetta, poverina, ci ha lasciato le penne. Cerco di mandarvene un’altra, di foto, che risale all’occasione in cui il Vescovo mi presento’ alla comunità cristiana di Mambasa.

Vi saluto tutti, con simpatia e con gratitudine.
P. Dino.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Carissimo P.Dino,
grazie della tua testimonianza...
Coraggio e "adelantre con jucio", drebbe il buon Ferrante di Mazoniana memoria...
Non strafare però, soprattutto con i viaggi in moto: non sei più un giovanotto alla Valentino Rossi e le strade dell'Ituri (almeno quelle che ricordo io) non sono i nostri circuiti del mondiale di moto, ma delle vere piste di motocros, anzi a volte molto peggiori.
Comunque, avanti sempre, con entusiasmo e fiducia.
Venerdì prossimo, 14 marzo, riparte p.Silvano e così arriverà in tempo a darti una buona mano per la settimana santa.
Mi pare che ritorni un po' rinfrancanto e rincuorato...
Ciao e auguri per la prossima Pasqua a te, Jean Paul e Gauthier. Un abbaccio e un ricordo.
P.Angelo