Il demone della guerra
Il demone della guerra non si dà riposo e flagella ancora le nostre popolazioni dell’est del Congo.
Ancora una volta aggressioni militari e invasioni, ancora centinaia di migliaia di civili costretti a fuggire per mettere in salvo almeno la vita. A prezzo di tante sofferenze e stenti, nella più grande insicurezza dell’oggi e nell’incertezza per il domani.
Drammi indicibili.
Frutto inaccettabile della follia umana.
Da Mambasa noi non abbiamo notizie particolari da comunicarvi.
Come voi, seguiamo con preoccupazione il succedersi degli avvenimenti tenendoci informati con i mezzi comuni : internet, televisione, radio. Possiamo comunicare con qualche amico di Beni o Butembo, ma queste due città sono lontane dai luoghi di combattimento e quindi le eventuali notizie non sono di prima mano e sono troppo esposte ai si dice, per essere credibili. Purtroppo anche il servizio telefonico è diventato molto difettoso in questi tempi e molte chiamate rimangono senza risposta.
A Mambasa apparentemente nulla è cambiato nelle occupazioni quotidiane della gente, ma molti non nascondono la loro apprensione, nonostante che cinquecento km ci dividano dai luoghi della guerra. Le tristissime esperienze passate li rendono vulnerabili e facilmente esposti alla paura, all’inquietudine e anche all’allarmismo. Quanto a noi, abbiamo le giornate sempre ben piene, di lavoro, di preoccupazioni e di imprevisti, e questo ci aiuta non dico a dimenticare , ma certamente a non essere paralizzati dalle notizie che ci vengono dal vicino Kivu.
Padre Dino
1 commento:
Stiamo con il fiato sospeso e seguiamo con apprensioni le notizie.Oggi per caso ho letto l'articolo all'interno della pubblicazione "Una sola famiglia", di Cornelia Mangiagalli. Ad un certo punto dice della Missione:"...Un'oasi in mezzo alla foresta..." Che la buona volontà abbia la meglio per la Missione, per la foresta, per l'Africa, per l'umanità ivi coinvolta! Vanda
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