sabato 3 gennaio 2009

UN DEBITO CHE PENSAVO DI NON PAGARE

Un debito di riconoscenza e di amicizia. Il debito di mettere due righe sul Blog per presentare a tutti voi, amici di Mambasa, gli auguri per l’anno nuovo e i ringraziamenti per la vostra vicinanza e la vostra amicizia. Pensavo proprio di non pagarlo più questo debito, nonostante un evidente disagio interiore. Ma mi sentivo stracco e spompato, dopo gli impegni dei giorni scorsi, e senza nulla da raccontare. Poi, ieri, è venuta la telefonata interlocutoria di Gianluigi ; e questa sera, sul Blog, un altro pungolo, sempre da parte di Gianluigi. Sono uscito per recitare il rosario, passeggiando sul viale che unisce la nostra casa alla chiesa. E li’ mi sono finalmente deciso di fare giusta riparazione.

Scusate il ritardo e l’indolenza.

Per prima cosa, vi posso annunciare che padre Silvano è arrivato :questa sera alle ore 18.00. E’sceso dalla macchina, si è guardato attorno, ha salutato la gente che veniva ad accoglierlo, e ha immerso il suo sguardo nel cielo tersissimo di Mambasa. Felice. E riconoscente a Dio. Ma lascio a lui di presentarvi il suo ritorno a casa. Certamente lo farà presto, con la sua solita passione.


Dunque, Gianluigi, tu vuoi sapere com’è stato il mio primo giorno dell’anno. Certamente, un primo dell’anno un po’ diverso. A casa ero rimasto da solo. La mattinata è stata occupata dalla celebrazione della Messa. I cristiani sono venuti molto numerosi. Personalmente mi aspettavo che gli eccessi di malofu (vino di palma) della vigilia e della notte avrebbero reso inabili un maggior numero di persone. Dopo la Messa sono andato a fare una visita ai malati del nostro dispensario: quasi tutti avevano a che fare con la malaria. Quando è cattiva, c’è da aver paura, perché uccide facilmente. Il pranzo non è stata una cosa molto complicata. In casa ero da solo, per cui avevo pensato di dare una giornata di libertà al nostro Paolo (il cuoco) : nel frigo c’era sufficiente cibo, che rimaneva dal giorno prima. Il pomeriggio l’ho passato in stanza mia. Qualcuno è venuto a presentare gli auguri e a sollecitare la Bonne Année. Mi sono guardato bene dal distribuire soldi (sapendo bene che sarebbero subito annegati nel malofu). Ho preferito offrire qualche maglietta e immaginette di Santa Giuseppina Bakhita. Poi, verso sera, mi sono messo a.......correggere le interrogazioni dei ragazzi dell’Istituto Bernard Longo, che rimanevano nel mio cassetto da più tre settimane….Si’, lo ammetto: ho fatto qualche cosa di stonato. Ma è la verità.

La serata l’ho passata dalle suore. Anche la loro comunità era ridotta ; rimanevano solo in tre : suor Celestina, suor Lisetta e suor Ester, che teneva su la compagnia con la sua chiacchiera allegra. Io ho aggiunto una bottiglietta di whisky che avevo scovato in un cantuccio della mia camera da letto. Al momento di prenderla, avevo avuto un dubbio: è cosa per uomini – dicevo; le suore non la berranno. Ma, una volta mostrata la bottiglia, mi sono accorto subito che mi sbagliavo.


E ora chiudo, augurando a tutti un felice e fecondo anno nuovo. Che il Signore ci accompagni tutti e che ci dia la forza e la gioia di compiere il bene.

Padre Dino.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Auguroni a te e a p.Silvano, anche se un po' in ritardo. Comunque il ricordo e il pensiero al Signore per voi è stato più che puntuale. BUONA ANNO, ricco della grazia e benedizione del Signore.
Auguri da tutta la comunità di Milano e dagli amici...
P.Angelo

Anonimo ha detto...

"Quando un anno ci lascia
pensi all'altro che spunta.
E' sempre pieno di promesse il nascere." (G. Ungaretti)

Con l'augurio che i sogni ed i progetti di noi tutti si accompagnino a nuovo entusiasmo, che ridesti luce, calore e ridoni speranza.

Cornelia