martedì 6 gennaio 2009

La guerra nell'Est del Congo

Sono stato frequentemente sollecitato, in questi giorni, a dire il mio pensiero sulla situazione attuale nell'Est del Congo. Mentre cercavo di mettere ordine nelle mie idee, all'improvviso ho avuto una illuminazione. "E se dicessi invece cosa ne pensano i vescovi del Congo"?. Ho subito percepito che era la soluzione migliore! Chi più dei vescovi conosce la situazione reale del Congo?
Ecco dunque alcuni passaggi della lettera che hanno scritto recentemente a Kinshasa, il 13 11 2008:
Gravita della situazione.
Noi, arcivescovi e vescovi...riuniti in sessione straordinaria dal 10 al 13 novembre, afflitti e sconvolti dalla tragedia umana nell'est e nel nord-est del Congo, lanciamo un grido di disperazione e di protesta: Malgrado i nostri appelli accorati, la situazione in questa parte del nostro paese non ha fatto che peggiorare. Sta raggiungendo proporzioni insopportabili... E' la nazione intera che piange i suoi figli e non vuole essere consolata perché non ci sono più qui".
Cosa sta succedendo?
Un vero dramma umanitario che somiglia a un genocidio silenzioso nell 'est del Congo avviene sotto gli occhi di tutti. I massacri gratuiti e su grande scala delle popolazioni civili, lo sterminio mirato dei giovani, gli stupri sistematici perpetrati come arma di guerra: di nuovo una crudeltà di eccezionale virulenza si scatena contro le popolazioni locali che non hanno mai chiesto altra cosa che una vita tranquilla e dignitosa nelle loro terre. Chi avrebbe interesse a un simile dramma?
Responsabilità:
1) La cosa più deplorevole è che questi avvenimenti avvengono purtroppo
sotto gli occhi impassibili di coloro che hanno ricevuto il mandato di
mantenere la pace e proteggere la popolazione civile.(leggi: Monuc,
cioè la missione dell'Onu in Congo!).
2) I nostri stessi governanti si dimostrano impotenti di fronte alla portata
della situazione, dando l'impressione di non essere all'altezza delle
sfide della pace, della difesa della popolazione congolese e
dell'integrità del territorio nazionale.
L'intera classe politica non sembra prendere la misura della sua responsabilità di fronte a questo dramma che rischia di ipotecare il futuro della nazione.
Cause:
1) E' evidente che le risorse naturali del Congo alimentano l'avidità di
certe potenze e non sono estranee alla violenza che si impone alla
popolazione. Infatti, tutti i conflitti si sviluppano nei corridoi economici
e attorno ai giacimenti minerari. Come comprendere che i diversi
accordi sono violati senza alcuna pressione efficace per convincere i
firmatari a rispettarli?
2) Inoltre, il piano di "balcanizzazione" che non smettiamo di denunciare
è portato avanti da intermediari. Si ha l'impressione di una grande
complicità che non svela il suo nome. La grandezza del Congo e le sue
numerose ricchezze non devono servire da pretesto per farne una
giungla.
Condanna
Condanniamo con veemenza questa maniera ignobile di considerare la guerra come un mezzo per risolvere i problemi e accedere al potere. L'ordine istituzionale uscito dalle elezioni democratiche del nostro paese deve essere rispettato. Biasimiamo il lassismo con cui la comunità internazionale tratta il problema dell'aggressione di cui è vittima il nostro paese.
Cosa chiediamo:
1)Chiediamo immediatamente la cessazione delle ostilità,
2)D'urgenza facciamo appello alla solidarietà nazionale e internazionale
per un aumento dell'aiuto umanitario a favore di migliaia di uomini,
donne e bambini affollati nei campi.
3) Giustizia: Chiediamo alla comunità internazionale di impegnarsi sinceramente per far rispettare il diritto internazionale. Consideriamo impellente l'invio di una forza di pacificazione e stabilizzazione per ristabilire il nostro paese nei suoi diritti. Tutti vinceranno con un Congo in pace piuttosto che in guerra.
Auspicio:
Possa il Signore, che ha vegliato per ore nel giardino del Getzemani e che ha sentito come se fossero state fatte a lui stesso tutte le sofferenze inflitte e imposte ai membri del suo gregge (Mt 25,31-46), vegliare con noi e sostenerci di fronte al dramma che conosce il nostro paese. Che la Santissima Vergine Maria, Regina della pace, ottenga la pace per la nostra cara patria.

NB1 : I Vescovi del Kivu hanno scritto al primo ministro del Congo, Adolphe Muzito: "Non sarebbe forse opportuno pensare ad un vertice che riunisca gli Stati Uniti, l'Unione Europea e certi paesi del sud-est asiatico affinché regolino i loro problemi circa i loro interessi geo-strategici, economici e anche fondiari che alimentano le tensioni, causa di innumerevoli morti in questa regione e nel Congo "?
NB2: E' stato chiesto a Vital Kamerhe, presidente della Camera dei Deputati del Congo, cosa si attende dal nuovo presidente degli Stati Uniti, Barak Obama. Risposta: "mi auguro che non continui a pensare, come i suoi predecessori, che il Congo è troppo grande, per cui deve essere smembrato ".

Silvano Ruaro scj

NOTA: anche biascicando qualche parolaccia mentre scansionavo il testo e facevo le correzioni sono io G.M. che ho "rubato" , ed ora anche pubblicato, questo articolo a firma di Padre Silvano. E' apparso sull'ultimo numero del bollettino cartaceo "Una sola famiglia - Dehoniani in missione", giunto in questi giorni.
Ecco così che la memoria va a quando un paio di mesi fa Padre Silvano fu impegnato per una mezza giornata: doveva scrivere un articolo!
Se lo avesse pubblicato lui stesso, o ce lo avesse spedito via mail, lo avremmo condiviso subito (o quando voleva lui!). Ciò a beneficio di chi il cartaceo non lo riceve o anche di chi non sa che nemmeno esiste. Il mondo della rete è vasto, sconosciuto e magari anche condiviso da chi nemmeno immaginiamo possa trovare attenzione per i nostri interessi. Quindi un auspicio per la prossima volta. Caro Padre Silvano ed amici tutti che seguite le missioni in Congo: se scrivete qualcosa per un giornale o per un bollettino qualsiasi fateci parte del vostro lavoro ... a meno che l'editore non vi chieda l'esclusiva offrendovi, come dovuto a giornalisti e scrittori, un compenso di centinaia di dollari!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ci sono parole, solo lacrime, per tanto dolore a cui sono chiamati i nostri fratelli congolesi, dimenticati dal mondo. Io chiedo ai lettori di questo blog.di fare qualcosa. Occorre portare all'attenzione dei media questa realtà, occorre gridarla forte, chi ha dei canali lo faccia!
Vanda

Anonimo ha detto...

Il 1 gennaio ho partecipato alla Marcia della Pace, organizzata dalla Comunità di S. Egidio, a Milano in piazza Duomo. Una donna congolese ha portato la sua testimonianza di dolore e sofferenza prima della celebrazione liturgica con il Card. Dionigi Tettamanzi ed i rappresentanti di tutte le Chiese Cristiane di Milano. Era presente anche la RAI e l'evento è stato trasmesso, la stessa sera, su RAI 3Regione. Cornelia