lunedì 10 settembre 2007

...incontri col passato sulla strada di Nduye




Ieri, domenica, ero a Nduye. Ormai è una abitudine.Il sabato sera o la domenica mattina noleggio una moto,con il suo chauffeur e vado alla sbaraglio sulla strada di Nduye. Andarci in macchina è impossibile. Basterebbe trovare un camion in un buco per essere bloccati per giorni.
La prima volta può essere un’avventura...La seconda un po’ meno...la terza e le successive sono una dolorosa necessità...Ma il dovere chiama e si parte.
Non vi dico come ho trovato la strada ieri...Sempre peggio. Quando sono andato con Gianluca, Irene, e Filippo il 26 agosto era meno peggio. E in quell’occasione Gianluca disse: “ questa strada è un delirio!
La settimana scorsa, in occasione di un incontro con gli insegnanti e gli alunni sono andato con l’Ispettore delle scuole e il nostro segretario. Li avevo avvertiti: “la strada è pessima”.
Dopo l’esperienza l’Inspettore disse: “Mai avrei immaginato una cosa simile...sorpassa ogni immaginazione”. Il segretario: “spesse volte sono stato tentato di tornare indietro...E’ questo il mio ultimo viaggio...”
Io continuo ad andarci e ci andrò ancora. Sto cercando di ridare serietà e dignità alla scuola media di Nduye. Abbandonati a loro stessi i ragazzi e i “professori”si erano adagiati in una mediocrità allarmante. Nessuno dei 32 candidati alla scuola media ha superato il test.
Chiedo a padre Longo un barlume di creatività e di inventiva...e di coraggio!
Ieri ho avuto un lungo, agitato...ma anche fruttuoso incontro con i genitori e i responsabili dela scuola. Li ho svegliati? Non lo so: certamente alla fine della riunione erano scossi...
Il Vangelo della XXIII a domenica si prestava bene: prima di cominciare a costruire una casa, vedi quanti soldi hai e calcola se sei capace di portarla a termine...Non cominciare e lasciarla a metà...Fissiamo bene gli obiettivi per quest’anno e cerchiamo i mezzi per raggiungerli!
Mi sembravano decisi a seguirmi anche se i rimedi che ho proposto erano drastici.

Al ritorno ero un po’ più leggero...
Il sole aveva un po’ asciugato la strada... anche se diversi buchi erano ancora pieni di acqua.
Ad Aluta, a 15 km da Nduye ho rivisto una ragazza, non come le altre...Era ancora sorretta da un’altra ragazza e mi ha sorriso. Perchè?
Il 26 agosto, come ho detto sopra, ero andato a Nduye con Irene, Gianluca e Filippo.
A ritorno, proprio nel villaggio di Aluta, c’era un grande raduno di gente. C’era aria di festa.
Una ragazza che era rimasta chiusa in una capanna per 6 mesi, senza muoversi, era presentata al pubblico. Di tanto in tanto, per non perdere la tradizione, rinnovano questo rito che si chiama “elima”: è il rito di iniziazione delle ragazze.
La ragazza era sorretta da sua mamma e dall’ancella che l’aveva servita durante tutto quel tempo.
Evidentemente non poteva sorreggersi da sola...Nel piazzale, su un palco sopraelevato, danzavano una decina di ragazzine in un costume ibrido: un miscuglio di autenticità e di kitsch.
Ho chiesto di fare delle foto...La mamma (che vedete nella foto) ha acconsentito...
Vi mando 3 foto...Non so se avrò altre occasioni per riprendere questo rito...Mentre sarà molto più facile riprendere la danza della circoncisione (dei ragazzi, evidentemente!).
E questo sarà un altro servizio.
Penso non ci sia bisogno di didascalie.. Vi dico solo che in una foto c’è la ragazza sostenuta dalla mamma e dall’ancella, un’altra mostra il palco con le danzatrici e la terza ritrae una di queste...
Quella ragazza che mi ha sorriso ieri era quella della domenica 26 agosto...Il suo incontro ha rinnovato il ricordo e mi ha suggerito di condividere con voi queste immagini rare...

Forse non è un blog molto serio...ma vi mostra uno scorcio della vita.
Altri aspetti più seri...non mancheranno .
Mi farò vivo presto...
Ciao...lo so che leggete questo blog..Ma fatevi anche vivi con qualche commento.
Allora il mio non sarà un soliloquio...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Avendo conosciuto e "sperimentato" le strade dell'Ituri nel gennaio 2002, quando il camion che ci trasportva da Beni a Mambasa è rimasto "impantanato" in una grande buca piena d'acqua a pochi Km da Mambasa e siamo stati tirati fuori dal grosso trattore mandatoci incontro, provvidenzialmente, da p.Silvano..., non faccio fatica a capire come le "vostre" strade siano "un delirio", anzi "un inferno".
Grazie per la "toccante" comunicazione dell'incontro che hai avuto nel viaggio di ritorno. Per me è una bella testimonianza. Ricardati, Silvano, "che tutto è Provvidenza" e che l'aiuto dato "agli ultimi" è il "passe-partout" per il Paradiso.
Ciao dal BICOL

Gianluigi ha detto...

che gioia, penso non solo per me, leggere e guardare le foto. Grazie Silvano!

Anonimo ha detto...

Ciao, Silvano! Sono Elio, se ancora ti ricordi delle nostre "avventure di S.Martino di Castrozza", anche se su ben altro livello di quelle che hai visto e vissuto tu nel tuo viaggio di ritorno...
Sono in Italia da un paio di giorni(quasi sempre a Milano) per un po' di riposo e di vacanza (se ci sarà tempo).
Ti ricordo, nella speranza d'essere ricordato.
p.Elio da Sant'Ulderico in quel di Schio

upupa ha detto...

Bellissime le foto e bellissimo il reportage.
Un saluto a te.
Livia