venerdì 21 novembre 2008

Rubiamo ai fratelli!


Rubiamo a fratelli.
Si, nel senso che il pezzo che riportiamo qui sotto è tratto tal quale dal sito del "progetto Mambasa". Meglio di tutti è aprire questo link e andarlo a vedere, ma intanto c'è parso senz'altro utile, speriamo anche opportuno, "incollare" il testo della lettera di Padre Silvano.

Solo perché il massimo risultato può essere raggiunto, a nostro avviso, da una grande e sostanziale sinergia degli sforzi.

Quindi abbiamo "rubato" dagli amici, sperando che anche per loro ci sia qualche occasione di "rubare" qui sul blog delle missioni di Mambasa e di Nduye. Con l'unica avvertenza, che vale per tutti, di citare sempre la fonte e/o mettere il link.




LETTERA DI PADRE SILVANO RUARO “Affinché gli uomini sperino e non sparino”

Cari amici, Soci e Clienti della Banca Alto Vicentino, che io amo ancora chiamare Cassa Rurale e di cui mio padre é stato Presidente.
Sono nato a Monte Magré di Schio il 9 novembre 1938. Sono arrivato in Congo per la prima volta il 6 febbraio 1970. Sono a Mambasa, nel Nord-Est del Congo dall’ottobre 1989.
Allora, una cittadina di 25.000 abitanti: pochissime scuole elementari e queste costruite con pali e fango, medie inesistenti, giovani allo sbando a caccia di miraggi nelle miniere di oro e coltan, fragili prede dei cari “signori delle guerre”. Al compito di annuncio del Vangelo ho sempre associato un interesse per la scuola, lo sviluppo e la promozione umana della gente, soprattutto dei giovani.
Oggi, le scuole elementari e medie sono più che dignitose; moltissimi giovani (oltre 700 solamente nell’Istituto Bernardo Longo) ricevono una formazione professionale e intellettuale che li prepara alla vita. Rifiutano di arruolarsi nelle varie bande armate e guardano con sospetto e diffidenza i facili, ma molto ipotetici, guadagni derivanti dal lavoro degradante nelle miniere.
Abbiamo conosciuto, a più riprese, guerre, saccheggi, esodi...
Ho sempre ricominciato con la tenacia che mi viene dalla fede, ma anche dalle mie radici scledensi, di cui sono fiero.
Ho avuto la fortuna di conoscere i Veterinari e gli Ingegneri senza Frontiere. L’intesa é stata subito totale. Siamo diventati non solo collaboratori, ma amici! Ed é sbocciato il “Progetto Mambasa”.
Nascono e si sviluppano cooperative di allevamento: si scavano pozzi e vengono dotati di pompe manuali. Ci si preoccupa della formazione e della continuità, per non creare delle cattedrali nel deserto. C’é un grande interesse, un entusiasmo della popolazione locale per questi progetti.
Vi chiedo di aiutarci a non far morire la speranza, ma a farla crescere; ad aiutare i giovani a vivere, lavorare laggiù, posto meraviglioso, se c’é pace, istruzione e possibilità di lavoro.
Uso spesso questa immagine: io metto volentieri a disposizione la mia vita -come una macchina- ma la benzina purtroppo la devo cercare da altri.
Abbiamo bisogno di costruire nuove aule scolastiche, dotare l’officina meccanica, la falegnameria, la scuola di taglio e cucito di altre macchine, trovare una soluzione allo spinoso problema del costo del carburante e dello stipendio dei professori.
Se vogliamo che i giovani di oggi e di domani depongano le armi e comincino a sperare, dobbiamo fare qualche cosa.
Siete interessati?
Grazie e ........
......che il Signore Vi benedica!

Padre Silvano Ruaro

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